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Autore: Eevaa    19/05/2017    1 recensioni
Dopo alcuni mesi dalla grande battaglia contro Majin-Bu, gli abitanti della Terra sembrano vivere un armonioso periodo di pace. Ma, con il ritorno di Mirai Trunks, un nuovo pericolo incombe prepotentemente sulle vite dei nostri eroi e non solo.
Una particolare richiesta da parte del saiyan del futuro potrebbe sconvolgere per sempre il corso degli eventi, di cosa si tratta? Riusciranno i combattenti a far fronte ad una catastrofe apparentemente silenziosa?
Genere: Drammatico, Malinconico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Mirai!Bulma, Mirai!Trunks, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: What if? | Avvertimenti: Contenuti forti
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DRAGON BALL GA : GAME OF AGES



CAPITOLO 16 - TRE ORE
 
 


Past

«Come diavolo facciamo a trovare qualcosa che esiste solo in un preciso momento e in un preciso luogo, ed è probabilmente l'unico punto di unione di tutte le epoche? Non sappiamo nemmeno da dove iniziare, non abbiamo nemmeno quello stramaledettissimo testo» affermò Bulma con aria affranta, portando la propria testa tra le mani. 
Suo marito era tornato dalla missione sul pianeta dei Kaiohshin con notizie per lo più disarmanti e nessuna idea su come fare a sistemare quel terribile pasticcio. Il loro mondo, oltre che quello del futuro, si stava inesorabilmente dirigendo verso lo sfacelo e tutto quello che era costretta a fare era starsene seduta con le mani in mano ad aspettare il patibolo. 
«Sono più di cinque ore che facciamo ricerche su internet ma siam solo riusciti a trovare leggende e siti web di orologiai!» continuò Bulma sbuffando rivolta al principe dei saiyan, il quale era ancora intento a leggere discussioni improbabili su forum riguardanti il paranormale. 
«Ci rinuncio. È tutto inutile!» sbottò Vegeta, chiudendo di scatto il potente computer portatile che gli era stato regalato dal signor Brief. Anche quest'ultimo si stava dando da fare inserendo codici di origine sconosciuta in un macchinario grosso e rumoroso, mentre la biondissima moglie aveva allietato il loro sforzi procurandogli del cibo a lunga conservazione, visto che tutto sembrava marcire e ammuffire alla velocità della luce. Erano trascorsi altri due anni nel calendario terrestre, nonostante si fossero messi al lavoro solo da qualche ora. Fortunatamente il tempo sembrava aver trovato una velocità più o meno costante e non aveva subito ulteriori accelerazioni, ma solo qualche breve pausa ogni tanto. 
Vegeta e Bulma avevano deciso di non dire nulla a Trunks, era troppo piccolo per spaventarlo, nonostante avesse già combattuto contro un nemico potentissimo; in quel momento, infatti, il problema non era dover fronteggiare un nemico, bensì di trovarlo. C'erano pochissime possibilità di riuscita e numerose probabilità che tutto l'universo si sarebbe distrutto in assai esigue ore. I due genitori avevano preferito non turbarlo, lasciandolo andare ad allenarsi a casa del piccolo Goten, sperando che "quell'idiota di Kaarot" non fosse così idiota, appunto, da rivelare tutto. 
I coniugi erano spaventati anche solo all'idea di non poter più vedere il loro piccolo Trunks, di guardarlo crescere, di non trascorrere insieme gli anni della vecchiaia, ma entrambi sapevano che avrebbero dovuto tenere duro e non lasciarsi sottomettere dalla paura. Bulma, soprattutto, era stata più risoluta che mai in quelle ore. Lo doveva a se stessa e non solo, ma la stanchezza iniziava a farsi sentire e i sei caffè ingurgitati durante le ricerche sembravano aver esaurito il loro potere eccitante. 
D'un tratto un trillo acuto echeggiò nella stanza e la scienziata corse immediatamente verso il palmare, non lasciandogli nemmeno il tempo di squillare un'altra volta. 
«Novità?» domandò lei posizionandosi di fronte alla webcam, con elevate aspettative ed un briciolo di speranza in fondo al cuore. Speranza che si sarebbe però affievolita di lì a poco.
«Nessuna, purtroppo. Non siamo riusciti a cavare un ragno dal buco e iniziamo ad avvertire la stanchezza. Oramai non riusciamo più a concentrarci!» rispose Mirai Bulma con tono esasperato. Dietro di lei, il compagno e il figlio si guardarono con espressione stremata in volto. 
«Forse è il caso di concederci una sosta» azzardò Vegeta intromettendosi nella discussione, ammonito però da entrambe le scienziate.
«Non possiamo fermarci!» disse Bulma seguita poi dalla sua copia dell'altra linea temporale. «Non c'è tempo da perdere».
«Io ho... cioè, me stesso del passato ha ragione» sostenne Mirai Vegeta avvicinandosi al monitor. «È vero che non c'è tempo, ma appunto per questo dobbiamo evitare di sprecare quello che abbiamo con scarse energie, tutto ciò ci rende inefficienti ed equivarrebbe a non concludere nulla. Tuttalpiù che siamo ad un punto morto».
La spiegazione di Mirai Vegeta fu più che esaustiva e, dopo un attimo di esitazione, tutti concordarono che la cosa migliore da fare sarebbe stato rigenerarsi. 
«Tre ore! Non un minuto di più. Cerchiamo di rilassarci e dormire almeno un poco, anche se è difficile. Dobbiamo tornare attivi e carichi per il rush finale» puntualizzò Bulma, salutando temporaneamente gli interlocutori del futuro. I suoi limpidi occhi azzurri erano spenti e contornati da occhiaie color amaranto, i capelli turchini spettinati e il viso terribilmente teso.  
Poggiò il telefono sulla scrivania di vetro con un gesto esasperato e si appoggiò entrambe le mani sulla faccia, nascondendovici gli occhi in attesa di ricevere un'illuminazione divina sul da farsi, o qualcosa del genere. 
Il principe dei saiyan, al suo fianco, la guardò con un'espressione indecifrabile, mista tra compassione, ammirazione, rabbia e sconforto. Con un piede si diede lo slancio verso di lei, muovendosi velocemente seduto sulla poltrona nera con le rotelle. Sua moglie divaricò leggermente le dita della mano destra per spiarlo con un occhio attraverso esse. Vegeta non parlò, ma le poggiò una delle sue grandi mani sulla spalla, come per infonderle un po' di sicurezza e coraggio, anche se non era ben certo di possederne a sufficienza per tutti e due. 
«Vieni, dobbiamo staccare» sussurrò infine il saiyan, destandosi da quella comoda poltrona da scrivania. Prima che la donna ebbe il tempo di obiettare, però, il principe la sollevò senza sforzo prendendola tra le braccia. Avvicinò il suo viso a quello dell'azzurra, la quale si abbandonò a quel gesto di protezione lasciandosi trasportare in camera, cullata dai lenti passi del marito. 


Nessuno dei due si era rassegnato all'idea di riposare, nonostante fossero stanchi e spossati da quelle lunghe e stressanti ore di ricerche. Con estrema probabilità quelle sarebbero state le ultime ore da trascorrere insieme, dormire sarebbe stato un grande ed inutile spreco di tempo. 
Nel momento stesso in cui Vegeta aveva appoggiato il corpo di Bulma sulle coperte di seta, un istinto animalesco aveva preso il posto della razionalità. Bramoso come un leone a caccia di una preda, il principe dei saiyan aveva affondato le sue labbra su ogni centimetro di pelle della sua donna, la quale non diede alcun segno di opporsi a quell'ultimo intimo momento di piacere.
Rimase avvinghiata al corpo nudo del suo principe tentando a tutti i costi di non divagare con la mente alla terribile sorte che sarebbe toccata al loro mondo, lasciandosi amare esattamente come quelle consorti delle epoche antiche prima che i loro compagni partissero per guerre lontane, dalle quali probabilmente non sarebbero più tornati. 
Vegeta si aggrappò ai capelli turchini di quella donna respirandone il profumo di mare, inebriandosi della sua fragranza un'ultima volta. Sperò nel paradiso, per lei, e non il nulla più assoluto. Sperò che una volta finito tutto almeno lei avrebbe potuto ricordarlo così, in quel preciso istante di puro piacere. Se ci fosse stato un "dopo", per lui sicuramente sarebbe stato l'inferno, ma lei no. Lei avrebbe meritato la pace eterna, il Regno dei Cieli. Lei era l'essere più puro ed elegante che il principe dei saiyan avesse mai incontrato, ed era sua. Era totalmente sua, specialmente in quei momenti. Assaporò il suo sapore fresco e dolce ricordando ogni volta, ogni singola volta in cui l'aveva fatta parte di sé, cercando di non concentrarsi sul fatto che quella avrebbe potuto essere l'ultima. 
Si ammaliarono di piacere entrambi, più e più volte. Nessuno dei due aveva più intenzione di fermarsi sino a quando, troppo stremati per continuare, si abbandonarono ansimanti tra le lenzuola ancora calde. 




Future

In un'epoca oramai non più tanto lontana, nel medesimo luogo, una ventata d'aria fresca penetrò dalla finestra socchiusa, facendo venire la pelle d'oca alla donna dai capelli turchini, la quale tremò adagiata al petto del principe dei saiyan. Mirai Vegeta la squadrò con gli occhi neri come la pece, domandandosi perché si fosse fermata proprio in quell'istante. La cinse più forte, tentando di riportarla verso di sé senza troppi complimenti, affondando le proprie unghie nella schiena nuda di porcellana della compagna. Ella tornò a domare la bestia con movimenti lenti, per assaporare più intensamente uno di quei momenti che tanto le erano mancati durante quei trent'anni di assenza, e che tanto le sarebbero mancati, ovunque sarebbe andata a finire se quella catastrofe non si fosse risolta come tutti speravano. 
La afferrò ancor più forte come se, qualora si fosse permesso di cedere, l'azzurra sarebbe volata via libera come una meravigliosa farfalla. Le morse un labbro, poi il lobo dell'orecchio, poi assaporò entrambi i seni con vigore. Non sapeva dov'era stato di preciso per trent'anni, non si ricordava nulla di quanto fosse successo, ma di sicuro quel corpo gli era mancato come l'aria ad un sommozzatore. 
Mirai Bulma si tirò dritta sulla schiena, cacciando indietro la testa e chiudendo gli occhi per concludere quell'atto d'amore, quell'ultimo istante di puro lusso che si erano concessi prima di riprendere le loro ricerche. 
Il petto del principe ondeggiava verso l'altro e verso il basso, cullando la compagna come una nenia dolceamara. Non disse nulla, Mirai Vegeta, ma poteva ben comprendere lo sconforto e il groviglio di pensieri che stavano scorrendo nella mente di Mirai Bulma. Li sentiva, li percepiva. Era triste, in quel momento, si vedeva. Aveva trascorso tutti quegli anni da sola sentendo terribilmente la mancanza del suo compagno e, dopo averlo ritrovato, il mondo stava probabilmente per essere spazzato via. Il principe dei saiyan non era stupido, questo lo capiva alla perfezione. Non era al cento per cento un umano, ma trascorrendo anche solo poco tempo con i terrestri era perfettamente in grado di comprendere i loro sentimenti e, per la prima volta, captò sulla propria pelle una sensazione che mai prima di allora aveva provato: empatia.
Si sentì sconfortato a sua volta quando assorbì sul suo petto una lacrima di quella bellissima donna che aveva scelto come compagna. Si sentì terribilmente debole e fragile nel capire quanto i sentimenti potessero fare male. Non lo avrebbe mai ammesso, mai. Non gli piaceva sentirsi in quel modo, non avrebbe mai voluto provare quelle sensazioni. Tuttavia era il destino a cui stava andando incontro e, in quell'istante, decise di non scappare. Sentirsi impotenti nei confronti di una minaccia era una vera e propria sconfitta a priori, ma nessuno dei due era disposto a parlarne in quel momento.
Si guardarono intensamente e, come in uno specchio, provarono per una volta le stesse identiche emozioni, dalla prima all'ultima. 


Mirai Trunks, preso dallo sconforto, si era recato a casa del suo primo maestro: Mirai Gohan. Durante quel mese di pace e beatitudine dopo la resurrezione dei suoi amici, i due erano tornati esattamente come prima, con la sottile differenza che in quel momento non erano più un maestro e un allievo, ma semplicemente due combattenti straordinari, due amici inseparabili e due persone dal passato così turbolento da far paura anche ai più forti d'animo. 
Il ragazzo dai capelli lilla gli aveva raccontato tutto degli anni trascorsi con la paura dei cyborg dopo la sua morte, del suo primo viaggio nel passato, di quanto l'aveva rivisto nelle vesti di un bambino sconfiggere l'essere perfetto con una forza straordinaria, di quando era ritornato e aveva sconfitto gli androidi e lo stesso Cell. 
Mai si sarebbe aspettato di dovergli annunciare che il loro mondo era in pericolo di nuovo, si sentì così in colpa e così stupido nel farlo. Ma Mirai Gohan non gli aveva puntato il dito contro, non gli aveva addossato colpe che in fondo non gli appartenevano del tutto. Semplicemente era stato in silenzio ad ascoltare, proprio come un amico dovrebbe fare e, immersi nel verde di quel sottobosco, stettero ammutoliti con il naso all'insù ad osservare il cielo cambiare colore mille ed altre mille volte nel giro di poche ore. 


 
Past
 
Anche nell'epoca passata, fuori dalla finestra, i "giorni" si susseguivano a ritmo forsennato. Dalle persiane si poteva intravedere l'inquietante gioco di veloce alternanza tra luce e buio che rendeva il passare dei minuti sempre più allarmante e minaccioso.
«Qualunque cosa succeda, Vegeta, ti ringrazio per quello che sei diventato in questi anni. Ti ringrazio per quello che hai fatto per me» sussurrò Bulma avvicinandosi all'orecchio del principe il quale, lusingato, strinse più forte la sua donna senza però rispondere. Non era un tipo di molte parole, quel saiyan, ma quei gesti premurosi lasciavano intendere più che una dichiarazione d'amore. Le sue mani scorrevano lentamente sulla schiena della donna avvinghiata al suo petto, la quale si lasciò andare in un lungo sospiro. I due coniugi si guardarono così intensamente da creare un campo magnetico forte e palpabile che fece avvicinare le loro labbra fino a sfiorarsi. 
D'un tratto, però, l'espressione cambiò radicalmente sul volto di Vegeta. Si sollevò di scatto. Bulma si spaventò, colta di sorpresa da quello sguardo inquisitore del marito. Come se l'avesse appena morso una vipera, come se qualcuno gli avesse tirato un pugno fortissimo alla bocca dello stomaco. 
«Perché, Bulma?» ringhiò l'uomo prendendola per entrambi i polsi, guardandola dritta in quegli occhi che sembrarono aver perfettamente capito cos'era appena successo al principe dei saiyan. «Perché non me l'hai detto?»


 


Angolo autrice:
Buongiorno lettori e lettrici,
vi lascio iniziare il week end con questo capitolo decisamente sentimentale ed introspettivo. Ho deciso di lasciare tregua ai nostri eroi per tre ore, giustappunto per concedersi dei momenti.. ehm.. piacevoli! Mirai Maiunagioia Trunks purtroppo non ha potuto trascorrere quel tempo nello stesso modo dei genitori ( xD ), ma mi è sembrato carino dare un piccolo spazio alla grande amicizia tra lui e Mirai Gohan. 
Spero che vi sia piaciuto e soprattutto che il finale vi abbia lasciati almeno un poco con il fiato sospeso! Non dovrete aspettare troppo: martedì prossimo pubblicherò il nuovo capitolo!
A prestissimo,
Eevaa
  
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