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Autore: catoptris    21/05/2017    1 recensioni
E se fosse stato davvero attratto da lui? Gli sembrava qualcosa di strano, ma non inconcepibile: Li Shang avrebbe potuto convivere con dei sentimenti per un ragazzo. Chi gli stava attorno avrebbe fatto lo stesso? Ping lo avrebbe fatto? Dopotutto, riguardava lui.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fa Mulan, Li Shang
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Fa. Fa Ping.
Li Shang aveva sentito molte cose riguardo la famiglia Fa dal padre, ma non sembrava gli avesse mai nominato un figlio. Una figlia, certo, ma mai un figlio. Un assurdo ragazzino che non aveva la minima idea di cosa volesse dire essere in un esercito, comportarsi secondo le regole, sopravvivere. Lo stesso ragazzino che per settimane aveva tormentato i pensieri del Generale: era indisponente, debole, fiacco, inadatto; allora perché Shang si stressava a tal punto? Non pensava ad altro dalla mattina alla sera, confondendolo ulteriormente: iniziò a comportarsi in maniera più rigida con lui, perché era l’unico modo. L’unico modo per convincersi che non poteva indebolirsi al primo sguardo supplicante, non poteva sorvolare su imperfezioni, né su errori. A cosa avrebbero portato in guerra?
Poi, Ping Fa, aveva superato la sua prova: per anni e anni nessuno era riuscito nell’intento, limitandosi a ferirsi e gettare la spugna. Lui stesso, quando gli era stata proposta, aveva passato mesi a ragionarci, rovinandosi le mani e rompendosi un polso.
Per quello che vale, io ti ritengo un grande capitano.
Erano semplici parole, pronunciate in un momento di distrazione, o in un tentativo di conforto. Ma Li Shang non si tolse dalla mente quella frase mormorata con dolcezza per giorni interi. Valeva, il giudizio di Ping valeva più di tutti gli altri.
Fu la confusione, i suoi sentimenti contrastanti, a far sì che gli corresse dietro per quella montagna, mentre la neve cadeva veloce e impetuosa, minacciandoli. Sarebbe dovuto restare con i suoi soldati, ma aveva deciso di seguirne solo uno, pur di salvargli la vita. Alla fine era stato il contrario, senza vero e proprio stupore da parte di tutti.
Ne avrebbe parlato con qualcuno: doveva. Non poteva permettersi di essere così concentrato sul di sé, sul modo in cui la sua mente agiva, su come veniva influenzata da un semplice ragazzino all’apparenza incapace. E se fosse stato davvero attratto da lui? Gli sembrava qualcosa di strano, ma non inconcepibile: Li Shang avrebbe potuto convivere con dei sentimenti per un ragazzo. Chi gli stava attorno avrebbe fatto lo stesso? Ping lo avrebbe fatto? Dopotutto, riguardava lui.
Ma lui non era davvero lui: Fa Mulan, fuggita di casa per salvare la vita del padre. Un gesto stupido, avventato, imprudente.. coraggioso.
“Una donna – serpente infido.” Una semplice ragazza, destinata a restare chiusa in casa come una brava e paziente moglie, aveva corso il rischio di sacrificare se stessa pur di tenere al sicuro le persone che amava.
“Alto tradimento,” sbraitavano. “Massimo disonore!” disonore? Shang non capiva: cosa c’era di disonorevole nei suoi gesti?
Forse però ucciderla avrebbe reso tutto più semplice: nessun ripensamento, nessun pensiero ambiguo, niente di niente. Se solo non l’avesse mai conosciuta, forse non avrebbe avuto così tanti dubbi su chi lui fosse realmente. C’era forse qualcosa di sbagliato in lui?
“Una vita per una vita,” furono le parole che uscirono dalla sua bocca, meccanicamente. Si sentiva ferito, e sapeva che non c’era modo di nasconderlo. “Ho saldato il mio debito.”
Non sentì più nulla sulla via del ritorno: i borbottii di alcuni soldati, i sospiri di altri, i versi di scherno di altri ancora. Non sentì il freddo, né la fatica, né la gioia di aver annientato il nemico. Percepiva solamente il rimorso di aver abbandonato Ping – no, non Ping, Mulan su quella montagna. Se le fosse successo qualcosa, sarebbe stato lui il responsabile?
Prima che se ne rendesse conto, era lì davanti a lui. Gli parlava, gli diceva di stare attento. Ma come poteva fidarsi di lei?
Avrebbe dovuto farlo: l’attacco arrivò troppo repentinamente, e ancora una volta si affidò al soldato che conosceva. Non una donna, non un uomo, ma un soldato: qualcuno disposto a dare la propria vita per proteggere quella degli altri. Forse era questo che l’attraeva tanto. Qualcuno disposto a dare la propria vita per salvare lui.
Era fuggita via, inseguita da Shan Yu, gettandogli una semplice e spaventata occhiata. Eppure non era paura per se stessa, quanto per lui: come poteva una creatura così minuta possedere tanto coraggio e forza di volontà in sé? O era forse semplice stupidità, abbinata a qualche folle desiderio di morte? No, non poteva essere così.
“Tu – combatti bene,” le aveva detto. Si poteva essere meno creativi? Una ragazza fuggita di casa, che si era nascosta, che aveva cambiato se stessa, che aveva dato tutto, aveva appena salvato l’intero Impero e l’unica cosa che era riuscita a dirle era stata combatti bene? Pessimo.

Passarono mesi, ma Shang ancora non riusciva a darsi pace: cosa dirle? Come dirglielo? Cosa fare? Come comportarsi? C’erano così tante cose da sistemare in lui e nella vita di tutti i giorni.
Doveva prendere di petto la situazione: aveva affrontato cose peggiori di una dichiarazione esplicita dei propri sentimenti, no?
“Ero attratto da te quando credevo fossi Ping,” sputò dopo qualche balbettio strascicato, lasciando la giovane interdetta. “Avevi uno strano modo di fare, e mi divertivi nonostante non lo dessi a vedere,” continuò, lo sguardo chino verso il prato fiorito su cui passeggiavano da ormai dieci minuti. “Scoprire cosa – chi sei veramente non ha cambiato nulla,” ammise. Un sorriso titubante si fece strada sul volto delicato della ragazza, mentre lui le afferrava con gentilezza e un po’ di insicurezza la mano, avvicinandosela al petto. “Credo che sarò sempre attratto da entrambe le versioni di te – rise brevemente, consapevole di quanto ridicola suonasse quella frase – ma vorrei avere l’opportunità di innamorarmi di chi sei veramente, non tenendo conto di come sei nata, ma come sei diventata,” cercò lo sguardo di lei, speranzoso e spaventato da un possibile rifiuto. E se gli avesse riso in faccia? E se fosse rimasta disgustata da com’era? Da chi era e da ciò che provava? “Voglio conoscere la tua vera persona,” terminò in tono appena percettibile.
Rimasero in silenzio, le mani unite e gli sguardi che si rincorrevano, perdendosi di tanto in tanto solo per poi ritrovarsi e ricominciare. Lei non disse nulla, ma un secondo sorriso – gentile, comprensivo, incoraggiante – si fece spazio sulle sue labbra mentre annuiva.
Erano loro e basta, pronti a rischiare di nuovo, questa volta senza maschere né costumi o travestimenti. Perché lo avevano capito, l’amore è cieco.

Alcuni elementi dell'opera originale sono stati lievemente alterati per poter sembrare più "realistici".
In caso non si fosse capito, 
i stan for pansexual!shang.

 
   
 
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