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Autore: Clayne_    20/05/2017    0 recensioni
James, un ragazzo di 28 anni alcolizzato tenta di riscrivere la sua vita, della quale però non ricorda molto. Sarà la psicanalista che lo spingerà a raccontare, ricordare il suo passato, fino a giungere al presente, con l'obiettivo di capire come e perchè abbia iniziato a bere, nella speranza di smettere o per lo meno di provare a farlo... ce la farà? ...
Genere: Commedia, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
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1. UN INIZIO

Tutto è incominciato … non me lo ricordo com’è incominciato, mi ricordo com’è finita ... io ,seduto per terra, sul pavimento di un ascensore 3x2, sbronzo e con una bottiglia di whiskey che mi si svuotava addosso. Tutto è incominciato … davvero non ricordo nulla di come è incominciato. Non so se avete mai assistito a delle esplosioni di edifici, ecco la mia vita è stata un bellissimo edificio, che così come il crollo delle torri gemelle, si è sgretolata al suolo. Ora è difficile rimettere tutto al posto, se non in maniera grossolana, nel frattempo però riempio un altro bicchiere, nell’attesa che qualcosa mi torni alla memoria.



Ecco,ce l'ho, avevo 17 16, no 14 anni, ora ne ho 28. Conobbi lei e, gia è vero non ho detto il mio nome, volevo scrivere un'autobiografia anonima, ma parlo di me, dunque sono io, sono James, James Sunder e ho 28 anni. Come dicevo, conobbi lei, Isabel, una compagna di classe delle medie, molto carina, cappelli scuri occhi chiari, pelle olivastra, iniziai a scriverle delle lettere, si è vero non ci sapevo proprio fare con le ragazze, pensavo che i film mi avrebbero aiutato, ma certi metodi erano davvero improponibili. Mandai delle lettere anonime, le lasciavo nella sua cassetta della posta, notai che il giorno dopo, quando la rivedevo a scuola, il suo viso non era così come lo fanno vedere nei cinema, non era felice e invasa da una luce accecante mentre stringeva al petto la lettera che le avevo scritto, no, si guardava attorno con aria impaurita, un giorno la sentii parlare con un’amica, minacciò di denunciare chi lasciava le lettere dentro la cassetta della posta. L’ultima volta che lo feci ci andai incappucciato, il padre scese di corsa e incominciò a seguirmi in macchina, all’epoca non fumavo e non bevevo, le gambe andavano forte, riuscii a correre e a lanciarmi in una scarpata, il padre passò più volte con la macchina da li vicino, restai a dormire tutta la notte nella scarpata. Da li ho compreso che le donne non puoi conquistarle con delle lettere se non ti conoscono, se fosse passata qualche volante o avessero deciso di fare delle indagini sulla scrittura e fossero risaliti a me, avrei fatto la figura dell'idiota, no che non la stessi già facendo, ma non era evidente a tutti ... ero un ragazzino di 14 anni e lei è stato il mio primo colpo di fulmine; tuttavia non è di lei che voglio parlarvi, non è della mia storia d’amore progredita o regredita nel tempo, no, l’ho voluto raccontare perché è stato un episodio divertente della mia vita, e anche per farvi capire un po’ che tipo di persona state per conoscere, o forse solo per dire qualcosa, perché non so realmente cosa scrivere di me, sapete, scrivere un’autobiografia non è così semplice, specialmente se bevi e passi la maggior parte della tua giornata sbronzo. Qualcuno mi ha detto che per scrivere bene devi vivere male, io vivo così male che spesso mi dimentico come si tiene la penna e appena inizio a scrivere qualcosa mi addormento sul foglio, il risultato? Una bellissima linea che attraversa il foglio bianco. La psicanalista mi ha detto, per scrivere e rimettere ordine nella tua vita devi partire dal passato, ma io mi chiedo, perché mai dovrei partire dal mio passato di merda e non posso partire direttamente dal mio presente? Ah già è vero, perché sono un 28enne con dei seri problemi con l’alcool e non ricordo nemmeno quando, come e perché ho incominciato a bere…o forse si ma al momento non me lo ricordo? Non lo so, forse non lo saprò mai, tuttavia intendo seguire il consiglio della psicanalista. P.s. la mia psicanalista è davvero molto carina, la consiglio a tutti, non vi dirò il nome, ma se trovate in giro una psicanalista carina è la mia psicanalista, io la chiamo "bambi", lei non lo sa, la chiamo così per gli occhioni, spesso ci faccio dei pensieri poco pudici, ma non è di questo che voglio parlare. Devo pur iniziare da qualche parte, devo fissare "un inizio" è questo quello che mi ha detto di fare "bambi", pensa James, pensa, da dove mai potresti iniziare? magari inizio da oggi, da quello di cui abbiamo parlato. Era l'estate del 2000, avevo 11 anni, era l'ultima vacanza che ho fatto con i miei genitori prima che mio padre lasciasse mia madre, l'ha lasciata perchè diceva che lei lo tradiva, io non ci ho mai creduto, in casa da quando lui è andato via non è entrato più nessun uomo, tranne me, questo lo ricordo bene, questo lo so ... il giorno in cui è andato via l'ha picchiata così forte che per ore mia madre mi ha guardato con uno sguardo assente e grondava lacrime, io non sono riuscito a fare niente, ero sotto casa che giocavo a tirare pallonate contro il muro, ho solo sentito il rumore del portone che si chiudeva e ho visto le spalle di mio padre che è andato via senza salutarmi, provai a rincorrerlo, ma niente. Era l'estate del 2000, avevo 11 anni, l'ultima vacanza che ho fatto con i miei genitori prima che mio padre lasciasse mia madre, noi avevamo un camper, era grande, per me era il luna park che camminava, li dentro avevo tutti i miei giochi, mia madre durante quel viaggio era così bella e sorridente, i suoi occhi scuri mi guardavano con un'amore che ancora oggi riesco a sentire sulla pelle. Quel giorno mio padre volle fare un barbeque, allestì tutto a puntino ed invitò un'altra famiglia del campeggio, era a un centinaio di metri dal nostro camper, loro avevano un camper e una tenda, noi avevamo il camper, dei tavoli e una griglia da barbeque. Me li ricordo bene, erano delle persone distinte, affabili, avevano una figlia, più piccola di me, aveva 9 anni, la invitarono a fare amicizia, ma non avevo niente di cui discutere, fu una normale giornata, una bella giornata, trovai il modo per poter giocare con lei, mi feci anche male per evitare che le cadesse un ramo addosso, ricordo la faccia di mia mamma quando corse per medicarmi le ferite sul viso e sul braccio, Jennifer, la bambina, mi guardava come se fossi stato il suo eroe, fu una sensazione edificante. La notte non fu delle migliori, mio padre rovinò tutto, bevve un bicchiere di troppo e finì per fare il cascamorto con la moglie del suo "nuovo" amico, Micael, finirono per fare a botte, mio padre tornò in camper ridendo, puzzava di alcool. Ecco, molti di voi penseranno che sia una cosa famigliare, le malattie sono ereditarie non i vizi, non credo sia stata colpa di papà, lui non ha colpe, è andato via prima di potermi insegnare qualcosa sul sesso e sulle ragazze. Magari, se mi avesse fatto "il discorso" a quest'ora sarei stato più sereno, non avrei avuto a 14 anni gli amici che mi prendevano in giro,
probabilmente Isabel non mi avrebbe mai visto come una minaccia e quelle lettere le avrei scritte e dedicate dopo averla conosciuta e non prima. Gli amici mi prendevano in giro perchè ero senza padre e perchè non sapevo cosa significasse "masturbarsi", quando l'ho capito l'ho provato ed è stato anche piacevole. Un inizio, era questo il compito che mi aveva dato bambi per casa, adesso però, merito una birra. 
   
 
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