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Autore: Anna_96    19/05/2017    2 recensioni
Hermione Granger è la strega più brillante della sua età, impeccabile Caposcuola, fedele amica, la preferita di quasi tutti gli insegnanti, eppure nasconde un terribile segreto, un segreto che la rende felice o almeno, così è stato per un po'!
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Lucius Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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-Hermione Granger!- dice una voce gelida alle spalle della ragazza, lei si volta di scatto con un guizzo dei capelli castani e alla vista dell’uomo che ha pronunciato il suo nome, si irrigidisce e mostrando una freddezza disarmante, risponde –Lucius Malfoy!- tra i due cala il silenzio, scandito solo dai battiti agitati del cuore di lei e dal nervosismo crescente di lui. Dopo un lungo istante di mutismo, Lucius riprende –Pensavo che dopo la guerra avessi deciso di prendere i tuoi genitori e cambiare aria!- la ragazza resta impassibile di fronte a quell’evidente provocazione –Ti sbagli, in realtà ho deciso di restare, con i miei genitori, accanto alle persone che amo!- le narici dell’uomo si allargano leggermente, segno dell’indisponenza che gli cresce nel petto sempre di più, qualcosa di irrazionale dentro di lui tuttavia si compiace, vede che la ragazza non ha perso la filippica pungente, riesce ancora ad incassare bene i colpi e a rispondere a tono, ferendo chi la provoca in modo sottile eppure quasi letale. Quella che si trova davanti non è più la Hermione Granger di Hogwarts anche se dalla guerra sono passati solo tre anni, ma una ragazza diversa, quasi una donna la si potrebbe definire, sì, una donna forte e molto più bella di come i suoi ricordi sbiaditi dal tempo e la sua mente danneggiata dalla violenza psicologica dovuta sopportare per essere un Mangiamorte, gli permettevano di rammentare. Lucius Malfoy resta a guardarla per un attimo che dura una vita, tra gli scaffali stipati di libri del Ghirigoro, la libreria situata in Diagon Alley, esattamente il luogo in cui i due si sono visti per la prima volta, quando lei non era altro che una bambina di dodici anni e lui un giovane uomo di non più di trentacinque, poi beffardo esclama –E sei assolutamente sicura di essere riuscita a rimanere accanto a TUTTE le persone che ami?- anche questa volta il viso della ragazza resta impassibile, senza lasciar trasparire una sola delle emozioni forti che dentro di lei fanno a cazzotti per venire fuori –Credo proprio di sì!- risponde piccata, un lampo attraversa gli occhi grigi dell’uomo, rendendoli per un istante simili a quelli di un serpente che sta cercando di ipnotizzare la propria preda, poi un piccolo sorriso serafico compare all’angolo del labbro sinistro di Lucius, è un sorriso ambiguo, il sorriso di chi sta cercando di celare un’emozione che gli fa terribilmente male ed Hermione lo sa, sa esattamente cosa stia provando lui, non è mai stato bravo a nasconderle le cose, probabilmente lei, quella strega di appena vent’anni, lo conosce meglio di chiunque altro al mondo, forse persino meglio di sua moglie e di suo figlio, e lo sa anche perché è lo stesso sentimento che sta attraversando la sua spina dorsale. Mentre si guardano negli occhi, in un’assurda gara mirata a ferirsi l’un l’altro, ricordano improvvisamente un inverno. Uno solo, freddo, lungo, pieno di timore per il futuro, con qualche lacrima da parte di lei e decisamente troppa ansia da parte di lui. Un inverno costellato di litigi, gelosia, risate inaspettate, la consapevolezza di riuscire ancora a stupirsi di qualcosa nonostante il clima di morte che li circonda, le mani che tremano nel gesto di slacciare la camicia di un uomo per la prima volta, il primo bacio sconvolgente che non aveva fatto dormire nessuno dei due per tre notti di fila, il doversi sempre nascondere da tutto e tutti, aspettare il calar della notte e assicurarsi che la Stamberga Strillante sia completamente vuota per vedersi, fingere di detestarsi in pubblico, la paura di non rivedersi più da un momento all’altro mentre la guerra incalza mangiando giorno dopo giorno il Mondo Magico, non poter parteggiare per la stessa fazione, vivere nello stesso momento due vite completamente separate e la loro vita insieme, come se non avessero fatto altro che camminare l’uno al fianco dell’altra dalla nascita. E ancora carezze, preoccupazioni, passare le labbra sul Marchio Nero più volte, nell’illusione di poterlo cancellare, restare abbracciati ore intere, stretti, come se in quel modo potessero aiutarsi l’un l’altro a non scivolare nell’abisso scuro che la paura di morire fa aleggiare intorno a loro, accettare di fare l’amore in un letto impolverato, con le pareti macchiate di sangue e il rumore di qualche topo che scorrazza ai piani alti pur di starle accanto, vedere lo sguardo cambiare in quegli occhi ambrati poco a poco, prima timoroso e poi sempre più innamorato, prenderla in giro per i capelli crespi, così diversi dai suoi, lisci e lucenti, sempre impeccabili, stuzzicarlo con il bastone da passeggio, aiutarla a ripassare la notte prima delle interrogazioni, cercare di apparire algido e irremovibile davanti agli occhioni dolci di Hermione e non riuscirci affatto, perdere i nastri di seta per legare la chioma e ritrovarli qualche sera dopo al polso di lei, un inverno strano, con l’ombra del Signore Oscuro che incombe sul loro amore e far finta per un attimo che non sia così, un inverno difficile…ma felice. I due restano a guardarsi ancora anche se sanno che dovrebbero separarsi, Hermione impiega tutto l’autocontrollo e la lucidità che possiede per non tempestargli il petto di pugni e urlargli che è stato un bastardo, che è sparito e che sarebbe stato meglio se fosse finito ad Azkaban, non lo fa, soffoca la sua rabbia e il suo dolore in un cantuccio nelle viscere e resta immobile mentre lui le chiede -Un’ultima cosa Hermione, sei felice?- e la verità non le uscirà mai, lei non lo permetterà, resterà sepolta in fondo al suo cuore, in fondo al suo stomaco, in fondo a quella vita che avrebbero potuto vivere e che invece non si è mai realizzata, sorride Hermione, un sorriso enigmatico, sa che deve mentire, ancora –Certo che sono felice, e tu?- Lucius risponde con un brusco cenno d’assenso, scottato nell’orgoglio, pieno di dubbi, pieno di domande che non le farà mai, forte della convinzione che andarsene dalla vita di lei sia stato l’unico vero modo per proteggerla fino in fondo dall’inferno che per un anno intero si è abbattuto sulla sua testa e su quella del resto dei Malfoy, purtroppo l’uomo lo sa, non si smette di essere Mangiamorte, probabilmente qualcuno del Ministero non si è arreso, sta ancora cercando una prova che attesti che l’uomo ha preso parte alla campagna di Voldemort di sua spontanea volontà e non sotto “Imperius”, ma lui non ha paura, la sua influenza e il suo fiuto per gli affari salverà tutti ancora una volta. Lucius Malfoy si concede di scrutare quel viso indecifrabile ancora un istante, uno solo, poi in un sussurro dice –Bene, buona fortuna allora, Hermione Granger!- e voltandole le spalle con un guizzo del mantello verde scuro, lascia il Ghirigoro, accompagnato dagli sguardi accusatori dei presenti e dal suono secco del bastone da passeggio premuto contro i ciottoli. Hermione torna a guardare i libri che ha di fronte senza davvero vederli, la voce di Lucius, strascicata e suadente, esattamente come lei la ricordava quando le sussurrava qualcosa all’orecchio, continua a rimbalzarle in testa, si tormenta un labbro con i denti mentre sente che la fortezza che ha cercato di costruirsi intorno negli ultimi tre anni, tutto il lavaggio del cervello a cui si è auto sottoposta per convincersi che quei momenti con lui non siano mai esistiti, si sgretolano in un attimo e scivolano via. Certo che il loro amore c’è stato, certo che non si dimenticheranno mai, certo che si amano ancora anche se non se lo sono nemmeno mai detti e soprattutto…certo che la vita a volte ti regala un sogno bellissimo, sì, anche se una volta finito non tornerà mai più. Quando rientra in casa, Hermione posa la borsa con i libri acquistati sulla scrivania accanto alla porta, Ron deve essere all’ufficio Auror con Harry, i due hanno fatto domanda per entrare al Ministero ed essere ammessi nella Squadra Speciale Magica e ora stanno facendo dei test d’ammissione, Hermione crede in loro, sa che ce la faranno, la sua mente tuttavia è rimasta a Diagon Alley, richiude la porta e si lascia scivolare con le spalle contro il muro fino a toccare il pavimento, la testa tra le mani…come ha potuto lasciarlo andare in quel modo?
   
 
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