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Autore: Smile07    18/05/2017    0 recensioni
Avvenimenti della vita di Michael ( dal mio punto di vista ) con frasi dette da lui stesso e avvenimenti ispirati ad alcuni realmente accaduti. Il tutto parte dal principio, vedrete la sua vita da piccolo fino all'età adulta, diviso in parti di dialoghi e altre narrate sempre da Michael, la storia si svolge sotto i suoi punti di vista, comprese le situazioni amorose presenti.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Michael Jackson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Michael’s story "

CAPITOLO 1

“  La vita dei Jackson ”

 


< <  Hai un sorriso così bello piccolo mio > > disse mia madre mentre mi stringeva a se.
Ricordo i suoi capelli neri, così belli e quel suo profumo, il profumo di una madre che ti ama e che vuole proteggerti.
< < Non stare sempre a coccolarlo > > disse Joseph…mio padre.
< < Ma guardalo caro è così piccino e bello, come posso non amarlo > > …
< < Katherine, dovrà diventare un uomo e gli uomini non hanno bisogno di compassione e coccole > >…
< < Si certo > >  disse sorridendo < < Infatti anche tu non ti vuoi far fare mai una carezza da me vero? > >.
Joseph non disse nulla, guardò Katherine, sempre con il suo solito sguardo serio e impassibile.
 
Era una calda giornata d’agosto e il mondo per la prima volta si presentò a me, non disse nulla sul mio futuro… la vita era ancora incerta e tutto si sarebbe costruito passo dopo passo.
 
Quando mi portarono  a casa i miei fratelli e le mie sorelle mi aspettavano con ansia, però non sarei stato il più piccolo della famiglia per molto, infatti, pochi anni dopo arrivò Rendy e in fine Janet, la più piccola e frizzante della famiglia.
Eravamo una famiglia molto grande, rinchiusi in una piccola casa ma che si riempiva di amore, risate e allegria. Non ci sentavamo mai soli, l’intimità infatti non era una parola conosciuta, il bagno era uno solo, vi lascio immagine il casino ogni giorno.
Io ero Michael…semplicemente Michael, “ Jackson ” come cognome, non voleva dire ancora niente per nessuno.
 
 
< < Ragazzi forza sveglia! Bisogna andare a scuola > >.
Ero ancora assonnato mentre mia madre ci chiamava per farci alzare…
< <  Dai Mike sveglia, dobbiamo andare a fare colazione! > > mi disse Randy, strattonandomi quasi fino a buttarmi giù dal letto.
< < Ho capito Randy..ho capito ora mi alzo > >…
< < Sei proprio un pigrone Mike > > disse ridendo.
Mi avviai in cucina dove ormai c’erano tutti già pronti per iniziare la colazione, mia madre invece, stava già imboccando mia sorella Janet, che da buona mangiona, come sempre non aveva voglia di aspettare.
< < Buongiorno ragazzi > > disse mia madre.
< < Buongiorno mamma > > rispondemmo in coro io e Rendy.
< < Forza mettetevi a sedere! > > disse Joseph.
Ci mettemmo a pregare, la mia famiglia seguiva il pensiero di fede dei testimoni di Geova e i miei essendo molto religiosi, ogni volta, prima di mangiare ci facevano pregare il buon Dio.
< < Oh Signore, proteggici quest’oggi e donaci una buona giornata… > >.
Mentre Joseph parlava io e Rendy non riuscivamo ad essere seri, ci veniva da ridere sempre, solamente a guardare gli altri che stavano così zitti…
< < E Signore metti il sale in zucca a questi ragazzi sfrontati e ingenui > > disse fissandoci con aria severa.
Katherine ci guardò e sorrise…era così dolce con i suoi figli.
< < Mangiate pure > > …
Finita la colazione, ci avviammo verso la porta pronti per uscire. Katherine ci dava gli ultimi tocchi per sistemarci i vestiti, voleva che andavamo sempre ordinati a scuola.
< < Buona giornata figli miei > > diede un bacio ad ognuno e così iniziava la giornata.
 
 
A scuola ero un ragazzo timido eppure, appena potevo davo il meglio di me, scatenandomi e giocando con gli altri bambini. Le giornate passavano veloci e sempre uguali, la vita normale di ogni bambino…
Ma a volte…
Anzi..
Molto spesso…
Capitavano tensioni in casa…
< < Ti prego Joseph basta! > > mia madre era spesso vittima della collera di mio padre, non c’era un vero e proprio motivo del suo comportamento, per lui era semplicemente giusto così, doveva in qualche modo sempre far sapere e sentire a gli altri, che lui era il padrone della famiglia, il padrone di tutti noi…
Mia madre cercava sempre di nascondere i suoi dolori e le paure…
Ma molte volte era facile sentirla piangere in camera la sera tardi, ed erano anche visibili sulla sua pelle, segni forti sui polsi…sul viso.
Erano gli anni in cui gli uomini non avevano quel rispetto per la donna che c’è ora…e che pure ancora oggi non tutti hanno.
Molti non solo mio padre, usavano le maniere forti per impartire lezioni e per educare i figli.
Io ormai l’ho perdonato per tutto questo, ma non potrò mai scordare tutto quello che successe.
 
< < Mamma sta piangendo ancora? > > chiese Jackie.
< < Purtroppo si > > rispose Marlon.
< < Non ne posso più, non posso sentirla piangere così tutte le volte > >…
< < Jackie, non possiamo farci niente, lo sai che papà non vuole che interveniamo…sai poi cosa succede no? > >.
< < Si > > Jackie era visibilmente affranto, io anche, non potevamo fare niente.
< < Non pensateci, cerchiamo di dormire ora > >.
Amavo cantare con mia madre è d’allora che ho capito di amare il canto e la musica…sin da piccolo.
Mia madre mi diceva sempre che da piccolissimo ogni volta che le mie orecchie udivano un suono che aveva un ritmo, il mio corpo iniziava a muoversi.
Sono sempre stato stregato dal potere della musica, essa mi riempie l’anima.
Quando mi chiedono come compongo le mie canzoni, mi risulta sempre difficile rispondere perché sento che il merito non sia mio, ma è come se fosse un dono celeste, qualcosa che non dipende da me…
 
 
Il nostro stile di vita “ normale “ non durò, infatti da quando nacquero i Jackson 5, il nostro mondo cambiò completamente, più andavamo avanti, più il nostro successo cresceva, raggiungendo il pubblico di tutto il mondo in una maniera incredibile.
Mio padre non aveva un freno con noi…ci sottoponeva a lunghi allenamenti.
Ricordo che appena tornavamo da scuola, sistemavamo gli strumenti e si iniziava… erano lunghe e intense ore di ballo e canto che ci sfinivano, arrivando a fine giornata distrutti.
Mi sentivo molto in colpa, perché mio padre mi prendeva come modello di riferimento, se uno dei miei fratelli non andava a tempo o sbagliava qualche passo lui diceva…
< < Non siete abbastanza bravi! Fate come Michael lui si che si muove bene > >…dentro di me cresceva tanta angoscia, perché subito dopo li picchiava con la cinghia.
Amavo cantare, era una delle cose che amavo di più fare, solo che alcune volte avrei voluto una vita normale.
< < Ed ecco a voi i Jackson 5 ! > > era la frase che usciva più spesso fuori dai televisori all’epoca.
Come ben si possa immaginare la “  fama ” ha un prezzo e nel mio caso fu il fatto di non aver avuto un’infanzia. Le nostre giornate erano sempre circondate dalla musica, facevamo più di sette concerti ed eventi a settimana, Joseph sfruttava il più possibile la nostra bravura e la popolarità che si era andata a creare. Starete pensando… “ è disumano “, eppure questa è la cruda realtà. La nostra vita era un tour unico per locali, feste e show televisivi.
È proprio in quel periodo che conobbi lei, una delle donne che mi hanno segnato  nel corso della mia vita. Il suo nome è Diana Ross, lei per me è stata più di una semplice amica….è stata un’amante, una madre e una sorella.
Proprio di lei infatti mi innamorai… per la prima volta, ero molto piccolo ma la sua figura mi attraeva già a se… poi lavorando insieme si creò un legame indissolubile, che negli anni mi portò a crescere con lei e collaborare più volte in progetti.
 
Era così bella, in quel suo vestito luminoso e attillato, che lasciava vedere le sue sottili forme, avevo poco più di 16 anni.
Ci avevo pensato e ripensato, dovevo dirglielo, esprimere quello che sentivo.
Non lo feci solo a parole, bussai alla porta del suo camerino timidamente…
< < Scusa Diana, sono Michael posso entrare? > >…
< < Certo Mike entra pure > >.
Mi accoglieva sempre con quel suo grande sorriso, i suoi folti capelli ricci mi facevano impazzire.
Davanti a lei mi bloccai.. < < Cosa c’è Mike? Tutto bene? > > mi chiese avvicinandosi mettendomi la mano sulla spalla…
In quello stesso istante…. Impulsivamente…la baciai.
Lei non disse nulla si staccò piano da me e mi guardò con gli occhi spalancati, erano grandi e neri, lasciavano vedere tutta la sua sorpresa in quel gesto.
< < Michael… io… non so cosa.. > > la fermai…
< < Tu… tu mi piaci Diana, da molto tempo sento questo per te, ma non sapevo come dirtelo > > lei sapeva della mia timidezza e non si aspettava di certo un gesto così diretto.
Sorrise…
< < Lo avevo immaginato… > > disse.
La guardai…non riuscivo a nascondere il mio imbarazzo.
Si riavvicinò e mi diede un bacio sulla guancia… < <  Io ti voglio tanto bene Mike, anche io confesso di essermi affezionata molto a te, ma il mio amore è diverso da quello che provi tu o forse è lo stesso ma tu ancora non lo sai > > sorrideva…serena, sentivo il suo affetto e dalle sue parole ho capito che l’amore ha varie forme, non ci saremmo mai messi insieme, però il nostro amore e la nostra amicizia sarebbero rimaste più forti che mai.
L’abbracciai… < < Ti voglio bene > > dissi dolcemente… < < Anche io Michael > >.
Ancora oggi l’amo profondamente e nel mio cuore costudisco ogni momento passato insieme.

 


Angolo Autrice: Spero che questo stile di narrazione vi possa piacere. Ci tengo a precisare che tra un capitolo e un altro potrebbe passare del tempo, questo perché per dare un capitolo di qualità tendo a metterci del tempo a scriverlo, oltre al fatto che la sola correzione dello scritto prende tempo, mi sono resa conto che per quanto riguardi per scovare vari errori o orrori di italiano, finiscono per sbucare sempre solo dopo che pubblico il capitolo. Quindi in caso ci sia qualche orrore grammaticale chiedo subito scusa e vi chiedo tanta pazienza. Spero possiate dirmi con una recensione che impressione avete su questa storia. Per il resto vi saluto e al prossimo capitolo di “ Michael’s story “.


 
   
 
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