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Autore: Scheggia5    17/05/2017    0 recensioni
[the professor]
Osservavo il mare. Dopo quanto era successo sentivo il bisogno di serenità nell’animo. Troppo marasma negli ultimi giorni, il conte Raimondo del Balzo di Sangro, la gente del mercato, il munaciello e la sirena...
Genere: Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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the professor sirena fan fiction
Osservavo il mare. Dopo quanto era successo sentivo il bisogno di serenità nell’animo. Troppo marasma negli ultimi giorni, il conte Raimondo del Balzo di Sangro, la gente del mercato, il munaciello e la sirena. Straniero in terra ospitale, ma solo come un cane, anzi con un cane, il mio caro amico Furio. Anche lui aveva bisogno di riposare i pensieri, troppe emozioni per un mastiff.
Osservavo il mare, facendo una lunga passeggiata, da piazza Repubblica a piazza Vittoria. Io e Furio avevamo bisogno di camminare per rasserenarci. Eppure anche li, in quella lunga via, sentivo qualcosa di misterioso, la presenza di qualcuno che guardando i passanti intenti a scrutare il paesaggio, si chiedeva se loro sapessero quanto potere ha il mare. Via Caracciolo, nome derivato dall’ammiraglio ed eroe che fu impiccato da Nelson e gettato in acqua dalla barca, riportato a riva sul litorale di Santa Lucia. Chissà se cerca ancora la sua pace …
Continuavo a osservare il mare quando uno dei membri della servitù di Raimondo mi raggiunse: “professore è stata ritrovata questa pergamena tra le macerie del palazzo. Le farà piacere leggerne il contenuto”. Mi consegnò il foglio e andò via, in cerca di un nuovo padrone da servire.
Osservai il foglio, carta pregevolissima, d’altri tempi. Decisi di aprire e leggere:
 
Mio stimato Principe di Sangro ho saputo che colei che fu un tempo mia compagna fugace si è recata al suo cospetto. Non mi è chiaro il motivo della permanenza nella sua dimora. Mi rivolgo a lei perché spero possa darmi qualche notizia sulla mia cara amata. E’ andata via subito dopo aver dato alla luce nostro figlio. Io quel tal giorno mi trovavo in mare, durante una battuta di pesca lunga e faticosa. Al mio ritorno mi fu detto che entrambi erano venuti in casa sua. Mi conferma questa informazione? Ormai è più di un mese che aspetto il loro ritorno.
I fogli pergamenati erano due. Il secondo conteneva un testo ben più lungo:
Quanto mi dice mi addolora tantissimo! In un sol secondo ho appreso di aver perso moglie e figlio! Io sono un umile pescatore che qui a Napoli è nato e vissuto, senza mai conoscere altra città. I miei unici viaggi li ho fatti per mare ed è li che ho conosciuto la mia amata. Lei mi chiede come ci siamo incontrati? Bene, glielo dirò volentieri. Quanto le dissi nella prima lettera è solo menzogna, quanto segue è verità.
Faceva freddo a Napoli, il Vesuvio e i monti circostanti erano coperti di neve, io avevo la febbre nel sangue, soffrivo nell'anima e nel corpo, ma il dovere mi chiamava e andai per mare, in cerca di pesce. La nebbia ostruiva la visuale dell’orizzonte e una pioggia fine ,che mi accompagnava dalla partenza, iniziò a ingrossarsi, divenendo tempesta. Fu allora che la mia barca si rovescio, dei due uomini avventuratisi con me non seppi più nulla e tutt’oggi non so, ma di me so che fui salvato da una splendida donna, dalla lunga coda di pesce. Ovviamente era tutto nella mia immaginazione, l’impatto con l’acqua mi aveva stordito, navigai aggrappato a un legno finché resistetti, poi persi i sensi e mi risvegliai su uno scoglio, non molto distante da riva, con il sole che mi picchiettava la fronte. Come se il sole mi affondasse negli occhi, i suoi raggi mi entrarono nella testa e nella testa e caddi svenuto, una seconda volta. Fu li che mi apparse lei, bellissima. La ritrovai a riva, in piedi a guardarmi, finché non le fui vicino. Nessuna parola tra noi, subito un bacio e così iniziò il nostro amore. Trascorsero i giorni e lei mi raccontò tutto, ammise di essere una sirena, venuta dal mare, aveva rinunciato alla sua famiglia ed era stata costretta a superare terribili prove per poter star con me. Quel giorno io non dovevo esser salvato, la mia amata e le sue sorelle aspettavano che noi pescatori cadessimo in mare per spingerci all’annegamento, ma lei vedendomi mi portò sullo scoglio in cui mi risvegliai.
In mezzo al mare l'acqua è azzurra come i petali dei più bei fiordalisi e trasparente come il cristallo più puro; ma è molto profonda, così profonda che un'anfora non potrebbe raggiungere il fondo; bisognerebbe mettere molti campanili, uno sull'altro, per arrivare dal fondo fino alla superficie. Laggiù abitano le genti del mare. Non si deve credere che ci sia solo sabbia bianca, no! Crescono alberi stranissimi, e piante con gli steli e i petali così sottili che si muovono al minimo movimento dell'acqua, come fossero esseri viventi. Tutti i pesci, grandi e piccoli, nuotano tra i rami, proprio come fanno gli uccelli nell'aria. Nel punto più profondo si trova il castello del re del mare. Lei ne è la terzogenita e per seguirmi sulla terra ferma ha dovuto dire addio a tutta la sua famiglia. Troppo tardi ho scoperto che c’era dell’altro, che per restare umana aveva bisogno che il nostro amore fosse suggellato da un giuramento dinanzi a Dio. Io vigliacco le dissi che non l’avrei potuta sposare, perché la mia di famiglia aveva già stretto accordi con un ricco mercante di stoffe, per far sposare me con la di lui figlia. La mia sirena non sposandosi fu costretta a tornare in mare e solo dopo seppi il resto: era gravida quando tornò negli abissi, mi apparse in sogno con un coltello in mano, voleva la mia morte e percepivo il desiderio di sangue. Aprii gli occhi e scomparve, non prima di avermi detto che era in attesa di mio figlio e che per colpa mia aveva perso la possibilità di possedere un’anima nobile. Uccidendomi avrebbe risolto la complicazione, ma neppure sta volta riuscì a cedere a tal richiesta della sua indole.
Quanto vi ho detto è verità, avevo bisogno di sfogare il mio turbamento, oltre che a voi ho raccontato questa storia a una sol altra persona, uno straniero danese venuto a Napoli in villeggiatura, un tal Christian Hans, figlio di un ciabattino che con la mia famiglia ha intessuto rapporti d’affari.
 
   
 
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