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Autore: Il corsaro nero    19/05/2017    3 recensioni
C'è una persona dopo Goku, che Vegeta odia con tutto se stesso: si tratta di Yamcha, l'ex fidanzato di Bulma. Ma cosa succederebbe se, a causa di un problema, la donna invitasse l'uomo a stare a casa loro per un'intera settimana? E se, durante questa permanenza, Vegeta restasse bloccato in ascensore assieme a Yamcha?
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bulma, Vegeta, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: UN OSPITE INDESIDERATO


“Ho detto di no! Non voglio averlo in casa mia!” “Andiamo, Vegeta. E' solo un ospite... non essere scortese quando arriverà.” “Io faccio quello che mi pare! Non voglio avere quel mollusco che gira per casa!” “Per prima cosa, i molluschi sono i più forti tra tutti gli animali, proprio perché hanno i muscoli al posto della pelle. Seconda cosa, non urlare così forte o svegli Bra. E, terza cosa, sappi che ha un nome molto diverso da -Quel mollusco-” “Non m'interessa come diavolo si chiama! Quello che m'interessa è che non stia in questa casa nemmeno per un minuto!”

Era una domenica pomeriggio e la litigata dei due coniugi della Capsule Corporation si sentiva per tutto il quartiere.

“Non puoi giudicarlo così male. Tu non conosci Yamcha...” stava cercando di dire Bulma ma venne interrotta dal marito: “Lo conosco abbastanza, invece: è debole, uno stupido dongiovanni ed era il tuo ragazzo!” “Proprio perché era il mio ragazzo, lo conosco meglio di te: avrà i suoi difetti ma è un brav'uomo!” “Ti ricordo che l'hai mollato perché faceva gli occhi dolci e sorrideva come un ebete a una tipa da sballo.” “Ormai è acqua passata... e, poi, se non l'avesse fatto, io e te non ci saremmo messi insieme e non sarebbero nati i nostri bei bambini. Non capisco proprio perché tu debba per forza fare tutte queste scene...” “E io, invece, non capisco proprio perché tu l'abbia invitato a star qui per un'intera settimana!” “Te l'ho già spiegato: si è rotta una tubatura dell'acqua e gli si è allagata tutta la casa. Quando ho saputo del problema, per evitare che spendesse soldi per stare in albergo, ho invitato lui e Puar a stare da noi finché il problema non sarà risolto.” “Fatto sta che adesso starà in questa casa per una settimana!” brontolò Vegeta, voltandosi, ma Bulma lo bloccò: “Senti, Vegeta. Cerca di essere almeno educato con Yamcha. Magari, poi scopri che non è così male...” “Ma se non riesco a stare nemmeno un minuto con Kaarot senza essere assalito da voglie omicida...” le ricordò Vegeta allontanandosi nel corridoio.

Mentre camminava in direzione della Gravity room, si mise a riflettere.

Perché diamine Bulma aveva il terribile vizio di invitare a casa sua tutti coloro che avevano dei problemi?!

Ricordava ancora quando lei gli aveva offerto un posto dove stare dicendo che non aveva i soldi per pagarsi un albergo.

Come se un mercenario assassino alieno, principe di un pianeta distrutto da tempo da colui che serviva e a cui si era ribellato, andando anche incontro alla morte, avesse bisogno di un albergo!

Roba da matti!

O meglio... roba da Bulma Brief!

E adesso, come se non bastasse, aveva invitato quella mezza calzetta del suo ex a stare da loro per una settimana!

Che idea balzana!

Se c'era una persona che Vegeta detestava dopo Kaarot, era proprio il precedente ragazzo di Bulma.

Il motivo di ciò, era che Bulma era sua.

Non poteva tollerare, perciò, che lei fosse stata di qualcun altro, anche se all'epoca i due non sapevano della sua esistenza e che quello scemo di Kaarot fosse un alieno.

Il solo pensiero di condividere la casa con quello lì lo faceva stare male.

Se quello voleva approfittare di quella convivenza per riprovarci con la sua Bulma, avrebbe passato in ospedale il resto dei suoi giorni!

Il sayan si fermò di colpo e scoprì di essere arrivato davanti alla “camera” di Yamcha.

Ricordava vagamente che il terrestre aveva vissuto in quella stanza fino alla rottura con Bulma ed essa era rimasta disabitata per anni.

Adesso, però, visto che Yamcha tornava per una settimana, Bulma, con l'aiuto dei robot e di sua madre, che non vedeva l'ora di avere un altro bel giovanotto da tormentare per casa, l'aveva riaperta e rimessa a nuovo.

Nessuno avrebbe mai pensato che fino al giorno prima in quella stanza non ci abitasse nessuno.

Ad un tratto, Vegeta fece un sorriso sadico e aprì la porta della stanza.

Quel babbeo sarebbe arrivato alle diciotto del pomeriggio e lui aveva tutto il tempo per organizzare il suo personale benvenuto a Yamcha.

Un benvenuto molto speciale e, del quale, non si sarebbe mai dimenticato...


La bella macchina rossa oltrepassò l'immenso cancello.

Fece qualche altro metro e poi si fermò.

Da essa, uscirono due persone.

Un gatto blu volante e un uomo dai capelli neri e lunghi col viso segnato da varie cicatrici.

Sulla porta di casa, vi era un gruppo che li aspettava con ansia: un vecchietto con occhiali, camice e folti baffi e un gatto nero sulla spalla, una signora coi capelli biondi sparati in aria, un bambino con i capelli lilla che teneva per mano una bambina dai lunghi capelli neri, uno strano e piccolo essere blu, un cucciolo di cane, una donna con i capelli turchesi che teneva in braccio una bimba, che doveva avere qualche anno, con un ciuffo di capelli dello stesso colore della madre e un uomo che se ne stava in disparte, a braccia incrociate e con un'espressione corrucciata.

Fu la donna con i capelli biondi e vaporosi ad avvicinarsi all'uomo con i capelli neri, urlando: “Yamcha! Quanto tempo! Mi sei mancato molto in tutti questi anni! Potevi venirci a trovare più spesso! Lo sai che sei sempre il benvenuto...” “Errore. Lui non è affatto il benvenuto!” la corresse Vegeta.

Yamcha abbassò lo sguardo, imbarazzato, mentre la signora Brief apriva gli occhi, sorpresa.

Le era capitato solo una volta di aprire gli occhi: quando Bulma le aveva detto che sarebbe andata a conoscere il nipotino Trunks da grande, all'epoca aveva solo sei mesi.

Fu Bulma, con in braccio la piccola Bra, a risolvere la situazione.

Si avvicinò a Yamcha e, mandando un'occhiataccia furente al marito, lo rassicurò: “Non te la prendere Yamcha. Lo sai che Vegeta non sopporta molto gli ospiti.”

L'uomo fece un sorriso forzato poi, un po' timidamente, disse: “Ho paura che il mio arrivo non sia stato preso molto bene. Non sarebbe meglio... ehm... se io e Puar che ne andassimo in...” “Oh, Yamcha! Non preoccuparti, vedrai che ti troverai bene qui!” lo interruppe Bulma, decisa.

Un po' più rassicurato, Yamcha aprì il bagagliaio della macchina e, aiutato da Puar, scaricò i bagagli.

Non serve che tu prenda i bagagli. Se ne possono occupare Trunks, Pilaf, Mai e Shu. Tu sei un ospite e, come tale, devi solo riposare.” lo bloccò Bulma prima che Yamcha e Puar entrassero in casa coi bagagli.

Yamcha tentò di protestare: “Ma Bulma... non ti devi preoccupare... i bagagli posso anche portarli io...” “Sì, Bulma, non ti preoccupare. Sarà anche uno dei guerrieri più scarsi e deboli della Terra ma dovrebbe essere capace di portare delle valigie... a meno che non si sia rammollito del tutto in questi anni di inattività e non riesca nemmeno a sollevarle.” sghignazzò il principe dei sayan.

Purtroppo per lui, Bulma non prese molto bene la battuta.

Vegeta... dì un'altra delle tue e stasera vai a letto senza cena. Lo sai che non scherzo.” gli sibilò, inferocita.

Certe volte, era più spaventosa di Chichi.

Pertanto, Vegeta decise che era meglio piantarla subito.

Nel frattempo, mentre i quattro bambini dello stabile, prendeva le valigie del nuovo arrivato, la signora Brief aveva preso per un braccio Yamcha e l'aveva condotto all'interno della casa, dicendogli: “Ma lo sai Yamcha, che sei diventato più muscoloso in quest'ultimo periodo? Hai frequentato qualche palestra?” “A dire la verità... ho lasciato perdere le arti marziali in questi ultimi anni... ormai, ero solo d'intralcio...” “Davvero? Ma lo sai che le tue cicatrici ti rendono così affascinante?” “D-davvero? Beh, grazie.” “Sai che mi fa piacere che Bulma mi faccia conoscere dei bei ragazzi come te, Goku e Vegeta? Non mi stancherò mai di guardarvi. Comunque, indovina dove starai?” “Non... non saprei...” “Nella stanza dove abitavi tu prima che te ne andassi. Nessuno l'ha più abitata da allora. Io e Bulma l'abbiamo rimessa in sesto. Vedrai, è un autentico capolavoro.” cinguettò la signora mentre il povero Yamcha cercava di sottrarsi alle sue mire rapaci.

Finalmente, il gruppo arrivò davanti alla porta.

Ora apri bene gli occhi, Yamcha. Stai per assistere a un'autentica meravigliaaaaah! Ma cos'è successo qua dentro?!” urlò la signora, sbigottita dallo spettacolo che era apparso aprendo la porta.

Le coperte del letto erano state tolte e strappate in mille pezzi, il cuscino era stato aperto e le piume che un tempo si trovavano al suo interno volavano tranquille per tutta la stanza e sembrava che stesse nevicando, i mobili erano stati rovesciati per terra e, sul muro, era stato scritto con una bomboletta spray rossa: Benvenuto, Yamcha!

Tutti i presenti erano così scossi da non riuscire a parlare.

L'unica che si stava divertendo per quella situazione era la piccola Bra, che, con le sue manine, tentava di afferrare una piuma bianca che volava vicino a lei.

Fu proprio Yamcha l'unico che ebbe la forza di dire: “Forse è meglio se io e Puar andiamo a stare in albergo.” “Ma neanche per sogno, Yamcha! Tu adesso resti qui! A casa mia ci sono molte altre stanze.” “Sì, ma... non credi che abbia provocato un po' troppi disagi?” “Rilassati, Yamcha. Vedrai che andrà tutto bene.” “D'accordo.” “Perfetto. Allora puoi stare nella stanza n°42 della zona est.” “Quella col letto matrimoniale?! Ma non pensi che quella stanza sia un po' troppo grande per me e Puar?” “Proprio per questo la condividerete con Vegeta.”

L'ultima frase di Bulma aveva lasciato tutti senza parole e la risposta di Vegeta non si fece attendere.

STAI SCHERZANDO, BULMA?! IO NON HO NESSUNA VOGLIA DI CONDIVIDERE UNA STANZA CON QUALCUNO! E, POI, TI RICORDO CHE IO HO GIA' UNA STANZA!” urlò, indignato, il principe dei sayan mentre Yamcha si voltava e diceva a Puar: “Puar, ce ne andiamo in albergo.”

Sfortunatamente per lui, Bulma lo afferrò per una spalla, sibilandogli, con la voce più spaventosa che si potesse immaginare: “Yamcha... quando dico che resti qui, voglio dire che resti qui!”

Poi si voltò verso il marito e gli disse: “In quanto a te, mio caro scimmione, condividerai la stanza con Yamcha per una settimana. Chissà, magari imparerai ad aver più rispetto per le cose degli altri!”

Sentendo quelle parole, Vegeta comprese: Bulma aveva capito che il misterioso vandalo della stanza di Yamcha era lui.


Beh... buonanotte Vegeta.” “Chiudi il becco e fila a dormire, terrestre!”

Mentre Yamcha si sdraiava sul letto, cercando di stare il più lontano da Vegeta, il sayan, se ne stava seduto sul letto con le braccia consorte.

Era infuriato: adesso gli toccava dormire con quel rammollito!

Avrebbe voluto far di testa sua, ma ciò avrebbe significato andar incontro alla furia di Bulma e tutti, persino Bra, sapevano che era meglio non scatenarla.

Guardò l'uomo addormentarsi.

Se sperava di aver vinto, si sbagliava di grosso!

Hai vinto solo il primo round, terrestre.” gli sibilò prima di sdraiarsi sul letto e addormentarsi.

   
 
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