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Autore: slv_93    24/05/2017    0 recensioni
Beatrice è una ragazza italiana da poco laureata in Management che vive a Londra. Il suo sogno è trovare un lavoro e sistemarsi nella capitale inglese. La ragazza, contro ogni previsione, viene contattata dalla Modest! Management, importante agenzia che cura molti artisti tra cui gli One Direction, e che le propone uno stage di 6 mesi.
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Tratto dal capitolo 9:
"Merda!"
Ripose il cellulare nella tasca dei pantaloni e lo guardò con aria interrogativa.
"Ci sono i paparazzi, dannazione!"
Solo in quel momento la ragazza alzò lo sguardo e vide dei fotografi nascosti dietro agli alberi a pochi metri da loro.
"Sono la vostra manager, Harry. È normale che io stia con voi" disse scrollando le spalle. Poi si bloccò di colpo e lo guardò preoccupata.
"Che ti prende?" le chiese.
"Guarda come cazzo sono vestita! Ho una maglietta dei cinesi con lo smile e una kefiah da terrorista rosa! O mio Dio che figura di merda!"
"Tu non sei normale"
Questa storia è disponibile anche su Wattpad!
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Mi ha preso la mano 
e mi ha portato a vedere 
come è fatta la felicità
(Anonimo)

Ci troviamo davanti all'uscita secondaria dell'hotel (segui le indicazioni fino alla cucina). Non metterci due ore.
H.

Bea sorrise mentre lesse il messaggio che Harry le aveva mandato. Erano arrivati a Kansas City da poche ore e il concerto sarebbe stato il giorno dopo, quindi la band aveva un giorno di relax.

Louise, Niall, Marco, Aidan e Louis avevano deciso di rilassarsi nella piscina dell'hotel, mentre Harry, Liam e gli altri erano rimasti nelle proprie stanze. Bea, invece, aveva rifiutato un tuffo in piscina perché, purtroppo, era arrivato quel periodo del mese. 
Così se ne stava nella sua camera a disfare la valigia pur sapendo che il giorno seguente avrebbe dovuto rifarla. Si annoiava tremendamente e quello sembrava l'unico rimedio alla noia, ovviamente prima che le arrivasse il messaggio di Harry.

Indossò velocemente degli shorts a vita alta, una t-shirt a righe e le scarpe da ginnastica. Aprì lentamente la porta della sua stanza, controllando se ci fosse qualcuno nell'area in comune. Via libera! Corse fuori dalla suite e raggiunse l'ascensore tirando un sospiro di sollievo quando le porte si chiusero senza aver incontrato nessuno.

Perché Harry doveva inventarsi cose del genere per vederla, quando le loro camere si trovavano di fronte?

Sbuffò infastidita cercando di non pensare al fatto che il riccio si divertisse a complicarle la vita. Guardò le indicazioni nella hall e seguì la strada per le cucine sperando di non incontrare qualcuno a quell'ora del pomeriggio.

Quel giorno la fortuna era dalla parte di Bea, perché la cucina era deserta e riuscì a raggiungere una porta antipanico. La aprì e si trovò in un vicolo stretto. L'odore nauseante di immondizia la costrinse a coprirsi il naso con il braccio. Si guardò attorno, ma di Harry nessuna traccia.

Perfetto! Le dava appuntamento in un vicolo puzzolente e nemmeno si presentava in orario.

Stava per tornare dentro quando la porta si aprì.

"È da molto che aspetti?" le chiese Harry chiudendo la porta alle sue spalle.

"No, sono appena arrivata. Ma si può sapere perché tutta questa segretezza? Mi sento in un film di James Bond!" rispose Bea con le braccia incrociate e uno sguardo severo. Nonostante fosse infastidita, non poté fare a meno di notare quanto Harry fosse bello con gli skinny jeans neri e la maglietta dello stesso colore.

"Avremmo potuto vederci di sopra, in effetti" disse Harry grattandosi il mento con fare pensieroso. "Ma così è più eccitante!" concluse sorridente, facendo comparire quelle irresistibili fossette.

Bea roteò gli occhi al cielo. "A volte sembra tu abbia 5 anni, poi ci penso e mi ricordo che ne hai 21"

"Tu, invece, ne dimostri 60, quando in realtà ne hai solo 25" ribattè prontamente Harry.

"Non mi ricordare il fatto che abbiamo 4 anni di differenza, per favore"

"Cos'è? Ti pesa essere la più vecchia?" disse Harry avvicinandosi lentamente, come un predatore fa con la sua preda. "Ti confesso un segreto: io ho un debole per le più mature" concluse sussurrandole all'orecchio.

Bea lo scansò cercando di ignorare i brividi che il contatto del suo respiro sulla pelle le aveva provocato.

"Possiamo gentilmente andarcene da questa puzza?" sviò sperando di distrarlo dal suo intento di sedurla.

"Ah ma quindi non sei tu che emani questo odorino?" la provocò con un ghigno.

"Vaffanculo" fu la risposta gentile di Bea.

Stava per andarsene quando si accorse che quella porta si poteva aprire solo dall'interno.

Si voltò verso Harry trovandolo con le braccia incrociate e la postura rilassata. Probabilmente fu questo che la fece scoppiare. 

"Ecco! Se tu non avessi queste geniali idee del cazzo ci saremmo potuti vedere, che ne so, davanti ad un buon gelato, al cinema, al centro commerciale! Invece siamo rimasti chiusi fuori in un vicolo che sa di spazzatura e ora dovremo passare davanti a tutti quei paparaz..."

Si interruppe all'improvviso perché le labbra di Harry le impedirono ogni tentativo di finire la frase.

Dopo un momento di sorpresa, in cui rimase con gli occhi spalancati per la seconda volta, ricambiò il bacio.

La sensazione della bocca di Harry sulla sua era come se la ricordava, solo che ora era sobria e poteva gustarsi appieno il momento.

Si aggrappò alle sue spalle, mentre lui le cingeva la vita per tenerla, se possibile, più vicino a sé. Sorrise al pensiero di Harry che, come la sera prima, la stringeva come se volesse assorbirla.

Lui interruppe il bacio, confuso, appoggiando la fronte alla sua.

"Perché sorridi?" sussurrò con la voce più roca del normale.

"Perché mi stringi come se tu avessi paura che io scappi" ammise Bea non perdendo il sorriso.

"Ma io ho davvero paura che tu scappi! Non in senso figurato, ma che magari cambi idea perché pensi che tra di noi non può funzionare, che io sono troppo piccolo per te, che se ci beccano perdi il lavoro, che abbiamo vite troppo..."

"Ma sta zitto!". Stavolta fu Bea ad interromperlo per fare incontrare le loro labbra.

Si baciarono di nuovo in quel vicolo puzzolente e sporco, ma per loro esisteva solo il fondersi dei loro respiri.

***
"Solo tu puoi mangiare il gelato al limone con quello al cioccolato" disse Harry mentre passeggiavano per Kansas City.

"Ma taci che il gelato al miele fa schifo pure agli orsi"

Lui la guardò con le sopracciglia alzate per poi scoppiare a ridere.

"Che ti prende?" chiese Bea confusa.

"A volte dici delle frasi strane che mi fanno ridere" spiegò Harry cercando di reprimere un'altra risata.

"Smettila di fare il cretino, Harry!" lo riproverò divertita. Quel ragazzo era in grado di farle passare qualsiasi pensiero o arrabbiatura. A volte, le sembrava di conoscerlo da una vita.

All'improvviso Harry le prese la mano, nel volto l'espressione di quando da piccolo hai in mente un nuovo gioco da spiegare al tuo amico.

"Si può sapere dove mi porti?"

"È una sorpresa" sintetizzò.

Quando si fermarono erano davanti ad un edificio senza insegne, le auto e i taxi sfrecciavano davanti a loro e Bea non capiva cosa ci facessero lì. Spostò il suo sguardo su Harry e lo vide guardare avanti a sé.

"Un tandem?" chiese indecisa. Eppure davanti a loro c'era solo un signore che noleggiava quelle bici a due posti.

"Sì! Li ho visti ieri quando siamo arrivati. Dai andiamo!"

L'ultima volta che salì su un tandem fu al mare quando aveva 15 anni. Suo padre la obbligò a salirci anche se lei aveva il terrore di cadere e, come tutte le cose di cui inizialmente si ha paura, si era divertita da morire.

Harry pagò il noleggio per un'ora e poi aiutò Bea a salire. Le strade trafficate di Kansas City non erano rilassanti come le piccole vie di Rimini, ma si stava divertendo ugualmente.

"Bea, funziona che anche tu pedali, non solo io" la rimproverò Harry.

"Sto pedalando, mister Facciotuttoio"

"Non credo. Mi sembra di trascinare un morto di un tonnellata" disse fingendo di avere il fiatone.

"O forse sei semplicemente un pappa molla"

"Ripeti e smetto di pedalare. Vedrai che cadremo entrambi"

Bea roteò gli occhi al cielo. A volte Harry sapeva essere così snervante.

"Non hai nulla da ribattere?" le chiese notando il suo silenzio.

"No. Ho capito che in questi casi devo fingermi morta così la smetti"

Harry scoppiò a ridere e Bea pensò che quella risata le riaggiustasse le giornate e anche un po' la vita.

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Oggi non voglio dire nulla. Provo solo orrore e tristezza per ciò che è accaduto l'altra sera a Manchester. Il mio pensiero va a tutte quelle famiglie che hanno perso un loro caro. 

Silvia

   
 
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