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Autore: slv_93    19/05/2017    0 recensioni
Beatrice è una ragazza italiana da poco laureata in Management che vive a Londra. Il suo sogno è trovare un lavoro e sistemarsi nella capitale inglese. La ragazza, contro ogni previsione, viene contattata dalla Modest! Management, importante agenzia che cura molti artisti tra cui gli One Direction, e che le propone uno stage di 6 mesi.
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Tratto dal capitolo 9:
"Merda!"
Ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e lo guardò con aria interrogativa.
"Ci sono i paparazzi, dannazione!"
Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e vide dei fotografi nascosti dietro agli alberi a pochi metri da loro.
"Sono la vostra manager, Harry. È normale che io stia con voi" disse scrollando le spalle. Poi si bloccò di colpo e lo guardò preoccupata.
"Che ti prende?" le chiese.
"Guarda come cazzo sono vestita! Ho una maglietta dei cinesi con lo smile e una kefiah da terrorista rosa! O mio Dio che figura di merda!"
"Tu non sei normale"
Questa storia è disponibile anche su Wattpad!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quando ti bacio
non è solo la tua bocca 
che bacio.
Io bacio 
anche le tue domande
e i tuoi desideri,
bacio i tuoi dubbi 
e il tuo coraggio.
Io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
e quando il mio tempo
sarà trascorso
(Erich Fried)

Harry's POV

Il concerto a Minneapolis era andato alla grande. Le fan, come sempre, si erano dimostrate fantastiche e io ovviamente avevo fatto lo stupido. Adoravo raccontare barzellette a cui ridevo solo io o prendere bonariamente in giro le ragazze. Mi faceva sentire più vicino a loro. Come un loro amico.

Bea aveva assistito sotto al palco insieme a Marco, Aidan e alla sicurezza. Spesso mi ero ritrovato ad osservarla mentre cantava. Ormai sapeva a memoria tutta la scaletta e ogni pezzo. Le avevo cantato delle strofe di alcune canzoni cercando un contatto visivo, ma lei aveva evitato il mio sguardo come fossi Medusa.

Mi convinsi definitivamente che le donne non le avrei mai capite. Eppure, dopo il nostro bacio mancato, era tornata a scherzare come non fosse mai accaduto nulla. Un po' c'ero rimasto male, perché speravo di poter ripetere l'esperienza e stavolta portarla a compimento, ma dall'altra mi ripetevo che era stato meglio così, che in ogni caso non avrei potuto averla. Non avrei mai fatto andare in culo il suo stage per una voglia che avevo io. Perché sì, purtroppo la desideravo con tutto me stesso. Era egoistico da parte mia, ma mi sarei perfino fatto tagliare i capelli per risentire il profumo della sua pelle o per riguardare i suoi occhi da così vicino. Se solo ripensavo a quel maledetto telefono mi giravano ancora le palle.

"Haz vieni a festeggiare? Gli altri pensavano di andare in un locale visto che il prossimo concerto è tra due giorni"

Alzai lo sguardo e vidi Liam spuntare dalla porta del mio camerino.

"Sto tanto bene qui sdraiato" dissi agitando le mani come per scacciare una mosca fastidiosa.

Non avevo proprio voglia di uscire. L'adrenalina post-concerto stava lasciando pian piano spazio alla stanchezza e l'ultima cosa che volevo era rinchiudermi in un cazzo di locale a bere.

"A volte sembri mio nonno"

"Deve essere piuttosto figo tuo nonno" dissi sistemandomi meglio sul divanetto su cui mi stavo rilassando.

Lo vidi alzare gli occhi al cielo, ma poi riprese a rompere i coglioni. "Dai ci sono tutti! Anche Marco, Bea e Aidan. Sai quanto ci vuole per trascinare quei tre a qualche festa"

"Ok, dammi due minuti che cambio la camicia" dissi scattando in piedi. Se c'era anche lei avrei potuto trovare il modo di parlarle senza Aidan e Marco tra i coglioni.

Liam mi guardò di sbieco, ma evidentemente decise di lasciare perdere perché uscì chiudendo la porta dietro di sé.

Mi cambiai optando per una camicia nera con dei fenicotteri rossi. Sistemai i capelli velocemente e uscì, trovando Liam, Niall, Louis e il resto della band ad aspettarmi. Mi guardai in giro come quando alle medie cerchi la tua cotta segreta; poi, o la trovi, scoppi di felicità, ma fingi indifferenza oppure non la vedi e ne rimani deluso. In quel caso io provai la seconda opzione.

"Lei è già là che ci aspetta" disse Niall.

Lo guardai interrogativo chiedendomi come facesse a sapere chi cercavo. Per fortuna, gli altri stavano discutendo animatamente su che videogioco fosse meglio tra Fifa e Pes.

"Non fare quella faccia. So che volevi trovare Bea"

Il tono della sua voce era a metà tra l'arrabbiato e il risentito, ma non ne capivo la ragione. Che il folletto irlandese avesse una cotta per la mia Beatrice?

Scrollai le spalle come per cacciare quel pensiero. Li avevo visti spesso insieme, ma Bea aveva legato con tutti i ragazzi, quindi non avevo motivo per credere che quei due avessero una tresca.

"Allora ci muoviamo??? Stasera vi voglio ubriachi fradici" urlò Louis euforico, abbracciando me e Niall per le spalle e ponendo fine a quella strana conversazione.

***
Il locale si trovava all'ultimo piano di un grattacielo. Non c'erano molte persone, probabilmente perché erano già le due del mattino del lunedì. Seduto sul divanetto, mentre sorseggiavo un Cuba Libre ghiacciato, potevo vedere il panorama fuori dalla vetrata, amavo la vista che c'era dai grattacieli. Sembrava di essere in cima al mondo.

Eravamo già al terzo cocktail e non avevo praticamente toccato cibo da pranzo. Non ero ubriaco, ma mi sentivo esaltato. Mi sembrava di essere in una bolla, in cui i suoni mi arrivavano ovattati. Avrei voluto andarmene a dormire, ma quei cazzoni non volevano alzare il culo ed ero obbligato ad aspettarli.

Bea era seduta di fronte a me, tra Niall e Marco, ma ovviamente faceva finta che non esistessi. Vedere il mio amico biondo che le parlava all'orecchio e lei che rideva, mi fece provare un senso di gelosia che mi obbligò a distogliere lo sguardo. Ancora mi chiedevo cosa avessi fatto di così grave per meritare la sua indifferenza.

"Vado in bagno. Mi gira la testa, ragazzi!" disse Bea divertita. Si alzò traballando, finendo quasi in braccio a Marco che riuscì a prenderle un braccio per rimetterla in piedi. Lei si scusò con un sorriso e poi si dissolse tra le persone che ancora ballavano.

Notai Niall che mi faceva gesti strani con la testa e lo guardai scuotendo la testa come per chiedergli che cosa volesse. Con fatica riuscii a interpretare il suo labiale come un "Vai da lei!". Di sicuro il mio amico sapeva il motivo per cui Bea fosse incazzata con me, altrimenti non si spiegava il suo comportamento mentre la cercavo fuori dal camerino, né il consiglio che mi stava dando. 

Mi alzai di scatto, avendo un giramento di testa che, per fortuna, se ne andò subito. Senza dare nell'occhio mi allontanai dal gruppo, scansando tutte le persone che mi intralciavano la strada. Qualcuno mi chiamava, altri mi guardavano male, ma non li badai perché il mio obiettivo era il bagno delle donne. 

Quando vidi la fila che c'era mi passai infastidito una mano tra i capelli; Bea doveva essere già dentro. Perché il bagno delle donne aveva sempre code interminabili, mentre quello degli uomini era deserto? Che la nostra vescica fosse più grande? 

I miei pensieri senza senso, furono interrotti da alcune ragazze che mi avevano riconosciuto e che mi guardavano adoranti. Probabilmente si chiedevano perché aspettassi fuori dal bagno femminile, ma non ci feci caso. 

"Harry, possiamo fare una foto?" chiese una ragazza castana guardandomi imbarazzata.

Acconsentii con un sorriso e una delle sue amiche ci scattò una foto. Da lì una serie interminabile di scatti. Ormai i muscoli facciali mi facevano male a furia di sorridere. Che duro lavoro farsi foto con giovani donne!

Ad un certo punto la porta del bagno si aprì rivelando una Bea leggermente instabile che vi usciva. Non mi aveva ancora visto, così mi scusai con le altre ragazze con cui non avevo ancora fatto una foto e la seguii.

Le afferrai il polso prima che cadesse e la trascinai in un angolo appartato. Lei mi guardò allarmata e sciolsi la presa arrendendomi al fatto che sarebbe scappata. Invece, non lo fece.

"Che vuoi?" sputò con più cattiveria di Crudelia De Mon.

"Parlare"

"Di cosa esattamente?". Stesso tono di voce di prima. Era incazzata.

"Del motivo per cui mi eviti e del perché mi odi"

"Davvero non ci arrivi da solo? Ti facevo più furbo di così, o forse lo sei ed è per questo che fingi di non esserlo". L'alcool mi rendeva intraprendente, ma anche un po' ritardato per cui non avevo capito un cazzo del suo ragionamento.

"Ok, dalla tua faccia si direbbe che non sei furbo per niente". La guardai sorpreso, non solo mi evitava come la peste, ma mi insultava pure.

"Non so cosa tu stia blaterando, se me lo spieghi forse potremmo risolvere"

"Non c'è niente da risolvere, Harry. Mi volevi baciare, ma hai una ragazza. Quindi, non mi rompere le palle e va da lei" disse cercando di andarsene, ma la afferrai di nuovo, trattenendola.

Una ragazza??

"Ma cosa stai dicendo? Io non ho una ragazza"

Fece una risata finta scrollandosi la mia mano di dosso. "Ah quindi Kendall Jenner chi è? Tua sorella?"

Cosa c'entrava ora Kendall? Sì, cioè eravamo stati insieme, ma era finita da un po' ed ora eravamo solo amici.

"Bea, non è come pensi tu! Kendall è una mia amica"

"Niall non è della stessa opinione". Si interruppe portandosi una mano alla bocca. Forse lo stronzetto le aveva detto di non metterlo in mezzo. "Comunque sia, so che vi lasciate di continuo, ma alla fine tu torni da lei"

"Intanto Niall non sa un cazzo!"
In effetti, Horan era rimasto un po' indietro. Non amavo raccontare la mia vita privata; nemmeno ai miei migliori amici.

"Ripeto: io e Ken siamo solo amici. Te lo giuro!" continuai sperando di convincerla.

"Ken" disse in una risata. "E poi non so nemmeno perché ne sono gelosa! Lascia stare, sono solo ubriaca"

Sentirle ammettere che era gelosa mi fece sentire euforico.

"Anche io sono brillo, ma la mia gelosia verso di te non se ne andrà domani da sobrio"

Sapevo di non dover dire quello che stavo dicendo, ma il mio cervello era scollegato e vedevo solo lei e i suoi occhi azzurri feriti. Una cosa, però, mi rodeva il culo e avevo bisogno di togliermi il dubbio.

"Vedo come guardi Niall. C'è qualcosa tra di voi?"

Dì di no, dì di no, dì di no!

"Ma sei impazzito?? Mi è solo stato vicino ed è un buon amico" disse abbassando lo sguardo. "E poi con te è diverso"

"Cosa ci sarebbe di diverso?" sussurrai vicino al suo orecchio. Le presi una ciocca di capelli biondi che le era scivolata dalla coda e la arrotolai tra le dita.

La vidi deglutire imbarazzata, poi i suoi occhi trovarono i miei. Erano così belli, lei era bella.

"Perché tu mi piaci, tanto. Razza di babbeo" mormorò.

Il mio cuore iniziò a battere come la batteria di Josh. L'aveva detto.

"Babbeo? Che insulto spregevole, signorina Clarke" scherzai strappandole un timido sorriso.

"Anche tu mi piaci, Bea" continuai.

I suoi occhi si illuminarono. Era felice.

Mi avvicinai alle sue labbra lentamente, mentre rettificavo la precedente affermazione: "Anzi sono proprio cotto" sussurrai sulla sua bocca. Il suo profumo mi arrivò alle narici e ormai sentivo di aver perso il controllo.

Non potevo più resistere. Appoggiai le mie labbra sulle sue, mentre entrambe le mie mani raggiunsero il suo viso per accarezzarlo dolcemente. 
Era così morbida la sua bocca, proprio come l'avevo immaginata.

La vidi spalancare gli occhi per la sorpresa e sapevo che presto sarebbe arrivato uno schiaffo. Volevo godermi quel breve istante il più a lungo possibile, così poi avrei potuto premere rewind nella mia mente tutte le volte che volevo.

Invece, Bea chiuse gli occhi e ricambiò il bacio portando le mani dietro al mio collo e iniziando a giocare con i miei capelli. 
Non avevo mai creduto a chi diceva che quando baci la ragazza giusta capisci che quello è il posto in cui avresti voluto stare da sempre e per sempre, ma potevo scommettere che chi diceva di aver provato quelle cose si sentiva esattamente come il sottoscritto in quel momento.

Il modo in cui passava le dita tra i miei capelli mi fece osare. La spinsi delicatamente addosso alla parete mentre le mie mani si spostavano sui suoi fianchi. Mi appoggiai a lei maggiormente. Volevo sentirla su ogni centimetro del mio corpo, farle vedere quanto la volevo.

Lei approfondì il bacio permettendo di fonderci ancora di più. Era una sensazione così inebriante, come se l'alcool fosse defluito lasciando spazio al desiderio che avevo di lei.

Ci staccammo diversi minuti dopo, senza fiato. Le guance di Bea arrossate e i miei capelli sicuramente scompigliati. La vidi abbassare il viso, ma le sollevai il mento per guardarla ancora negli occhi. Avevo una fottuta paura di vederci l'ombra del pentimento, invece il suo sguardo era imbarazzato, ma felice.

"Sarà meglio tornare dagli altri" disse sorridendo.

Annuii malvolentieri; avrei voluto baciarla fino a finire il fiato, ma dovevo darmi un contegno. Mi sentivo come un quindicenne in piena fase puberale, dannazione! 
La seguii fino ai divanetti non togliendole gli occhi di dosso per tutto il resto della serata.

Beatrice Clarke mi aveva stregato.

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Buonasera! Ce l'ho fatta ad aggiornare e in modo decente, forse.

Sentite le campane che suonano? Ecco sono tutte per sti due che si sono decisi. Alleluja!!

Tranquille, però, che le sorprese non sono ancora finite! ;)

Silvia

   
 
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