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Autore: Scarcy90    21/05/2017    2 recensioni
Valeria frequenta l'ultimo anno di Liceo. E' sempre stata una studentessa nella media e insieme alle sue due migliori amiche, Amy e Marti, ha trascorso in relativa tranquillità il suo periodo da liceale. Ma proprio all'inizio di quell'ultimo anno accade qualcosa che sconvolgerà il suo mondo di pace. Un litigio, durante la ricreazione, darà la scossa definitiva perché la vita di Vale cambi per sempre. La chiave di volta di questo cambiamento è Massimiliano Draco, il figlio della temuta professoressa D'Arcangelo, acerrima nemica della protagonista. Una storia che ha il solo scopo di raccontare i sentimenti e le traversie di una ragazza come tante.
||Il Sequel di questa storia è Verso La Maturità||
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Figlio Della Prof Serie's '
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Capitolo 10: Al di là Della Maschera  
 
 -Aspetta, Ferrari!-
 -Te lo puoi scordare!-
 Avevo chiuso con lui, con i suoi atteggiamenti immaturi e con quegli occhi che non ne volevano sapere di sparire dal mio cervello. Il limite era stato superato e non mi avrebbe convinta a ripensarci.
 Quel tizio non valeva il mio tempo.
 -Vuoi farmi spiegare?!-
 Mi afferrò per un braccio costringendomi a guardarlo. La mia fuga era stata compromessa da quei dannati tacchi, mi avevano rallentato dando a lui la possibilità di fermarmi.
 Chiusi gli occhi tentando di racimolare ogni molecola di pazienza.
 -Non ne hai ancora abbastanza? Prenderti gioco di me ti dà così tanta soddisfazione?-
 Lasciò la presa e si passò una mano tra i capelli. Il suo volto appariva serio, aveva perso quel sorriso sprezzante di poco prima.
 -Come al solito… non hai capito nulla.-
 Lo guardai impietrita. Mi stava insultando ancora, eppure tutto ciò che ero in grado di fare si riduceva al fissare i suoi meravigliosi occhi persi nei loro pensieri.
 -Quel tipo, Andrea, non è esattamente un gentiluomo. Cercavo di aiutarti: ballare con lui ti avrebbe portata ad aprire le gambe nel termine di mezz’ora.-
 -Che te ne importa a te con chi vado a letto? Saranno affari miei.-
 -Non me ne frega niente ma Marco ci tiene a te, vuole esserti amico. Se avesse saputo che ballavi con Andrea Talesco e che io non avevo alzato un dito per impedirlo, non mi avrebbe dato pace.-
 -E quel sorriso?-
 Dato che aveva deciso di darmi delle spiegazioni, tanto valeva analizzare nel dettaglio le sue mosse. Mi ero stancata di ipotizzare, sentivo il bisogno di fatti concreti.
 In risposta, lui stava fermo davanti a me senza proferire parola.
 -Allora?-
 -Oh, al diavolo!- esclamò lui alzando gli occhi cielo. –Mi piace litigare con te.-
 -Che razza di spiegazione sarebbe?-
 Scoppiò a ridere. Il sangue migrò con foga verso il mio cervello rischiando di far dileguare ogni briciola pazienza.
 -Vuoi dirmi che non è lo stesso per te?-
 Spalancai gli occhi, ero stata colta in flagrante.
 -Le risposte che mi dai, il tono della tua voce, i tuoi occhi… Tutto non fa altro che urlarmi il tuo odio nei miei confronti ma c’è dell’altro.-
 Perché quel ragazzo doveva essere così intelligente?
 -Di che parli?-
 -L’eccitazione.-
Colpita e affondata, signori. Draco aveva centrato in pieno il bersaglio, inducendo i miei buoni propositi ad un tragico naufragio.
 -I nostri litigi provocano in tutti e due una scarica di adrenalina. Non so come descriverlo ma dopo le nostre discussioni mi sento bene, libero. So che per te è lo stesso.-
 -Anche se fosse…-
 La frase mi morì in gola quando mi accorsi di chi stesse uscendo dal locale. Marco e le ragazze si dirigevano nella nostra direzione. Quando si accorsero di noi da soli, fuori nel parcheggio, fu inevitabile lo scambio di occhiate che partì dai loro cervelli in iperattività.
 -Che ci fate qua fuori?- chiese subito Marco con evidente curiosità.
 Il “da soli” mi era stato risparmiato ma sospettavo fosse sottinteso.
 -L’ho incontrato prima- indicai Massi con gli occhi. –Avevo bisogno di aria e ha voluto farmi compagnia, vero?-
 Lanciai uno sguardo eloquente a Massi, sperando che cogliesse l’antifona. Per nessuno dei due era conveniente che gli altri conoscessero il vero motivo della nostra passeggiata nel parcheggio.
 Draco decise di annuire senza aggiungere altro. La considerai un’ottima scelta.
 Alzai gli occhi sulle mie amiche e dalle loro espressioni capii che qualcosa non andava. Amy aveva il braccio intorno alle spalle di Marti e lei teneva la testa bassa.
 -Che vi succede?-
 Marti mi guardò con rabbia pura.
 -Mentre era in fila per il bagno- cominciò Amy –Christian le si è avvicinato, ubriaco marcio.-
 Conoscevo Corradi, quella storia non avrebbe avuto un lieto fine, sperai solo che non fosse accaduto il peggio.
 -Ha cercato di baciarla con la forza…-
 -Vaneggiava- intervenne Marti. –Ha detto delle frasi sconnesse, non le ricordo.- 
 -Abbiamo pensato fosse meglio andar via.-
 Per la prima volta da quando lo conoscevo, Marco aveva detto qualcosa di sensato.
 -Bene, andiamo allora. Draco, arrivederci.-
 -Vale, in realtà dovrei dirti una cosa- il tono con cui Amy aveva pronunciato quelle parole non era dei migliori. –I miei staranno fuori ancora per un’ora, io e Marco potremmo stare un po’ da soli.-
 La mia amica arrossì vistosamente mentre comprendevo appieno le sue parole. Abitavo dall’altra parte della città rispetto a loro tre, se Marco mi avesse riportato a casa non avrebbero avuto che pochi minuti per stare da soli.
 -Mi volete lasciare qui?- chiesi incredula.
 -Certo che no!- Marco si precipitò subito a precisare. –Infatti, stavo cercando Massi per questo.-
 -Perché Ferrari ed io abitiamo nella stessa zona, giusto?- fu Massi a parlare.
 Non avrei mai immaginato che Lucifero vivesse vicino a me. Questo però portava un altro problema: non solo la D’Arcangelo ma anche suo figlio, da cui parevo irrimediabilmente attratta, viveva e dormiva poco lontano da dove lo facevo io. Com’era possibile che non lo avessi mai incontrato?
 -Puoi farmi questo favore, amico?- chiese Marco implorante.
 Ci fu un attimo di pausa. Nessuno pareva voler conoscere la mia opinione al riguardo, quindi approfittai di quel silenzio per dire la mia. Non avrei trascorso i successivi venti minuti in un’auto, al chiuso, con Massimiliano Draco. Ne sarebbero conseguiti due probabili scenari: o avremmo finito per litigare e saltarci alla gola, oppure avremmo finito per litigare e io gli sarei saltata addosso senza chiedere il permesso. La mia attrazione per lui era palese, sospettavo anche per il diretto interessato, e creare lo scenario perfetto per complicare la situazione non avrebbe giovato a nessuno.
 -Okay.-
 La risposta di Massi precedette il mio intervento di un millesimo di secondo.
 -Grazie, grazie, grazie!- esclamò Amy con il volto più felice e rilassato che le avessi mai visto.
 -Io…-
 Avrei voluto dire la verità, dire che no a me non andava bene farmi accompagnare a casa da Massimiliano Draco, lo avrei voluto davvero.
 -Va bene. Divertitevi.-
 Bugia. Balla. Distorsione della verità.
 Avevo mentito ma non potevo deludere una Amy così su di giri. Se mi fossi trovata al suo posto mi sarebbe piaciuto che le mie amiche mi appoggiassero.
 Non l’avrei ostacolata, urgeva però trovare un modo per gestire me stessa in presenza di quell’enorme imprevisto.
 Ci salutammo e proprio quando Marco stava per salire in macchina mi accorsi di un sorriso furbo che faceva bella mostra di sé sul suo viso. Mi guardò e mi fece l’occhiolino.
 Non ci impiegai troppo a fare due più due.
 Lo avrei ucciso con le mie mani ma quello sciagurato mise in moto e partì prima ancora che avessi modo di intervenire.
 -Andiamo?- la domanda di Draco mi ridestò e subito il cuore rispose al richiamo: ero in piena tachicardia.
 Annuii e lo seguì verso la sua auto.
 Una volta a bordo feci i salti mortali perché il vestito striminzito di mia madre non salisse troppo mettendo in mostra le cosce coperte da un semplice collant.
 -Belle gambe- neanche il tempo di abbandonare il parcheggio che subito Massi doveva sottolineare l’evidenza.
 -Cerca di regolarti, o giuro che scenderò da questa dannata macchina e cercherò Andrea per tornare a casa.-
 -Siamo di nuovo acidi, eh?-
 -Tu e il tuo amico mi avete stancato. Questi trucchetti non li sopporto e mi piace anche meno che le mie amiche vengano coinvolte.-
 -Di che stai parlando?- la confusione nella voce di Massi mi convinse a dargli una spiegazione.
 -Amy e Marco escono insieme da pochi giorni, lei non andrebbe mai a letto con lui così presto.-
 -Vorranno stare soli per fare altro, non esiste soltanto il sesso.-
 -No, te l’assicuro. Il loro piano era un altro: noi due dovevamo restare da soli.-
 Massi scoppiò a ridere, reazione che m’irritò parecchio.
 Riprese fiato.
 -Scusa, non è per te. Marco sa che adesso mi sto occupando di Delia e questo è il suo modo di reagire. E’ un tipo geloso dei suoi amici. Ora ho capito che vuole distogliere la mia attenzione da Delia, usando te.-
 Come spiegazione aveva un senso. Le rotelle di Marco non erano tutte al posto giusto.
 -Perché ti fa ridere?-
 Arrestò l’auto davanti ad un semaforo rosso.
 -Perché il suo piano potrebbe anche funzionare- pronunciò quelle parole guardandomi dritta negli occhi.
 Sbattei le palpebre sorpresa mentre la precedente tachicardia lasciava spazio ad un arresto cardiaco. Ciò che aveva appena detto significava davvero quello che pensavo?
 -Non fare quella faccia- cominciò tornando a guardare la strada dopo il cambio di colore del semaforo. –Te l’ho detto prima: in qualche modo tu mi attrai, e quando qualcosa mi attira con tanta energia, finisco sempre per cedere. Solo che…-
 Lo fermai. Sapevo cosa stava per dire e per il bene della mia mente dovevo anticiparlo, perché sentirlo dire da lui avrebbe fatto più male.
 -Massi, ascolta. So che c’è Delia, so di non esserti simpatica e so che l’unico rapporto che potremmo mai avere sarebbe di natura fisica, e io non lo voglio. Perciò non credo sia appropriato che tu ti giustifichi con me. Siamo solo due disgraziati che per caso hanno degli amici che fanno coppia, niente di più.-
 Per quanto ne fossi attratta, lui non era il ragazzo adatto a me. Quella storia andava troncata sul nascere per evitare l’insorgere di ulteriori complicazioni.
 -Sei troppo analitica per avere solo diciotto anni.- 
 -Sì, be’… Capita quando si è costretti a crescere più in fretta del dovuto.-
 -Stiamo parlando di genitori?-
 Feci un verso di assenso.
 -Sono complicati da gestire e impossibili da detestare anche quando lo meriterebbero.-
 -Lo capisco.-
 Scese un silenzio così pesante da crearmi una pressione inspiegabile a livello di torace e stomaco. Mancavano ancora quindici minuti abbondanti alla destinazione e non desideravo trascorrerli in un abitacolo ricolmo d’inquietudine.
 -Non sono affari miei, ma… Mi racconteresti la storia di Delia?-
 L’argomento non era leggero ma dato che ormai avevamo raggiunto un certo livello di sincerità e civiltà, tanto valeva approfittarne per acquietare il mio spirito investigativo.
 -Cosa vuoi sapere?- chiese lui con voce calma.
 -Ho visto che è una ragazza splendida, dall’aspetto perfetto. So che tua madre le sbava dietro neanche fosse un doberman davanti a un osso e che Marco non sembra apprezzarla. Dal tuo atteggiamento però credo che non sia tutto qui, sono curiosa. Se la cosa t’infastidisce possiamo parlare di altro.-
 Massi mi lanciò un sorriso a dir poco magnetico.
 -Cerchi a tutti i costi un argomento di conversazione perché siamo soli qui dentro? Hai paura che le tue gambe scoperte mi portino a gesti inconsulti?-
 In realtà temevo più me stessa che lui, oramai avevo imparato a riconoscere le sue frasi canzonatorie. Voleva scherzare per allentare la tensione.
 -Tranquillo, le mie gambe sono al sicuro. Ci devi solo provare ad avvicinarti.-
 Oh, la sua mano sulla mia coscia non si sarebbe rivelata un’idea così malvagia, ma avevo deciso di togliermelo dalla testa, la resa non era compresa nel pacchetto.
 Non rispose alla frecciatina, si limitò a non proferire parola per diversi secondi, tanto che stavo già cercando un’altra conversazione da intavolare.
 -Delia è come una sorella per me.-
 Rizzai le orecchie, forse troppo interessata per accorgermi che il mio corpo si era spostato più vicino a lui fingendo un movimento casuale. Quel ragazzo era una sorta di calamita.
 -Lei si è trasferita qui dopo il divorzio dei suoi genitori. Il padre aveva una relazione con un’altra donna da anni e quando Nina, la mamma di Delia, lo ha scoperto ha chiuso ogni tipo di rapporto con lui.-
 Quella storia era triste, molto. Quei genitori stavano condizionando la vita di una sedicenne perché non riuscivano a risolvere i loro problemi da persone civili.
 -Nina ha deciso di tornare qui mentre l’ex marito e Michael, il fratello maggiore di Delia, sono tornati negli Stati Uniti. Michael ha iniziato quest’anno a frequentare uno dei college più prestigiosi, non lo biasimo per la sua scelta. Così, però, Delia ha perso padre e fratello in un colpo solo. Come se non fosse sufficiente, la madre ha preso male il tradimento dell’ex marito: spesso, quando la figlia torna a casa, la trova ubriaca o addormentata per via del troppo piangere. Niente di frequente, ma non è semplice per una ragazzina avere una madre in quelle condizioni.-
 -E’ per questo che le stai così vicino?-
 -Se si trattasse di Amy o Marti, tu cosa faresti?-
 Se la metteva così non risultava difficile rispondere.
 -Non le abbandonerei mai.-
 -Lo immaginavo- si voltò a sorridermi ed ebbi un tuffo allo stomaco: sembrava quasi che un pugile professionista lo avesse scambiato per un sacco d’allenamento.
 -Delia è mia amica e conosco i sentimenti che prova per me. Sono anni che me li sbatte in faccia sperando che un giorno io ceda. Le voglio bene, e sono convinto che sarebbe la ragazza giusta per me. Mi conosce, conosce praticamente tutto di me, sarebbe bello ricambiare ciò che prova.-
 La storia s’infittiva e le mie idee, sempre più confuse, avevano preso la forma di uragano che vorticava senza sosta nella mia testa.
 -Cosa t’impedisce di ricambiarla?-
 -Oh, è semplice. Mia madre.-
 Ripeto: idee sempre più confuse.
 -Tua madre adora Delia- sbuffai con ovvietà. –Non ce la vedo proprio ad ostacolare la vostra relazione. L’ho sentita dire che ti avrebbe sbattuto fuori di casa se non fosse diventata la tua ragazza.-
 Lui mi guardò divertito, sbottando: -Sei un agente segreto?-
 -Niente del genere. Ero in classe da sola e tua madre è entrata con Delia. Hanno parlato quasi ignorando la mia presenza.-
 -Mia madre e la discrezione vivono su due pianeti diversi.-
 -Lo so bene- mormorai afflitta. Erano anni che la D’Arcangelo parlava della mie mediocri interrogazioni: mi aveva massacrata dal primo giorno, anche in presenza di altri professori.
 -Delia piace a mia madre, il problema è questo. Mi ha sempre imposto tutto: scuola, attività integrative, corsi di approfondimento, sport. Non ho proprio voglia di farmi imporre persino la fidanzata.-
 -Diglielo.-
 Vidi la sua mano sul cambio stringere la leva fino a quando le nocche non divennero bianche.
 Accostò finalmente davanti casa mia, un piccolo palazzo di quattro piani, di cui il mio appartamento prendeva tutto il terzo.
 La vicinanza di Massi mi stava destabilizzando ma non potevo schizzare fuori dalla macchina prima che il suo discorso giungesse a termine.
 -Delia è perfetta. Lo so io, lo sa lei stessa e lo sa mia madre. Troppo perfetta.-
 Abbassò lo sguardo sul volante. Il profilo era ben caratterizzato da lineamenti decisi, addolcito dalle curve morbide delle labbra. I capelli biondi gli ricadevano sulla fronte e le spalle si muovevano sincrone al suo respiro.
 Il profilo più sensuale che avessi mai visto.
 -Non posso chiedere a un’altra ragazza di affrontare tutto questo. Sarebbe un colpo per Delia e una lotta continua con mia madre. Sto prendendo tempo, alla fine del liceo andrò a studiare da qualche altra parte, lontano da qui, e potrò iniziare una vita che sia solo mia.-
 La questione s’infittiva, soprattutto considerando quello che aveva recriminato giorni prima.
 -Tu non riesci ad affrontare tua madre su una questione che riguarda solo te e poi accusi me di fuggire davanti ai problemi? Hai proprio un bel coraggio a biasimarmi quando tu sei peggio!-
 Massi mi guardò con occhi confusi per la mia sfuriata.
 D’improvviso assunse un’aria spavalda e sul suo volto apparve un sorriso ironico.
 -Vuoi litigare perché speri che ti baci ancora?-
 In realtà non ci stavo pensando ma ora che me lo faceva notare, il mio corpo si era sporto verso il suo. Quando era accaduto? Ero troppo impegnata a perdermi nel suo viso per rendermi realmente conto delle mie azioni.
 -Idiota!- esclamai allontanandomi da lui come se fosse stato un rogo acceso. Quello era un rogo e io rischiavo di scottarmi. Meglio passare alla mia solita strategia: fuggire.
 Senza una parola aprii lo sportello e scesi il più in fretta possibile dall’auto, tacchi permettendo.
 Cercai veloce le chiavi del portone nella borsa. Le strinsi in mano, pronta ad aprirmi un varco verso la libertà.
 Un calore improvviso sulla spalla mi fece sussultare. Le chiavi per la mia scarcerazione caddero sul marciapiede con un rumore stridulo.
 Fu un attimo.
 Vidi un lampo verde e poi tutto divenne sfocato.
 Il volto di Massi era ad un centimetro dal mio.
 Le mie labbra erano calde, invase da un tepore bruciante. Era il contatto con le labbra di Massi a farmi vorticare in quel caldo abbraccio.
 Mi stava baciando, ancora una volta di sorpresa, senza concedermi il tempo di realizzarlo.
 La sua mano salì lenta verso il mio collo, affondando delicata tra i capelli, costringendo le nostre labbra ad un contatto più profondo e sensuale. I miei occhi si chiusero nel momento in cui le labbra si aprivano a quel bacio. Intenso, passionale, senza limiti.
 Il profumo del suo corpo mi avvolse.
 Il sapore della sua bocca m’inebriò fino a perdere la concezione di tempo e spazio.
 Posò l’altra mano sulla mia schiena e mi sentii ardere da dentro. La sua pelle cercava la mia, i suoi sensi assaporavano i miei, la sua mente si fece largo nella mia, prepotente proprio come lui.
 -Vale!-
 Il mio nome quasi urlato, da una voce conosciuta, mi riportò con i piedi per terra.
 Mi staccai subito da Massi e, per un riflesso incondizionato, la mia mano si scontrò con la sua guancia per la seconda volta.
 -Ancora?- chiese lui guardandomi con quel verde reso liquido dal desiderio.
 I baci rubati non mi erano mai piaciuti, i suoi erano meravigliosi oltre il lecito. Non mi era mai successo di provare emozioni travolgenti fino a quel punto ma dovevo rimettere le cose a posto e uno schiaffo era stata l’unica soluzione scovata dal mio istinto.
 -E’ mia figlia quella che stai baciando?-
 Un’altra voce conosciuta che mi fece trasalire più dell’altra.
 Mi voltai.
 I miei genitori mi fissavano con aria sbalordita. Mio padre era sorretto da mia madre, che stentava a tenerlo dritto.
 -Papà, hai bevuto?-
 -Solo un pochino- rispose lui sorridendo beato. –Quel vino bianco scendeva giù che era una bellezza.-
 -Abbiamo festeggiato con dei colleghi e tuo padre si è lasciando trascinare in una gara di bevute.-
 Alzai gli occhi al cielo. Avere dei genitori festaioli aveva diversi pro e contro. Ciò che mi si era presentato davanti era uno dei contro.
 -Massi, tornatene a casa- lo fulminai con lo sguardo e mi diressi verso mia madre per aiutarla a portare papà in casa.
 -Tu stavi baciando mia figlia?- chiese mio padre ancora una volta.
 -Sì, signore.-
 La faccia tosta di Massi non si fece attendere. Guardava mio padre dritto negli occhi, fermo al suo posto.
 -Hai sentito Adele…?- si rivolse a mia madre. –Mi ha chiamato signore.-
 Il signor Giancarlo Ferrari scoppiò a ridere. Una risata che rimbombò per tutta la via deserta.
 -Mi ha chiamato signore…- mormorò ancora divertito. –Sto invecchiando.-
 -Papà, forza- mi passai il suo braccio dietro al collo dopo aver raccolto le chiavi. –Andiamo dentro.-
 -Ti serve aiuto?- chiese Massi facendo un passo nella nostra direzione.
 -Fermo lì- esclamai. –Qui ci penso io, puoi andare.-
 Lui si bloccò continuando a guardarmi. Conoscevo quel tipo di occhiate. I miei genitori erano gente fuori dalle righe: erano allegri, sempre pronti allo scherzo, giovani per avere una figlia della mia età. La combinazione di tutti questi elementi spesso portava il risultato di stranire la gente che non poteva capirli.
 Genitori meravigliosi ma complicati da gestire in pubblico.
 Quella sera il pubblico in questione doveva proprio portare il nome di Massimiliano Draco?
 -E’ carino- mi sussurrò mamma da dietro le spalle del marito. –Da dove è saltato fuori?-
 Non avevo bisogno di guardare Massi per vedere un sorriso compiaciuto distendere le sue labbra, le stesse che stavo baciando solo pochi istanti prima.
 -Mamma, ne parliamo dopo, okay?- meglio tenere a bada la curiosità della donna che mi aveva messo al mondo finché ne avevo modo.
 -Ottima scelta, figliolo- papà si staccò da noi e barcollò porgendo la mano a Massi.
 Lui la strinse esitante: non capiva quale fosse l’obiettivo di mio padre.
 -Vale è un bellissima ragazza, e non lo dico perché si tratta di mia figlia, bada bene. Mi congratulo con te per il tuo buon gusto. Avete la mia benedizione… Com’è che ti chiami?-
 -Massimiliano Draco, signore.-
 -Ah, che nome esilarante.- Una nuova risata fu l’unico suono udibile per strada.
 Gli occhi di Massi si spostarono verso di me, ma io fissai lo sguardo sui mattoni del marciapiede. Non volevo un confronto con lui. Il bacio, i miei genitori, erano argomenti troppo scottanti per poterli affrontare con uno scambio di occhiate.
 -Mio caro Massimiliano. Vale è tutta tua.-
 -Signore, la ringrazio ma…-
 -Niente ma, l’hai baciata e ora te la tieni.-
 A quel punto dovevo intervenire prima che l’alcol concedesse a mio padre di lasciarsi andare a nuove sciocchezze.
 -Andiamo, papà!- lo afferrai per un braccio e lo trascinai verso il portone. Era arrivato il momento di entrare in casa e di chiudermi dentro a vita. Non ne potevo più di quella serata.
 Mamma aprii il cancello mentre io sorreggevo papà.
 -Vale…-
 -Ci vediamo a scuola, Draco.-
 Il portone si richiuse alle mie spalle mettendo una barriera tra me e quel ragazzo che ancora stentavo a comprendere.
 Un’ora dopo, i miei genitori dormivano tranquilli nel loro letto e io me ne stavo sotto le coperte a fissare il soffitto stellato della mia camera.
 Le mani dietro la testa e la mente oberata di lavoro. Se non avessi smesso di pensare a quel bacio non sarei riuscita a farmi cullare dalle braccia di Morfeo. Mi stavo già rassegnando all’idea di restare ad occhi spalancati per tutta la notte.
 Fissavo le stelline, confidando nella magia per anni era stata la miglior panacea. Il loro effetto stava svanendo: ogni volta che riuscivano a sbiadire l’immagine di Massi nella mia mente, il suo sapore m’invadeva redendo di nuovo vivida quella visione.
 Mi girai sul lato. Fuori dalla finestra potevo vedere la luna e stelle vere. Neanche loro sortirono un grande effetto.
 Avevo l’odore di Massi addosso, oppure si era fissato nelle mie narici, le aveva contagiate ed era deciso a non andarsene mai più.
 Mi stavo impelagando in una storia senza futuro. Delia era fondamentale per Massi e io non avevo alcun diritto di mettermi in mezzo per un’attrazione priva d’importanza.
 Lo stesso avrebbe dovuto fare Massimiliano Draco. Nessun altro bacio rubato, questo era certo.
 Chiusi gli occhi, sperando che il buio totale potesse venirmi in soccorso.
 Niente più Massi, mai più. Il mio cuore in tachicardia al ricordo dei nostri baci, avrebbe dovuto arrendersi, e lo avrei costretto a farlo.
 Non ero il tipo da fare lo stesso errore due volte, figurarsi se ce ne sarebbe stata una terza. 




|| L'Autrice || 

Questo è l'ultimo capitolo che pubblicherò. Sono alla ricerca di una casa editrice quindi non mi è possibile pubblicare tutta la storia.
Su wattpad potrete trovare una parte del capitolo 11, e alcuni spoiler ed estratti sul resto della storia. 

https://www.wattpad.com/393233624-il-figlio-della-prof-capitolo-11-queen-new-version

 
Voi non avete idea di quanto vorrei farvi leggere tutta la storia adesso. 
Sono in attesa della valutazione da parte della mia editor, e spero che presto trovi un editore a cui piaccia e che decida di investirci. In caso contrario, la metterò in vendita su Amazon. 
Questa nuova versione è stata una vera avventura. Non credevo che una semplice revisione si sarebbe trasformata in un romanzo del tutto nuovo e che, se devo essere sincera, mi piace e mi coinvolge molto più del primo (mi faccio critiche e complimenti da sola ahahhah). 
Cercherò di darvi presto notizie riguardo la pubblicazione.

Grazie per essere arrivati fino a qui. 

Un abbraccio

Scarcy Novanta (Francesca V. Capone) 


Nota del 31/05/2017

Notizie sulla pubblicazione 

Salve a tutti! 

Uso questo spazio per aggiornarvi riguardo la pubblicazione del libro. 

La mia editor ha letto il manoscritto. 

Con mia grande soddisfazione, la trama e i personaggi della nuova versione de "Il Figlio della prof" li ha trovati molto molto validi (lo ammetto, mi ha riempita di complimenti). Non ha trovato nulla da cambiare, a parte il titolo che quindi non sarà più "Il Figlio della prof". Presto vi farò sapere quale sarà il nuovo titolo ma i personaggi saranno sempre loro, Massi e Vale. Darà una sfoltita alle parti un po' troppo pesanti alla lettura e farà la correzione bozze per gli errori grammaticali e ortografici. 

A questo punto, passo alle notizie che forse vi interessano di più.

Ragionando insieme all'editor, che conosce tutti i meandri dell'editoria italiana, siamo giunte alla conclusione che aspettare di trovare una casa editrice per pubblicare il libro ci porterebbe via quasi un anno. Le case editrici, di solito, se ricevono manoscritti che vogliono pubblicare in questo periodo dell'anno, molto spesso li inseriscono nelle pubblicazioni dell'anno successivo. Perciò se ci affidassimo ad una casa editrice, prima del 2018 non verrebbe distribuito. E non parlo di gennaio 2018, ma anche di aprile o maggio. 

Quindi la decisione è questa: 

useremo giugno e luglio per correzione, impaginazione e copertina per poi rendere disponibile il libro su Amazon. La probabile data di uscita sarà settembre 2017!

Nel frattempo, la mia editor cercherà una casa editrice. 

E' ovvio che più letture avrò su wattpad e, soprattutto, più acquisti ci saranno su Amazon, più aumentano le probabilità di trovare una casa editrice. La mia editor è anche abbastanza ottimista. Vuole puntare a case editrici di un certo livello. 

La nuova versione, per esigenze di trama che voi ancora non conoscete, avrà bisogno di un seguito, e questo, unito agli acquisti su Amazon, potrebbe allettare diverse case editrici. 

Ovviamente, se non dovessi trovarne una, il seguito lo pubblicherò sempre su Amazon nel 2018 (anche se ancora devo scriverlo ahahahah). 

Sinceramente sono al settimo cielo! Era già mia intenzione pubblicare su Amazon, e spero di riuscire anche a convincere l'editor a non limitarci all'ebook ma a puntare anche sul cartaceo. Questo ancora non lo posso confermare, ma farò di tutto. 

Riassumendo: 

1. Giugno e luglio: correzione, copertina e impaginazione.

2. Agosto: siamo tutti in ferie, quindi lo lasceremo passare.

3. Settembre: probabilissima pubblicazione del libro! 

 

In più, la mia editor conosce un'agenzia di web markenting che si occuperà del booktrailer, di letture di estratti su youtube, e di tutta la pubblicità sui social. Ma di certo la migliore pubblicità sarete sempre voi. 

Credo di avervi detto tutto. 

Sono al limite delle lacrime per la felicità! 

Ringrazio tutte le ragazze di facebook che mi stanno sostenendo, e tutti voi, che anche solo con le letture contribuirete a questo mio progetto. Siete meravigliosi!

Un abbraccio enorme!

Scarcy Novanta (Francesca V. Capone) 

P.s. Stampatevi in testa il mio nome ahahahah Almeno quando il titolo cambierà avrete un punto di riferimento per acquistare il libro, il mio nome non lo posso cambiare ahahah 

   
 
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