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Autore: Vera_D_Winters    24/05/2017    3 recensioni
...Stava giusto uscendo da una lezione di diritto, la tracolla colma di libri e quaderni, quando la sentì arrivare. Come poteva essere altrimenti?
All'occhio risultava anche bella con quel suo visino delicato, il passo leggiadro come se danzasse costantemente, il portamento elegante e il corpo esile ma proporzionato. I suoi grandi occhioni chiari scrutavano il mondo con aspettativa e ingenuità, e i suoi lunghi capelli di soffici boccoli rosa sembravano zucchero filato.
Poi sfortunatamente apriva bocca e la magia finiva...
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Drakul Mihawk, Perona, Sabo, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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𝙱𝚞𝚘𝚗𝚊 𝚏𝚊𝚖𝚒𝚐𝚕𝚒𝚊 𝚐𝚒𝚞𝚛𝚊𝚗𝚘 
𝚃𝚛𝚊𝚟𝚘𝚕𝚝𝚒 𝚍𝚊 𝚞𝚗𝚊 𝚗𝚘𝚝𝚝𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚟𝚞𝚘𝚕𝚎 𝚏𝚒𝚗𝚒𝚛𝚎. 
𝚀𝚞𝚊𝚗𝚝𝚊 𝚘𝚋𝚋𝚎𝚍𝚒𝚎𝚗𝚣𝚊, 𝚚𝚞𝚊𝚗𝚝𝚊 𝚘𝚜𝚜𝚎𝚛𝚟𝚊𝚗𝚣𝚊, 
𝚀𝚞𝚎𝚕𝚕𝚊 𝚖𝚒𝚜𝚞𝚛𝚊 𝚌𝚑𝚎 𝚜𝚒 𝚍𝚎𝚟𝚎 𝚘𝚝𝚝𝚎𝚗𝚎𝚛𝚎 
𝚃𝚛𝚊 𝚕𝚎 𝚙𝚊𝚛𝚎𝚝𝚒 𝚌𝚑𝚎 𝚒𝚗𝚐𝚘𝚒𝚊𝚗𝚘 𝚟𝚒𝚘𝚕𝚎𝚗𝚣𝚊 
𝙲𝚘𝚜𝚒̀ 𝚒𝚗𝚟𝚒𝚜𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚌𝚑𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚟𝚞𝚘𝚒 𝚜𝚊𝚙𝚎𝚛𝚎.

Law chiuse il libro e sbadigliò appena. Tutti gli altri avevano lasciato l'aula, ma lui come sempre si era attardato un po' di più per riordinare gli appunti e godersi il silenzio della grande stanza vuota. Preferiva di gran lunga quell'atmosfera, era nato per stare da solo e ne era sempre più convinto. Tuttavia la sua solitudine non durò a lungo, il tempo di alzarsi e infilare il quaderno nello zaino mentre si districava tra le file di sedie che guardavano verso la cattedra ormai libera, e si ritrovò a fronteggiare il filantropo della scuola, appoggiato con una spalla alla porta ora chiusa dell'aula, le braccia conserte e un'espressione alquanto truce e anche un po' insolita per lui che normalmente sembrava tanto mite.
Il brillante giovane  moro non mostrò comunque alcun tipo di reazione a quella visita, limitandosi a ricambiare l'occhiata del biondo con la sua solita supponenza glaciale da chi si sentiva davvero superiore e intoccabile. Anche Law come Perona, sembrava il perfetto figlio del ceto sociale in cui era nato, e tuttavia le motivazioni e l'essenza delle loro anime era completamente differente: ciò che aveva temprato il ragazzo non erano stati vizi e capricci, ma alcuni colpi ben assestati da parte della vita.
"Ciao."
Lo salutò Sabo, spezzando il silenzio, suonando alquanto scontroso.
A che cosa stava assistendo Law? Un principio di scenata di gelosia? 
"Mh."
Quella fu la risposta del giovane studente di medicina, che fece inalberare ulteriormente l'altro.
"Tutto qui quello che hai da dire?"
"Io? Veramente sei tu che sei venuto qui a cercarmi, perciò  sei tu che dovresti dirmi cosa vuoi."
Gli fece notare in tono mellifluo, beccandosi l'ennesima occhiata di fuoco. Al ragazzo non piaceva che gli si facesse notare l'ovvio o che si facesse passare per stupido.
Dopo un attimo di stordimento iniziale comunque, si riprese immediatamente e tornò all'attacco.
"Perchè continui a illudere Perona con quel tuo modo di fare? Non lo vedi che è una ragazzetta ingenua? Lo sa tutto l'istituto che ha da sempre una cotta per te e tu te ne approfitti!"
L'espressione di Law rimase distante e annoiata, mentre osservava con occhi vacui quella che come aveva sospettato era una pura scenata di gelosia mascherata malissimo da rimprovero da fratello maggiore arrabbiato.
Lo sapeva bene perchè era un fratello maggiore anche lui, e sapeva leggere perfettamente tra le righe.
Certo che lui avesse una sorella era un segreto che nessuno conosceva, a parte una sola persona. 
Lami, la minore dei fratelli Trafalgar, era una ragazza affetta da turbe psichiche e da una sindrome molto rara che aveva causato malformazioni in tutto il suo corpicino. Per questo motivo era stata internata in una struttura apposita, un luogo che Law definiva un vero e proprio ghetto, nemmeno fossero tornati al medioevo, e dove gli era permesso recarsi solo una volta al mese.
La lontananza dalla sorella, assieme al comportamento dei genitori che avevano voluto nascondere tutto come una brutta imperfezione indesiderata piuttosto che provare a trovare una soluzione, erano le cose che avevano reso il moro ciò che era. Dopotutto come puoi fidarti del mondo, se a partire dalla tua famiglia non esistono basi di fiducia e rispetto reciproco?
Ed era proprio per Lami che aveva deciso di studiare medicina, non per continuare la tradizione di famiglia, ed era sempre per lei che trattava Perona con quel garbo distaccato e dolce al tempo stesso. Ogni volta che la vedeva immaginava come avrebbe potuto essere anche sua sorella, se avesse potuto crescere libera e felice: sarebbe stata vivace, leggiadra, ingenua e un po' capricciosa proprio come la giovane dai capelli rosa.
Che il biondo pensasse che lui facesse qualcosa di così subdolo e volgare come prendere in giro i sentimenti di lei lo fece davvero irritare, e se fosse stato un altro tipo di persona lo avrebbe sicuramente preso a pugni seduta stante.
Ma il moro non poteva essere diverso da ciò che era, e trovò un altro modo per far ricacciare indietro le parole a Sabo. Nel bene o nel male, Trafalgar Law restava fedele a se stesso, persino quando era arrabbiato.
"Ma bravo... non hai capito nulla ovviamente."
Gli disse con un sorrisetto impertinente e beffardo, mentre chiudeva del tutto la distanza tra loro, poggiando il pugno chiuso a lato del viso del biondo, che a quella vicinanza si irrigidì all'istante, seppur senza distogliere con orgoglio lo sguardo da quello del giovane studente di medicina.
"Non sto giocando con i sentimenti di nessuno, per il semplice fatto che ormai pensavo fosse chiaro all'intero istituto che non mi piacciono le ragazze, dato che in tutti questi anni non ho mai avuto una sola relazione."
Le parole vennero sussurrate a pochi millimetri dal viso del biondo, in un tono che sarebbe stato anche seducente, se Law non si fosse impegnato a suonare saccente fino allo sfinimento, come se fosse stata l'ennesima ovvietà che Sabo invece non aveva colto.
"Comunque non mi piacciono i biondi, quindi non guardarmi come se fossi sul punto di stuprarti."
Ridacchiando sprezzante tornò a raddrizzare le spalle, rimettendo il giusto distacco tra loro, scuotendo poi la testa con quel fare malignamente divertito: il giovane era sbiancato e apriva e richiudeva la bocca senza però trovare qualcosa di intelligente da dire.
Una sorta di piccola gioia vendicativa zampillò nell'animo di Law, che ritenendosi soddisfatto di ciò che aveva scatenato, sfilò fuori dall'aula, lasciando Sabo alle sue conclusioni, qualsiasi esse fossero.
A lui non importava.
"E così non ti piacciono i biondi eh? Questo si che è un colpo basso."
Ah... avrebbe dovuto sentire la sua presenza dall'odore lieve di sigaretta che fluttuava nell'aria.
Era stato lì tutto il tempo?
Prima di alzare lo sguardo su di lui, diede un'occhiata all'orologio. Ah era già ora... ecco perchè era lì. 
"E' vero non mi piacciono. Ma c'è sempre l'eccezione che conferma la regola."
Piegò le labbra sottili in un ghigno divertito e osservò il futuro astro della cucina francese da sopra la spalla.
"Andiamo? Siamo in ritardo."
"E di chi è la colpa, mh?"
Bofonchiò Sanji affiancandolo, senza però sfiorare in alcun modo Law. Sapeva che il moro non amava essere toccato, men che meno in pubblico, e rispettava i suoi spazi. Era così che lentamente e inesorabilmente era riuscito a scalfire il muro costruito dal giovane, con rispetto, gentilezza e tanta perseveranza.
Ovviamente nessuno avrebbe mai detto che quei due potevano stare insieme, diversi come il giorno e la notte, apparentemente inconciliabili. Eppure, nonostante la fama di donnaiolo di Sanji e il carattere introverso di Law, alla fine avevano trovato un punto d'incontro.
"Quanti anni sono passati?"
Chiese di punto in bianco, eppure l'altro capì al volo a cosa stesse alludendo, rispondendo prontamente.
"Tre."
Già... tre. 
Mentre proseguivano assieme verso l'uscita dal padiglione sul viso del moro comparve un'espressione che in pochi riuscivano a vedergli, e che ancor meno riuscivano a creare.
Un sorriso.
Le labbra di Law si tesero in un vero sorriso, mentre alzava lo sguardo al cielo terso, ringraziando mentalmente di non essere più completamente solo al mondo.
Anche se ad alta voce non lo avrebbe detto mai.

   
 
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