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Autore: Meramadia94    22/05/2017    2 recensioni
E se oltre ai personaggi che gia conosciamo, ci fosse un'altra persona a sapere la verità su Aramis?
E' un piccolo esperimento dove ho riscritto alcuni pezzi di qualche episodio per me significativo con un'aggiunta: Lunette, cameriera di Aramis e sua fidata amica.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aramis, Athos, D'Artagnan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Se Lunette fosse stata in sè, si sarebbe certamente stupita di quante persone le volevano bene e che al momento, se la cosa avesse fruttato, avrebbero dato via volentieri trent'anni della loro vita solo per farle vedere di nuovo il sole di Parigi.
Anche le persone che in passato l'avevano osteggiata.
Rochefort era tra queste.
Quando passava dalla casa dei Montmercy, mentre era di ronda, non poteva non volgere uno sguardo alla finestra della stanza in cui la giovane Lunette dormiva ormai da giorni, in un sonno ininterrotto che piano piano la stava conducendo alla morte.
E non poteva fare a meno di sospirare tristemente e ripensare ( soprendendosi) di come quella giovane dama in fin di vita fosse la stessa ragazzina spavalda che faceva il diavolo a quattro assieme ai moschettieri, piena di vita e che pareva divertirsi nel vedere lui e i suoi uomini in difficoltà.
Eppure era la stessa persona.
Quella stessa ragazza contro la quale aveva combattuto e che in alcuni casi era arrivato a rapire, torturare, tentare di uccidere... era la stessa giovane donna che aveva lottato assieme ai due reggimenti di Francia per punire il colpevole di un colpo di stato.
Ed ora stava morendo. Ma ad ucciderla non era una ferita di spada o una palla di moschetto come lui stesso aveva sempre immaginato.
'' A forza di stare sul campo di battaglia''- le aveva detto una volta -'' Finirà che farai una fine poco consona ad una damigella.''
Lei aveva risposto con un sorriso sbarazzino -'' Correrò il rischio.''
Ad ucciderla era la ripicca di una donna che proprio non riusciva a mandar giù il fatto che la giovane avesse incontrato un nobile pronto addirittura a gettare alle ortiche il suo titolo nobiliare pur di vivere accanto a lei come marito e moglie.
Era qualcosa a cui non poteva credere.... era scampata a pericoli incredibili, assassini e adesso moriva in un letto, probabilmente uccisa dall'invidia.
Quel giorno però aveva deciso di andare a casa dei conti Montmercy per avere informazioni sulla giovane donna.
A suo modo, poteva dire, di essere... affezionato a Lunette. Quasi quasi sentiva la mancanza di quei tempo in cui i moschettieri lo sbeffeggiavano e gli facevano fare figuracce a tutto andare.
Bussò alla porta dei Montmercy e restò in attesa.
Ad aprirgli la porta, fu Mariette, la giovane serva della casa che subito lo salutò con un'ossequiosa e contenuta riverenza.
'' Conte...''- fece la cameriera -'' Prego, accomodatevi pure... gradite un tè?''
L'uomo rifiutò con un cenno del capo.
'' No, sono di ronda e non posso fermarmi... volevo solo sapere se ci sono novità.''
La ragazza abbassò il capo per non far vedere al capitano dei cardinalisti che tratteneva le lacrime per poco.
'' Purtroppo no....
La signora non accenna a volersi svegliare.... il signor conte ormai quasi non dorme... ed anche la contessina, piange di continuo.... i medici temono il peggio.''
Rochefort annuì ma cercò di non dar a vedere che lui stesso era molto preoccupato per quella situazione da incubo.
'' Dì al conte Montmercy di non fidarsi troppo di questa previsione.''- fece il capitano dei cardinalisti -'' Quella, più sei sicuro di averla mandata a fondo, ed ogni volta torna più forte di prima.''
'' La conoscete da molto?''- fece Mariette che non riusciva in alcun modo a trattenere in alcun modo la sua curiosità. Sinora aveva conosciuto la sua giovane padrona solo dai modi educati e quasi amichevoli con la quale la contessa si rivolgeva a lei e dai racconti che era solita fare alla figlia per metterla a dormire. A volte interrompeva quello che faceva e si accoccolava vicino alla porta per ascoltare quei resoconti, affascinata, come se stesse leggendo un romanzo d'avventura.
'' Da quando aveva quattordici anni.''- fece Rochefort -'' per questo posso dire che in tutta la Francia non esiste una donna più tenace e caparbia di lei... a volte lo è fin troppo, ma che vogliamo farci, è fatta così...''
Non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura... ma certe volte, quella mocciosetta impicciona e petulante con i suoi amici moschettieri suscitavano in lui un profondo senso d'invidia.
Non tanto per la loro bravura o per la loro astuzia in battaglia...
Erano sempre uniti. Sempre pronti a combattere e pareva che non importasse loro di dover morire pur di salvare la vita a uno di loro.
Anche quando erano lui e le sue guardie il nemico, ne erano sempre usciti vittoriosi.
Non poteva credere che quella fosse la prima sconfitta dei moschettieri.
'' Andiamo, ragazzina...''- pensò Rochefort -'' è il momento di dimostrare il tuo coraggio. Sei ancora un moschettiere, hai capito? Sei un moschettiere!!!''


'' Corri, bello. Corri avanti!!!''- fece Aramis spronando il cavallo a correre. Si trovava nei pressi dei boschi di Boulogne a fare una corsa a cavallo per sfogare la rabbia e la disperazione che da qualche giorno albergava nel suo cuore.
Aveva sempre ritenuto che una corsa a cavallo fosse ottima per stemperare qualunque emozione negativa, ne aveva avuto prova solo pochi giorni prima con Lunette... ma in quel caso era diverso.
Lunette odiava Milady per quanto aveva fatto a suo marito, ma sapeva a colpo sicuro che il giovane conte si sarebbe ristabilito.
Loro invece... che prove avevano per dire che presto la giovane si sarebbe svegliata e tutto sarebbe tornato esattamente come era prima?
Nessuna.
Passavano i giorni e Lunette pareva sempre più deperita, pallida... e lei non poteva fare niente per aiutarla.
Aspettare e pregare, dicevano i medici... se almeno avessero avuto una speranza che quella brutta storia si sarebbe risolta nel migliore dei modi... invece non avevano niente.
Solo l'ombra della morte che minacciava di portarsi via Lunette...
'' Tu non sai cosa darei per  tornare indietro nel tempo...''- fece Aramis come se l'amica fosse davanti a lei e perfettamente in grado di udirla ed anche di risponderle -'' con il cavolo che ti lasciavo andare da sola da quella strega maledetta...''
Non smetteva di ripeterselo... se solo fosse andata con lei... Lunette le era stata sempre accanto in ogni battaglia, anche in quelle in cui non vi era nessuna garanzia di tornare a casa... e lei l'aveva lasciata da sola nella battaglia in cui si giocava tutto.
Quando Lunette era agitata, nervosa o la vedeva sul punto di dare i numeri per qualcosa su cui non poteva avere un briciolo di controllo o che non poteva fermare, la consigliava alla pazienza e di star lontana dalla minaccia almeno sino a quando non le fosse venuta in mente una buona idea...
Non avrebbe mai pensato quanto potesse essere terribile e lacerante quel consiglio, che per quanto potesse essere sensato condannava all'impotenza davanti al dolore e alla sofferenza delle persone più amate.
Basta.
Aveva deciso che il tempo di aspettare e pregare era finito. Lunette doveva tornare da loro.
'' Ci dev'essere qualcosa che si possa fare.''- però a questo nobile proposito nascevano non poche complicazioni.
Primo fra tutti, la loro impossibilità di fare qualcosa di concreto su un '' malato'' del genere visto che persino i migliori luminari di Francia, convocati dal re per l'occasione non riuscivano a cavare un ragno dal buco.
Ma forse c'era qualcuno che poteva.
La stessa persona che la stava condannando a fare quella fine assai poco dignitosa per un moschettiere.
Milady.
Da quando avevano riportato a casa Nicolàs dall'isolotto di Bel- Ile, si era giurata che non avrebbe mai più rivisto la donna che le ricordava il come, il perchè, ma soprattutto chi le aveva tolto il suo futuro di donna felice ed innamorata e che il nome di quella donna sarebbe riaffiorato sulle labbra sue e delle persone che conosceva solo nel raccontare ai figli di Lunette e Nicoàs e di D'artagnan e Costance ( e perchè no, forse anche ai suoi e a quelli di Athos) le loro avventure.
'' Ma lei ha bisogno di me.''- fece la moschettiera risoluta. Per come la vedeva lei, era meglio rivivere un'altra volta il suo dolore che prepararsi a viverne un'altro e perdere la sua più cara amica.
'' Lunette...''- pensò la moschettiera spronando il cavallo a correre verso la città, destinazione la prigione dello Chatelet -'' ti salverò. In un modo o nell'altro, giuro che ti farò tornare da noi.''

Quando arrivò alla prigione, non si diede pena nemmeno di chiedere a Vesmount di accompagnarla sino alla segreta in cui era rinchiusa Milady.
'' Conosco la strada.''- in fin dei conti era la stessa in cui anni prima aveva accompagnato il re scambiato per Maschera di Ferro e conosceva benissimo la strada per arrivare da quella strega maledetta.
Ma l'avrebbe convinta lei a togliere quella maledizione a Lunette.
Con le buone o con le cattive.
Anzi, più con le cattive. La sua tata quando era piccola era solita ripeterle che in genere le cose di ottenevano meglio con la dolcezza che non con l'aggressività... ma rifiutava tassativamente di andare da quella donna con un tono dimesso e docile come quello di un agnellino e magari dire '' Per favore, ti prego, t'imploro''. Piuttosto si sparava seduta stante.
'' Ma guarda...''- fece Milady sorridendo seraficamente quando vide la moschettiera nella sua cella -'' per essere una condannata all'isolamento totale se ne vedono di persone a farmi visita... a cosa devo questo onore?''
Senza degnare l'inglese nemmeno di una sillaba come risposta, la moschettiera tirò fuori la sua pistola e la puntò in faccia alla prigioniera.
'' Che intendete fare?''- fece Milady per niente intimorita. O se lo era, si guardava bene dal farlo capire.
'' Voglio Lunette.''- fece la bionda con gli occhi tremanti di rabbia, senza troppi giri di parole -'' la rivoglio con me.''
Milady sorrise.
Il suo piano a quanto pare procedeva.
Per qualche miracolo, la giovane serva che giocava a fare la contessa, era riuscita a salvarsi da quel salto che le avrebbe stroncato la vita... ma le era toccata una fine ancora peggiore. I suoi amici non erano riusciti ad impedirle di cadere in un sonno da cui non le sarebbe stato possibile svegliarsi a meno che non avvenisse un miracolo del cielo.
Erano trascorsi quasi sette giorni da allora... senza cibo e senz'acqua non avrebbe resistito ancora per molto.
'' Ed io che cosa posso fare, sentiamo?''- fece Milady.
'' Sei tu che l'hai messa a morte con qualche tua diavoleria, quindi sarai tu a riportarla in questo mondo!''- fece Aramis sforzandosi con tutte le sue forze di non premere il grilletto malgrado sentisse che solo la vista di quel volto ricoperto di sangue scarlatto avrebbe potuto placarla.
'' Vorrei poterti dire che mi dispiace, e che se potessi ti aiuterei volentieri... ma sarebbe una bugia.''- fece Milady -'' ad ogni modo sarà franca: mi spiace, ma la tua amica è spacciata.
Non c'è nulla che tu o il resto della tua cavalleria possiate fare per svegliarla.''
'' Non ci credo.''- fece la bionda ricacciando una lacrima che scalpitava per rigarle la faccia. Mai avrebbe dato una soddisfazione del genere a quel demonio con la faccia di un angelo caduto -'' Non vi è una sola volta che la tua bocca si apra senza mentire.''
'' Eppure è la pura e semplice verità.''- fece Milady -'' lo stato catatonico in cui è caduta, è molto semplice da spiegare: o si sveglia da sola prima che le sue energie si esauriscano o muore.''
'' Non sono le sue condizioni che la stanno uccidendo, sei stata tu!!!!''- fece la moschettiera piazzandole la canna della pistola contro la fronte. Ma nemmeno quella minaccia fece arretrare l'inglese.
'' Io ti giuro.... se la mia amica muore... io...''
'' Cosa farai?''- fece Milady con tono di sfida -'' Mi ucciderai? Accomodati pure. Ma in questo modo, procurerai un altro grandissimo dolore a Lunette.''
Aramis la guardò senza capire, ma durò solo un istante.
In quel momento si ricordò il motivo per cui aveva impedito a Nicolàs di uccidere Milady pochi giorni prima.
Milady, seppur una criminale  rea di tentato omicidio, omicidio e una dei principali autori di un colpo di stato di cui si parlava tuttora malgrado fossero passati due anni e mezzo, detenuta alla prigione dello Chatelet... godeva di una protezione che la stessa Lunette le aveva dato. Infatti, per editto reale la donna era condannata a marcire in prigione sino al giorno in cui non avesse chiuso gli occhi per sempre.
Se fosse stata ritrovata morta ammazzata, sarebbe stato come violare un editto reale.
Quasi certamente il re avrebbe compreso e quasi '' giustificato'' il fatto che lei, Nicolàs o uno dei suoi amici moschettieri avevano ucciso per vendicare la loro cara Lunette... ma nemmeno un re poteva fare favoritismi verso dei sudditi rei di aver violato un editto reale.
Il re l'avrebbe certo fatta condannare a morte. Lunette le aveva voluto ogni bene possibile per tutti quegli anni... il suo spirito, nella peggiore delle eventualità, non avrebbe mai trovato pace con la consapevolezza che si era messa nei guai con la legge, buttando via la sua vita oltre a quella che aveva iniziato ad intravedere accanto ad Athos.
'' Vedo che hai capito...''- fece Milady ridendo -'' La tua amica non riposerebbe mai in pace sapendo che hai sacrificato la tua vita e le tue possibilità di essere felice... per vendicare lei.
Ahahahah.... scommetto che quando ha ottenuto che il re mi risparmiasse la vita, non avete fatto altro che ripeterle quanto suo marito fosse fortunato ad aver trovato una ragazza come lei... bella, intelligente e con il cuore così puro da non augurare la morte nemmeno al peggiore degli assassini...  senza sapere che questo buon cuore sarebbe stato la sua condanna a morte.''
Aramis a quel punto abbassò la pistola.
Non c'era niente che potesse fare per aiutare Lunette e quella donna forse diceva il vero quando sosteneva di non poter far niente nemmeno lei...
'' Per quanto riguarda te...''- fece ancora Milady mentre la bionda accennava ad uscire -'' consideralo un piccolo dono da parte di Mansonne.''
La bionda si bloccò.
Che diavolo c'entrava Mansonne in tutta quella storia?
'' Poco  dopo che ti sei rivelata per quel che eri... a proposito, è stato un vero shock scoprire la tua vera identità...''- fece Milady -'' Mi ha rivelato chi eri, perchè eri entrata nei moschettieri e di come gli hai ferito nuovamente la spalla... come mi ha detto che prima di tagliare la testa al re avrebbe preferito affondare anche nel tuo petto una spada.
Ma con la tua serva morta... sapeva di aver ferito a morte la tigre.''
...
...
...
Aramis uscì dalla prigione pallida come un cadavere e tenendosi in piedi a stento, rifiutando però l'aiuto di tutti i secondini, le guardie e di tutti coloro che le si erano avvicinati per chiederle se stava bene o aveva bisogno di aiuto.
'' Aramis!!!''- urlò una voce a lei familiare abbracciandola.
Quando ebbe finalmente la forza di guardare di fronte a lei, vide gli occhi scuri e sfigurati dalla preoccupazione del bel moschettiere -'' che cos'ha, ti senti male?''
'' No... no...''- fece la giovane scostandosi da lui inziando a camminare nuovamente pur traballando -''... sto bene....''
'' Non mi pare proprio...''- fece Athos cercando di sorreggerla -'' sembra che ti abbia investito una carrozza... lascia che ti aiuti...''
'' No, ti prego lasciami stare, Athos...''- fece Aramis iniziando a dare libero sfogo alle lacrime -'' quella canaglia si sta portando via anche Lunette!!!''
Il suo peggiore timore si era avverato. Sino a pochi minuti fa, riusciva a sopportare, seppur per poco, il pensiero che la sua amica fosse ridotta in fin di vita non per una ripicca contro di lei o per una delle tante battglie in cui l'aveva coinvolta ma per una gelosia marcia di una donna che non riusciva a mandar giù la felicità dell'amica... ma quello stato da cui la giovane pareva non riuscire a svegliarsi, adesso somigliava tanto alla vendetta postuma di un fantasma del suo passato.
La cosa che maggiormente l'avrebbe torturata era il non poterle rendere giustizia: Mansonne era morto, Milady godeva di una sorta di immunità...
'' Ma il modo di fartela pagare, giuro che lo troverò.''- promise a sè stessa.
Altrochè... non avrebbe mai permesso che la donna responsabile della morte di Lunette la facesse franca.
Mansonne l'aveva paragonata ad una tigre ferita a morte nella convinzione che quello fosse uno svantaggio e quasi un'assicurazione che il colpo di grazia fosse quasi insperato...
Ma la verità era che una tigre ferita, era ancora più pericolosa.

  
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