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Autore: chrono storm01    22/05/2017    6 recensioni
(Storia ad OC, iscrizioni chiuse)
Il campo Mezzosangue attraversa finalmente un periodo di pace, Gea e Crono sono definitivamente sconfitti, ma come al solito, l'idillio non è destinato a durare.
Estia, disperata, informa Rachel Elisabeth Dare e Chirone della sparizione del Vaso di Pandora affidatole dopo la guerra contro Crono, che avviene in contemporanea con la sparizione degli eroi della guerra contro Gea. Il tutto, senza nemmeno una profezia di preavviso.
Al centauro non resta così che informare i semidei del furto del vaso, che potrebbe rivelarsi più pericoloso e grave del previsto se finisse nelle mani di qualcuno in grado di controllarlo e a decidere di organizzare un'impresa congiunta con il Campo Giove per recuperarlo.
Ma cosa vuole veramente il ladro? C'entra qualcosa con la sparizione dei Sette della Profezia? Perché ha deciso di servirsi del vaso? Ma soprattutto, riuscirà il campo a vivere almeno un anno intero senza che qualcuno tenti di distruggere il mondo?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: I sette della Profezia, Nuova generazione di Semidei
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esmeralda aveva scelto la giornata sbagliata per svegliarsi di buon umore.
Aveva passato tutta la mattina a fare pensieri positivi sull’Impresa che aspettava lei e i suoi compagni di viaggio, e si era anche divertita allenandosi con Lou Sue (cosa che non avrebbe mai pensato sarebbe successa). Solo che poi, infinitesimale dettaglio, un fiume in piena aveva invaso il cielo di New York e Percy Jackson, la persona che stavano cercando di salvare, li aveva attaccati. Che fosse un segnale divino che diceva loro che cercare di essere gentili non ripaga mai?
Ad ogni modo, segnale divino o meno, il figlio di Poseidone più famoso di tutti e due i campi era veramente davanti a loro con stampata in faccia un’espressione di odio puro. Sembrava avesse appena scoperto che i sette semidei gli avevano fregato il pegaso.
-Percy?- balbettò basita Alex, con la stessa lucidità che ti aspetteresti da qualcuno dopo un una quindicina di bevute.
-Di sicuro non sono Annabeth, questo è certo- commentò il ragazzo, rompendo finalmente il silenzio. La voce era la su,indubbiamente. E pure le battutine sceme.
-Cosa ci fai qui?-tra tutti, Lou Sue era quella che era riuscita a mantenere un po’ più la calma, perciò fu lei a farsi avanti per prima, iniziando ad avvicinarsi al semidio.
-Sapete com’è, passavo di qua, e ho pensato di fare un salutino- Percy formò una bolla d’acqua e iniziò a giocarci distrattamente passandosela da una mano all’altra – Sono venuto solo per dirvi di smetterla di indagare sul Vaso di Pandora, se non volete passare un brutto quarto d’ora-
-Ma che accidenti gli prende?- sussurrò Esmeralda ad Adelaide
-Non lo so- rispose questa – Però mi è improvvisamente più simpatico-
-Senti testa bacata- Lou Sue non le mandava certo a dire – Dacci almeno una buona ragione per smettere di fare qualcosa solo perché ce lo stai dicendo tu. E già che ci sei, magari spiegaci anche perché tu e i tuoi amichetti siete scomparsi senza neanche una telefonata a casa!-
-Per quel che riguarda la nostra scomparsa, non credo che siano affari vostri- commentò Percy – In quanto all’altra cosa… vi basta come spiegazione il fatto che potrei distruggervi tutti con una mano?-
-Okay, a me questo tipo già stava sui nervi prima- commentò Drake incrociando le braccia – Ma adesso è ancora peggio-
-Sono d’accordo- si limitò a dire Mark, mentre Arthur non ebbe bisogno di esprimersi. L’aura di oscurità che si era formata intorno a lui diceva più di mille parole.
Quella messa peggio di tutti era Alex: in quanto figlia di Atena, la poveretta non riusciva proprio a trovare un lato logico a tutta la faccenda.
-Ma che accidenti sta succedendo?- chiese confusa la ragazza – Tu… tu eri sparito, rapito dal ladro del Vaso di Pandora-
-Brava, vedo che qualcuno qui ha studiato- Percy continuò il suo stupido giochino con la sfera d’acqua  - Sapete che c’è, non vedo perché mentirvi. Il Vaso di Pandora ha diverse capacità che nessuno ha mai saputo sfruttare. Può intrappolare la personalità di una persona, la sua anima, o parte di essa-
-Aspetta un attimo- balbettò ancora Alex – Significa che il vaso ha intrappolato la vostr… l’anima dei sette della profezia?-
-Bingo- sorrise malvagiamente (anche se sembrò più una smorfia da cattivo dei cartoni) Percy – Io sono Percy, ma allo stesso tempo non sono lui. Condivido i suoi ricordi, ma non le sue caratteristiche. Ma soprattutto, cosa più importante, io non posso essere ucciso, perché l’anima di Percy continuerà a darmi forza vitale in ogni momento-
-Wow- Adelaide non nascose il proprio stupore – Chi ha ideato questo piano stupendo?-
-Più che altro- la zittì Esmeralda – Perché tu sei stato così stupido da rivelarci il vostro piano per filo e per segno?-
-Non è ovvio?- sorrise nuovamente Percy, mentre la bolla cominciava lentamente ad espandersi, inglobandolo – Perché non potrete raccontarlo mai a nessuno-
-Questo lo vedremo, cervello algoso!- Lou Sue sfoderò i suoi pugnali d’oro imperiale e si lanciò all’attacco, ferita nell’orgoglio dalle parole sprezzanti del figlio di Poseidone.
Percy, che non stava aspettando altro, iniziò a far ruotare su se stessa la bolla d’acqua, che si trasformò in un potentissimo getto. Poi si lanciò contro Lou Sue. La ragazza cercò di parare con i suoi pugnali, ma si sbilanciò, e il getto la spedì fuoribordo.
-Nooooooo!- Esmeralda corse verso il parapetto della nave, mentre Mark, Drake ed Arthur si facevano avanti per distrarre Percy. La figlia di Eros aveva sempre pensato che sarebbe stata Adelaide a finire fuoribordo.
Quando si affacciò dal parapetto della nave, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. Lou Sue rimaneva sempre una figlia di Zeus, ed era riuscita a creare una corrente d’aria che la sostenesse, ma aveva perso i suoi pugnali, e stava cercando di recuperarli.
Esmeralda si voltò giusto in tempo per vedere Acqua Man che tentava di replicare il successo contro Lou Sue anche con gli altri ragazzi, ma loro gli stavano tenendo testa: Arthur spariva e riappariva da una parte all’altra del ponte e cercava di colpire a sorpresa Percy con la sua katana, Mark ed Alex erano in crisi perché entrambi disponevano solo di un pugnale a testa mentre il nemico aveva un simpatico fiume personale da cui attingere, così come Drake. Adelaide non sembrava star prendendo troppo sul serio il combattimento e si limitava a provocare Percy con qualche pernacchia ogni tanto per poi sparire nell’ombra sul più bello.
Ad Esmeralda venne improvvisamente in mente un problema di cui nessuno aveva tenuto conto: avevano mandato in missione dalla signora Jackson praticamente tutti i semidei più abili nel corpo a corpo e con più poteri, fatta eccezione per Lou Sue e Arthur. Ma la prima stava giocando al piccolo aviatore e il secondo non poteva evocare i suoi amati zombi in aria, perciò erano tutti fregati.
Arthur fu il primo a cedere. Ogni viaggio nell’ombra lo stancava più del precedente, e presto non riuscì a mantenere il ritmo seguito dal figlio di Poseidone, che vorticava per il ponte come una trottola impazzita. Il vortice di Percy lo colpì in piena faccia, talmente forte che lo spedì lungo disteso dall’altra parte del ponte. Il neo cattivo stava per finire il lavoro e mandare Arthur ad incontrare suo padre, quando Mark, arrabbiato come uno a cui hanno appena picchiato il ragazzo (paragone totalmente casuale) si mise in mezzo e tentò di colpire Percy attraverso l’acqua con il suo pugnale. E forse ci riuscì anche, perché il semidio ebbe un istante di esitazione. Purtroppo, un secondo dopo Mark venne spedito a far compagnia all’altro.
Erano rimaste solo Alex, che non aveva idea di come comportarsi, Adelaide, che si stava divertendo come una matta, e Esmeralda, che stava guardando la scena come se non centrasse niente con lei, totalmente traumatizzata.
La prima ad essere presa fu Adelaide, che stava decisamente dando sui nervi a Percy. La figlia di Menta sparì per l’ennesima volta sotto il naso del cattivo e riapparì poco lontano, solo che decise finalmente di tirare fuori la sua antica pistola e sparò senza tanti complimenti dritto contro Percy, colpendolo in pieno.
Il figlio di Poseidone cadde a terra senza neanche un lamento, e subito Adelaide esultò per la vittoria. Lei e Alex, e in un secondo momento anche Esmeralda, si avvicinarono a Percy per controllare le sue condizioni.
Con orrore, la figlia di Eros si rese conto che il ragazzo non stava perdendo sangue né aveva tantomeno il buco del proiettile da nessuna parte.
-Non è possibile!- si lamentò Adelaide – Devo averlo preso, l’ho ferito!-
-Ti svelo un segreto- mormorò Percy senza rialzarsi – Posso essere ferito. Ma tu non mi hai preso-
Esmeralda fece appena in tempo a fare un passo indietro quando un’ondata d’acqua esplose dritta contro Adelaide, che venne mandata a sbattere contro la porta per andare sottocoperta. Neanche il tempo di metabolizzare che qualcuno aveva finalmente picchiato la ficcanaso, che anche Alex fece la stessa fine, seguita dopo poco da Drake. Solo allora Percy volse lo sguardo su di lei.
-Spaventata tesoro?- le chiese con un sorriso – Tranquilla, tra poco sarà tutto finito-
Si rinchiuse di nuovo nella sua bolla d’acqua, e allungò diversi tentacoli per prendere tutti e quattro i ragazzi svenuti più Esmeralda. Solo allora la ragazza si rese conto di avere ancora con sé le frecce con cui si stava allenando insieme a Lou Sue. Poteva ancora salvare tutti, ma c’era un piccolo problema: lei non aveva mai ferito nessuno. Esmeralda odiava fare del male a qualcuno, fosse anche solo una semplice mosca, non ne era fisicamente capace.
Con le mani tremanti, la ragazza si costrinse ad incoccare una freccia, dicendosi che era l’unica speranza per tutti e sei e prese la mira contro Percy, che era talmente preso dal suo trionfo da non guardarla neppure.
“Scocca questa freccia!” si disse Esmeralda “Scoccala, fallo per tutti!”, ma la freccia rimase puntata e non partì mai, non ci riusciva proprio.
Esmeralda sentì le lacrime salirle agli occhi: stava per provocare la morte di cinque suoi compagni, la missione stava per finire prima ancora di cominciare. Percy stava per abbattersi su tutti loro, probabilmente li avrebbe annegati, quando improvvisamente parve fermarsi, confuso.
L’acqua aveva iniziato a tremare: era come se qualcosa si opponesse alla volontà di Percy di ucciderli. Esmeralda non capì come fosse successa una cosa simile, ma Percy stava già per riprendere controllo del proprio elemento, quando qualcosa calò in picchiata su di lui. Lou Sue aveva trovato i pugnali.
Lo aveva chiaramente colpito, perché la bolla in cui si trovava il ragazzo barcollò. Lou Sue si preparò ad un secondo scontro, ma notò Esmeralda tremante in un angolo della nave.
-Non restare lì impalata- urlò – Manda i pegasi a prendere gli altri!-
Solo allora la ragazza si ricordò dei pegasi. Gli altri ragazzi avevano senza dubbio sentito la confusione che stava provocando il loro scontro e non aspettavano altro che la loro occasione per intervenire.
Raccogliendo il coraggio che le rimaneva, la figlia di Eros si trascinò fino alle stalle dei pegasi.
-Andate a prenderli- spiegò loro con urgenza – Fate presto, vi prego!-
I cavalli alati dovettero percepire la gravità della situazione, perché partirono subito a tutta birra.
Esmeralda si ritrovò suo malgrado a sospirare sollevata. Non era ancora finita.
 
 
 
Blaine odiava sentirsi inutile.
Era una cosa che detestava proprio, gli dava fastidio non essere considerato, ma anche non potersi rendere utile in alcun modo. E la frustrazione di non poter aiutare i suoi compagni alle prese con chissà quale mostro sulla Argo II lo stava logorando.
In realtà erano frustrati un po’ tutti e sette, lì seduti sul marciapiede ad aspettare che la battaglia finisse e che qualcuno si ricordasse della loro esistenza, ma ognuno esprimeva il disagio in modo diverso.
Fabiana e Cyrus erano quelli che l’avevano presa meglio, e infatti si limitavano a guardare lo scontro con attenzione, cercando di capire cosa stava succedendo, insieme a Becky e Darren, ma questi ultimi erano molto più arrabbiati dall’impotenza della loro situazione. Neos ed Avery stavano discutendo animatamente di chissà cosa, mentre lui aveva deciso di sedersi in disparte rispetto agli altri per evitare di far vedere troppo la sua fragilità in quel momento. e con fragilità intendeva che avrebbe volentieri preso a pugni il marciapiede.
Blaine odiava sentirsi inutile in cose simili, si sentiva già abbastanza inutile di suo. Il suo essere fin troppo disinibito, il suo provarci con chiunque ritenesse anche solo un minimo interessante e il fatto di finire sempre per isolarsi dagli altri pur volendo disperatamente fare amicizia. Il suo carattere era talmente paradossale che lui stesso ammetteva di non sopportarsi alle volte. Per non parlare poi del fatto che stava pensando ancora una volta a se stesso mentre esattamente sopra la sua testa la sua migliore amica stava rischiando la vita. Ma l’ultima cosa a cui voleva pensare a quel momento era la battaglia della Argo II.
-Ehi- lo sorprese una voce gentile – Tutto bene?-
Blaine alzò lo sguardo e fu sorpreso di trovare Avery seduta accanto a lui. Che Neos l’avesse costretta a venire a parlare con lui.
-Tutto perfetto direi- ironizzò Blaine, nascondendosi come suo solito dietro l’umorismo – Non si nota? Noi siamo qui, abbiamo appena parlato amabilmente con una simpatica signora, mentre gli altri stanno rischiando la loro vita lassù. Non vedo perché dovrei sentirmi in colpa-
Avery parve a disagio dopo quella risposta: - Non te ne starai mica facendo una colpa, vero? Come potevamo sapere che sarebbe successa una cosa simile? Dovevano essere loro quelli al sicuro, non noi-
-Ironico, non trovi?- quasi ridacchiò Blaine – E invece noi siamo finiti a fare la muffa-
-Okay, tu non stai bene- decise Avery – Sei sicuro che sia solo questo che non va?-
-Io… vorrei solo essere lassù per poter fare qualcosa- spiegò laconico Blaine. “Mi sento già abbastanza inutile anche da solo, grazie”.
-Però sei qui- gli fece notare Avery – E non ne hai alcuna colpa. Smettila di preoccuparti per cose che non puoi cambiare, non ti aiuterà certo piangerti addosso!-
-Lo so, ma…-
-Niente ma!- insistette Avery – Tutto ciò che possiamo fare è aspettare e sperare che vincano quella battaglia o che ci mandino i pegasi, nient’altro!-
Blaine alzò finalmente lo sguardo dall’asfalto e incrociò i suoi occhi con quelli di Avery. Per la prima volta da quando la conosceva vide finalmente la determinazione e la voglia di agire anche nei suoi occhi grigi, e capì che la figlia di Ecate non se la passava certo meglio di lui in quanto a frustrazione.
Si lasciò finalmente andare ad un sorriso, anche se il pensiero della lotta degli altri continuava ad incombere.
-Che ne dici se proviamo a ridurre lo stress con quella tua trottola?- chiese speranzoso. Gli piaceva molto tutto quello che si rivelava insolito e strano, esattamente come la trottola di Avery.
-Tanto l’avrei usata lo stesso- rispose lei estraendola dalla tasca e preparandosi a farla ruotare.
Ignorando gli sguardi sdegnati dei passanti, la ragazza fece partire la trottola magica di sua madre. Guardando l’oggetto roteare, Blaine non poté fare a meno di rendersi conto che Avery, seppur fosse probabilmente stata costretta da Neos, era riuscita a farlo calmare un po’.
-Grazie Av- le disse con sincerità, toccandole con delicatezza la spalla.
Non seppe mai se la risposta della ragazza sarebbe stata “Non c’è di che”oppure “Non chiamarmi Av” (anche se Blaine puntava tutto sulla seconda), perché non appena toccò la ragazza, intravide qualcosa di strano nella trottola che girava.
Il figlio di Afrodite vide chiaramente un raggio di luce uscire da un vaso e raggiungere un’aura oscura situata più in alto. Come luce e oscurità si toccarono, divennero un solo raggio di luce grigia, che tornò a nascondersi dentro il Vaso di Pandora. Poi, la trottola cadde al suolo.
-Ma cosa…- balbettò inebetito Blaine – Cos’era quello?-
-L’hai visto anche tu?- gli chiese Avery, diventata improvvisamente anche lei molto più nervosa – Hai visto la visione nella trottola?-
-Sì- balbettò Blaine – Ma che accidenti era?-
Ma Avery non lo ascoltava più, era troppo concentrata sulla sua trottola: - Posso condividere le mie visioni…-
Con uno scatto degno di un velocista, la ragazza trascinò lì anche Neos e ricaricò la trottola.
-Tienimi per mano e guarda la trottola- gli ordinò la ragazza
-Avery, sono lusingato dalla tua proposta, ma sai che abbiamo gli stessi gusti amorosi- protestò Neos
-Cretino, ti ho detto di prendermi per mano, non ti ho chiesto di sposarmi!- continuò la figlia di Ecate.
Il ragazzo si fece presto convincere, ed entrambi i ragazzi, sotto lo sguardo attento ma ancora attonito di Blaine, parvero vedere qualcosa nella trottola, qualcosa che però il ragazzo non vide di nuovo.
-Un vaso?- fu il primo pensiero articolato che riuscì ad esprimere Neos – Che accidenti era quella roba?-
-Era una visione del futuro- spiegò Avery ad entrambi i ragazzi – Ne ho da quando usò questa trottola, e finora si sono sempre avverate tutte. Durante l’Assedio ho visto i sette della profezia sparire dentro il Vaso di Pandora, ed era proprio uguale al vaso che avete visto anche voi adesso-
-Ma che significa quella visione?- domandò Neos
-Lo so, ogni volta la trottola mi mostra delle immagini completamente criptiche, difficili da interpretare- continuò la ragazza – Pensavo di poterle vedere solo io fino ad oggi, per questo non l’ho mai detto a nessuno-
-Credo che dovrei ritenermi offeso, in quanto tuo migliore amico- brontolò Neos incrociando le braccia.
-Tu pensavi che la mia trottola fosse strana anche senza sapere delle visioni!- gli ricordò Avery – Probabilmente se te ne avessi parlato mi avresti fatta internare-
Neos aprì la bocca per rispondere, ma poi la richiuse senza dire niente. Evidentemente ci avrebbe fatto un pensierino.
-Mi dispiace interrompere questa avvincente conversazione- tossicchiò Blaine – Ma non sarebbe il caso di cercare di capire cosa significa questa visione? O magari, che so, potremmo informare gli altri-
-Ma siete sicuri che mi crederanno?- domandò esitante  Avery – Non voglio passare per una che cerca di attirare l’attenzione su di sé-
-Non potresti mostrare loro ciò che hai fatto vedere anche a noi?- chiese Neos
-Temo di no- ammise Avery – La trottola non mi mostra sempre delle visioni, mi succede solo a volte. Inoltre, non so quante volte mi possa far vedere la stessa cosa. Prima di oggi non mi era mai successo di assistere due volte ad una singola visione-
Blaine stava per ribattere, quando poco distante Darren si alzò di scatto in piedi.
-Basta, mi sono stufato!- urlò irritato il ragazzo – Ho ereditato un unico e solo potere da mia madre, e dato che ha a che fare proprio con l’acqua non vedo perché sprecarlo!-
Il figlio di Afrodite non capì subito dove il ragazzo volesse andare a parare, e a giudicare dagli sguardi confusi degli altri non lo sapevano nemmeno loro. Poi però Darren si era messo a guardare fisso verso la Argo II senza muovere un dito, e allora Blaine aveva iniziato a capirci ancora meno.
Fu solo quando l’enorme massa d’acqua che sormontava interamente la nave iniziò a tremolare come un budino durante un terremoto che il ragazzo capì che il figlio di Selene stava facendo qualcosa all’acqua.
-Usare il potere delle maree per fermare quella cosa- sussurrò ammirata Becky – Grande idea Darren!-
Neanche il tempo di dirlo che il ragazzo cadde a terra con un urlo e si portò le mani alla testa.
-Ho perso il controllo- spiegò mentre Cyrus lo aiutava a rialzarsi – Qualsiasi cosa stia manipolando l’acqua, è più forte di me. Non che ci voglia poi molto…-
-Non importa, hai fatto del tuo meglio- come al solito Cyrus era sempre pronto a cercare di far sentire meglio le persone. Blaine non capiva il motivo di tanta gentilezza.
L’intervento di Darren aveva innescato una reazione a catena. Nessuno di loro aveva più intenzione di restarsene fermo a guardare, ma allo stesso tempo nessuno di loro sapeva come rendersi utile. Probabilmente sarebbe finito tutto con la stessa depressione di massa di prima, ma Fabiana attirò improvvisamente la loro attenzione indicando qualcosa che era appena partito dalla Argo II.
-I pegasi!- gridò di giubilo Neos – Sono i pegasi!-
-Finalmente qualcuno è riuscito a farsi venire questa idea!- esultò Becky
Aspettare l’arrivo dei pegasi fu quasi una tortura per i sette ragazzi. Tutti loro fremevano dalla voglia di prendere a schiaffoni chiunque li avesse fatti preoccupare così tanto. Quando finalmente i cavalli alati giunsero a destinazione, tutti quanti stranamente molto calmi, ognuno di loro si precipitò in groppa a quello che aveva cavalcato durante il viaggio d’andata.
-Come mai sono così tranquilli?- si chiese Cyrus – Dovrebbero essere terrorizzati-
-Bella domanda- assentì Blaine accarezzando il suo – Effettivamente è strano-
-Non mi sembra il momento di porci queste domande- li riprese Darren – Avery, occupati della Foschia e nascondici bene. Forza ragazzi, pronti a partire!-
I sette incitarono i pegasi e si lanciarono a tutta velocità verso la barca volante.
Blaine si sentiva particolarmente su di giri: finalmente non si sarebbe più sentito inutile e avrebbe potuto dimostrare agli altri (e forse anche un po’ a se stesso) di valere qualcosa. Il ragazzo lanciò uno sguardo di sottecchi ad Avery, che era stata così gentile con lui poco prima, e per la prima volta si pentì di aver pensato di provarci con lei solo per estorcerle un favore.
Quando i pegasi raggiunsero la Argo II, Blaine e gli altri rimasero a bocca aperta, totalmente increduli. Il ponte della nave era diventato un campo di battaglia dove giacevano buona parte dei loro compagni di viaggio. Le uniche ancora in piedi erano Esmeralda, che non appena li vide corse loro incontro e Lou Sue, impegnata in uno scontro aereo-acquatico con il grande ammasso d’acqua che tutti loro avevano visto anche da terra, comandato da… Percy Jackson?
-Vedete quello che vedo io?- chiese Cyrus atterrando sul ponte e scendendo di fretta dal pegaso.
Darren, la cui mascella era rimasta spalancata, annuì, incapace di formulare pensieri coerenti. Il suo eroe stava attaccando i suoi amici. Probabilmente il suo cervello era in loop in quel momento.
-Quello non è Percy!- gridò Esmeralda raggiungendoli – Non ho capito bene chi o cosa sia, ma è tipo la sua parte malvagia o roba simile. E non può essere ferita, o così ha detto lui-
-E voi gli avete anche creduto, magari!- commentò Cyrus, facendo cenno a Becky e Neos di andare a soccorrere i feriti.
-Purtroppo è vero invece- Esmeralda stava praticamente tremando e non riusciva a stare ferma un secondo – Adelaide gli ha sparato, ma è riuscita solo a rallentarlo… e poi io… io dovevo colpirlo con una freccia… ma non ce l’ho fatta…-
Avery e Blaine le furono subito accanto. Il figlio di Afrodite sapeva che Esmeralda non riusciva a ferire o uccidere neanche i mostri, figurarsi colpire un altro semidio. Avery cercò di farsi raccontare da lei cosa era successo e come aveva fatto Percy a mandare al tappeto gli altri, ma la figlia di Eros era sotto shock.
“E adesso che si fa?” scrisse Fabiana mostrando il taccuino a tutti loro
-Non vedo altre opzioni- rispose Cyrus, anche se dallo sguardo si capiva che le stava cercando disperatamente – Ci hanno attaccato, no? E noi rispondiamo-
 
 
Alex  ricordava vagamente del fiume volante e dello sparo. Poi però le era passato sopra un pullman e lei aveva perso i sensi.
Quando riprese conoscenza accanto a lei c’era Neos. Ma era quello vero oppure se lo stava solo immaginando? Il colpo era stato veramente così forte?
-Avete…- biascicò tentando di formulare dei pensieri che non riguardassero il suo lancinante mal di testa – Avete preso il numero di targa?-
-Come scusa?- le chiese  gentilmente Neos – Becky, fai in fretta con Drake, questa mi sembra messa male!-
Allora Alex fu certa di stare avendo un’allucinazione. Poi però trovò la forza di alzare lo sguardo e vide Lou Sue che tentava di tenere testa ad un intero fiume comandato da Percy e allora capì di essere pienamente cosciente. Subito dopo però Neos lanciò il suo chackram cercando di colpire Percy, ma il semidio malvagio deviò facilmente grazie ad un getto d’acqua. E allora la figlia di Atena capì di non star capendo proprio niente.
Grazie agli dei, Becky arrivò in fretta, e il suo tocco curativo le fece passare sia il mal di testa che il mal di tutto il resto, e finalmente Alex riuscì a tornare lucida. Evidentemente qualcuno era riuscito a mandare i pegasi a prendere i sette semidei bloccati a terra.
Una freccia venne scoccata da dietro di lei e subito dopo Avery fu al loro fianco. La mira era perfetta, ma Percy si spostò di scatto, e per poco la freccia non colpì Lou Sue.
-Ehi!- protestò la ragazza – Non sono io la cattiva!-
-Io avrei un’obiezione su questo punto!- le gridò di rimando Drake, anche lui ripresosi perfettamente grazie alle cure di Becky, che era già andata ad assistere gli altri feriti.
Nonostante fosse ancora un po’ confusa e dolorante, Alex si alzò e guardò impotente Lou Sue che cercava di tenere Percy il più lontano possibile da tutti loro. Ma la figlia di Zeus stava dando diversi segni di stanchezza, e parava i colpi di Percy, che usava getti d’acqua come fossero fruste, sempre più difficilmente.
Avery tentò di aiutare la compagna con altre frecce, ma nessuna andò a segno. Fabiana Giada riuscì a colpire Percy alla gamba con uno dei suoi coltelli da lancio, ma il semidio continuò comunque ad incalzare Lou Sue.
Alla fine, la ragazza cedette. Percy riuscì a disarmarla e a farla cadere violentemente sul ponte di comando.
-Mi hai veramente scocciato, ragazzina- commentò il semidio malvagio – Credo che sarai la prima di cui mi occuperò-
Percy modellò l’acqua fino a farle creare una cupola, intrappolando Lou Sue insieme a lui, lontana dai suoi compagni.
-No!- urlò Alex – Dobbiamo fare qualcosa!-
Perfino Drake sembrava preoccupato per la sorte della rivale, ma nessuno di loro aveva i mezzi per aiutare Lou Sue.
Percy sfoderò Vortice e si preparò a calarla sull’impotente figlia di Zeus. Avery distolse lo sguardo, Alex emise un gemito disperato, Drake si costrinse a continuare a guardare…
-Fermo!- l’urlo di Blaine arrivò giusto in tempo, la lingua ammaliatrice del figlio di Afrodite si rivelò, grazie agli dei, abbastanza potente da fermare Percy il tempo sufficiente perché Darren potesse sradicare a forza la cupola d’acqua e lanciarla addosso al figlio di Poseidone. Ovviamente Percy rimase incolume, ma intanto si era allontanato da Lou Sue.
-E va bene- sospirò scocciato – Vorrà dire che prima mi occuperò di voi e poi mi toglierò lo sfizio di fare fuori quella quell’arrogante-
-Non credo proprio- commentò Arthur, apparendo dal nulla dietro di lui, e trapassandogli il braccio con la katana. Alex non poté fare a meno di apprezzare il tempismo di Becky, che aveva curato giusto in tempo il figlio di Ade.
Invece di contorcersi a terra per il dolore però, Percy rise. Come un folle. Peggio, come Adelaide.
-Siete veramente sciocchi-  li prese in giro il semidio malvagio – Vi ho già detto che non posso essere ferito, ma voi continuate imperterriti!-
La ferita si rimarginò quasi subito, sotto gli occhi terrorizzati di Arthur.
Un getto d’acqua spedì Arthur dritto addosso a Becky, ed entrambi finirono a terra vicino agli ancora privi di sensi Adelaide e Mark.
-Qualcuno ha qualche idea-?- chiese tremante Esmeralda
-Io ci provo!- si fece avanti Drake, sfoderando la sua spada – Se riesco a toccarlo gli farò perdere i sensi!-
Il figlio di Morfeo si lanciò contro l’avversario senza alcuna paura. Due secondi dopo stava tornando indietro, lanciato anche lui da un getto d’acqua.
-Cyrus, Blaine, proviamo ad attaccarlo da più parti- decise Alex, che si era stufata altamente dell’idea di girarsi i pollici – Ragazzi, voi copriteci-
I tre semidei si divisero, cercando di circondare Percy, che rispose mandando contro ciascuno un tentacolo d’acqua contro cui i tre si ritrovarono a giocare a scherma. I tre riuscivano a tenere testa ai getti d’acqua, ma Percy era completamente off-limits.
Darren tentò di attirare a sé l’acqua, ma Percy non si fece più prendere alla sprovvista. Avery e Fabiana riuscirono a rallentarlo con le loro frecce e i loro coltelli, ma non era abbastanza. Blaine riuscì a far vacillare Percy con la sua lingua ammaliatrice, ma quando provava a parlare il semidio gli mandava contro più getti d’acqua in contemporanea per tenerlo impegnato.
Neos tentò diverse volte di colpire Percy con le sue frecce soporifere, ma il ragazzo non abbassò mai la guardia. Riuscì a deviare due frecce e a schivarne quattro. Fu con la settima che combinò il disastro: dal nervoso, il figlio di Ebe sbagliò mira, e colpì alla caviglia Cyrus, che crollò a terra privo di sensi.
Tentando di difendere il compagno, prima Blaine e dopo Alex vennero disarmati, e tutti e tre vennero spediti a fare compagnia agli altri ragazzi feriti.
Darren, capendo di non poter aiutare contro Percy, corse verso di loro per assisterli, mentre Neos andava a recuperare il suo chackram.
Avery e Fabiana tentarono di tenere Percy a distanza con frecce e coltelli, ma i getti d’acqua le raggiunsero entrambe e le misero al tappeto insieme alla povera Esmeralda. Dopodiché toccò a Darren essere messo al tappeto.
-Bene, direi che adesso siete tutti sistemati- commentò Percy guardandosi intorno soddisfatto, e Alex fece lo stesso (anche se non era affatto soddisfatta). Possibile che Percy li avesse davvero sbaragliati tutti? La loro Impresa era davvero finita ancor prima di cominciare?
-Direi di iniziare con quell’arrogante ragazzina- Percy, al sicuro nella sua bolla d’acqua incombeva su Lou Sue e sfoderò comodamente Vortice, preparandosi di nuovo a colpire – Poi farò una conta per decidere l’ordine di voialtri-
Fortunatamente il figlio di Poseidone non era una cima in matematica, o forse era talmente sicuro di sé da non essersi assicurato di averli messi tutti al tappeto. Alex si guardò intorno dolorante. Dovunque c’erano i suoi compagni, tutti messi peggio di lei, ma riuscì a contarne solo dodici. Qualcuno mancava all’appello, ma il suo mal di testa le impediva di ragionare e di capire di chi si trattasse.
La risposta alla sua domanda arrivò pochi secondi dopo, sottoforma di una freccia che colpì il semidio malvagio alla spalla.
-Oh, vedo che qualcuno ha ancora voglia di giocare- Percy si strappò la freccia dalla spalla, ma un attimo dopo ebbe come un mancamento – Cosa? Una freccia avvelenata?-
Neos era riuscito a correre nella sua stanza e a prendere una delle sue speciali munizioni avvelenate e Percy si era distratto il tempo sufficiente per consentirgli di colpirlo.
-Se credete che questo basti per mettermi fuorigioco siete degli illusi- ringhiò il semidio tenendosi la spalla dolorante – Per adesso siete riusciti ad indebolirvi, ve lo concedo, ma questo non significa che abbiate vinto!-
Con un altro spasmo di dolore, Percy rinfoderò Vortice e si preparò ad uscire di scena. – Non temete, ci rivedremo presto. E come souvenir per questo viaggio, credo che mi prenderò un acquario-
Sulle prime, Alex non capì cosa intendesse Percy con quella (pessima) battuta. Poi il figlio di Poseidone lanciò una bolla d’acqua proprio nella sua direzione.
-Senza il vostro amichetto acquatico non potrete fare nulla contro di me- ridacchiò Percy – E comunque ora voglio sapere se è per caso mio parente-
La figlia di Atena capì subito che si trattava di Darren. Percy lo voleva prendere in ostaggio.
Di quello che fece in seguito, Alex aveva solo un fugace ricordo: la bolla si avvicinava fin troppo velocemente, Darren non riusciva neanche a rialzarsi, figurarsi a difendersi e lei non poteva permettere che il nemico portasse via uno dei suoi amici.
-Non sulla mia nave!- gridò Alex, ritrovando delle forze che non sapeva nemmeno di avere. La ragazza si rialzò e corse verso il figlio di Selene, intenzionata a spingerlo via. Ma all’ultimo momento la fatica prese il sopravvento, ed invece di spingere via Darren, Alex riuscì solo a farsi inglobare insieme a lui nella bolla.
-Beh, due al prezzo di uno- Percy rise come uno scemo, e il desiderio di Alex di dargli un pugno in faccia aumentò vertiginosamente – Non male-
Il dolore causato dal veleno costrinse Percy a ritirarsi. Il getto d’acqua vorticò intorno alla nave e poi se ne andò, seguito dalla bolla gigantesca.
Alex e Darren, intrappolati lì dentro, videro la nave allontanarsi sempre di più e le urla dei loro amici farsi sempre più flebili.
Alex aveva provato a prendere il comando. E quello era il risultato.
-Ho… fallito- riuscì a mormorare, un attimo prima di perdere i sensi per la fatica.
 
 
 
 
Becky era abituata ad essere il tipo ottimista del gruppo. Spesso finiva per cercare sempre il lato positivo delle cose, di vedere il bicchiere mezzo pieno.
Eppure, mentre, completamente dolorante, guariva i suoi compagni di missione, non riuscì a trovare neanche un lato positivo al loro scontro con Percy. Tutti erano stati feriti, quello messo meglio era Cyrus solo perché aveva perso i sensi a causa di Neos, tutti erano demoralizzati, tutti erano spaventati e due dei loro compagni erano stati rapiti. E tutto ciò, in una giornata di missione. Chissà cosa sarebbero riusciti a fare in una settimana, probabilmente avrebbero fatto precipitare la Argo II.
Il tocco curativo di Becky le permetteva di far guarire in fretta gli altri (anche se non riusciva a cancellare del tutto il dolore), e le sue di ferite non erano particolarmente gravi, aveva solo ricevuto in testa il peso di Arthur lanciato a cento chilometri orari (detta così suonava brutta). In quanto a dolore fisico, nessuno di loro stava troppo male.
Però, quando si riunirono alla mensa poco dopo la battaglia, l’umore generale era sotto i tacchi.
-E adesso che si fa?- chiese disorientato Neos, che si sentiva in colpa perché non era riuscito ad aiutare Alex e Darren nonostante fosse l’unico in condizione di farlo.
“Non lo so” scrisse Fabiana. Lei ed Avery stavano male perché non erano riuscite a difendersi da Percy.
-Forse potremmo…- tentò di proporre Drake, che venne subito zittito da un’occhiataccia di Arthur. Il figlio di Morfeo si vergognava per la sua figura barbina contro Percy, ma anche quello di Ade non era da meno.
E anche gli altri non erano messi meglio (ad Adelaide neanche importava, ma lei era un caso a parte): Mark era stato messo subito al tappeto e si era perso tutto lo scontro, Blaine era stato disarmato facilmente da Percy, Cyrus si era fatto colpire da Neos, Lou Sue non era riuscita a battere il figlio di Poseidone nemmeno in uno scontro volante, mentre Esmeralda era messa peggio di tutti, e si sentiva in colpa per tutto quello che era successo.
In quanto a lei, Becky non era riuscita a curare tutti quanti in tempo, e si era fatta stendere in tempo record da Percy. Stavano tutti male, ma nessuno aveva il coraggio di parlarne apertamente.
E poi c’erano i tasti più dolenti, ovvero quelli che non c’erano. I posti vuoti di Alex e Darren attiravano l’attenzione di tutti, ma i ragazzi stavano cercando di non farci caso. Eccezion fatta per l’indifferente Avery  ed Esmeralda, che piangeva come una fontana, nessuno sapeva come reagire al sequestro dei due compagni.
Dopo un silenzio che durò decisamente troppo, Becky perse definitivamente la calma.
-Adesso basta!- sbottò alzandosi di scatto – Non possiamo continuare così! Abbiamo perso: ci hanno colti impreparati, e per poco non ci lasciavamo le penne tutti quanti! Due dei nostri compagni sono stati rapiti! Dovremmo almeno parlarne e cercare una soluzione! Fare finta di niente non ci aiuterà a cambiare le cose, neanche un po’!  Due dei nostri amici sono stati rapiti? È colpa nostra? Sì, è colpa di tutti noi, ma dobbiamo riuscire a superarlo!-
Più continuava a parlare, più Becky capiva di non essere in grado di spronare gli altri a fare meglio come invece riusciva a fare di solito. Sentì gli occhi inumidirsi al pensiero di Darren e fece per rimettersi a sedere, quando Cyrus si alzò dal suo posto.
-Sapete che c’è?- chiese – Becky ha ragione! Se non affrontiamo veramente ciò che ci è successo non potremo mai andare avanti! Noi possiamo trovare Percy e salvare Darren ed Alex, noi possiamo sconfiggere la parte malvagia di Percy, e possiamo riportare tutto a posto, dobbiamo solo crederci!-
-Io ci credo- decise Neos alzandosi
“Anch’io!” scrisse Fabiana facendo lo stesso.
Uno alla volta, anche gli altri ragazzi si alzarono e si dichiararono d’accordo con Becky.
-Direi intanto di sospendere la ricerca degli scomparsi- commentò Lou Sue prendendo le redini della conversazione – Anche se non sappiamo ancora come hanno fatto a catturarli-
-In realtà- sussurrò timidamente Avery – Io credo di saperlo-
Quando tutti la guardarono, per poco la figlia di Ecate non si rimise a sedere facendo finta di niente, ma Neos la costrinse a continuare a parlare.
-Io… ho delle visioni- spiegò la ragazza. E così la figlia della magia era magica veramente. – Non riesco a controllarle, però durante l’Assedio mi hanno mostrato proprio i sette della profezia che venivano risucchiati dal Vaso-
-Beh, in realtà questo lo sapevamo già- ammise Mark – Percy ce lo ha detto in una delle sue farneticazioni prima-
-Oh- commentò Avery leggermente dispiaciuta – Comunque ho avuto un’altra visione, che ci terrei a raccontarvi-
Sostenuta da Blaine e Neos, la ragazza raccontò di aver visto una luce uscire dal Vaso di Pandora e fondersi con una massa di oscurità presente all’esterno.
-E se l’oscurità fosse la parte malvagia dei semidei?- propose Adelaide
-Potrebbe essere un’idea- ammise Cyrus – Ma la luce cos’era?-
-Bella domanda- balbettò Avery – Purtroppo le mie visioni sono spesso sibilline e ambigue, neanche io riesco a capirle del tutto a volte-
In circostante normali, Becky le avrebbe chiesto come faceva a vedere le visioni, e probabilmente Darren sarebbe stato invidioso del potere della ragazza. Ma il ragazzo era stato portato via da Percy, e quello per Becky continuava a rimanere un enorme problema.
-Bene- commentò analizzando la situazione – Avery, so di chiederti molto, ma dovresti cercare di manipolare le visioni in modo da vedere dove si trova Percy in  questo momento. Esmeralda, credo che sia abbastanza urgente che tu impari a ferire i nemici. Per quel che riguarda tutti gli altri invece, credo che ci toccherà allenarci molto in questi giorni se vogliamo sconfiggere Acqua Man-
Becky guardò negli occhi uno per uno tutti i suoi compagni di viaggio, e tutti loro si mostrarono d’accordo. Il nemico li aveva colti impreparati ed aveva inflitto loro un duro colpo, ma finalmente Becky riusciva a vedere il lato positivo.
Chiunque avesse mandato Percy da loro, era uscito allo scoperto e li aveva rivelato che disponeva di scagnozzi del calibro dei Sette della Profezia. Inoltre, aveva sì dato loro una sonora lezione, ma allo stesso tempo li aveva fatti entrare nello spirito dell’Impresa.
Negli occhi dei compagni, Becky vide la voglia di lottare e vincere. Il nemico non sapeva cosa aveva scatenato: sarebbero stati pronti.
 
 
 
Angolo Autore
Scusate il ritardo.
So che ormai sarete abituati a questo tempi, ma io non posso fare a meno che continuare a scusarmi.
Comunque, questo capitolo dà ufficialmente il via all’azione nella storia. Adesso i nostri ragazzi sono più determinati che mai a trovare Percy (o chi diamine è quel tizio, confesso di non aver capito nemmeno io le poche spiegazioni che ho dato).
Sarà così facile come pensano? E come se la caveranno Darren ed Alex?
Lo scoprirete nei prossimi capitoli.
L’Uragano Temporale
 
 
 
   
 
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