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Autore: coffee girl    26/05/2017    1 recensioni
Una modern AU sui nostri John e Paul adolescenti.
Dal primo capitolo:
"È buffo quando bastano uno sguardo diverso e una piccola insignificante frazione di secondo a cambiare tutto ciò in cui si è sempre creduto. Eppure non è proprio in questo modo che gli eventi destinati a cambiare per sempre la nostra vita prendono forma?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Qualche mese più tardi
 
«Non riesco a crederci!»
«Neppure io, eppure stiamo per farlo… Sei preoccupato?»
«Un po’…»
«Andrà bene.»
John gli rivolse uno sguardo perplesso seguito da un: «ne sei convinto?»
«Sì cipollina sottaceto.»
«A proposito, a me è venuta fame…»
«Credo che dovrai aspettare dopo il concerto Geo.» Gli rispose Ringo sorridendo.
 
A Paul sembrava ancora impossibile che quella sera avrebbero suonato al Cavern davanti ad un pubblico vero.
Lui, John, George e Ringo. La loro band.
Non era stato facile convincere John lasciare che Geo provasse insieme a loro, ma alla fine ci era riuscito e, dopo averlo sentito, John aveva capito che il ragazzo ci sapeva fare sul serio. A quel punto, poiché erano già in tre, era nata l’idea della band, ma tutti sapevano che ogni band rispettabile necessitava di un batterista che sapesse metterci la giusta dose di ritmo e così, a Paul era venuto spontaneo chiedere a Ringo se fosse interessato. Il ragazzo aveva accolto la proposta con entusiasmo. Nonostante il lavoro al bar fosse sempre molto impegnativo, amava suonare la batteria e la proposta di Paul gli era sembrata la sua grande occasione per provare a trasformare il suo hobby in qualcosa di più concreto.
In più Ringo non solo sapeva di lui e John e questo era già di per sé fantastico, ma aveva anche aiutato sia l’uno sia l’altro a comprendere i propri sentimenti e a chiarirsi. Con Geo non era stato così facile. L’amico aveva iniziato a sospettare di lui e John quasi subito e dopo una serie di allusioni che Paul aveva finto di non cogliere, l’aveva preso da parte ed era andato dritto al dunque. Da quando aveva iniziato ad uscire con Pattie si era fatto molto più spigliato e sicuro di sé. Il fatto sta che gli aveva detto che aveva capito che tra lui e John c’era molto più di una semplice amicizia, e che l’aveva capito da un pezzo nonostante lui cercasse di negare.
Alla fine Paul messo alle strette aveva dovuto cedere e ammettere che stavano insieme da qualche mese. E poi era arrivata la domanda che l’aveva spiazzato.
«E l’avete già fatto?»
Paul aveva creduto che sarebbe morto per l’imbarazzo. Ma come diavolo faceva Geo, il piccolo e innocente Geo (ora non più tanto innocente) ad uscirsene con domande del genere? No, certo che lui e John non l’avevano ancora fatto! Si era affrettato a precisare tutto rosso in viso.
Già non l’avevano ancora fatto e questo portava a galla un altro problema. Lui era innamoratissimo di John, passavano tutto il loro tempo libero insieme e a volte dormivano l’uno a casa dell’altro, ma non erano mai andati oltre ai baci e alle carezze. A dire la verità, un genere di carezze decisamente intimo che lo faceva arrossire al solo pensiero, però rimaneva il fatto che il grande passo non l’avevano ancora compiuto.
Eppure lui aveva bisogno di John più dell’aria stessa. Dal canto suo John gli aveva fatto capire quanto lo desiderasse più e più volte, ma Paul si era sempre tirato indietro ed era riuscito a svicolare. La realtà era che aveva una fottuta paura. Da qualche settimana John sveva smesso di chiederglielo e sembrava persino che le cose gli stessero bene così come stavano. Negli ultimi tempi Paul era arrivato a temere che il suo ragazzo si sarebbe stancato di lui se non avesse preso una decisione.
Che avesse perso interesse nei suoi confronti?
In ogni caso doveva smettere di pensarci perché entro cinque minuti sarebbero saliti sul palco per la loro prima esibizione.
 
Tra il pubblico c’erano Patty e Mo che avevano preparato uno striscione. C’era anche Stu di cui Paul aveva quasi smesso di essere geloso da quando quest’ultimo aveva iniziato ad uscire con Astrid, una ragazza tedesca che aveva conosciuto durante uno scambio con una classe di studenti stranieri.
Per la serata la band aveva optato per le cover di alcuni brani di Rock & Roll.
Trascorsa una fase di comprensibile ansia iniziale, in cui erano stati piuttosto ingessati, il tempo di eseguire un paio di canzoni e si erano sciolti. Il locale era affollato e la loro musica sembrava piacere.
 
Tra gli applausi del pubblico il loro primo concerto si era rivelato un successo, sul palco era già salita un’altra band e i quattro ragazzi e i loro amici si erano trattenuti a lungo a festeggiare. Avevano bevuto, scherzato ed erano stati bene.
Quella sera John gli aveva detto che la zia sarebbe stata fuori città per un paio di giorni dato che aveva in programma di andare a fare visita a una delle sue sorelle e che quindi avrebbero avuto la casa tutta per loro e la possibilità di passare la notte da soli. Paul aveva accettato di buon grado anche se solo in quel momento, mentre John girava la chiave nella toppa della porta, aveva realizzato che sarebbero stati completamente soli fino al mattino seguente. Tutte le altre volte in cui avevano dormito l’uno a casa dell’altro erano sempre stati presenti zia Mimi oppure suo padre e Mike. Ma quella sera era stata troppo perfetta per preoccuparsi: era con John, il concerto era andato bene e inoltre aveva bevuto parecchio e sapeva che un pochino di coraggio liquido gli sarebbe stato d’aiuto.
Quando raggiunsero la stanza di John, una volta che furono entrambi in boxer e maglietta, si buttarono sul letto e si infilarono sotto le coperte. John baciò Paul per poi stringerlo tra le braccia.
«Buonanotte Paulie.»
Buonanotte? Sul serio? John aveva per davvero intenzione di dormire? D’accordo, era stata una giornata piena di emozioni ed era molto tardi ma Paul sapeva che non sarebbe riuscito a prendere sonno. Quantomeno non con il pensiero di John che non aveva provato a convincerlo a fare sesso.
I suoi sospetti erano dunque fondati? Si era stancato di lui?
Dopo avere tentato invano di addormentarsi, raccolse tutto il coraggio di cui era dotato e prese la sua decisione. Iniziò a dare dei piccoli baci sul collo di John mentre si metteva a cavalcioni su di lui.
«Mmm…Paul cosa stai facendo?»
«Ti sto baciando.»
«È tardissimo.»
«Ti amo.»
«Anche io ti amo coniglietto, ma…c’è qualcosa che non va?» Domandò aprendo lentamente gli occhi.
«Ti voglio…»
«Tu cosa?»
«Ti voglio.»
«Tu mi vuoi?»
«Sì ti voglio.»
«Ne sei sicuro?»
«Non vuoi?» Paul non riuscì a celare un velo di delusione nel tono di voce.
«È la cosa che desidero di più.»
«Allora perché…»
«Perché ho smesso di chiedertelo?»
Paul annuì.
«Non sono stupido, avevo capito che ti sentivi a disagio. Ultimamente, ogni volta che stavamo da soli, trovavi una qualche scusa per svicolare.»
«Mi dispiace…avevo paura.» Si sentì stupido ad ammetterlo, ma era quello che aveva provato. John era il suo ragazzo e voleva essere del tutto sincero con lui.
«E ora?»
«Ti desidero troppo e…mi fido di te.» Sussurrò, sfiorandogli l’orecchio con la punta del naso.
A John non serviva altro, iniziò a baciarlo e poco dopo invertì le loro posizioni.
Non ci volle molto tempo perché la biancheria finisse abbandonata sul pavimento.
«Ci serve qualcosa per…»
Paul annuì prendendo improvvisamente consapevolezza di ciò che stavano per fare. Insomma aveva perso il conto di quante volte John l’avesse già accarezzato e Paul era stato ben lieto di restituirgli il favore, ma questa volta sarebbe stato completamente diverso.
John allungò una mano verso il cassetto del comodino. Paul si irrigidì alla vista del suo ragazzo che stringeva una boccetta tra le mani, tentando di svitare il piccolo tappo. Allora John interruppe quell’operazione per ricominciare a baciarlo soffiandogli nell’orecchio parole rassicuranti fino a che non fu certo che si fosse tranquillizzato.
Dopo averlo preparato con un’estrema cautela ed avergli strappato gemiti tali, da dovere usare tutta la sua forza di volontà per non venire all’istante, rovinando la loro notte speciale, lo baciò con una tenerezza infinita per distrarlo dal dolore che avrebbe sentito una volta che fosse entrato dentro di lui. Paul cercò di rimanere rilassato per quanto possibile e così il dolore iniziale si trasformò in piacere. La piccola stanza di John fu riempita di gemiti, ansiti e parole dolci soffocate dai baci e dal piacere che aveva invaso entrambi.
La loro prima volta e il loro primo concerto insieme. Abbracciati stretti, si cullarono nella consapevolezza che non avrebbero potuto desiderare nulla di più di ciò che ognuno dei due rappresentava per l’altro.
 
 
                                                                                                                                The End
 
ANGOLINO DELL’AUTRICE
Era da parecchio tempo che volevo scrivere un piccolo epilogo per raccontare qualche cosina in più sulla vita dei nostri protagonisti e soprattutto sulla loro prima volta. Per diversi motivi sono passati mesi ma ora eccolo qui, spero vi piaccia. Un grazie enorme a tutte le persone che hanno letto questa storia, ma soprattutto a Paola che l’ha betata, che mi incoraggia e che mi sostiene sempre, non solo riguardo la scrittura ma ogni giorno come amica.
Alla prossima,
Alex
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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