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Autore: _siamoluceinsieme_    21/05/2017    0 recensioni
❝ «Aspetti» urlo ai quattro venti per tutta la stazione di Liverpool nella speranza che l'uomo si fermi.
Ma ormai è troppo tardi, lui è troppo lontano. Rimango ferma come una stupida con il suo biglietto da visita in mano. ❞
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«Come quella volta in cui salii su quel treno e dei passeggeri si sedettero qualche posto più in là rispetto a me.
Uomini della mia età, in trasferta per le vacanze. Uno di loro, non saprò mai chi,
portava il tuo profumo e provai una sensazione indefinita, un attimo prima,
una fitta per la gioia, un attimo dopo,
un colpo di nostalgia.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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❝ Siamo la generazione che ascolta troppe canzoni

oppure aspetta troppo alle stazioni.

Ci sfoghiamo con citazioni

e ci suicidiamo per imperfezioni.❞
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Le stazioni e gli aeroporti hanno visto più baci sinceri che qualsiasi sala dei matrimoni in ogni comune.

Amo quei luoghi in cui le persone si rivedono dopo tanto tempo. Quelle persone che mollano valigie in mezzo alla strada e corrono ad abbracciare le persone a cui vogliono un bene dell'anima. Sono i luoghi dove la gente si ama, i posti dove ci si ritrova.

Oggi mi ritrovo a vagare per una delle stazioni più famose del mondo, quella di Londra. Sono appena le 18.00 e sto aspettando l'ultimo treno diretto a  Liverpool al binario 2.

Mi guardo intorno e incrocio gli sguardi delle persone stanche, probabilmente di ritorno verso casa dopo una pesante giornata lavorativa, alla mia destra un uomo anziano seduto su un muretto che sorseggia una Beck's.

Salgo sul treno e colgo l'occasione per appisolarmi, quanto basta a riprendermi per almeno riuscire a sorreggermi in piedi. Sono sul treno.

Mi giro, al mio fianco un uomo che sta leggendo una rivista motociclistica. 

Lo osservo con attenzione lanciandogli, di tanto in tanto e di nascosto piccole occhiate.  Ha la mia età, poco più di trent'anni, i capelli scuri che cominciano ad ingrigirsi sulle tempie. Indossa un orologio dal quadrante grosso, probabilmente molto costoso, si direbbe che sia un Breitling. Si sta mordicchiando l'interno della guancia, sembrerebbe essere abbastanza nervoso o forse, chissà, semplicemente assorto nei suoi pensieri.

Osservo il paesaggio guardando fuori dal finestrino.  Ormai, prendendo questo treno tutti i giorni, lo conosco a memoria e sarei capace persino di definirne i tratti ad occhi chiusi.

Chiudo gli occhi e scrollo la testa all'indietro sul duro schienale di plastica, cercando di abbandonare ogni pernsiero e ogni problema.

L'uomo ripone la rivista nella sua cartella da lavoro e si dirige verso l'uscita.

Una fermata dopo, scendo io.

**********

Sono tornata a casa, non riesco a respirare per i mille pensieri che vagano per la mia testa. 

Mi sento prudere dappertutto.

Sento il forte bisogno di svagarmi, insomma prendere una boccata d'aria. Mi dirigo a passo lento al negozio vicino casa. Ho acquistato quattro lattine di gin tonic e una bottiglia di vodka alla fragola. 

Stavolta posso dire di essermi davvero superata...

Mi sono avviata alla cassa poggiando il tutto sul banco, non curandomi dell'espressione del ragazzo. Ribrezzo. Gli facevo schifo o forse provava pena per me. 

«Quindici sterline.» 

Prendo i soldi dalla tasca dei miei jeans e glieli porgo, lui mi ringrazia con un sorriso falso così che afferro il sacchetto e mi incammino verso l'uscita lieta di essermene appena andata da quel postaccio.

Apro la prima lattina mentre mi incammino verso casa immersa nei miei pensieri. Non voglio pensare a nulla e invece, non ci riesco, guarda caso passando dal parco vedo solo persone allegre e spensierate: bambini che giocano con i loro genitori o con amici. Le loro risate mi rimbombano in testa come una canzoncina fastidiosa. 

Mannaggia a me che ho scelto di passare per il parco.

Trattengo le lacrime o meglio, ci provo, mi siedo su una panchina e cercando di mantenere la calma.  Osservo i bambini davanti a me dondolarsi sull'altalena.

Ho sempre pensato a come potrebbe cambiare la mia vita se anch'io avessi una famiglia. Sono ormai quattro anni che non ho una relazione stabile con qualcuno. Nonostante non sia una "romanticona" alcune volte penso a come potrei davvero dare una svolta alla mia vita se solo mi lasciassi andare ogni tanto.

Mi sono scolata la seconda lattina e ho attaccato la terza. L'alcol è entrato in circolo, ma l'effetto benefico è durato pochi secondi, poi mi è venuto da vomitare. Stavo bevendo troppo in fretta. Sono una persona instabile, malferma, precaria e vacillante,  non so se qualcuno riuscirà mai a cambiare questo mio atteggiamento.

A testa bassa mi dirigo di nuovo verso casa, il quadrante del mio orologio indica le sette di sera.

**********

Sono appena le otto e mezza di sera e mi ritrovo sola nel mio piccolo appartamentino. Stasera ho deciso di ordinare una pizza e di guardare un film in televisione.

Giro i canali, ma danno solo film d'amore e di crimine. Alla fine decido di selezionarne uno a tema amoroso: "La risposta è nelle stelle". È appena iniziato, sembrerebbe un film accattivante. Nel mentre hanno suonato al citofono, a fatica e di malavoglia mi alzo dal divano e vado a rispondere. Apro la porta di casa mia, dinnanzi a me una donna dai capelli biondo oro cosí curati e lunghi fino alle spalle, pettinati in sottili trecce. La sua frangia, raccolta al lato della testa da un grosso fermaglio a forma di fiocco, è biondo scuro e mossa. 

Ha una treccia spessa e lunga dietro la testa, fermata da un elegante elastico. I capelli iniziano a scurirsi: alla radice vi è un biondo chiaro brillante e man mano che si scende verso le punte, diventano più scuri, fino a diventare castano chiaro. Gli occhi, così azzurri e rotondi, le danno  quell'espressione da Barbie e le grandi labbra carnose, accentuate da un rossetto rosso, mettono in risalto la sua dentatura perfetta. Sorride e riesco ad intravedere due fossette che si inarcano sulle sue guance rosse. Il naso è all'insù, la carnagione è chiara.

Rimango per un paio di secondi a fissarla incantata. Pago la pizza e la ringrazio lasciandole anche il resto.  Le faccio un cenno con la mano per salutarla e lei contraccambia sorridendomi.

Mi accomodo sul divano a due posti bianco in ecopelle e proseguo nella visione del film. Dopo pochi istanti mi addormento.

 

   
 
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