Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: YellowSherlock    17/05/2017    4 recensioni
"Oh Watson quanto sei comune, quanto sei lontano dalla realtà."
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Watson

Sono seduto sulla comoda poltrona ad isola e leggo il quotidiano, tra una notizia di cronaca e una di finanza riesco a scorgere la figura di Sherlock di fronte alla mia.
E’ una giornata piuttosto noiosa per quanto riguarda le novità, eppure lui stranamente oggi non da di matto:
E’ seduto sulla sua poltrona nera in pelle, con le lunghe gambe accavallate e stringe nella mano destra l’osannata tazza di tè.
Questo suo atteggiamento mi spaventa, ormai sono così abituato alla sua iperattività che non mi sembra quasi reale tutta questa serenità;
sempre che di serenità si stia trattando.
Fissa un punto che a me sembra vuoto ma in realtà so bene che non lo è, nella sua mente non c’è spazio per il nulla, ogni cosa è come in ordine su di uno scaffale maniacalmente ordinato e quando la noia inizia a manifestarsi come la polvere, lui mescola tutto ciò che trova creando il genio.
Riesco a scorgere il suo sguardo scintillante: verde acceso con venature dorate, che da inizio al suo profilo sottile con le labbra ben disegnate e marcate; i ricci sono in disordine come sempre, ma chissà perché la sua pettinatura non sembra mai scomposta.
Seguo con una linea invisibile il suo sguardo che arriva diritto in cucina, dove Molly e la Signora Hudson stanno preparando il pranzo per Rosie; decido di non disturbarlo per non alterare questo sacro e raro momento di silenzio, ritorno alla mia lettura.
Una lettura assolutamente distratta poiché ormai mi ci vuole un po’ per trovare la concentrazione, dunque, riesco sempre a scorgere con la coda dell’occhio lo sguardo si Sherlock su di me.

Watson: “Sherlock, cosa sta succedendo?”

Sherlock: “ Niente, cosa vuoi che succeda? La noia!”

Watson: “ Sei strano Sherlock, quando ti annoi non sei così tranquillo.”

Sherlock: “ Non mi annoio infatti,quando non succede nulla mia annoio, voi vi state annoiando perché non state facendo nulla, io sto pensando e per me è già successo qualcosa.”

Lo fisso quasi rassegnato, le sue parole sono ormai così poco affilate che nemmeno riesco più a capire quando mi sottovaluta o meno.
Annuisco ritornando alla mia distratta lettura, e dopo un po’ riesco a capire che il suo sguardo è fisso su Molly, fortuna che lei non si è accorta di questo dettaglio altrimenti inizierebbe a sconnettere.
Provo nel mio profondo una strana sensazione di fastidio, la caccio via poiché so bene che si tratta di una non condivisione del suo comportamento con la ragazza.
Decido di ignorarlo totalmente e mi alzo per andare vicino alla finestra, è una giornata di sole tiepido a Londra e ho tanta voglia di uscire.
Mi accingo alla finestra noncurante della sua presenza ma comunque sento fissi su di me gli occhi suoi.
Sherlock mi guarda sempre con occhi interrogativi, con occhi di rimprovero e di superiorità; però oggi davvero non riesco a decifrare cosa lo stia incuriosendo in questo modo.
Sposto la tenda bianca che accarezza il vetro polveroso, un raggio di sole entra diritto sul mio pullover e mi concentro nel contare quante maglie siano state utilizzate per poterlo intrecciare; non mi è mai fregato nulla della tessitura ma devo trovare qualche diversivo per sfuggire a questo suo sguardo, inizio a sentirmi a disagio e allo stesso tempo  provo una strana sensazione di piacere che mi sta dando sui nervi.
Dopo aver vaneggiato, non riuscendo più ad ignorarlo inizio a fissarlo anche io, e lui in un’espressione di rabbia getta la testa all’indietro ed urla “Perché!”

La signora Hudson chiude la porta poiché Molly cerca di far addormentare Rosie e già sa che Sherlock ha iniziato le sue folli danze. 

Sherlock: “ Perché dico io! Non è possibile che non ci sia risposta!”

Watson: “ Risposta a cosa?”

Sherlock: “ Watson non ora, sono nel mio palazzo mentale!”

Watson: “ Ah ma davvero? –sussurro- Io credo che tu sia più concentrato su un palazzo chiamato Molly!”

Sherlock mi guarda perplesso : “ Molly? Mi prendi in giro? Oh dio ma perché a me!”

Watson: “ Sei completamente fuori strada Sherlock, ti si vede da un miglio che provi qualcosa per lei.”

Sherlock: “ Oh Watson, quanto sei comune. Quanto lontano sei dalla realtà.”

Watson: “ Ah io!” rido di gusto mentre accendo una sigaretta.

Sherlock: “ Cosa stai facendo? Non li vedi questi – porge il braccio-  cerotto alla nicotina, ricordi?”

Watson: “ Come se tu stessi cercando di smettere!”

Sherlock: “ Spegni quella sigaretta o giuro che vengo lì e…”

Watson: “ Oh e cosa fai? Mi rinchiudi nel tuo cassetto mentale?”

Sherlock mi guarda perplesso, effettivamente ho detto una cosa insensata, però accendere questa sigaretta è stato un gesto di ribellione; non so a cosa precisamente vorrei ribellarmi ma ho sentito di doverlo fare, sento di doverlo istigare.

La mia mano destra trema, ma porto alla mia bocca la sigaretta, faccio un primo tiro e caccio lentamente il fumo attraverso le mie labbra, quando mi rigiro vedo Sherlock perso con gli occhi su di me .
In questo scambio di nanosecondi mi sento di sprofondare, non so cosa stia succedendo ma quando è inevitabile sfuggire al suo sguardo sento come se un vortice mi prendesse e cambiasse l’ordine dei miei organi interni.
Forse sarà l’odio e l’amore che provo per lui, la rassegnazione al suo atteggiamento, l’inspiegabile voglia che ho di prenderlo a schiaffi e di toccargli quei maledettissimi capelli che si tengono su con il nulla!
Non posso accettare quello che sto pensando, mi sale il sangue al cervello, ho bisogno di aria, inizio a pensare di stare per impazzire.
Mentre cerco di allontanarmi invano dalla finestra, sento il suo passo lento verso di me, oh dio non posso permettere che ciò accada ma non riesco a muovermi; non riesco a prendere la decisione di allontanarmi da lui, resto impassibile davanti al raggio di sole, più si avvicina più la mia rabbia mista a desiderio si fa strada nelle vene di tutto il corpo, quando arriva ad un passo dal mio naso mi guarda penetrando le pupille, restiamo quel poco tempo che basta per farlo ritornare in sé e mentre sta per farmi una domanda ben precisa, la signora Hudson ritorna con il suo vigore talvolta inopportuno.

Mrs Hudson: “ Ma insomma, sempre a litigare voi due! Smettetela!”

Sherlock non mi toglie lo sguardo di dosso, io mi giro verso la Hudson e accenno un sorriso: “Cosa ci possiamo fare, un cane e un gatto!”

Mi allontano più veloce che posso, dico di aver bisogno di aria e scappo via per le scale.
Cammino, marcio, inizio a correre, sento dalla nuca all’osso sacro tutto un brivido che mi fa saltellare più che correre,mi faccio strada tra la gente che cammina sul marciapiede, ogni mio passo equivale a quel che per me dovrebbero essere chilometri, barcollo,  perdo l’equilibrio e mi appoggio al volo su di una panchina.
I miei pensieri sono come il vaso di pandora,  si manifestano davanti a me i suoi occhi, mi sento impazzire quando penso al suo sguardo su di una donna, alle sue dita sulla tazza e al suo passo che si dirige  felino nella mia direzione.
Affanno, mi sento di avvampare, mi siedo e inizio a cercare di spiegarmi cosa sia successo.
Non posso assolutamente accettare questo.
Sono il vedovo di una meravigliosa donna, sono il padre di una bambina che non ha colpe, che non ha chiesto di nascere.
Non posso assolutamente accettare questo.
Non posso assolutamente credere di provare una tale attrazione fatale per Sherlock Holmes. 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: YellowSherlock