Anime & Manga > Tokyo Ghoul
Segui la storia  |       
Autore: heather16    25/05/2017    1 recensioni
"Shu si vide nel grande corridoio della sua casa, totalmente vuoto, freddo e morto. Quello con la grande vetrata sul cielo, che di notte rifletteva in mille finestre la luna. E la vide legata, vide il suo cuore che spingeva da sotto il torace veloce, più veloce, più veloce. E lui, con un dito soltanto, a percorrere le curve del suo corpo mentre lei, povera sconosciuta, restava inerme a subire quel lento terribile preliminare..."
Genere: Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Nuovo personaggio, Tsukiyama Shū
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La sala affollata. Il locale dallo stile deliziosamente parigino creava un’atmosfera adatta ad osservare le persone che vi erano all’interno.
Un tripudio di odori gli riempiva le narici. Corpi sudati, corpi che tremavano, corpi tranquilli, corpi pieni di vino e di cibo umano, corpi, corpi che soltanto volendo avrebbe potuto prendersi.
-Vuole ordinare signore?-
-Un caffè, grazie.-
Eccolo lì. Très bien. Aveva un corpo sottile, tuttavia era molto alto; perfetto per avere tanto da prendere, senza le quantità eccessive adatte soltanto ai golosi. Era un universitario, Shu lo aveva notato dalle occhiaie, lo aveva sentito dall’alito di bibite energetiche e caffeina. Semplicemente delizioso. Lo guardò allontanarsi mordendosi un labbro, concentrandosi sulle sue gambe lunghe, sulle natiche succulente. Anche le spalle non dovevano essere spiacevoli. Senza grasso, croccanti. Una volta solo, totalmente privato del suo stimolo del momento, Shu si guardò intorno. Alla sua destra una coppia. Lei portava un profumo alla lavanda, pessimo; lui muscoloso, un mare di nervi. A sinistra un uomo di mezza età, decisamente. Pingue al punto giusto, un sapore ovvio e grezzo. Shu non era un ingordo, non lo era mai stato. Lui selezionava.
Una cameriera piccola e sottile stava venendo verso di lui: reggeva un grande vassoio con una fetta di torta sopra: cioccolato, fragole, uova; forse della panna. Un senso di nausea si impossessò del gourmet. La ragazza aveva tuttavia un aroma interessante, al sudore sembrava mescolarsi il profumo della pioggia e dei vestiti umidi. Superandolo si fermò al tavolo alle sue spalle. –Ecco signorina.-
La puzza di cibo si fuse con un profumo così intenso da rendere le sue narici quasi deliziate. Tsukiyama si girò con discrezione. Al tavolo una ragazza, di poco più di vent’anni. Una lunga camicia bianca e nera, da cui si potevano indovinare le linee del suo corpo sottile. Gambe lunghe fasciate da pantaloni neri. Odorava di zenzero e gelsomino. Era snella, non muscolosa. Carne prelibata, magra ma morbida.Stava tirando fuori dalla borsa un libro.” La nausea” di Sartre.
Shu si sporse verso di lei. Quell’odore si fece più intenso.La sfrontatezza era sempre stata un suo grande pregio. La guardò con un sorriso languido, gli occhi socchiusi: - Maintenant je sais : j'existe; le monde existe ; et je sais que le monde existe. C'est tout. Mais ça m'est égal.1 Che triste lettura per un dessert.-
La ragazza alzò gli occhi, rossa in viso. Il suo imbarazzo dipinto sulle guance era tuttavia in netto contrasto con l’espressione dei suoi occhi. Tsukiyama pensò che avesse uno sguardo strano, come se in fondo a lei ci fosse qualcosa di non detto. Aveva i capelli neri, raccolti in una coda. Le labbra scure e carnose, e lui poteva sentirle scioglierglisi in bocca, riusciva a sentire l’osso del suo naso che si rompeva sotto i suoi denti. Aveva davvero un bel naso.
La guardò, senza smettere di sorridere: -Mi scusi, non volevo disturbarla; tuttavia sono un amante di Sartre. Mi spiace vedere un’altra persona con un tale approccio alla vita.-
Ripensò a ciò che aveva appena detto. Forse accusare una sconosciuta di una concezione pessimistica dell’intera esistenza soltanto in base alle sue letture era eccessivo e, probabilmente, la sua identità e personalità non erano determinate dalle sue preferenze letterarie.
Contrariamente alle sue aspettative, lei sorrise. -Lei conosce Sartre… E il francese, da quel che posso sentire.- Che voce sublime. Nella sua gola sottile le parole gorgogliavano deliziosamente. Tsukiyama deglutì, scacciando il bisogno di perdere il controllo.

 
–Certo che lo conosco. È raro trovare qualcuno che si intenda di letteratura francese del ventesimo secolo. Che ne pensa?-
– Ecco, non saprei come spiegarle.- aveva uno strano tono di voce; la nota timida nel suo timbro non sembrava naturale. Era come se non volesse mostrare di sentirsi completamente a proprio agio - Non è che vorrebbe… sedersi con me?-
‘Mai stato così semplice’, pensò Shu. Ricambiò il sorriso anche lui, socchiudendo gli occhi: –Certo.-
Non capiva cosa ci fosse in lei, qualcosa di più che un pranzo sublime; non capiva eppure si sentiva tremendamente bene.
-Io ritengo che,al di fuori del contenuto in sé, lo stile di Sartre sia… lacerante. È così amaro, con un disprezzo dai toni che sembrano schernire l’autore stesso. E poi quelle riflessioni introspettive che finiscono per essere quasi analogie… io non so come spiegare, questo libro è incredibile.-
Shu si vide nel grande corridoio della sua casa, totalmente vuoto, freddo e morto. Quello con la grande vetrata sul cielo, che di notte rifletteva in mille finestre la luna. E la vide legata, vide il suo cuore che spingeva da sotto il torace veloce, più veloce, più veloce. E lui, con un dito soltanto, a percorrere le curve del suo corpo mentre lei, povera sconosciuta, restava inerme a subire quel lento terribile preliminare; e infine lui si sarebbe fermato sul petto, avrebbe indugiato sul seno, per poi affondare la mano nella morbida carne ed estrarre quel cuore sensibile alle parole di un esistenzialista francese, a divorarlo mentre nella sua mente rimbombavano soavi, come un’antica ninna nanna, una nenia infinita, le parole di Baudelaire, “Je m'avance à l'attaque, et je grimpe aux assauts,/Comme après un cadavre un choeur de vermisseaux,/Et je chéris, ô bête implacable et cruelle!/ Jusqu'à cette froideur par où tu m'es plus belle!
-Mi piace la sua analisi. È un vero piacere, il mio nome è Shu Tsukiyama.-
-Io sono Akane Nishimura.-
Akane… “profondo rosso”. Vermiglie erano anche quelle labbra carnose, che si incurvavano ad ogni parola.
-“Shu”, come il dio egizio. Interessante.-
I suoi occhi erano così scuri da non potervi leggere con precisione alcuna emozione. Il gourmet pensò che sarebbe stato un peccato vederli sparire in eterno sotto il peso delle palpebre.
–Come scusi?-
-C’è un dio egizio il cui nome si pronuncia esattamente come il suo. Si dice che abbia diviso a metà i suoi figli per creare cielo e terra.-
La guardò senza parole.Fantasie cruente e sanguinose si impossessarono della sua mente. Squartarla, strappare il suo corpo a metà, vedere la pelle, i tendini, i muscoli, le ossa e gli organi dividersi in un’esplosione di sangue.
 Il suo silenzio sembrò turbarla. –Mi scusi, non volevo essere scortese. Spesso non riesco a frenare la mia lingua.-La sua lingua. Riusciva a vederla mentre lei parlava. Umida, calda, morbida.
-E perché dovrebbe? E così ho lo stesso nome di una divinità creatrice che smembrò i suoi figli… è decisamente interessante.- sorrise ancora.
-Signore… il suo caffè.-
Il cameriere sembrò allora meno gustoso di prima.
La giovane lo guardò in silenzio mentre girava un cucchiaino nel liquido caldo, che faceva tintinnare i bordi della tazza, mentre la portava alle labbra senza aggiungere zucchero, mentre il caffè scivolava nella sua gola.
-Signorina Nishimura, come mai questo vivo interesse per la letteratura francese?-
-In verità devo ringraziare un mio compagno di corso. Sa, frequento la facoltà di lettere e questo ragazzo è ossessionato dalla letteratura europea del ventesimo secolo. Questo non è il mio genere tipico, ma mi intriga.-
Il gourmet dovette sbattere le palpebre più volte, per fermare i suoi occhi, che sentiva tingersi di rosso. La saliva nella sua bocca, la lingua che schioccava sul palato, tutto perfettamente mascherato sul suo pallido viso calmo.-Lei è davvero una persona originale. Forse è per questo che non mi sarei mai immaginato una ragazza come lein un posto così.-
-Così…?-
-Squallido, direi. Con i suoi gusti letterari, mi immagino lei in uno squisito locale con un pianoforte a coda, una rifornita libreria e decine di quadri alle pareti, in un disordine bohemièn. E forse non con una torta vecchia due giorni in un piatto.-
Quest’ultima considerazione sembrò divertirla: -Su questo le do ragione: è terrificante.-
Tsukiyama la vide ridere, sentì quel gorgoglio cristallino. Le mani cominciarono a sudargli. Sotto il tavolo la gamba destra tremava. Nulla, nemmeno una luce che nel suo sguardo lasciasse trasparire quella morbosa eccitazione. La osservò in silenzio sorridendo. Lei continuò. – Lei si intende di dolci?-
-Di cucina in generale in realtà. Diciamo che per me l’appagamento dei sensi è qualcosa di assolutamente necessario. Non si può vivere senza un bel quadro, un buon libro, – Tsukiyama avrebbe voluto strapparle un orecchio a morsi– un profumo delicato… e lo stesso vale per i sapori particolari.-
-Lei ha perfettamente ragione;- la ragazza posò lo sguardo sul suo polso e sussultò-Oh no, che ore sono!-
- Gà se ne va, signorina Nishimura?-
-È tardi, questa non è una bella zona la sera.-
-Potrei accompagnarla. In effetti c’è davvero brutta gente nella circoscrizione undici…-
Il suo sguardo si fece strano, quasi divertito. – Non si preoccupi, a quest’ora la mia amica sarà già fuori ad aspettarmi. Mi doveva un passaggio!-
Allungò la mano verso il gourmet. In un altro luogo, in un’altra occasione, lui quella mano non l’avrebbe certo lasciata andare. Si limitò a stringerla, constatando quanto quella carne fosse morbida. Tre giorni a frollare, sarebbe stata perfetta.–Spero di rivederla, signorina Nishimura.- sfiorò il suo palmo con le labbra.
Sarebbe rimasto lì per ore a pensare al quel profumo, a chiedersi se anche le pareti di quel locale potessero dare la Nausea; tuttavia l’abitudine lo spinse, quando vide il cameriere togliersi il grembiule, a finire ciò che aveva cominciato.
 
 Il ragazzo teneva il casco di una moto in mano. Vide nel buio una figura alta, avvolta nella più totale oscurità. Sulla porta sfrigolava un vecchio neon bianco.
-Posso aiutarla?- domandò allo sconosciuto.
L’ombra scura si mosse, avvicinandosi alla luce: -Sì, sarebbe molto gentile da parte sua se mi indicasse dove trovare la fermata…-quando gli fu vicino, il ragazzo vide un viso dai tratti delicati, di un giovane uomo vestito con eleganza. E poi vide il braccio dell’uomo conficcarsi nel proprio stomaco. Rimase bloccato, il dolore e il terrore gli impedivano qualsiasi mossa. Sentì la sua mano salire all’interno della pancia per spezzare le prime costole della gabbia toracica, un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca, schizzando l’uomo, che manteneva il suo sorriso cordiale in viso. E allora il ragazzo vide quegli occhi tingersi di rosso e nero; il ghoul si leccò le labbra.
E allora successe.
Tsukyama sentì il sapore del sangue della sua vittima, ma anche qualcos’altro. Un aroma particolare, intenso. Qualcosa di esotico.
E allora capì che doveva essere il gusto di lei. Il gourmet pensò che se le sue mani avevano quel sapore, allora il suo corpo…. Un brivido percorse le sua schiena. La voleva. Doveva averla.
Il viso esangue del giovane lo fece ridere. Il suo braccio era ancora affondato nella gabbia toracica: - Daisuke, non sai da quanto tempo aspettavo questo momento. Eppure, la verità è che non mi soddisfi completamente; perché vedi, Daisuke San, tu sei buono, e anche un bellissimo ragazzo… Ma non abbastanza.-
Con un ultimo sforzo tirò violentemente fuori la mano. Il corpo del ragazzo si accasciò ai suoi piedi. Tsukiyama pensò alla cameriera, alla torta nauseante, al tavolino rotondo, ai suoi capelli, i suoi occhi, pensò alla Nausea, all’arte, all’università. E subito avvertì una sensazione mai provata prima.
Si allontanò sbadigliando, infilandosi in un altro vicolo, gettando il cuore del ragazzo in un bidone, pulendosi le mani con un fazzoletto.
Non aveva più fame.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tokyo Ghoul / Vai alla pagina dell'autore: heather16