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Autore: Sunny9719    23/05/2017    1 recensioni
AU!IO PRIMA DI TE
DEAN!WILL
CAS!LOUISA
“Io ti seguirò ad ogni passo che farai, sarò sempre lì a sostenerti.
Con grande amore,
Dean.”
Genere: Angst, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Salve amici di Efp!

Eccomi tornata con una nuova ff J

Un po’ di tempo fa ho visto per la seconda volta il bellissimo e tristissimo film “IO PRIMA DI TE”, ho pensato ai nostri amati Destiel in una situazione simile ed ecco che è uscita quest’AU J

Spero vi piaccia perché ci ho messo l’anima a scriverla dato che amo quel film.

Avvertimenti: La ff segue molto la struttura del film, ho voluto cambiare pochissime cose, come qualche scena e i dialoghi, perché non volevo stroppiare troppo il film che, nonostante la drammaticità, è bellissimo così com’è.

Buona lettura!

 

 

Castiel Novak era un bellissimo ragazzo di ventisei anni, capelli neri, occhi blu e che viveva in una tipica cittadina della campagna inglese assieme a sua madre, suo padre e ai suoi tre fratelli Michael, Gabriel e Balthazar. Era un ragazzo molto vivace, allegro, sempre di buon umore, con un gusto pessimo in fatto di abbigliamento ed era omosessuale, di fatti aveva una relazione stabile da ben sette anni con un bellissimo ragazzo di nome Raphael.

Passava la vita cambiando continuamente lavoro per dare una mano alla sua famiglia, che non godeva di ottime condizioni economiche, fin quando non venne assunto come cameriere al The Buttered Bun, in cui ci lavorò per svariati anni fino a quando, per motivi a lui del tutto sconosciuti, venne licenziato.

Pronto a rimettersi in gioco tornò all’ufficio di collocamento, dove ormai ci era stato già diverse volte. -Sarò onesto Cas, non so più che lavoro proporti.- l’uomo seduto avanti al computer dell’ufficio di collocamento gli riservò uno sguardo dispiaciuto scuotendo la testa. -Li hai provati tutti.- aggiunse, passando in rassegna i vari annunci che comparivano sul monitor.

-Ti prego, dev’esserci qualcos’altro.- lo implorò Castiel con gli occhi.

-Eh va bene, fammi dare un’occhiata.- sospirò l’uomo di fronte a lui, tornando a spulciare offerte di lavoro tra gli annunci messi on-line.

-Qualcosa c’è, ma non so se fa al caso tuo.- esordì l’uomo dopo pochi secondi di silenzio.

-Sarebbe?- chiese Castiel, impaziente. -Assistenza ad un uomo disabile.-

-Posso farlo.- sentenziò Castiel, annuendo vigorosamente.

-Buona fortuna. E’ la sesta volta che assumono, evidentemente sono rigidi.- disse il suo ormai amico, stampando l’annuncio dov’erano scritti indirizzo e numero di telefono.

Castiel tornò a casa e si chiuse in camera, compose il numero di telefono che c’era sul foglio stampato e riuscì ad ottenere un colloquio per la settimana successiva. 

 

-Mamma, sembro un pinguino! E poi i pantaloni mi stanno stretti!- si lamentò Castiel mentre sua madre lo stava aiutando ad indossare la giacca.

-Su su, quante storie Cas. Non puoi certo presentarti ad un colloquio del genere con i tuoi vestiti!- lo riprese, spolverandogli la giacca sulle spalle.

-Cos’hanno di sbagliato i miei vestiti?- chiese il ragazzo, guardando con la fronte aggrottata sua madre dallo specchio.

-Non farmi rispondere Cas.- aggiunse sua madre, finendo di sistemargli addosso il completo. -Perfetto. Và e fatti valere.-

 

Castiel arrivò all’indirizzo segnato e gli si mozzò il respiro quando vide stagliarsi dinnanzi a sé una sottospecie di castello.. anzi, un castello vero e proprio. -Però.- fischiò Castiel.-Sono ricchi da fare schifo.- Suonò il citofono posto al lato dell’immenso cancello che venne aperto immediatamente. Lo fecero entrare in casa e venne accolto da una bellissima donna bionda, vestita in modo raffinato ed elegante.

-Buon giorno. Sono la signora Mary Winchester.- gli porse una mano che Castiel strinse subito. -Castiel Novak.- si presentò. -Vogliamo accomodarci?- la donna indicò il divano con la mano. Castiel annuì e si sedette compostamente di fronte alla donna.

-Allora, signor Novak.- la bionda prese parola, aprendo sulle sue gambe una cartellina contente tutto ciò che c’era da sapere sul giovane uomo che le stava davanti. -Il suo vecchio datore di lavoro mi ha riferito che lei è un ragazzo sveglio e vivace.- disse leggendo. -E’ esatto.- confermò Castiel, sorridendo imbarazzato. Con un colpo di dita la donna chiuse la cartellina, si tolse gli occhiali da vista e guardò Castiel, incrociando le mani sulle ginocchia. -Perché dovrei assumerla?-

-Come prego?-

-Per quale motivo lei pensa che io debba assumere lei e non gli altri candidati.- ripeté la bionda. Castiel si guardò attorno, non sapendo cosa rispondere. -Imparo in fretta.- gli uscì di scatto. -So.. So preparare il caffè, il tè, so rispondere al telefono e..-

-Non sa darmi un motivo valido per cui io debba assumerla.- sentenziò la signora Winchester.

-Ascolti, signora Winchester.. Io.. Ho bisogno di questo lavoro.- mormorò, guardando negli occhi il suo interlocutore. -Ha mai avuto esperienze con la quadriplegia?- chiese la padrona di casa. -No signora.- rispose il ragazzo. -Ma posso aiutare suo marito in ogni cosa gli ser..-

-Non si tratta di mio marito, signor Novak.- lo bloccò. -E’ mio figlio che ha bisogno di assistenza.- fu la frase che fece gelare il sangue a Castiel. -Oh..- fu tutto quello che riuscì a pronunciare. -Un grave incidente lo ha debilitato un paio di anni fa.- spiegò la donna, guardandosi le mani. -Le interessa il posto?- gli occhi di Castiel balzarono sulla donna e un sorriso gli increspò le labbra. -Certo, signora.- annuì.

-Può iniziare da subito?-

-Si.- deglutì. -Si certo.-

-Bene, le mostro la casa e poi le farò conoscere Dean.- la signora Winchester si alzò elegantemente dal divano, Castiel la seguì ma, appena fece un movimento, i suoi pantaloni si strapparono, lasciando intravedere un lembo di pelle della coscia. -Oh no.. L’avevo detto che erano troppo stretti.- sussurrò nervosamente, cercando in tutti i modi di coprire la pelle scoperta.

-Tutto bene signor Novak?-

-Benissimo, fa solo un po’ caldo.- si tolse la giacca e se la legò intorno alla vita, coprendo alla bell’e meglio quello che lo strappo dei pantaloni lasciava vedere.

-Bene, vuole seguirmi?- il ragazzo annuì. -Qui c’è una cucina sempre fornita.- gli mostrò la parte della casa in cui avrebbe lavorato. -Può servirsi quando vuole. Lì c’è un piccolo bagno.- indicò una porta scura in lontananza. -Sam le farà vedere il resto e le mostrerà come muoversi. Ora la porto da Dean.- si avvicinarono ad una porta a scrigno e la signora Winchester bussò con un delicato movimento del polso. -Dean? C’è qualcuno per te.-

-Può entrare signora Winchester, l’ho appena vestito.- rispose una voce ovattata per via della porta chiusa. La bionda afferrò le maniglie della porta e aprì le due ante, mostrando un ragazzo alto, robusto e dai capelli che gli arrivavano alla base del collo e aveva una divisa da fisioterapista addosso. -Dean, ti presento Castiel Novak.- disse la madre del ragazzo. La sedia a rotelle che troneggiava immobile accanto al ragazzo alto si girò emettendo un suono meccanico, mostrando a Castiel un giovane uomo dai lunghi, folti e trasandati capelli dorati, una barba incolta e due bellissimi occhi verdi che saltarono subito agli occhi di Castiel.

-Mi chiamo Castiel.- si presentò imbarazzato. In risposta il ragazzo sulla sedie a rotelle contrasse il viso in una smorfia ed emise dei versi sconnessi e parole non molto comprensibili.

-Dean Winchester, smettila immediatamente.- lo rimproverò sua madre. Il viso del ragazzo tornò alla normalità. -Salve Castiel.-

“Fiùù almeno parla in modo normale” pensò Castiel.

-La smetti di fare sempre il cretino?- lo rimproverò il gigante accanto a lui. -Io sono Sam, piacere di conoscerti.- tese la mano a Castiel.

-Bene, io ora devo andare. Sam, Castiel lo lascio nelle vostre mani.- disse la signora Winchester. -E Castiel? Indossi abiti più consoni la prossima volta.- sussurrò, assottigliando gli occhi.

-C..Certo.- balbettò imbarazzato.

 

Castiel tornò a casa verso sera, venendo investito da una miriade di domande da parte dei suoi genitori e dei suoi fratelli. -Ti hanno assunto?- chiese suo fratello minore Gabriel, una volta che il resto della famiglia si fu placato. -Si.- sorrise annuendo Castiel.  I componenti della famiglia Novak esultarono a quella risposta. -Un Novak che lavora per i Winchester..- ciondolò la tasta Michael, secondo fratello di Castiel. -Chi l’avrebbe mai detto.-

Castiel sorrise e annuì debolmente, sapendo a cosa andava incontro e che questa nuova esperienza lavorativa non sarebbe stata affatto facile ma, armandosi di coraggio e determinato a lavorare, il giorno dopo si alzò dal letto, si vestì e si presentò a casa Winchester.

Sam portò Castiel in cucina, si sedettero al bancone e Sam mostrò a Castiel il raccoglitore su cui c’era scritto tutto ciò che c’era da sapere su Dean. -Deve stare attento a non raffreddarsi, il suo fisico è molto delicato.- spiegò Sam. -Poi ci sono le medicine che deve prendere, qui..- batté una mano sul blocco di fogli, -..c’è scritto tutto, orari, quante ne deve prendere e per cosa.- Castiel annuì ed espirò lentamente. -Wow, è molto da tenere a mente.- 

-Non preoccuparti, lui sa quello che deve prendere e quello che deve fare.- Castiel annuì di nuovo. -Cerca solo di non dargli i sonniferi se li richiede spesso. Tendono a renderlo parecchio irritabile e non è un bello spettacolo.- lo mise in guardia Sam.

-Tu di cosa ti occupi?-

-Questioni fisiche.-spiegò il gigante buono, così lo soprannominò Castiel nella sua mente.

-E io a che servo?- chiese, insicuro sulle sue mansioni.

-Tu servi a, come dire, distrarlo. Fargli ritrovare un po’ di buon umore.- rispose facendo annuire il moro.

Andato via Sam, Castiel tornò a passo lento e insicuro dal padrone di casa. Dean se ne stava fisso a guardar fuori dalla finestra, dando le spalle a Castiel che, non sapendo cosa fare di preciso, restò dietro di lui per un paio di minuti prima di riuscire ad avvicinarsi. -Le va di uscire un po’? C’è una bellissima giornata fuori.- 

-E sentiamo, dove pensa di portarmi?- chiese Dean, acido.

-Un po’ in giro, a prendere un po’ d’aria, un po’ di sole.. Le farebbe bene.- Castiel prese a torturarsi il labbro inferiore con i denti, aspettando una risposta dal ragazzo che gli stava davanti.

-Certo, come no.-

Castiel sospirò, -Di solito cosa fa?- chiese.

-Nulla.- risposta secca.

-Non le va di fare nulla?- tentò di nuovo, ricevendo un roteamento di occhi da parte di Dean.  -E se ci conoscessimo meglio?- trovò il coraggio di avvicinarsi e mettersi di fianco alla sedia a rotelle. -Magari in questo modo mi dice cosa le piace fare e i posti che le piace visitare.-

Il biondo premette un dito, unico movimento che il suo corpo gli lasciava fare e movimento anche parecchio limitato, su un pulsante posto sui braccioli della sedia a rotelle e si voltò verso il moro. -Ora mi stia a sentire, Castiel.- il diretto interessato portò gli occhi su di lui. -Ho saputo che tipo di persona è lei, vivace, esuberante..- il ragazzo annuì sorridendo. -Bene, facciamo che quando è con me diventa un ragazzo timido, chiuso e riservato?- Castiel perse il sorriso. -O..Ok.- esalò. -Fantastico.- sussurrò Dean, chiudendo gli occhi. 

-Sono di là, se ha bisogno mi chiami.- Castiel lasciò la stanza di Dean, espirando lentamente. “Eh no” pensò “ non sarà facile proprio per niente”.

Si sedette in cucina e si mise a studiare il raccoglitore che gli aveva dato Sam, in modo da poter ricordare cosa avrebbe dovuto fare in caso di necessità.

-Ciao.- lo salutò Sam, entrando in cucina. -Tutto ok?- Castiel annuì con un sorriso. -Benissimo.- Sam ricambiò il sorriso. -Dean ed io abbiamo da fare perciò se vuoi puoi prendere un pausa.-

Castiel andò a fare una passeggiata in giardino, godendosi il sole che rilasciava un calore piacevole sul suo viso.

E fu così che iniziò la sua nuova routine. Tutti i giorni si alzava alle sette del mattino per andare ad occuparsi di un ragazzo che, appena lo aveva nel suo campo visivo, lo fissava come se provasse una sorta di “odio” nei suoi confronti, lanciandogli sguardi vuoti e inespressivi. Ma Castiel non era il tipo che si faceva abbattere.

Continuò a presentarsi da lui tutte le mattine con un sorriso stampato in faccia, determinato a portare a termine il lavoro per cui era stato assunto.

A tratti era bravo nel suo lavoro ma aveva anche i suoi momenti goffi, sporcare i pantaloni di Dean mentre lo imboccava era un esempio come farsi beccare a curiosare tra le foto personali del ragazzo di cui si occupava, suscitando un comportamento ostile da parte del biondo nei suoi confronti.

Una sera tornato a casa stremato, Castiel si confidò con suo fratello Balthazar, il maggiore. -Appena mi avvicino o gli parlo mi guarda come se fossi un alieno, è scontroso, acido e freddo. Guarda mi fa proprio passare la voglia di tornare lì e sprecare un altro giorno della mia vita.-

-Hai preso un impegno Cas. Non puoi tirarti indietro.-

-Fin quando la mia pazienza non giungerà al limite.- Castiel sapeva di dover continuare a lavorare; Balthazar stava finendo gli studi  per laurearsi in economia e presto si sarebbe sposato e trasferito con la sua fidanzata Anna altrove mentre Gabriel e Michael, ancora adolescenti, erano occupati con il liceo. Solo lui dopo le scuole superiori aveva deciso di mollare gli studi e mettersi a lavorare per dare una mano ai genitori; madre casalinga e padre disoccupato.

 

Il giorno dopo, quando tornò al castello, trovò la signora Winchester leggermente nervosa e di umore scuro. -Buon giorno, signora Winchester.- palesò la sua presenza alla donna che gli stava dando le spalle.

-Buon giorno Castiel.-

-Dean ha bisogno di qualcosa?- chiese.

-Non in questo momento. E’ occupato.- sospirò. -Vecchie conoscenze che sono venute a trovarlo.- spiegò la donna.

-Ok, me ne starò qui buono buono  e quando mi chiamerà andrò da lui.-

Dean era nelle sue stanze, occupato a stare in silenzio o a rispondere a monosillabi alle domande stupide dei suoi visitatori; la sua ex ragazza Lisa e il suo migliore amico Benny.

-Quindi ora state insieme.- sentenziò il biondo. La ragazza abbassò lo sguardo e annuì debolmente.

-Si, non sappiamo neanche noi com’è potuto accadere.-

-Io un’idea me la sono fatta.-

-Andiamo Dean.- lo riprese Benny.

-Benny dopo il tuo incidente mi ha dato il sostegno di cui necessitavo.- aggiunse Lisa.

-Io sono finito paralizzato e tu avevi bisogno di sostegno?- rise isterico Dean. -Oh ti prego.-

-Basta Lisa, andiamo via.- Benny recuperò la giacca, la indossò e stringendo una spalla a Dean, uscì dalla porta seguito da Lisa.

Dean restò a guardare i due ragazzi andare via con gli occhi lucidi ed un fastidiosissimo groppo in gola. Castiel andò da lui per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa, ma il biondo gli intimò di lasciarlo in pace. 

 

-E’ davvero uno schifo!- esclamò Castiel. -Ti rendi conto? La sua fidanzata e il suo migliore amico stanno insieme! Roba da matti!-

-Lei non la biasimo.- alzò le spalle Raphael, bevendo il suo caffè. -Non vorrai dirmi che lei ha fatto bene?- chiese il moro, indignato. -Non del tutto però, Cas, tu non rimarresti con me se finissi paralizzato.-

-Invece si.- rispose. -Se ami una persona la ami a prescindere dalle sue condizioni fisiche. Lei avrebbe dovuto stargli vicino.-

-Magari non se l’è sentita.-

-Certo, ha detto che lei aveva bisogno di sostegno. Che stronza.- borbottò Castiel, finendo il suo caffè e gettando il bicchiere di plastica in un cestino dei rifiuti accanto a loro. -Ok.- disse Raphael alzandosi e porgendo una mano al suo ragazzo per aiutarlo ad alzarsi a sua volta. -Ora però smetti di parlare.- rise per poi attirare Castiel in un tenero e languido bacio. -Questo si che è un buon modo per farmi smettere.- rise il ragazzo dagli occhi blu per poi trasportare di nuovo Raphael in un bacio.

 

Castiel stava sistemando le camicie di Dean nella cassettiera in camera del ragazzo quando vide che, nascoste sotto alcuni maglioni, c’erano delle vecchie foto di Dean con il suo amico Benny, altre assieme a Lisa e altre ancora assieme ai suoi genitori. Dean era raggiante in quelle foto, un enorme sorriso si disegnava sulle sue labbra ed i suoi magnifici occhi verdi brillavano di felicità. 

-C’è un motivo se quelle foto sono nascoste lì.- Dean fece il suo ingresso nella stanza, facendo sobbalzare Castiel. -Mi.. Mi dispiace.- balbettò. -Non volev..-

-Risparmiamelo Castiel.- il moro si bloccò. -Metti via quelle stupide foto e torna alla tua inutile vita, quella che vivi quando sei fuori da queste mura.- sentenziò acido il biondo.

-E’ necessario comportarsi da stronzo?!- sbottò Castiel, al limite della sua pazienza e prendendo di sorpresa Dean. -Ok, ci sta tutto avercela a morte con quei due traditori del tuo amico e della tua ex e hai fatto benissimo a trattarli di merda, ma io sono qui solo per fare il mio lavoro! Quindi ti sarei grato se non mi complicassi le cose come fai con chiunque ti sta attorno!-

-E se ti dicessi che per me potresti anche andare via?-

-Non dipende da te. Mi ha assunto tua madre, quindi finché non sarà lei a dirmi di sparire io da qui non mi muovo.- disse tutto d’un fiato il moro. -Non lo faccio perché m’importa qualcosa di te, sia chiaro. Lo faccio perché ho bisogno di soldi.- Dean rimase di sasso avanti a quelle parole e guidò la sedia a rotelle in un’altra stanza, lontano da Castiel.

 

Quella sera cominciò a piovere e quell’atmosfera cupa di certo non aiutava. Castiel, deciso a fare il primo passo, ma anche spinto dal senso del suo dovere, andò da Dean per controllare che fosse tutto ok e per chiedergli se avesse bisogno di qualcosa. -Mi piacerebbe vedere un film.- fu la risposta di Dean e Castiel provvide a trovare il DVD richiesto.

-Ma di che film si tratta?- chiese il moro, studiando la copertina della custodia del DVD.

-E’ un porno gay francese.- rispose il biondo, lasciando attonito Castiel. -Sto scherzando Cas.-

-Giusto, perché tu non sei..- Castiel non ebbe la capacità di finire la frase. -Cosa? Gay? No.- rispose il biondo facendo annuire Castiel. -Ti va di guardarlo assieme a me?- chiese poi.

-No, i film sottotitolati non fanno per me.- arricciò le labbra e scosse la testa. -Te lo ordino.- replicò autoritario il Winchester.

 Poco dopo Castiel si ritrovò a fare a Dean una miriade di domande riguardo al film, che gli era piaciuto da morire, discussero sul finale e scene varie. Dean rivolse uno sguardo alle spalle di Castiel e sorrise per la prima volta da quando il moro era lì. -Perché sorridi?-

-Ha smesso di piovere. Usciamo in giardino?- Castiel rimase senza parole. Il depresso, antipatico e acido Dean Winchester gli aveva appena chiesto di fare un giro in giardino assieme. Castiel credette che sarebbe scoppiato a piovere di nuovo.

Uscirono in giardino, chiacchierando del più e del meno. -Quanti anni hai Cas?-
-Ventisei.- rispose il moro. -E non hai mai visto un film sottotitolato? Mio Dio.- rise Dean. -E tu? Quanti anni hai?- chiese Castiel incrociando le braccia al petto. -Quasi trenta.- ammise l’altro. -E in trent’anni non hanno trovato un centro in cui buttarti per curare i tuoi complessi di superiorità verso il mondo intero?- chiese sarcastico, suscitando la risata di entrambi. -Quando non sei qui cosa fai?- domandò Dean, curioso. 

-Passo il tempo con la mia numerosa famiglia, guardo le gare sportive di Raphael..- elencò. -Chi è Raphael?-
-E’.. il mio ragazzo.- confessò Castiel, grattandosi la nuca con fare imbarazzato.

-Ah, sei dell’altra sponda.- constatò il ragazzo dagli occhi verdi. Castiel annuì. -Ti crea qualche problema?- chiese il moro, timoroso.

-Non vedo perché dovrebbe dato che sono bisessuale.- Castiel rimase senza parole. -Continua, stavi dicendo?- Dean lo ridestò dai suoi pensieri.

-Mi piace leggere e stop.- alzò le spalle. -La mia vita è più divertente a confronto.- rise Dean.

 

Qualche giorno dopo, per Dean fu il momento di tornare in ospedale per il controllo annuale. Quando Dean fu nello studio del medico, Castiel trovò il coraggio di chiedere a Sam cosa gli stessero facendo. -Ogni sei mesi gli fanno dei controlli.- fu la risposta di Sam.

 -Giusto, per vedere se ci sono miglioramenti è chiaro.- annuì.

-Ehm no Cas. Dean ha il midollo lesionato.- Sam scosse la testa. -Non guarirà mai.-

-E gli esercizi che gli fai fare?-

-Servono a non far atrofizzare i muscoli.- ammise Sam.

-E i suoi sforzi? Non possono non servire a nulla.-

-Si, lui si impegna ma non riesce ad ottenere i risultati che speriamo. E’ sempre molto debole, ha sofferto di polmonite, la sua pressione sale e scende di continuo.- Sam si passò le mani tra i lunghi capelli castani. -Nonostante i numerosi progressi nel campo della medicina il suo midollo non verrà mai aggiustato.- quella notizia mosse qualcosa nel petto di Castiel, si sentì male per quel povero ragazzo.

 

Qualche giorno dopo ci fu una bellissima nevicata e Castiel, che amava le neve, decise di recarsi al lavoro a piedi. Quando entrò in casa vide un uomo alto e dai capelli scuri uscire dalla stanza di Dean. -Buon giorno.- disse timidamente.

-Buon giorno.- gli sorrise l’uomo.

-Sono il padre di Dean, mi chiamo John Wichester.-

-Castiel Novak, molto piacere.- si strinsero la mano. -Dean si sente bene?-

-Non molto, è un po’ influenzato. Sam dovrebbe arrivare a momenti ed io devo correre in ufficio. Ce la fa da solo?-

-Certo.- annuì Castiel.

-Se ha bisogno di me mi telefoni.- disse il signor Winchester, chiudendosi la porta alle spalle.

Andò a controllare Dean e lo trovò steso a letto con gli occhi chiusi. -Dean? Ti serve qualcosa?- sussurrò per non svegliarlo in caso stesse dormendo. -No, grazie.- sussurrò in risposta il biondo.

Passò qualche ora e Dean non dava segni di miglioramento così Castiel, iniziando a preoccuparsi, tentò di chiamare il signor Winchester ma c’era la segreteria. Tentò il numero di Sam e anche lui non rispose al cellulare. -Sto bene Cas.- Dean parlò a voce talmente bassa che Castiel si chiese se avesse davvero parlato.

 

Sam arrivò pochi minuti dopo, scusandosi per il ritardo e giustificandosi dicendo di aver camminato a piedi sotto la neve che continuava a scendere fitta. -Sam, Dean non sta bene. Non ha bevuto nulla e a tratti non mi risponde.- Sam corse in camera di Dean, togliendogli le coperte di dosso e cominciando a levargli la maglietta.

-Bagna uno straccio e portamelo subito.-

Castiel corse in bagno e mise sotto l’acqua degli asciugamani, tornando immediatamente in camera di Dean. -Castiel si riprenderà, tranquillo.- Sam lo rassicurò quando lo beccò a fissare Dean con sguardo preoccupato, ma non notò che Castiel era rimasto shoccato nel vedere le cicatrici che Dean presentava sulle braccia.

Quando la situazione si fu calmata, Sam andò via per occuparsi di un altro paziente e Castiel rimase solo con Dean, che ancora dormiva. Vide il portatile di Dean poggiato ai piedi del letto del ragazzo e, non riuscendo a tenere a bada la sua curiosità, lo prese e lo aprì.

Cliccò su una cartella e partì un video in cui alcuni amici di Dean lo descrivevano come un asso in tutto. E poi c’era Dean, bello come il sole che nuotava, faceva surf e si divertiva come ogni ragazzo dovrebbe. Si portò le labbra all’interno della bocca per reprimere un principio di lacrime che stava nascendo nei suoi occhi davanti a tali scene. Dean era bellissimo mentre correva, mentre nuotava, mentre sorrideva felice con i suoi amici e la sua ragazza.

-Cosa fai?- la voce di Dean era ridotta ad un sussurro. -Niente di che.- rispose Castiel, abbozzando un sorriso e sentendosi più sollevato nel vedere Dean finalmente sveglio.

-Che ore sono?- farfugliò il biondo con la voce ancora impastata.

-Sono quasi le nove.-
-E che ci fai ancora qui? Il tuo turno è finito da un pezzo.-

-Credevo ti piacesse la mia compagnia.- rise sarcastico il moro. -In caso contrario dovrai fartela piacere perché non mi scollo da qui.- aggiunse con un piccolo sorriso. Dean distolse gli occhi da lui, portandoli a fissare il soffitto. C’era malinconia nel suo sguardo e tanta, tanta tristezza. -Dean..-

-Avanti, chiedi pure.- lo precedette.

-Cosa ti è successo?- sussurrò Castiel.

-Sono stato investito da un’auto.- rispose il biondo, senza mai staccare gli occhi dal soffitto. -Non avrei dovuto chiedertelo, mi dispiace. Parlo sempre troppo.- Castiel cominciò ad agitarsi, tornò a sedersi di fronte al letto e riprese in mano il libro che stava leggendo prima che la sua attenzione venne catturata dal portatile del biondo.

-Non rimetterti a leggere.-

-Come scusa?- Castiel non capì. -Parlami. Detesto il silenzio.-

-Sbaglio o tu eri quello che mi voleva timido, taciturno e introverso?-

-Mi dici qualcosa di bello?- mormorò Dean, ignorando la domanda retorica e sarcastica del suo nuovo amico.

-Qualcosa di bello?- chiese. -Del genere?-

-Ad esempio.. L’origine del tuo nome. E’ troppo strano.- commentò Dean.

-E dopo questo commento credi che le origini del mio nome siano una cosa bella?- il moro inarcò un sopracciglio. Dean non rispose, ma intensificò lo sguardo verso Castiel, facendogli capire che stava aspettando una risposta. -I miei credono molto negli angeli, sai?-

-Sul serio?- Dean fece scattare le sopracciglia verso l’attaccatura dei capelli. -E questo cosa c’entra con il tuo strambo nome?-

-Sembra che Castiel fosse il nome di un angelo. L’angelo del giovedì.- spiegò. -Con dei genitori molto religiosi poi l’essere nato di giovedì non aiuta.- risero entrambi.

-E’ strano, ma bello.- esalò Dean, sorridendo.

-Si e sai una cosa? Quando ero piccolo mi dicevano sempre che ero un angelo, l’angelo Castiel. Ed io per un po’ ci ho creduto, tant’è vero che per Halloween mi feci comprare un costume da angelo con tanto di ali.- Dean si perse nel guardare Castiel sorridere in quel modo mentre raccontava della sua infanzia. “Bellissimo” pensò il biondo.

-Indossai quelle ali per settimane; ci dormivo, ci facevo il bagno. Amavo l’idea di essere un angelo e credevo davvero di poter volare con quelle ali di plastica.-

-E che fine hanno fatto quelle ali?-

-Beh, il bambino che le indossava è cresciuto. Diventando un uomo di certo non potevo indossare quelle ali minuscole.-

-Ecco spiegata la tua omosessualità.- lo prese in giro Dean. -Smettila.- rise Castiel, dandogli un buffetto amichevole sul braccio. -Non hai mai adorato una cosa con tutto te stesso? Neanche una volta?-

Dean puntò i suoi occhi verdi in quelli blu di Castiel e potè giurare di esserci annegato. -Si Cas, mi è successo.-

Quando Dean si riaddormentò, Castiel rimase ad osservarlo ancora, tastandogli la fronte di tanto in tanto per accertarsi che non avesse la febbre. Si stese ai piedi del letto e ricominciò a leggere. 

 

-Mi spieghi come fanno a piacerti certi vestiti?- chiese Dean mentre Castiel se ne stava seduto su un muretto di fronte a lui. La domanda di Dean era nata dall’abbigliamento di Castiel di quel giorno: T-Shirt verde brillante, pantaloni azzurri e una felpa bordeaux.

-Che hanno che non va?- chiese il moro, guardandosi.

-Tutto.- rispose il biondo. -Andiamo questo gusto nel vestire non viene da queste parti.-

-Che intendi?-

-Qui sono tutti noiosi. Tutti uguali nel parlare, nel vestire, nel muoversi.. Un vero schifo.- scosse la testa il biondo. -A me piace la mia vita, io sono felice.- sorrise Castiel.

-Secondo me dovresti allargare i tuoi orizzonti.- aggiunse Dean.

-Spiacente, non sono come i ragazzi che sei abituato a frequentare, quelli che viaggiano, si sposano, fanno figli, si trovano un’amante e quando si stufano cercano un’amante per tradire l’attuale amante e via discorrendo. Ho lavorato in un bar, si sa i baristi vengono scambiati per psicologi.-

-Quanto tempo ci hai lavorato in quel posto?-

-Sei anni.- esalò Castiel. -Avrei dovuto lasciarlo prima e magari riprendere gli studi.- alzò le spalle.

-Per studiare?-

-Medicina.- mormorò guardandosi le scarpe.

-Perché non l’hai fatto? Le capacità ce le hai tutte.-

-Da quant’è che non ti fai la barba tu? Tra un po’ rischio di inciamparci.-

-Stai evitando l’argomento.- replicò Dean. -Si, scusa.- Castiel rise imbarazzato.

-Ci sto.- sentenziò Dean. -Ti concedo la possibilità di radermi.-

Dopo averlo rasato, Castiel rimase immobile a fissare il volto di Dean. Era totalmente rapito, Dean era di una bellezza disarmante, fuori dal comune. Quando il biondo aprì gli occhi incrociò gli occhi blu di Castiel che lo stavano fissando. Entrambi si persero a guardarsi reciprocamente negli occhi per qualche secondo, poi si sorrisero.

Castiel si allontanò per qualche secondo da Dean per andare in cucina a bere un sorso d’acqua, ma i suoi passi furono interrotti da una voce allarmata che proveniva dal salotto. Si avvicinò senza farsi vedere e ciò che udì lo lasciò completamente senza parole. 

-Questa non è libertà John!- era la voce della signora Winchester.

-Mary ne abbiamo già parlato.- rispose il marito.

-Si, ma non avevamo discusso dei dettagli! Per fortuna ho preso io questa lettera dalla Svizzera.- aggiunse la donna.

-Mary.- la richiamò fermo il marito. -Abbiamo fatto un patto con lui. Voleva sei mesi e glieli abbiamo concessi.-

-Ho accettato sperando che in sei mesi cambiasse idea.- la voce della signora Winchester prese a tremare. -Non ci credo che vuoi aiutarlo a togliersi la vita!-

Il cuore di Castiel si fermò udendo quelle parole. Non poteva crederci. Non poteva essere vero. Dean voleva morire. -Preferisco aiutarlo piuttosto che rischiare che ci provi da solo Mary!- il signor Winchester alzò la voce contro sua moglie. -Concedendogli questa opportunità non possiamo che aiutarlo.-

-E’ mio figlio John!- urlò disperata la donna. -E’ anche mio figlio Mary!- ribatté l’uomo. -E’ una decisione che ha preso lui perché sta soffrendo in modo atroce.- la voce del signor Winchester si fece più calma. -Mary, non possiamo comprendere il suo dolore. Lasciamolo decidere.-

-Il tempo non è scaduto. C’è ancora una possibilità per fargli cambiare idea.- non si arrese la donna.

-E tu sei convinta che il nuovo assistente ne sia in grado.- confermò sardonico il marito. Castiel andò via da quella scena, non volendo ascoltare una parola di più. Era rimasto spiazzato. Non voleva crederci sul serio.

Le parole dei signori Winchester avevano avuto il potere di scatenare qualcosa in lui. Si sentì un enorme groppo in gola, cercò di mandarlo giù ma fu davvero difficile.

Continuò ad andare a lavoro ma per Castiel niente era più come prima. Non riusciva a guardare Dean senza sentirsi completamente perso, e questa volta non in senso buono.

Un giorno, stanco e stremato, decise di parlarne con Balthazar per confidarsi e sfogarsi un po’. Uscirono di casa e andarono a sedersi su una collinetta, lontani da tutto e tutti.

-Non voglio tornarci.- sentenziò Castiel.

-Cas lo sai che..-

-Si Balth, lo so che ci servono i soldi ma.. non voglio continuare a badare lui.- si umettò le labbra. -Non dopo quello che ho scoperto.-

-I Winchester sono ricchi sfondati giusto?- chiese Balthazar, arricciando le labbra.

-Se vuoi proporti al mio posto sprechi il tuo tempo e poi non sei per niente delicato. Lo faresti morire prima del tempo.- replicò il moro.

-Ma che bella considerazione che hai di me fratellino.- fu la risposta sarcastica del maggiore. -Seriamente Cas.. Lui vuole morire ok? Manca ancora qualche mese, prendi questo poco di tempo che gli rimane e fai in modo che sia speciale.-

-Dici che ne sono in grado?- chiese insicuro Castiel.

-Puoi fare molto di più Cas. Magari puoi fargli cambiare idea facendogli vivere a pieno il tempo rimasto. Portalo a qualche festa, fagli fare un viaggio, c’è vasta scelta.- Castiel ci pensò su.

Ne parlò con i signori Winchester e Castiel propose di fargli praticare qualche sport per disabili, portarlo a feste e concerti. Il signor Winchester si trovò subito d’accordo, al contrario di sua moglie molto scettica. -Su Mary, non può che fargli bene.- Castiel sorrise, felice di avere l’approvazione del signor Winchester. Ci pensava giorno e notte, anche nei momenti con Raphael.

 

-Buon giorno! Ehi ehi e quel taglio di capelli?- chiese Castiel sorridendo avanti ad un Dean con i capelli, finalmente, più corti e curati. Senza quella chioma ad oscurargli il viso era ancora più bello ed i suoi occhi verdi risplendevano di luce propria. Castiel ne fu ammaliato. -Come mai così euforico?- chiese Dean sorridendo.

-Sam vuole andare all’ippodromo. Non c’è mai stato.- rispose Castiel.

-Sul serio amico? Mai visto una corsa di cavalli?- il biondo si riferì al suo amico fisioterapista. -Mai.- rispose Sam.

Arrivarono nel parcheggio dell’ippodromo e Sam parcheggiò sotto la guida di Castiel. Purtroppo il moro trovò un parcheggio giusto vicino ad una pozza di fango che bloccò le gomme della sedia di Dean appena fecero scendere il ragazzo dall’auto ma, con un po’ d’aiuto da parte di alcuni ragazzi, riuscirono a sbloccare la sedia.

Dopo la corsa tornarono a casa giù di morale per via della scarsità del cavallo su cui aveva puntato Castiel e per una cameriera molto saccente che si era rifiutata di dare loro un tavolo in un ristorante completamente vuoto solo perché non erano in possesso di una stupida tessera per i soci. 

-Ok, oggi non è stata un gran giornata.- tentò di scusarsi con Dean.

-Questo può farti tornare il sorriso?- domandò poggiandogli due biglietti su una gamba.

-Cos’è? Sam non ha mai ascoltato della musica classica?- rispose sarcastico Dean. -Sam non c’entra. Sono io che voglio andarci. Ti va di accompagnarmi?-

Dean portò lo sguardo su Castiel e vide la speranza di ricevere un sì nei suoi occhi. -E Mozart sia.- sentenziò.

 

Castiel passò i giorni che li separavano dal concerto a stressarsi l’anima, cercando come un forsennato un completo appropriato da indossare. -Cas ti vuoi dare una calmata? Raphael non ha mai detto nulla sul tuo abbigliamento. Anche se non capisco come faccia.- commentò Michael, passando per la camera di Castiel e trovandola a soqquadro. -Al concerto ci vado con Dean, devo vestirmi bene.- rispose il moro, immergendosi completamente tra i vestiti nel suo armadio. -Wo wo. Hai un appuntamento con Dean Winchester?- il minore rimase di sasso. -Lo accompagno ad un concerto, non è un appuntamento.- replicò il moro.

-So io come conciarti fratello.- rispose Michael. 

 

-Eccomi.- Castiel palesò la sua presenza a Dean e Sam che gli stavano dando le spalle.

-Wow amico, stai benissimo.- fu il complimento di Sam. Dean girò la sedia e quando vide Castiel rimase allibito. Castiel indossava un completo nero con una camicia bianca sotto la giacca, una cravatta dello stesso colore del completo e i pantaloni morbidi gli fasciavano le gambe alla perfezione. Era bellissimo.

Dean indossava un completo simile, con il papillon al posto della cravatta. Si sorrisero entrambi e si diressero al concerto.

Castiel fu ammaliato dalla musica che quegli strumenti emettevano grazie al solo aiuto del fiato umano. A Dean scappò un sorriso quando notò lo sguardo affascinato di Castiel.

Dopo il concerto tornarono a casa, ma Dean non voleva saperne di rientrare. Non voleva che quella serata terminasse. 

 

-Raphael vuole conoscerti.- disse Castiel a Dean la mattina dopo mentre facevano un pic-nic nel giardino di casa Winchester. -Come mai?- aggrottò la fronte il biondo. -Vuole sapere con chi faccio sempre tardi ultimamente e anche la mia famiglia vorrebbe conoscerti.- concluse il moro, portandosi le labbra all’interno della bocca. -Mia madre mi ha chiesto di invitarti alla cena del mio compleanno questo sabato, ma ho già risposto che non saresti venuto.- confessò, mordicchiandosi un labbro. -Insomma, detesti essere fissato mentre mangi e..-

-Ci vengo.- lo bloccò Dean. 

La cena si svolse perfettamente, tranne per il fatto che Raphael restava spesso immobile a fissare Dean, cosa che non passò inosservata al resto della famiglia. Quando per Castiel fu il turno di aprire i regali, Dean disse di avere anche lui qualcosa per lui. -E’ una piccola sciocchezza.- fece il modesto, indicando con la testa una busta enorme che si trovava alle spalle della sedia a rotelle. Castiel quasi si appese al lampadario per la troppa felicità quando aprendo la busta estrasse fuori due enormi ali di plastica. -Ovviamente non puoi andarci in giro.- lo ammonì Dean sorridendo. -Grazie grazie grazie!!- il sorriso di Castiel contagiò tutta la famiglia tranne Raphael, che se ne stava seduto sul divano a guardare il suo fidanzato gioire per delle stupide ali di plastica da bambini e non per il ciondolo d’argento con la lettera R regalatogli da lui. 

 

-Grazie per la fantastica serata.- disse Dean quando Sam venne a riprenderlo per portarlo a casa. -Felice di averti conosciuto Raphael.- non era vero neanche un po’. -Sei fortunato ad avere Cas.-

-Si, lo so.- Raphael cinse le spalle di Castiel con un braccio e gli baciò una tempia.

-Tienitelo stretto. Fa dei bagni a letto che te li sogni anche la notte.- disse lasciando attonita tutta la famiglia Novak e andando via con Sam con un sorriso soddisfatto stampato sul viso.

 

Castiel corse da Dean non appena sentì la voce di quest’ultimo chiamarlo appena messo piede in casa. Si tolse in fretta giaccia e capello e tutto trafelato raggiunse il biondo nelle sue stanze.

-Cosa c’è? Ti senti male? Hai caldo? Hai freddo? Dimmi che hai!- quasi non riprese fiato, lasciando allibito Dean per l’elevato numero di domande che Castiel aveva avuto la capacità di porre in meno di un minuto.

-Sto bene Cas.-

Castiel rilasciò un sospiro e rilassò la posa. -Allora cosa c’è?- chiese, riprendendo fiato. Dean indicò con lo sguardo un biglietto bianco e dorato che era stato poggiato sul tavolo.

-Leggi.- si limitò a dire. Castiel prese in mano il foglietto e quello che c’era scritto lo lasciò senza parole.

Lisa Breaden & Benny LaFitte sono lieti di invitarvi al loro matrimonio…

Con conseguente data e indirizzo su dove si sarebbe tenuto il ricevimento. -Verresti con me in un posto?- chiese Dean, prendendo di sorpresa Castiel.

 

Uscirono in giardino per fare quattro passi sul bastione del castello, dove chiacchierarono di molte cose. Dean si spinse sempre più in la con la carrozzella, facendo prendere svariati mini infarti al suo badante e ridendo ogni volta che Castiel gli urlava contro.

Salirono sempre più in alto e quando arrivarono all’ultima sporgenza, Castiel rimase completamente senza fiato per il panorama che gli si stagliava davanti. -Smettila di spingerti sempre più in la Dean!- lo ammonì quando riacquistò lucidità. -Può essere pericoloso e potresti cadere.- nel frattempo il biondo rideva di lui, facendogli perdere la pazienza.

-Qui da piccolo ci venivo spesso.- prese parola il ragazzo dagli occhi verdi. -Era il tuo rifugio?- chiese Castiel. -Si, una cosa del genere.- sorrise il biondo.

-Potrebbe diventare il mio posto preferito se mi ci porti altre volte sai?- sorrise il moro. -Prova a viaggiare e vedrai che cambierai idea.- fu la risposta di Dean. -E sentiamo quale potrebbe essere un posto preferito?- lo sfidò bonariamente Castiel. -Ci sono tantissime città che potrebbero farti dimenticare questo posto in un battito di ciglia, ma la mia preferita è Parigi.- rispose il biondo, ripercorrendo con la mente i suoi viaggi.

-E se ti ci portassi?- tentò il moro. Dean sbuffò una risata. -Lascia stare Cas.-
-Scusa ma hai appena detto che è la tua città preferita perché non..-

-Cas non voglio andarci così.- gli occhi del biondo si fecero lucidi. -Vorrei andarci essendo il vecchio me stesso. A girare per i locali con le ragazze e i ragazzi francesi che ci provano con me ed io con loro.- sorrise facendo sorridere anche Castiel.

-Sai, ricordo esattamente come mi sono sentito la prima volta che ci sono andato. I suoni, i profumi.. era tutto così..- Dean si portò le labbra all’interno della bocca e scosse la testa per cercare un aggettivo appropriato. -E’ stato fantastico Cas.-

Dopo qualche altro secondo passato a perdersi nei ricordi, -Sai dove andremo invece?- si schiarì la gola. -Al matrimonio di Lisa e Benny.- sorrise.

Castiel sorrise. -Fai sul serio?- inarcò un sopracciglio. -Ci vieni con me?- Dean si fece serio, Castiel perse il sorriso davanti a quella domanda per lasciare spazio all’incredulità ancora una volta. -Lo vuoi davvero?-

Dean annuì serio per poi riportare i suoi bellissimi occhi verso il sole che li rendeva ancora più verdi tanto da far incantare Castiel.

 

Due giorni dopo a casa Winchester si presentò un uomo vestito di tutto punto con tanto di cravatta e una ventiquattrore in mano. -Buon giorno sono Robert Singer.- si presentò l’uomo a Castiel. -Cerco il signor Dean Winchester.- Castiel non fece in tempo a dire una parola che Dean sbucò alle sue spalle chiedendo di essere lasciato solo con il signor Singer. Castiel cambiò stanza, ma non si sentiva affatto sicuro della decisione di aver lasciato Dean solo con quell’uomo e così fece una ricerca sul Web a proposito di questo Robert Singer.

E quando trovò qualcosa lesse “Specialista in testamenti, autenticazioni e procure”. Fu allora che Castiel capì; Dean non aveva cambiato idea. Non aveva mai cambiato idea.

Ne parlò con la signora Winchester che a sua volta rimase sconvolta ma che ringraziò Castiel per averla messa al corrente delle intenzioni del figlio.

 

Il giorno del matrimonio di Lisa e Benny arrivò in un baleno.

Dean assistette alla cerimonia con sguardo perso ed occhi lucidi. La sua espressione facciale era tesa, Castiel non ci mise molto a capire che il biondo stava facendo appello a tutta la sua forza per guardare senza dire una parola o distogliere lo sguardo dalla sua bellissima ex fidanzata che stava raggiungendo il suo “migliore amico” sull’altare, entrambi con un grandissimo ed innamoratissimo sorriso.

Il ricevimento si tenne in un giardino, era una bellissima giornata di sole e Dean e si stava godendo un po’ di tranquillità quando una sua vecchia amica e collega gli si avvicinò per parlargli.

-Ci manchi tanto in ufficio Dean, mi sembra ieri che dirigevi il nostro lavoro e ora..-

-Grazie Charlie, anche voi mi mancate tanto.- in quel momento  Castiel fece la sua comparsa con un bicchiere di succo di frutta per Dean.

-Però vedo che ti tratti bene eh?- rise la ragazza dai capelli rossi, squadrando Castiel da capo a piedi. -Charlie, lui è Castiel Novak. Cas, lei è Charlie Bradbury.- Dean fece le dovute presentazioni. -Molto piacere Castiel.- la rossa gli strinse la mano per poi congedarsi. Castiel guardò Dean confuso e con un sopracciglio inarcato. -Non è male, è una brava ragazza ed è rimasta colpita da te.- furono le parole del biondo.

-Certo, forse ha qualche problema alla vista.- replicò il moro.

-Perché?- Dean aggrottò la fronte. -Sei molto bello vestito così.-

Un dolce sorriso sfiorò le labbra di Castiel. -Grazie, anche tu stai bene.- rispose, facendo nascere un bellissimo sorriso sulle labbra di Dean.

 

Verso sera il ricevimento si spostò sotto ad una tenda addobbata appositamente per l’occasione. Gli sposi furono chiamati al centro per il classico ballo, mentre Castiel se ne stava seduto ad un tavolo con una parente della sposa.

-Sei qui per lo sposo o per la sposa?- gli chiese la donna. -Nessuno. Lei?- chiese il moro, prendendo un sorso dalla sua bevanda.

-Sono la madrina della sposa.- rispose solenne la donna. -Dovrei essere moralmente responsabile per lei ma suppongo che il mio lavoro non sia affatto ben riuscito.-

Castiel annuì lentamente. Aggrottò leggermente la fronte quando vide la donna posare gli occhi su Dean, che se ne stava a bordo pista ad osservare i due sposi ballare. -Sta guardando Dean?- le chiese timido.

-Era un’occasione d’oro per lei.- sussurrò la donna. -Prenditi cura di lui, ragazzo. E’ una persona speciale.- concluse la donna facendogli un occhiolino e alzandosi dalla sedia, lasciando Castiel da solo.

Quando l’atmosfera si fece più informale Lisa si avvicinò con cautela a Dean, intento a parlare di qualcosa con Castiel. -Sono felice di vederti qui.- gli sorrise la novella sposa.

-Non me lo sarei perso per niente al mondo.- rispose Dean, sfoggiando il sorriso più falso del suo repertorio. Pochi secondi dopo Lisa si allontanò, imbarazzata dopo aver visto che il biondo non si era sbilanciato più di tanto.

-Almeno gli hai fatto un regalo di nozze?- sussurrò Castiel al suo orecchio. -Avrei dovuto?- chiese Dean, con una finta espressione scioccata che fece ridere entrambi.

-Allora, mi fai fare un giro?- chiese il moro avvicinandosi sempre più a Dean. -Sei ubriaco per caso?- rise il biondo quando Castiel gli si sedette in braccio sotto gli sguardi allibiti degli invitati.

Dean fece partire la sedia a rotelle e andò verso la pista da ballo. -Avvicinati Cas, mi piace il tuo profumo.- Castiel sorrise e non poté fare a meno di avvicinarsi al biondo. -Non avresti mai appoggiato il tuo sedere sul mio bacino se non fossi su una sedia a rotelle.- sentenziò Dean. - Beh tu non avresti mai avuto questo sedere sul bacino se non fossi stato su una sedia a rotelle.- replicò Castiel. -Io dico di si.- rispose il biondo con sguardo malizioso. Scoppiarono entrambi in una fragorosa risata e quando le risate si placarono, Dean guardò Castiel negli occhi intensamente e -Sai, sei l’unica cosa per cui mi sveglio la mattina.-

Quelle parole mozzarono il fiato al moro ma riuscì comunque a dare una risposta al biondo. -Allora allontaniamoci da tutto e tutti, andiamo via soltanto noi due.- disse, scrutando a fondo i meravigliosi occhi verdi di Dean. Gli occhi del biondo si fecero seri e lucidi. -Dì di si Dean, per favore.- il moro gli riservò un sorriso carico di speranza e fu così che Dean rispose in maniera affermativa.

Abbandonarono il ricevimento per stare insieme, solo loro due, senza nessuno che li disturbasse, in modo che Dean potesse finalmente gioire davvero di qualcosa per la prima volta dopo tanto tempo.

Passarono fuori tutta la notte e quando tornarono a casa Dean si trovò di fronte ad una Mary Winchester allarmata. -Dov’eri?! Ero preoccupatissima! Stai bene?-

-Sono grande abbastanza per poter passare la notte assieme a qualcuno senza il tuo permesso mamma.- rispose tranquillo Dean rientrando in casa e lasciando sua madre completamente esterrefatta.

Appena Dean varcò la soglia della sua stanza fu investito da Sam che iniziò a controllargli la vista e constatò la leggera patina di sudore che ricopriva la fronte di Dean.

-Hai bevuto, vero?- domandò il castano.

-Sam, sto bene. Non sono mai stato così bene.-

 

-Raphael non posso venire con te in Norvegia.- disse Castiel mentre seguiva in bicicletta il suo ragazzo intento a fare footing. -Dai Cas! Non potrò vincere quella gara senza il tuo sostegno!- piagnucolò Raphael, continuando a correre. -Hanno bisogno di me al lavoro!- gli urlò di rimando Castiel. -Devo accompagnare Dean in un viaggio!- lo informò.

-Prendessero qualcun altro!- ribattè Raphael. -E’ il mio lavoro Raphael!- urlò Castiel. Il suo ragazzo interruppe la sua corsa, voltandosi verso Castiel.

-E’ una mia impressione o ultimamente il tuo lavoro è la tua priorità assoluta?- chiese irritato.

-E’ importante per me Raphael.- quest’ultimo sbuffò scocciato. -Mi dispiace.- Raphael scosse la testa e, riprendendo a correre, si allontanò da Castiel.

Castiel rispose al telefono che vibrava imperterrito nella sua tasca e quando sentì ciò che il suo interlocutore gli disse il suo cuore si fermò.

Corse in ospedale dove, al momento, si trovava Dean, inchiodato a letto dopo aver contratto una polmonite. Vide Sam in fondo al corridoio e lo raggiunse.

-Com’è possibile? Non ha tossito ne niente.- scrollò la testa, confuso.

-I suoi polmoni sono delicati Cas.-

Vide il signor Winchester seduto in sala d’attesa con un giornale tra le mani. -Posso entrare a vederlo?- chiese Castiel all’uomo, torturandosi un labbro con i denti in preda all’ansia.

-C’è Mary con lui.- esalò l’uomo. -E’ la quarta volta in due anni che finisce qui per una polmonite.- esordì il signor Winchester, massaggiandosi le tempie. -L’ultima volta stava morendo.-

Castiel si avvicinò alla camera in cui era ricoverato Dean e la scena che gli si presentò davanti agli occhi gli fece mancare il respiro: Dean inchiodato a letto con una serie di tubi collegati a dei macchinari, una mascherina per l’ossigeno a coprirgli naso e bocca, i suoi splendidi occhi si celavano dietro le palpebre calate e la signora Winchester che gli teneva stancamente una mano.

Passò la notte in ospedale, sdraiato sulle scomode sedie in sala d’attesa. La mattina dopo entrò nella camera di Dean con un caffè caldo per la signora Winchester.

-Sta meglio?- gli tremò leggermente la voce.

-Si, credo di si.- sussurrò la donna.

-Vuole che le dia il cambio?- chiese timidamente. -Si, grazie.- annuì la madre del biondo però senza lasciare la mano del figlio molto facilmente.

Si sedette accanto a Dean, sulla sedia che prima era stata occupata dalla madre del ragazzo e gli prese una mano. Fu allora che Dean, finalmente, aprì gli occhi. Castiel gli si avvicinò e scostò la maschera per l’ossigeno dalla bocca del biondo per permettergli di parlare. -Ti senti meglio?- gli chiese ad un centimetro dal suo viso.

-Potrei stare meglio.- sussurrò il biondo. -Oh non credo, esibizionista come sei.- tentò di sdrammatizzare Castiel, ma si zittì quando vide Dean contrarre il viso in un smorfia di dolore capendo che il biondo non fosse in vena di scherzare. Gli adagiò nuovamente la mascherina per l’ossigeno sulla bocca e tornò a stringergli la mano.

 

Entrando in casa Sam vide Castiel avanti al computer con un’espressione abbattuta e, curioso, gli chiese cosa stesse facendo. -Annullo tutto ciò che avevo prenotato per il viaggio.- fu la risposta del moro.

Sam annuì e, in silenzio, prese posto di fronte a lui. Castiel alzò lo sguardo dal computer e posò gli occhi sul castano.

-Tu lo sai vero?- domandò allusivo.

-Ormai lo seguo da due anni e posso assicurarti che la sua vita non è facile proprio per niente. Quando ci sei tu cerca di non far vedere che soffre ma quando resto qui di notte lo sento urlare perché quando dorme sogna di correre, surfare, capisci? Nei suoi sogni ha una vita normale e quando si sveglia si ritrova faccia a faccia con la realtà.. ed io non so cosa dirgli..- sospirò il castano. -Non mi sento nella posizione di giudicare la sua decisione.-

Castiel sentì un enorme nodo formarsi in gola. -Ma questa decisione l’ha presa prima di conoscermi..- la voce iniziò a tremargli.

-Cas, credimi, lo so. E so che ha fatto di tutto per renderti felice ma.. senti.. anch’io voglio che continui a vivere ma.. solo se lo vuole anche lui.-

Castiel scosse violentemente la testa. -No Sam, non posso lasciarglielo fare. Non posso.- Sam aprì bocca per parlare ma Castiel lo interruppe. -Se riuscissi a trovare un altro viaggio adatto a lui, verresti assieme a noi?-

Sam guardò per un attimo gli occhi imploranti di Castiel e sentì come un dolore sordo al petto, ma poi un dolce sorriso gli increspò le labbra e rispose -Si, ci verrei.-

 

Castiel tornò a casa sfinito dalla giornata, il suo unico desiderio era quello di stendersi a letto e dormire per due giorni di fila ma appena entrò in casa e si voltò vide Raphael in cucina. Il ragazzo era in piedi, vicino alla tavola apparecchiata e con delle candele accese.

-Ehi, che sorpresa.- disse Castiel. -Questa cena è per farmi perdonare. So di essere un idiota.- sentenziò Raphael facendo sorridere teneramente Castiel.

-Il tuo lavoro dura ancora un po’ di tempo ed io dovrei essere fiero di te per quello che stai facendo e..- lentamente si avvicinò a lui e gli strinse le mani. -Non voglio che litighiamo Cas.-

Dopo aver cenato e sistemato la cucina, Raphael vide un quaderno raccoglitore abbandonato sul ripiano della cucina e, curioso, lo prese. -Cos’è questo?-

-E’ il programma del viaggio di cui ti parlavo.-

Raphael aggrottò la fronte, leggendo in cosa consisteva il programma: albergo a cinque stelle, servizi in camera, idromassaggi, tutto ciò che non concerneva un viaggio per un disabile. -Cioè spiegami, io dovrei starmene qui mentre vai a divertirti con un altro uomo?-

-Viene anche l’altro assistente per tua informazione.- ribattè Castiel.

-Ah, non uno ma ben due uomini.. stiamo apposto.-

-Raph, è importante credimi.-

-Mi sento messo da parte, mi sento come se tutti sapessero cosa mi aspetta tranne me.-

-Raph..-

-Sono sette anni che stiamo insieme, Cas. Lui lo conosci da soli cinque mesi.-

-Si è vero, ma ha bisogno di me.-

-E secondo te io no?-

Dinnanzi alla reticenza di Castiel, Raphael recuperò la sua giacca abbandonata sullo schienale di una sedia e andò via, lasciando l’altro spiazzato dalla sua domanda.

 

Il giorno tanto atteso arrivò; Castiel, Dean e Sam si trovarono all’aeroporto per intraprendere il loro viaggio.
Una volta raggiunta la meta, si diressero all’hotel da loro prenotato dove ad attenderli c’era una bella donna dalla pelle scura. -Benvenuti.- li accolse con un bel sorriso. -Lasciate che vi mostri le vostre stanze.-

 

Il mattino dopo, Castiel decise di fare una passeggiata sulla spiaggia prima di recarsi in camera di Dean per svegliarlo.
L’acqua del mare che gli carezzava i piedi era fresca, la sabbia che affondava sotto i suoi piedi gli procurava una sensazione piacevole sulla pelle.

Tornò verso le stanze, respirando a pieni polmoni la brezza marina che gli solleticava le narici.

 

Quando Dean aprì gli occhi Castiel era di fronte a lui, seduto e con il giornale tra le mani. Quando si accorse che il biondo aveva aperto gli occhi gli sorrise e gli si avvicinò.

-Buongiorno.-

-‘Giorno.- rispose il biondo, ancora stordito dal sonno.

-Come ti senti?-

-Bene.- sbadigliò. -  Allora.. cos’abbiamo in programma per oggi?-

-Se vuoi possiamo guardare un film qui.-

-Frena Novak, non siamo venuti fin qui per segregarci in questa stanza a guardare film.- sentenziò Dean facendo stirare le labbra di Castiel in un grande sorriso.

Scesero in spiaggia a prendere il sole e godersi quella buonissima aria di mare mentre Sam se ne stava in acqua a giocare e a provarci con un biondina conosciuta lì per caso.

Verso il pomeriggio si spostarono in piscina, dove bevvero drink alcolici e si divertirono a guardare Sam fare l’esibizionista di nuoto per impressionare la bionda con cui aveva passato la mattina.

Si alternavano momenti di divertimento fatti di risate e giochi d’acqua, a momenti di relax in cui mentre Dean se ne stava steso al sole ad abbronzarsi un po’, Castiel si immergeva nella lettura di un libro.

-Domani sei prenotato per un’immersione.- lo informò Dean verso sera.

-Sei impazzito? Non voglio farla.- ribatté il moro.

-Ehi ragazzi.- Sam interruppe il loro “battibecco”, avvicinandosi a loro con accanto l’immancabile biondina che l’aveva affiancato per tutto il giorno. -Accompagno Jessica al suo albergo, si sta facendo buio e non vorrei che tornasse da sola.-

-Che gentiluomo.- lo prese in giro il biondo.

-Ce la farete senza di me?- chiese Sam, ignorando volutamente il commento di Dean.

-Certo, vai pure.- gli sorrise Castiel. Così Sam circondò la vita di Jessica con un braccio e, salutandoli, andò via. -Sei incredibile.- si rivolse poi a Dean.

-Che ho fatto?- chiese il biondo, fingendo un’aria innocente. Castiel gli riservò uno sguardo eloquente per poi sospirare e scuotere la testa.

-Niente, lasciamo perdere. Dovremmo tornare in albergo.-

 

Dean era già a letto quando Castiel finì di cambiarsi. Fuori diluviava e il vento freddo continuava imperterrito a soffiare, portando un’aria gelida nella stanza.

Castiel si avvicinò alle imposte delle finestre per chiuderle ma venne bloccato dallo strano desiderio di Dean di guardare il temporale.

Sorridendo, Castiel si avvicinò al letto del biondo e, mettendogli una mano sulla nuca per alzargli la testa, gli sistemò il cuscino. Dean guardò Castiel negli occhi intensamente per poi buttare fuori, senza pensarci, quella richiesta. -Dormi qui stanotte.-

Castiel non se lo fece ripetere due volte e si distese al fianco di Dean poggiando la testa sulla sua spalla. In quel momento i sentimenti che il moro aveva cominciato a provare per l’altro vennero prepotentemente alla luce, facendogli chiudere lo stomaco in una morsa piacevole.

Così, mentre fuori il temporale continuava ad infuriare, Castiel sollevò la testa dalla spalla di Dean per perdersi in quelle bellissime gemme che erano i suoi occhi e azzerò la distanza tra loro posando le sue labbra su quelle del biondo in un dolce e lento bacio che fu la prova che anche Dean provava sentimenti per Castiel. Quando le loro labbra si staccarono rimasero così, con i nasi così vicini che parevano sfiorarsi e le labbra ancora vicinissime.

 

Il mattino seguente Dean lottava ancora con la cocciutaggine di Castiel riguardo all’immersione. -Dai Cas, ti piacerà.-

-Ho detto di no.- ribatté il moro, che nel frattempo aveva già indossato la muta.

-Perché devi essere così testardo? Dai provaci.-

Castiel scosse violentemente la testa. -No.-

Svariati minuti dopo, Dean vide la testa di Castiel spuntare da sotto il pelo dell’acqua.

-Mio Dio è stato stupendo!- urlò il moro dopo essersi tolto boccaglio e mascherina.

-Avresti dovuto darmi retta prima.- esclamò Dean di rimando. Il suo cuore perse un battito quando vide Castiel ridere e dimenarsi in acqua, quell’acqua che poteva essere azzurra quanto volesse ma che non avrebbe mai eguagliato il colore degli occhi del suo Cas.

 

Quella sera decisero di passarla in riva al mare.
Dean era sulla sabbia asciutta per non far sporcare le ruote della sedia a rotelle mentre Cas se ne stava con i piedi nell’acqua.

Con un grandissimo sorriso, Castiel si voltò verso Dean. -Voglio rimanere qui. E’ troppo bello.- continuò a sorridere. -Dai ammettilo, sei felice di essere qui.-

Dean annuì e si perse a guardare quel bellissimo ragazzo che aveva preso a ballare sulle note di una canzone proveniente da un villaggio turistico vicino.

Ballando ballando, Castiel si avvicinò a Dean che rise e scosse la testa.

Castiel si sedette sulle gambe di Dean, gli prese il viso tra le mani e dopo aver scrutato i suoi occhi verdi lo baciò lentamente. Quando le loro bocche si separarono, Dean emise una specie di verso sofferente e Castiel notò che il biondo stava lottando con tutto se stesso per non piangere.

-Devo.. devo dirti una cosa.- Dean deglutì a vuoto.

Castiel chinò la testa. Ecco, il momento era arrivato. -Lo so..- ammise. -So tutto Dean.-
Il biondo restò a fissarlo senza dire una parola. -Dean.. so che non è la vita che vuoi ma io posso renderti felice.- sussurrò ad un centimetro dal suo viso.

Dean distolse lo sguardo dagli occhi di Castiel avvertendo un moto di dolore colpirlo in pieno. -No.- esalò Dean con un filo di voce, lasciando Castiel interdetto.

-Cas.. so che potrebbe essere bello ma.. la mia non è vita.-

A Castiel si mozzò il respiro ma a Dean sembrò non importare perché proseguì con il suo discorso. -Non sai com’ero prima.. amavo vivere.. davvero..-

-Perché non dai un possibilità a te stesso? Perché non la dai a me? Mi ha cambiato profondamente in questi ultimi mesi..- le lacrime minacciavano di uscire dagli occhi di Castiel che teneva ancora il viso di Dean tra le mani.

-Non voglio tenerti ancorato a me Cas.. non voglio negarti ciò che qualcun altro potrebbe offrirti..- la voce di Dean cominciò a tremare e anche i suoi occhi si riempirono di lacrime.  -Un giorno potresti guardare e provare solo rimpianto o pietà per me..-

-Non lo farei mai e tu questo lo sai..-

-Ma tu no Cas, non puoi saperlo.- continuò Dean, bloccando le sue proteste. -Non posso immaginare di vederti nudo e non poterti toccare, non poter fare… oddio Cas se solo sapessi cosa ti farei ti metteresti le mani tra i capelli..-

Castiel lasciò che le lacrime scesero a rigargli le guance e continuò a scuotere la testa per cercare di fermare Dean dal dire cose di cui si sarebbe pentito.

-Io non voglio più vivere così..-

-Dean.. Dean ti prego smettila..- Castiel cercò di parlare scosso dai singhiozzi ma il biondo cercò di rassicurarlo.

-Ascolta Cas, la cosa più bella che potresti fare per me è passare quest’ultima notte con me.- lo guardò con occhi pieni di lacrime e dolore. -Basta.. sono stanco di svegliarmi ogni mattina e constatare che la mia realtà è questa.. lo sappiamo entrambi che non sto migliorando e che mai succederà.-

Castiel continuò a rinnegare ciò che Dean gli stava dicendo mentre ormai le lacrime gli scendevano a cascata dagli occhi blu. -Cas.. quando torneremo io partirò per la Svizzera..-

-No Dean, no..-

-E se provi davvero quello che dici, ti chiedo per favore Cas di venire con me.- concluse Dean.

-Io.. io credevo che ci avessi ripensato..-

-Non sarebbe mai successo. Ho promesso ai miei genitori sei mesi e così è stato.-

Castiel scese dalle gambe di Dean e si allontanò da lui, cominciando a piangere disperato.

-Stai zitto.. Basta.. Non dire più niente..- aveva la voce rotta dal pianto. -  Sei un egoista Dean.. ti ho aperto il mio cuore e mi hai risposto no ed ora mi chiedi una cosa simile.. come puoi farlo? Hai idea di quello che mi hai appena chiesto?-

Dean se ne stava in silenzio, con il cuore pieno di dolore nel vedere il suo Cas in quelle condizioni per colpa sua.. ma lui non poteva farci nulla.. doveva andare così.

-Vorrei non averti mai conosciuto Dean.. Mai..- detto ciò gli diede le spalle e lasciò la spiaggia.

-Cas..- provò a chiamarlo Dean. -CASTIEL!- ma senza successo.

 

La mattina dopo s’imbarcarono per il ritorno a casa. Dean e Castiel non si guardavano neanche in faccia.. tant’è che Sam capì subito cosa fosse accaduto e quando tentò di chiedere a Cas se si sentisse bene lui si limitò ad annuire.

Sull’aereo Dean si addormentò e questo diede a Castiel l’opportunità di avvicinarsi, sistemargli la coperta addosso e lasciargli un dolce bacio alla tempia.

Si sedette di fronte a lui e restò a guardarlo per tutto il tempo, incapace di distogliere gli occhi da lui.

 

Ad attenderli all’aeroporto c’erano i signori Winchester che li accolsero con sorrisi e domande sul viaggio.

-Avete fame? Io proporrei di mangiare al ristorante dell’area intercontinentale.- propose il signor Winchester. -Castiel vuole unirsi a noi?- gli chiese, vedendo che il ragazzo si stava allontanando con la valigia.

-No grazie.- esalò.

-Ma Castiel andiamo, vogliamo sapere com’è andata.-

-Papà.. lascialo andare.-

Castiel chiuse gli occhi, prese un respiro profondo e si allontanò dal gruppo, venendo però seguito dalla signora Winchester. -Castiel!- 

Il ragazzo si voltò verso la sua datrice di lavoro, riservandogli uno sguardo triste. -Non voglio essere pagato.. Mi dispiace signora Winchester.- e si allontanò per tornare a casa. Mentre salì sul pullman vide John Winchester stringere sua moglie, in lacrime, tra le braccia e ciò gli provocò una fitta di dolore al petto.

Arrivato a casa, venne investito da suo fratello Balthazar. -Allora Cas? Com’è andata?-

Castiel scosse la testa e quando Balthazar gli si avvicinò per stringerlo tra le sue braccia, il moro si lasciò andare e pianse.

Quella sera a cena Castiel non mangiò niente, complice anche il nervosismo di sua madre che non lo aiutava affatto.

-Tesoro ti prego, siediti.- tentò di convincerla suo padre. -Così non aiuti Cas.-

-Ma che persone sono? Queste non scelte ammissibili.- sibilò la signora Novak.

-Mamma, i signori Winchester sono disperati. Lui ha fatto la sua scelta, ammissibile o no.- replicò Balthazar.

-Mamma..-

-No Castiel! Non ti permetto di essere complice di un omicidio in piena regola!-

 

Castiel alzò lo sguardo quando sentì la porta della sua camera aprirsi.

-Cas?- il signor Novak sbucò da dietro la porta, trovando il figlio in lacrime.

-Papà.. io ho fatto del mio meglio.. ci ho provato sul serio.. ma ho fallito..-

-Non vedo il fallimento, figlio mio.- gli disse suo padre, sedendosi di fronte a lui. -  Cas, quel ragazzo aveva preso la sua decisione tempo fa.. credo che nessuno avrebbe potuto dissuaderlo.- si alzò e poggiò una mano sulla spalla di suo figlio. -So che sono partiti questa mattina. Sei ancora in tempo Cas. Chiamali.-

E partì alla volta della Svizzera.

Un taxi lo condusse alla casa dove la famiglia Winchester si era stabilita per l’”occasione”.

-Buongiorno sono Castiel Novak.- si presentò quando la governante andò ad aprirgli la porta.

-Buongiorno, la stavamo aspettando.- lo accolse in casa. -Dia a me la valigia.-

-Grazie.. ehm.. lui..?-

-E’ di la.-

Si diresse verso la porta bianca che la governante gli aveva indicato e l’aprì. Entrando, urtò un vaso facendolo cadere, palesando così la sua presenza alla famiglia Winchester.

-L’inconfondibile entrata in scena di Castiel Novak.- ironizzò Dean.

-Scusate.- esalò Castiel, recuperando i cocci del vaso da terra. Si avvicinò al letto dove Dean era steso e accanto a lui, i suoi genitori gli sorridevano forzatamente.

-Sarà meglio lasciarvi un po’ da soli.- la signora Winchester si alzò dal bordo del letto sul quale era seduta e, seguita dal marito, lasciò la stanza non senza prima aver ringraziato Castiel per la sua presenza.

-Sei qui per..?-

-Per prenderti in ostaggio sciocco.- cercarono entrambi di alleggerire l’atmosfera.

-E dove vorresti tenermi?-

-In un altro paese o a casa dei miei.. Devo aggiornare il piano d’attacco.- rispose, facendo ridere il biondo.

-Puoi, per favore, aprire la finestra Cas? E poi raggiungimi.-

I visi di entrambi si fecero mortalmente seri, Castiel andò ad aprire la finestra e poi si sdraiò accanto a lui sul letto passandogli un braccio attorno alla vita e poggiando la testa sul suo petto.

Chiusero gli occhi, godendosi quel momento più che poterono.

-Guardami Cas.- ruppe il silenzio Dean. Castiel scosse la testa contro il suo petto. -Cas per favore guardami.-

-Non posso Dean, non ci riesco.-

-Non m’interessa, devo vederti.- deglutì. -Devo vedere i tuoi occhi anche se sono rossi e gonfi.-

Castiel rise, alzando finalmente la testa e puntando i suoi occhi blu negli occhi verdi di Dean.

-Sei insopportabile Dean Winchester, te l’hanno mai detto?-

-Bene.. allora per voi sarà una liberazione.-

-No.. no.. non è vero.- si strinse nuovamente a lui, aumentando la presa e poggiando una mano su quella di Dean, anche se il biondo non avrebbe potuto avvertire il contatto.

-Cas, non devi essere triste.-

Castiel tirò su col naso e poi alzò la testa verso Dean, cercando di baciarlo. -Resti con me?- lo bloccò il biondo. -Fin quando lo desideri.-

Castiel si avvicinò di nuovo al suo viso e, finalmente, premette le sue labbra su quelle di Dean in un bacio a stampo che durò pochi secondi. Quando si staccarono, entrambi avevano gli occhi pieni di lacrime.

-Puoi chiamare i miei, per favore?-

Castiel scoppiò in lacrime davanti a quella richiesta, perché poteva significare solo una cosa: il momento dell’addio era arrivato.

Le sofferenze di Dean Winchester terminarono quel giorno.

Lasciò un grandissimo vuoto dentro le persone che lo amavano; i suoi genitori, i suoi amici, Sam e… Castiel.

 

Qualche settimana dopo…

 

Castiel se ne stava seduto all’esterno di un bistrot di Parigi a fare colazione e.. a leggere una lettera che Dean aveva fatto scrivere per lui.

“Cas..
Sarà passata già qualche settimana quando leggerai questa lettera.. se mi hai ascoltato attentamente ora sei a Parigi.. Spero che ci sia il sole, adoro quando i suoi raggi ti baciano il viso, illuminando i tuoi bellissimi occhi e facendoli risultare ancora più splendenti.
Ci sono tante cose che avrei voluto dirti Cas, ma non l’ho mai fatto altrimenti avresti pensato che io fossi un tipo romantico quando sappiamo entrambi che non è così ma..
quando tornerai a casa, il mio amico Robert Singer ti darà accesso ad un conto bancario che potrai utilizzare ma che non ti servirà per cullarti sia chiaro, ma almeno potrebbe regalarti quella libertà che tanto meriti e desideri.
Vivi e sorridi sempre al domani Cas, non accontentarti mai di ciò che viene perché puoi avere sempre di più e lo sappiamo tutti e due.
Indossa le tue ali magiche e spicca il volo, vola più in alto che puoi Cas. Sapere che sono stato io a darti questa occasione mi rende orgoglioso..
Tutto qui..
Sei marchiato a fuoco nella mia mente e nel mio cuore Cas, lo sei fin dal primo giorno che ti ho visto entrare nella mia stanza con i pantaloni strappati e un sorriso imbarazzato disegnato sulle labbra, il tuo gusto pessimo nel vestire e tutto ciò che adoro di te.
Voglio che tu mi faccia un favore Cas, non pensarmi spesso.. non voglio che tu sia triste.
Sorridi Cas, non far smettere ai tuoi meravigliosi occhi di brillare.
Io ti seguirò ad ogni passo che farai, sarò sempre lì a sostenerti.
Con grande amore,

Dean.”

 

 

Spazio Autrice:

Finalmente ce l’ho fatta.. *rilascia un sospiro di sollievo*

Questa storia stava facendo la polvere nel mio pc da mesi, in senso letterale..

Ci ho messo l’anima a scriverla e spero che a voi lettori piaccia..

Come ho specificato nelle note iniziali, la FF segue molto la struttura del film. Noterete che le scene sono per la maggior parte quelle e anche qualche parola è presa dal copione del film.
Non mi andava di stravolgerlo troppo ma comunque dietro tutto ciò c’è un grandissimo lavoro.

Spero che la storia vi sia piaciuta.
Baci,
Sunny9719

   
 
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