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Autore: Zomi    24/05/2017    5 recensioni
A fine agosto Sanji aveva realizzato il suo sogno.
Con sguardo fiero e sigaretta fumante che pendeva dalle labbra, fissava l’interno del suo locale animarsi con la luce mattutina, in attesa dei clienti ormai diventati fissi dal non troppo lontano giorno in cui aveva inaugurato la sua pasticceria.
*Fanfiction contenete coppie strane. Il Forum consiglia la lettura a un pubblico con un alto tasso di sospensione dell'incredulità. Può presentare tracce di latte e frutta a guscio*
{FanFiciton partecipante al Crack&Sfiga Ship's Day indetto dal Forum FairyPiece}
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Sanji, Un po' tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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In vita sua Sanji ne aveva viste tante.
Crescere con tre gemelli, uno più stronzo dell’altro e una sorella più matura del dovuto, gli avevano mostrato quanto il mondo potesse essere ricco di personaggi ambigui e dai più incomprensibili cambi di attegiamento.
Aveva visto il più orgoglioso dei suoi amici inginocchiarsi a terra per chiedere la mano della sua stupenda Nami swan (dannato Marimo!).
Aveva visto Law in preda ad un attacco di gola e rubare una fetta di cheescake sotto la forchetta a mezz’aria di Rufy, mentre una spaventata Bibi metteva in salvo la sua fetta di torta… non sapeva da chi, ma meglio prevenire che curare.
Aveva sentito Pudding ridere senza acidità, spensierata e felice tra le braccia di suo fratello Ichiji (secondo dannato spilungone!)
Aveva visto Niji afflosciarsi da superbo ed egoista uomo d’affari, in patetico e piagnucoloso ragazzino innamorato in continua ricerca delle attenzioni di Cosette, che lo ignorava sfoggiando un doloroso sorriso sulle sue labbra sempre più tremule.
Ma ciò che vedeva in quella mattina nel suo locale, lo lasciava letteralmente a bocca aperta.
Non sapeva da quanto il bizzarro teatrino che aveva davanti agli occhi dava spettacolo di sé, ma era certo di averne già le scatole piene.
-… ti rendi conto?- sbottava Ace esasperato –Non ha nemmeno insultato Satch quando l’ha deriso per il suo solito ciuffo ad Ananas!-
-… ti ha detto qualcosa?- pigolava Niji, gli occhi azzurri che seguivano la figura di Cosette avanti e indietro dietro il bancone –Ti ha parlato di me? Che ha detto?!-
Sanji scosse il capo, incapace di comprendere le fresi senza senso dei due clienti, già sull’orlo dell’esasperazione.
Perché?
Perché a lui?
La sua era una pasticceria, non uno studio psichiatrico e un centro per problemi personali.
Lui vendeva pasticcini e dolci, non consigli, e soprattutto non li vendeva a certi idioti!
-Non è più lui!- aprì le braccia Ace squarciando l’atmosfera calma della pasticceria –Non mi sgrida nemmeno più se ci provo con le ragazze che salviamo dagli incendi… o di cui salviamo i loro gattini!-
Sanji ruotò gli occhi sul moro non capendo assolutamente di cosa stesse parlando: con chi è che osava provarci?
-Chi se ne frega del tuo amico ananas spiantato e strambo!-  spiaccicò in faccia una mano al pompiere Niji, ringhiando e sbattendo un pugno sul bancone, i suoi bomboloni assenti  -Voglio sapere di Cosette! C’è ancora qualche possibilità per me?- si sporse ad aggrapparsi alla manica del grembiule del biondo –Dimmelo!-
-Smettila di versare lacrime da coccodrillo!- strattonò la manica liberandosi della presa del blu, gli occhi elettrici a fulminare il duo arrampicato al bancone e in disperata ricerca del suo aiuto.
Sospirò, gli occhi fissi su di loro ma la mente rivolta a Cosette che serviva una Bonney immersa nello studio e con una invitante camicia a vestirla.
-So già che me ne pentirò- incrociò le braccia al petto socchiudendo gli occhi, un’ultima occhiata alla dottoranda in cerca di coraggio –Uno alla volta- precisò con dito teso –Ditemi che malattia mentale vi affligge questa mattina!-
Il silenzio che avvolse i due ragazzi durò poco più che qualche secondo.
-Voglio avere informazioni su Cosette- parlò rapido Niji, lasciando Ace a bocca aperta e la voce bloccata in gola –Ti ha parlato di me? Ha intenzione di perdonarmi?-
-E io che ne so!- sbottò Sanji, occhiando la collaboratrice che serviva con malinconico sorriso ogni cliente –Non parla molto da qualche giorno…- raccontò, incenerendo il fratello -… non sei l’unico che sta male Stupid-Niji!-
Il blu si ammosciò sul ripiano, il mento che soffocava i suoi borbottii lamentosi mentre seguiva la moretta e si deprimeva disegnando cerchi sul marmo chiaro che lo reggeva.
Sanji ruotò gli occhi al soffitto: non sapeva se lo sopportava meno in quelle sembianze da ameba innamorato o quando era il solito stronzo.
-Tsk- masticò il suo orgoglio attirando l’attenzione del gemello –Chiedile scusa e vedrai che si sistemerà tutto- lo liquidò in fretta, il sorriso del fratello come ringraziamento.
-E tu?- sbuffò, aprendo la vetrinetta ed estraendo una vassoio di mignon e amaretti –Che hai?-
-Marco!- rispose con fare ovvio Ace, allungando un braccio dietro di sé ad indicare il collega pompiere muto e apatico che scrutava l’orizzonte oltre la vetrata del locale.
Il pasticciere studiò il biondo, mano al mento e labbra piegate.
-Mi sembra normal…-
-Non parla quasi più!- batté un pugno sul bancone il moro, seriamente preoccupato –Se ne stà fermo a sospirare, a volte ridacchia come un ebete senza perché e poi…- si passò una mano sul viso esasperato -… sorride!- prese per il colletto Sanji scuotendolo –Marco non sorride! Ghigna al massimo, ma sorridere?!? No, no no!- scosse con forza il biondo, ignorando i suoi ringhi contrariati –Marco è un alieno apatico e privo di qualsiasi emozione facciale: non può sorridere!-
Si fece più vicino al cuoco, invadendo i suoi spazi vitali fino a posare una guancia sulla sua barbuta e strappandogli una bestemmia.
-E se fosse veramente un alieno? Se avessero rapito il mio amico sostituendolo con un umano normale?- complottò sottovoce, squadrando di sott’occhi il pompiere placidamente seduto al tavolo accanto alla vetrata.
-Se così fosse- latrò Sanji, allontanando con una manata il moro –Spero tornino a prendere anche te!-
Ace mugugnò sconfortato, imitando Niji e afflosciandosi sul ripiano del bancone.
-Sono preoccupato- pigolò sotto lo sguardo irritato di Sanji–Non so cos’abbia, che gli sia successo, se devo portarlo da un dottore o da un veterinario, se…-
-Ossitocina-
La voce calma e divertita di Bonney vibrò nel corpo del cuoco, scuotendolo e costringendolo a volteggiare fino a lei.
-Qualsiasi cosa per te Bonny chan!- emanò cuori –Non so che torta sia questa Ossitocina, ma se la desideri…-
-Veramente è un ormone- sorrise la rosa, gli occhi sollevati dal tomo di medicina e le labbra dipinte prima rivolte a Sanji e poi a Ace –L’ormone dell’amore o della felicità-
Ace aggrottò la fronte, ruotando il capo e premendo la guancia sul tavolo nel fissare la ragazza.
-Come?-
-La descrizione del tuo amico combacia con un’assuefazione da Ossitocina- ruotò sullo sgabello, accavallando le gambe sensualmente e mettendo in bella mostra le parigine nere –Un permanente stato di euforia, muscoli facciali contratti, uso delle corde vocali in diminuzione…- elencò professionale –Il tuo amico ha parecchi ormoni in corpo-
-Mi stai dicendo che è incinto?- ridacchiò Ace, un pugno di Sanji a zittirlo per aver osato interrompere la dolce Bonney.
-No- mosse la chioma rosata, il libro di studio chiuso -È  solo innamorato-
-Innamorato?- s’incuriosì Sanji –Bonney cara come puoi esserne certa?-
-Non mi ascolti forse?- grugnì severamente fulminandolo –Ho detto che è l’ormone dell’amore! In più fa parte dell’argomento della mia tesi!- picchiò il palmo contro il ripiano con violenza –Osi dire che non sono preparata?!?-
-Non oserei mai Bonney chan~♥!- si sciolse –Sei così bella quando proteggi i tuoi studi!-
La rosa sbuffò, le iridi violacee al soffitto.
-Dicevo…- si rivolse nuovamente a Ace, ora composto e totalmente rapito dalla sua parlantina –L’Ossitocina si può trovare in parecchi alimenti: melograno, vaniglia, fragole, mandorle… anche nei piselli ma soprattutto nel cioccolato, l’argomento con cui mi laureo- arricciò il naso colma di orogoglio per la sua imminente laurea –Ti consiglio di ingozzarlo per bene di dolci e farti dire di chi è innamorato: prima avvera il suo sogno d’amore, prima il tasso di Ossitocina diminuirà facendo tornare apatico e mono espressivo il tuo amico-
Ace sorrise rapito dal suo sgardo lilla, un braccio piegato sul bancone a reggersi e l’altro al fianco.
-Bella e intelligente: dove sei stata tutto questo tempo?- ammiccò in sua direzione.
-Qui!- indicò lo sgabello Bonney con ovvietà, voltandosi verso un Sanji furioso per quel flirt senza veli a cui assisteva –Tra tanti pasticcini e libri da studiare-
-Che spreco!- le si avvicinò con fare galante –Se lo avessi saputo ti sarei venuta a salvare-
-Dai pasticcini?- inarcò un sopracciglio –Ma anche no!-
-E dai libri?-
-Quelli forse…- ridacchiò, strappando un sorriso caldo al moro.
-Ace- le porse la mano –E grazi per la consulenza per il mio amico-
-Bonney- strinse delicata il palmo caldo e forte del pompiere –E ritieniti fortunato che non sono ancora dottoressa o ti avrei fatto pagare la parcella per la mia consulenza-
-Oh ma non sia mai che non ripaghi la tua gentilezza- le trattenne la mano con delicata forza, accarezzandola con la gemella e parlando ammaliatore –Posso invitarti a cena?-
-Quando?- sorrise, gli occhi che le brillavano per la proposta.
-Non saprei… stasera, domani, dopodomani?-
-Stasera va bene-
-Ma io intendevo sia stasera che domani che dopodomani e il giorno dopo ancora…-
Bonney rise alzandosi dallo sgabello e accarezzando con mano leggera una guancia lentigginosa di Ace.
-Attento- soffiò sensuale sul suo viso –Potrei crederci…-
Si allontanò svelta salutandolo con un rapido moto di dita e ricordandogli il loro appuntamento, uscendo dalla pasticceria con il trillo della porta.
-Wow- si afflosciò con i gomiti al bancone Ace –Ce l’ho fatta!- tirò un sospiro di solievo e felicità. Che anche lui avesse troppa Ossitocina in circolo?
-Sono mesi che la voglio invitare- si voltò verso il proprietario del locale -La vedo sempre qui, ed è stupenda e... e… Sanji?-
Le nocche del pasticciere scricchiolarono tra loro nel venir premute nei palmi opposti con violenta forza.
-Maledetto approfittatore- latrò furioso –E io che ascolto anche i tuoi piagnistei: tutto un piano per attentare alle grazie della dolce Bonney chan, ecco c’era quel tuo preoccuparti per l’ananas pennuto!- lo prese con forza per la gola strozzandolo e rendendolo cianotico –Ti uccido! Ti uccido Ace! Altro che Ossitocina: l’unico ormone che ti serve è l’adrenalina per sopravvivere a me!-

 
   
 
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