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Autore: ginstories    24/05/2017    3 recensioni
Mi ero dimenticata di chiudere la finestra.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una promessa. Infranta. Da me.


Mi ero dimenticata di chiudere la finestra. Dal letto si vedeva un fazzoletto di cielo, condito di stelle. Si intravedeva anche uno spicchio di luna.
Erano le due. Il giorno dopo avrei dovuto prendere il treno e non potevo permettermi di addormentarmi a notte fonda, ma l'insonnia mi aveva accolta fra le sue braccia. Cosa potevo farci? Il cervello non voleva spegnersi, il treno dei pensieri non voleva arrestarsi e correva per tutto il mio corpo, in tutte le direzioni, stringendo lo stomaco e togliendomi il fiato. Quella volta il dolce cinguettio degli usignoli non aveva il potere di acquietare la mente e portarmi in un altro mondo rasserenante.
Avevo paura perché i ricordi mi opprimevano, quasi uccidendomi. Una fitta prolungata mi fece salire le lacrime: mi mancava, anche se non doveva. Avevo scelto, avevo scelto di no; volevo restare libera; avevo rinunciato a lui per me stessa. Allora perché, perché sentivo la bile in bocca e l'ansia aumentare?
Avevo paura del futuro. E se non fossi riuscita ad avere un'altra relazione? Se in ogni persona avessi cercato sprazzi di lui? Flash di Frascati si susseguivano nei miei pensieri: un prato, un bacio, una terrazza, un bacio, una promessa. Infranta. Da me. Era colpa mia. Sempre. Perché ero una lurida puttana, desiderosa di attenzioni.
Le lacrime scesero ancora più copiosamente, alimentate da sentimenti nuovi. Mi fottevano, i sentimenti. Mi facevano stare male, vomitare. Non li volevo, non sapevo esprimerli, che ci facevo? Volevo soffocarli insieme a me. Volevo smettere di esistere, volevo smetterla di far soffrire gli altri. Di far soffrire lui.
Mi mossi lentamente. Mi alzai, trascinando la testa pesante di pensieri. Guardai la finestra, guardai il cielo. Né le stelle né gli usignoli mi risposero. Aprii di più il vetro e guardai giù: non c'era niente, non c'era nessuno. Mi sporsi continuando a guardare fino a che non afferrai lo scuro. L'aria mi spazzò via i capelli dal viso. Tirai la grata verso di me, mentre feci rientrare il mio corpo nella stanza e posai i piedi sopra un pavimento gelato.
  
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