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Autore: Razu    21/05/2017    2 recensioni
Maglor si risveglia nella sua stanza. È incredulo: lui è un vagabondo, i suoi fratelli e suo padre sono morti e sua madre non dovrebbe essere con loro, eppure lui li vede come erano quando ancora vivevano in Aman...
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"La luce del mattino lo destò dal suo sonno.
Aprì piano piano gli occhi, mettendo a fuoco l'ambiente attorno a lui.
Anche se mezzo intontito dal sonno, capì subito che qualcosa non quadrava.
Lui non aveva casa, era un vagabondo mezzo morto di fame, vestito di abiti laceri e rovinati dal fango e dalle intemperie. Faticava perfino a guadagnarsi qualche soldo, a causa dell'arpa che non poteva suonare per via delle mani bruciate.
Il suo tetto era il cielo, punteggiato di stelle o illuminato dal sole, talvolta gli alberi, il suo giaciglio la nuda terra.
Allora perché era disteso su di un letto, avvolto in morbide coperte, lo sguardo rivolto verso l'alto, a fissare un soffitto che non avrebbe dovuto esserci?"
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caranthir, Celegorm, Maedhros, Maglor, Nerdanel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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La luce del mattino lo destò dal suo sonno.


Aprì piano piano gli occhi, mettendo a fuoco l'ambiente attorno a lui.


Anche se mezzo intontito dal sonno, capì subito che qualcosa non quadrava.


Lui non aveva casa, era un vagabondo mezzo morto di fame, vestito di abiti laceri e rovinati dal fango e dalle intemperie. Faticava perfino a guadagnarsi qualche soldo, a causa dell'arpa che non poteva suonare per via delle mani bruciate.


Il suo tetto era il cielo, punteggiato di stelle o illuminato dal sole, talvolta gli alberi, il suo giaciglio la nuda terra.


Allora perché era disteso su di un letto, avvolto in morbide coperte, lo sguardo rivolto verso l'alto, a fissare un soffitto che non avrebbe dovuto esserci?


Si portò le mani al viso, e notò con stupore che non erano più bruciate.


Com'è possibile? Si chiese incredulo il Fëanoriano. Non una minima lesione a deturpare la perfezione delle sue mani.


Continuando a fissarle, si tirò su a sedere. Solo allora decise di guardarsi attorno, e ciò che vide, lo stupì ancora di più: riconobbe la sua vecchia camera, quella dove viveva quando erano ancora a Tirion.


Era ordinatissima, come sempre. La scrivania sgombra, con una pila di fogli fitti di pentagrammi vuoti, in attesa di essere riempiti di note. Le sue numerose penne erano tutte allineate a seconda del tipo, il temperino era accanto a loro, perfettamente dritto e affilato, come al solito. Gli scaffali erano stracolmi di spartiti, raggruppati a seconda del tipo di emozione che voleva esprimere la musica, e libri, tutti ordinati per colore. In un angolo c'erano tutti i suoi strumenti: l'arpa grande, l'arpa piccola, il flauto traverso, il violino, la viola, la ghironda, il liuto e moltissimi altri strumenti.


Strano, davvero molto strano...


Si alzò dal letto, e aprì la porta.


Fuori c'era la sua casa, dove aveva vissuto per anni in pace con la sua famiglia, dove da bambino aveva giocato con Maedhros, dove aveva insegnato a Celegorm a suonare il flauto (più perché quest'ultimo non aveva nulla da fare quel giorno che per vero interesse), dove aveva fatto la lotta con Caranthir sul tappeto del salotto, dove aveva spinto Curufin in altalena quel caldo pomeriggio d'estate.


Si guardava intorno, come se non riconoscesse nulla, chiedendosi perché era lì e, soprattutto, come fosse possibile.


-Buongiorno, pitya nyello nin (mio piccolo cantore)- disse una voce familiare. Maglor spalancò gli occhi nel vedere chi aveva parlato: sua madre. Nerdanel la saggia, la sua amata madre, gli stava di fronte, non molto distante da lui.


Sorrideva, e teneva un braccio intorno alle spalle di un ragazzino che le arrivava poco più in basso dell'ascella. Era biondo, con i capelli che gli arrivavano a malapena alle spalle, e i suoi occhi erano grigi e tempestosi, pieni di una fiera determinazione. Maglor lo riconobbe subito: era Celegorm, il suo fratello minore.


-Nana?! Cosa ci fai qui? Dovresti essere da sola...e tu Celegorm dovresti essere morto!-


-È bello sapere che mi vuoi bene- disse Celegorm guardandolo storto. -Maglor! Ti sembrano cose da dire a tuo fratello? E cosa intendi per "dovresti essere da sola"?- Lo rimproverò Nerdanel. -È...è difficile da spiegare...voi non dovreste essere qui-


-Che cosa intendi, figliolo? Questa è casa nostra. Dove dovremmo essere altrimenti?-


Ma che diavolo è successo?


Davanti al silenzio di Maglor, Nerdanel decise di cambiare discorso. -Se vuoi fare colazione prima vai a cambiarti. Ah, e non voglio più sentirti dire cose del genere a qualsiasi dei tuoi fratelli, sono stata chiara?-


-Sì, Nana. Scusa Celegorm- Celegorm lo guardò diffidente. -Va bene, scuse accettate-


-Mi fa piacere. Nana dove sono gli altri?- Nerdanel sospirò -tuo padre è nel suo laboratorio, mentre Maedhros sta facendo lezione a Caranthir e a Curufin-


-E i gemelli?-


-Quali gemelli, Maglor? Tu non hai dei gemelli per fratelli. Sicuro di stare bene? È da quando ti sei alzato che ti comporti in modo strano...-


Devo essere capitato prima della loro nascita...anche se non dovrebbe mancare molto, ormai. Pensò Maglor.


-No, nulla Nana, lascia stare. Vado da Maedhros- e prima che sua madre avesse il tempo di replicare, Maglor schizzò a cercare il fratello maggiore


Era il fratello che gli era mancato più di tutti.


Maedhros era stato onnipresente nella sua vita, avevano giocato insieme, avevano studiato insieme, avevano imparato l'arte del combattimento insieme, avevano combattuto insieme. Maedhros era stato il primo fratello a entrare nella sua vita e l'ultimo ad andarsene. Era naturale che Maglor avesse sentito di più la sua mancanza.


Scalzo, giunse al salone dove lui e Maedhros, da bambini, erano soliti fare i compiti assegnati loro dal maestro.


Ci mettevano due ore solo per fare un esercizio, poiché stavano a dire cose stupide e a ridere di conseguenza, ricordò Maglor con nostalgia.


Quando sbirciò nella sala per vedere se c'era qualcuno, rimase di sasso nel vedere quella familiare chioma rossa, che tante volte aveva toccato e intrecciato, quando ancora erano bambini che dormivano nello stesso letto per paura del buio.


Gli occhi di Maglor cominciarono a pizzicare, e il Cantore si rese conto di essere in lacrime.


Maedhros gli dava le spalle, in piedi davanti al tavolo dove tantissimo tempo prima erano i due figli maggiori di Fëanor a fare i compiti, e non Curufin e Caranthir, che si intravedevano, coperti dalla grossa figura del fratello.


-Possiamo fare una pausa?- Chiese la voce lamentosa di Caranthir.


Caranthir non aveva mai amato studiare. Preferiva di gran lunga allenarsi con la spada e correre nei boschi, arrampicarsi sugli alberi e fare a botte con suo cugino Angrod, a suo parere, uno smidollato senza colonna vertebrale.


-No, siamo nel bel mezzo della lezione. E poi, prima di fare questa domanda, eri anche concentrato, cosa che non ti capita spesso- gli rispose Maedhros. Caranthir sbuffò.


Maglor si portò le mani alla bocca. Le lacrime infradiciavano il suo viso. Non si trattenne più, e corse verso il fratello. Lo abbracciò di slancio, stringendolo forte a sé.


Come era bello sentire di nuovo il suo odore, stringere il suo corpo e sentire la sua voce.


-Maglor? Ma che diavolo...Curvo! Carnistir! Tornate immediatamente a sedervi! Non abbiamo ancora finit- off!-


Caranthir e Curufin erano scesi dalle loro sedie e si erano gettati ad abbracciare i fratelli.


Maglor sentì le braccine dei due bambini stringergli i fianchi.


-Maglor che diavolo sta succedendo? Perché sei ancora vestito da notte? E perché...?-


Una frase semplice, due piccole grandi parole dette da Maglor, arrestarono la valanga di domande di Maedhros.


-Non lasciarmi-


Maedhros rimase in silenzio per un po'. -Come?-


-Non lasciarmi- ripeté Maglor -non lasciarmi mai più-


-Ma perché dovrei...?-


-Non lasciarmi da solo- sussurrò -ti prego-


Maedhros si girò verso il fratello minore. Gli sorrise. -No, Maglor, non ti lascerò mai...- le sue parole sfumarono mentre il suo volto iniziava a svanire. Anche la casa stava sparendo, si dissolveva come inchiostro nell'acqua.


Maglor mise le mani in avanti, come a fermare il fratello, come se volesse portarlo con sé. Ebbe la sensazione di cadere nel vuoto, e iniziò a urlare.


E poi si svegliò.


Questa volta, non vide il soffitto di casa sua, bensì il cielo azzurro e limpido, i rami nudi degli alberi protesi gli uni verso gli altri, come a volersi abbracciare. Gli uccelli cantavano.


E allora capì.


Era stato tutto un sogno. I suoi fratelli, sua madre...non era successo nulla di nulla. I suoi fratelli restavano morti e sua madre restava al di là del mare.


Il dolore che il sogno aveva scatenato era troppo forte per essere espresso con la voce. Una lacrima solitaria scivolò sulle gote sporche di Maglor, e poi un'altra, e un'altra, e un'altra, fino a che non si ritrovò a piangere in silenzio.


Con le labbra, sussurrò alcune parole, impercettibili a orecchio umano.


-Tornate da me- sussurrò -tornate da me-


Prese a singhiozzare.


-Vi prego...-











































 

Spazio autrice
Per fare questa OS mi sono ispirata a una fan art (che vi lascio qui sotto. È in inglese, se non capite qualcosa ve lo traduco) che ho trovato su Pinterest. Inizialmente non avevo capito cosa rappresentava, ma poi sotto c'era scritto "il sogno di Maglor" quindi mi sono regolata di conseguenza. Se leggerete la fan art vi renderete conto che ha molto in comune con la OS, come Maedhros che fa lezione ai più piccoli o Maglor che dice "non lasciarmi". Ovviamente ho voluto inserire qualcosa di mio, come l'incontro con Nerdanel, per rendere il tutto un po' più profondo (sentimentalmente parlando). Si potrebbe dire che ho fatto una "trasposizione scritta" della fan art (con tanto di adattamenti lol). Beh, aspettatevi un'altra cosa del genere, ho trovato una fan art mooooolto lunga chiamata Seduction of Mairon, ed è la storia più nello specifico (fatta da un fan ovviamente) di come Melkor ha sedotto Mairon (o Sauron, chiamatelo un po' come Caspio volete, c'ha più nomi lui di Albus Silente e Newt Scamander messi assieme). Ecco, volevo farci su qualcosa di scritto per approfondire le emozioni, perché in un fumetto non si possono esprimere più di tanto. Fra l'altro è una cosa che devo migliorare e quindi consideratelo una specie di esperimento misto ad esercizio. E comunque quella Caspio di fan art la devo tradurre da mo' perché non ci capisco regolarmente niente di quello che dicono, accidenti allo slang.
Ma ora, bando alle ciance, vi lascio la fan art e ci vediamo alla prossima storia!
Saluti elfici!
The Crazy Lindir's Wife

Ma ora, bando alle ciance, vi lascio la fan art e ci vediamo alla prossima storia!Saluti elfici!The Crazy Lindir's Wife

   
 
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