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Autore: Tefnuth    22/05/2017    0 recensioni
Da quando è stato imprigionato nel mondo dello specchio, l'unico pensiero che occupa la mente di Hayden è il desiderio di vendetta contro Rei. Nulla può distrarlo del tutto da questo chiodo fisso, non gli svaghi che si è creato né la compagnia di una piccola ombra.
Rei, invece, sta assaporando ogni secondo della vita reale portando con sé un gran segreto.
Entrambi pensavano che non si sarebbero mai più rivisti, invece i loro destini torneranno ad intrecciarsi grazie all'intervento di un personaggio misterioso, che offre a Hayden la possibilità di vendicarsi.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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~~"Mi hai ingannato!" affermò Hayden, puntando l'indice destro, dritto come un fuso, contro Miroir.

"Non mi sembra che fossi tenuto a dirti quali fossero le mie ragioni" rispose semplicemente lo spettro di vetro; al suo interno la nube bluastra aveva assunto un'insolita sfumatura rosso-viola, che si mostrava in piccoli lampi.

"Invece si, visto quello che sono venuto a sapere" replicò Hayden.

"Lascialo andare. – S'intromise Rei, interponendosi tra l'amico e il nemico. – Volevi me, e ora sono qui".

"Non posso farlo: ha firmato la sua condanna quando ha rimesso piede qua dentro"

Ribatté lo spettro, nella cui mano si stava materializzando una sfera di cristallo.

Percependo il pericolo imminente Rei si voltò verso Hayden, lo abbracciò e gli sussurrò all'orecchio di pensare al cielo. In seguito ali di vetro comparvero sulla sua schiena, ed entrambi si librarono in aria in un cielo che, poco alla volta, si formava dinanzi a loro sostituendo il vuoto.
"C...com'è?" balbettò Hayden mentre si teneva ben stretto all'angelo di cristallo.
"Non ho più controllo su questo posto, ma se mi concentro bene posso ancora modificare il mio corpo. E' un grosso dispendio di energie, ma non ho avuto altre idee"
Spiegò Rei sbattendo con forza le sue ali, per andare il più veloce possibile.
Kyaaaaaaah. 
Le nuvole sotto di loro tuonarono, e poi si aprirono sputando una sfera che esplose in una miriade di frammenti non lontano dal duo. Alcuni spilli colpirono le ali di Rei, frantumandole, e i ragazzi precipitarono nel vuoto. Prontamente Hayden fece comparire il caldo mare in cui caddero e, subito dopo, l'asciutta terraferma (sebbene fosse solo uno scoglio immerso nel vuoto, e non la spiaggia morbida che il ragazzo si era immaginato). Per Hayden la caduta aveva comportato solo un temporaneo disorientamento; Rei invece ne era uscito fortemente provato (le incrinature si erano infittite) e non riusciva ad alzarsi.
"Come stai? – Chiese Hayden all'amico. – Dimmi qualcosa!"
"Scappa! Esci da qui e rompi lo specchio"
Sussurrò Rei nel frattempo che l'altro lo aiutava a sedersi.
"Non ti lascio qui, da solo, un'altra volta" replicò immediatamente Hayden.
"Piantatela con questi discorsetti. – Li interruppe Miroir, atterrando con la gigantesca forma di un orribile spettro scheletrico la cui parte inferiore era costituita unicamente da un prolungamento della colonna vertebrale, coperto da un mantello in cui si intravedevano molti volti che emettevano orribili lamenti. – Mi state facendo venire il voltastomaco".
"Perché?" gli domandò Hayden, cercando di prendersi il tempo necessario a trovare un modo per uscire da quella situazione.
"Perché lui era l'unico a poter uscire da qui"
Rispose Miroir riprendendo la forma umanoide.
"Che vuoi dire?"
Balbettò Rei, tanto stanco da doversi sorreggere all'amico per restare in piedi.
"Tantissimi anni fa eri proprio come il tuo amico: un ragazzino del mondo reale. L'unico figlio di due genitori che non andavano mai d'accordo. E' stato facilissimo, per me, avvicinarti e farti credere che fossi un amico. Ah, ricordo ancora quei tempi, quando eri così disperato da passare gran parte delle giornate insieme a me. Ma, come la tua copia, avevi capito che c'era qualcos'altro sotto le mie gentilezze. Per questo ti imprigionai e cancellai la tua memoria, rendendoti una creatura di questo mondo; anche se i tuoi natali ti davano la possibilità di andartene quando ti pareva"
Spiegò lo spettro fingendo di rimirarsi le unghie delle dita.
"TU MENTI! NON E' VERO!"
Sbottò Rei in preda ad un attacco isterico.
"Vero come l'aria che respiri. Se non fossi nato nel mondo reale, ti saresti disintegrato appena uscito da qui. Avrei voluto usare il tuo corpo per andarmene, ma tu sei scappato prima. Il resto è storia".
Rei si inginocchiò, cercando di sopperire la sensazione di vuoto che stava provando in quel momento
"I...io"
Balbettò stringendo la mano a Hayden, il quale cercò di dargli conforto stringendolo a se.
"Se quello che dici è vero, perché non hai fatto lo stesso con me?" domandò poi a Miroir.
"Tu hai creato un legame con Bill, non con me, per questo non sarei mai riuscito a riservarti lo stesso trattamento né ad usarti come tramite. L'unica cosa che mi sono potuto permettere, purtroppo, è stato di assicurarmi che tu non trovassi un modo per scappare prima che mi mostrassi. Il resto è stato semplice: due paroline e sei andato dove volevo io"
Ridacchiò Miroir.
"Qui sarà meglio andarsene" pensò Hayden, e prima ancora che Miroir potesse dire qualche altra parola, fece apparire dietro di sé un portale. Trascinando Rei ci si infilò dentro, rinchiudendolo ancor prima di potervi creare un mondo al suo interno.
"Credete di poter scappare? – Sussurrò Miroir, rimasto solo sullo scoglio. – Gli darò qualche minuto per riordinare le idee, dopodiché moriranno entrambi".
Nel frattempo, nella stanza vacua che Hayden aveva creato su due piedi mentre attraversava il portale...
"La situazione sta andando di male in peggio. – Affermò Hayden, in piedi contro una parete; aveva fatto sì che quella dimensione fosse nascosta da altre, tuttavia sapeva che non avevano molto tempo. – Dobbiamo trovare una soluzione, tu sai niente che ci possa essere utile?" domandò a Rei il quale era seduto per terra, con le ginocchia al petto e lo sguardo perso nel vuoto. Non sembrava che lo avesse sentito.
"Rei? – Il biondo si avvicinò all'amico. – Ti prego, ho bisogno che mi aiuti" lo supplicò posando le mani sulle sue spalle.
"Non so proprio niente. – Esordì il ragazzo di cristallo a voce alta. – Non ho nemmeno idea di chi sia io".
"Io lo so: sei il mio amico anzi...mio fratello. Il resto non mi importa. Però adesso ho proprio bisogno che tuti concentri, e che mi aiuti a metter su un piano" ripetè Hayden sedendosi vicino a Rei.
"Per far che? E' praticamente immortale"
Affermò il ragazzo di vetro, sconsolato e arrendevole.
"E se provassimo a farlo uscire? Praticamente l'ha detto prima: non sopravvivrebbe" ipotizzò Hayden, che di perdere le speranze proprio non ne aveva voglia.
"Non è stupido: chiuderà ogni passaggio, e ci impedirà di farne di nuovi"
Osservò l'altro.
"Ah maledizione, hai perfettamente ragione".
"Te l'ho detto, non c'è nulla da fare".
"Sono sicuro che ci sia un modo, dobbiamo solo analizzare la situazione e trovare il possibile punto debole di Miroir" sostenne Hayden mettendosi una mano tra i capelli.
"Quale punto debole? – Sbottò nuovamente Bill. – Ha rischiato solo quando mi ha..."
Si bloccò di colpo.
"Ti ha? Avanti"
"Mi ha cancellato la memoria, e mi ha tenuto in vita, ma avrebbe potuto fin da subito impossessarsi del mio corpo. Forse c'è un motivo valido"
Suppose il ragazzo di cristallo, sembrava che l'idea gli avesse ridato un po' di fiducia.
"In effetti non è stata una bella mossa. – Concordò Hayden, poi la mente gli si illuminò – E se tu avessi trovato un modo per distruggerlo? Magari nemmeno lui sa come potrebbe morire, e vorrebbe scoprirlo. Ecco la spiegazione: sperava che tu lo portassi alla soluzione, anche inconsciamente".
"Un po' difficile, visto che non ho alcun ricordo di com'ero prima"
Dichiarò Rei meditabondo.
"Dove stavi, quando non eri con me? – Gli domandò Hayden. – C'era un posto dove passavi il tempo, da solo?".
Illuminato da chissà quale spirito, Rei si alzò di scatto, prese per mano Hayden e lo condusse attraverso un piccolo portale che portò entrambi in una stanza che il ragazzo del mondo reale non aveva mai visto. Non era molto grande, né aveva un particolare stile, piuttosto sembrava un luogo in cui collezionare diversi oggetti di epoche diverse (una in particolare). A una delle estremità, un letto a baldacchino con l'intelaiatura in legno scuro e le tendine bianche, che faceva coppia con le travi sul...soffitto?
"Che posto è, questo?" chiese Hayden guardandosi intorno.
"La mia...stanza privata. – Rispose Rei, titubante perché non sapeva se definire quel luogo una camera da letto oppure no. – Non l'ho creata io, l'ho semplicemente trovata in uno di quei giorni in cui non stavo facendo niente. Non è un granché, non lo è mai stata, ma dopo che ho scoperto che Miroir non poteva entrarci..."
"Hai pensato bene di usarla come rifugio. – Continuò Hayden anticipando l'amico. – Visto quello che fa, può darsi che l'abbia creata tu nella tua...vita precedente". Gli scocciava aver detto quelle ultime due parole, ma non gli era venuto in mente altro.
"Se questo è vero, e se veramente avevo trovato il modo per liberarmi di lui, credo che questo sia l'unico posto in cui potremo trovare delle risposte"
Ipotizzò il ragazzo di cristallo, mettendosi subito a cercare nell'ammasso di oggetti che aveva accumulato per anni (chissà quanti poi).
Non fu un'impresa facile muoversi tra tutte quelle cianfrusaglie, sembrava quasi che fosse scoppiata una bomba in un negozio di souvenir, e più di una volta Hayden si fece male ad una mano; Rei invece, nonostante gli anni passati lontano da casa, si muoveva molto più agilmente anche se continuava a muoversi come se volesse imitare la fibrina che tiene insieme le piastrine (d'altronde era l'unico metodo per evitare che la roba gli cadesse sulla testa). Fu per sopprimere una risata alla nascita, nel vedere quella scena, che Hayden guardò sotto al letto dove notò una piccola discrepanza nella tarsia del pavimento.
"C'è qualcosa, qui sotto al letto" esclamò richiamando l'attenzione dell'amico.
Mettendo insieme le loro forze, i due spostarono il pesante pezzo d'arredamento, così che alla luce di una lampada fatta apparire lì a bella apposta si potesse vedere la parte difettata del pavimento: un'evidente incongruenza, come se qualcuno avesse tagliato di netto una parte della pavimentazione.
"Non me ne sono mai reso conto"
Affermò Rei avvicinando istintivamente la mano a quello che, poi, si dimostrò essere uno specchio che rivelò la propria identità solo quando la mano del ragazzo di cristallo ci finì dentro.
"Questo sì, che è interessante" commentò Hayden
"E' un portale piccolo: ne sento le pareti con le dita. – Dichiarò Rei, scrutando un po' fino a che la sua mano non afferrò quello che vi era contenuto all'interno. – C'è qualcosa"
Aggiunse tirando fuori un piccolo quaderno, con la copertina in pelle rossa e le pagine tutte ingiallite.
Con il respiro affannato per l'ansia, Rei aprì il fragile libricino ed iniziò a sfogliarlo. Su quelle pagine, consunte dagli anni, c'erano appuntati antichi ricordi della vita precedente di Rei: la solitudine causata dalla difficile situazione famigliare; il desiderio di non essere figlio unico; la conoscenza e il rapporto con Miroir, fino alla nascita del sospetto che non tutto fosse come sembrava. Nelle ultime pagine, c'era la triste e ultima dedica dell'umano Rei.
"Quella che pensavo fosse una presenza amichevole, si è rivelata una presenza oscura. Quanto sono stato ingenuo, a fidarmi di uno come lui. Non so cosa voglia, ma da tempo ho compreso che tutto quello che ha fatto doveva solo allontanarmi ancora di più dai mii genitori. Ho il presentimento che, perfino adesso mentre sto scrivendo nella mia camera, mi stia osservando. A nulla è valso infrangere lo specchio che ci ha fatti conoscere: lui è tornato con quello che lo ha seguito. Devo trovare un posto dove lui non possa entrare, per potervi nascondere anche questo diario. In esso c'è il segreto su come distruggere quell'entità, e dal momento che di sicuro non sarò io a porvi fine, spero lo faccia un'altra anima buona e più scaltra di me. Se solo non fossi stato così avido nel voler avere una compagnia; se non fossi stato solo."
Alla fine la piccola autocritica era accompagnata dalla firma del suo autore: William.
"Quindi ti chiamavi William. – Commentò Hayden. – Che assurda coincidenza".
"Non c'è tempo, ora. – Ribatté Rei sfogliando avanti e indietro le altre pagine del diario. – Dove diavolo HA...HO scritto la soluzione"
Andava così veloce che un paio di pagine si strapparono (per loro fortuna non erano rilevanti).
"Con calma, o romperai tutto e addio salvezza" esclamò Hayden prendendo il diario dalle mani dell'amico. Sfogliando, molto lentamente, trovò un disegno nascosto sotto la copertina. Aveva trovato ciò che cercavano.
"Non è rischioso? – Osservò Rei interrogativo. – E se peggiorassimo tutto? In fondo l'ho scritto quando ero piccolo"
Domandò mentre un piccolo terremoto li avvertì che Miroir si stava avvicinando.
"E' possibile, ma non abbiamo alternativa. E poi, se eri anche solo la metà di come sei adesso, confido nella riuscita del piano" affermò Hayden riponendo il diario dove era stato trovato.
"Allora troviamo un diversivo, perché ci vorrà del tempo"
Suggerì il ragazzo di cristallo.
I due lasciarono quella dimensione, e quando alcuni istanti più tardi Miroir riuscì a fare irruzione trovò una copia di se stesso. Stava immobile, al centro della stanza, e sembrava proprio che fosse lì per infastidirlo.
"Tsè. Hanno una bella faccia tosta, a pensare che un simile pupazzo possa fermarmi. – Si disse lo spettro avanzando verso il fantoccio. – Devo ammettere, però che l'idea di questo piccolo luogo non era male".
Si era già immaginato che avrebbe distrutto quella ridicola imitazione con un sol soffio, tuttavia quando fu lì per trafiggerlo con la mano questo si animò e parò il colpo. Immediatamente dopo, il falso Miroir sferrò un calcio frontale che fece indietreggiare l'avversario. Miroir si dovette prendere alcuni secondi, per riaversi dal colpo subito (mai avrebbe pensato che un fantoccio potesse fargli male) e ricambiò il gesto con una sfera di cristallo. La copia modificò la struttura del proprio braccio, in modo da creare uno scudo, ma la potenza del colpo dell'originale frantumò la sua difesa e, di conseguenza, chi vi stava dietro.
Il fantoccio aveva terminato il suo compito.
"Stupidi stratagemmi del genere non possono fermare uno come me"
Enunciò fiero Miroir, proprio mentre il suo sguardo si posava sul portale che Rei e Hayden avevano lasciato, volontariamente, in bella vista.
Lo oltrepassò, e si ritrovò in una dimensione tutta buia. L'unica fonte di illuminazione era il cono di luce sotto cui stavano i ragazzi.
"Avete finito di scappare, coniglietti? Inizio ad essere stanco dei vostri capriccetti"
Disse loro lo spettro avanzando di alcuni passi.
"E' finita per te, mostro!"
Esclamò deciso Rei.
Infastidito dalla determinazione del ragazzo, Miroir balzò in avanti con la stessa indole di un grande felino, tuttavia quando le sue braccia colpirono i ragazzi questi svanirono nel nulla. Erano solo degli ologrammi ben fatti.
"Non dovevate farmela pagare? – Domandò lo spettro. – Non mi sembra che vi stia riuscendo bene".
"La pagherai, eccome se lo farai"
Rispose Rei, anzi uno dei suoi ologrammi che avevano circondato lo spettro e che poi si trasformarono in specchi.
"E questa, che roba è?"
Sì chiese la presenza oscura, che cominciava veramente ad avere paura.
Da uno degli specchi, si dipartì un fascio di luce che colpì Miroir in pieno petto e atterrò sullo specchio alle sue spalle colpendo anche il suo riflesso. Un secondo fascio, da un altro specchio, fece la medesima cosa, poi il terzo e via via tutti quanti.
"STUPIDI MOCCIOSI. – Imprecò Miroir. – Ora vi faccio vedere io"
Esclamò, ma quando provò a muoversi scoprì di non poterlo fare.
"Ora non fai più il gradasso, eh?" gli disse Hayden, quello vero, in mezzo a due specchi. In mano aveva una mazza da baseball.
"E' il momento di saldare il tuo debito"
Aggiunse Rei, dietro a Miroir. Anche lui aveva una mazza in mano.
"E come farete? – Chiese lo spettro, sogghignando per nascondere il suo timore. – Per ora siete riusciti solo a bloccarmi".
"Così"
Affermò Rei prima di rompere uno degli specchi con la mazza.
Nell'istante in cui il vetro si incrinò, e i pezzi ricaddero a terra, Miroir sentì una profonda fitta nel petto: nel punto di congiunzione dei fasci di luce, si era aperta una grossa incrinatura da cui usciva il fumo che costituiva l'interno del suo corpo.
"Aspetta, non ha visto bene. – Dichiarò Hayden giocando. – Ora glielo faccio rivedere io" e ruppe uno dei due specchi vicino a lui.
Un'altra incrinatura, questa volta Miroir urlò e iniziò a chiedere pietà.
"Non ne avrai, come non ne hai avuta per tutte le tue vittime" esclamarono insieme i ragazzi, continuando a rompere gli specchi.
Quando tutte le superfici riflettenti furono infrante, Miroir non esisteva più.

 

  
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