Capitolo 9: Galeotti furono...
Mercoledì 13 Novembre
“Buongiorno
a
tutti!”
James
Julius sfoggiò
un gran sorriso mentre prendeva posto al tavolo dei Grifondoro accanto
a
Markus, ma fu costretto a tornare improvvisamente serio di fronte alle
tre
occhiate seccate che ricevette dagli amici:
“Beh?
Che sono
quelle facce?”
Il ragazzo sollevò un
sopracciglio, spostando lo sguardo da Markus a Kathleen ad Astrea come
se non
capisse il motivo di quel malumore mentre lui, al contrario, si era
svegliato
con un gran sorriso sulle labbra:
“E
ce lo chiedi
anche? Hai piazzaro un allenamento nel bel mezzo dell’ora
buca Julius, quando
dovrei avere il tempo di studiare Pozioni, mentre sono in
volo?”
Kathleen
sbuffò,
fulminando l’amico con lo sguardo mentre Astrea invece
abbozzava un sorriso,
vagamente rincuorata al pensiero di non studiare più quella
materia.
“Oh,
andiamo… non
è colpa mia, la McGranitt ci ha finalmente dato la data
della prima partita e
siamo contro Serpeverde… Volete forse perdere contro quelle
bisce?”
“Non
credo che
quella nello stemma sia una biscia…”
“Stessa
famiglia,
è comunque un serpente… E poi Markus, non ti ho
evitato una riunione
stamattina, grazie all’allenamento?”
Markus
annuì con
aria pensierosa, chiedendosi sinceramente se fosse positivo o
negativo… sicuramente
preferiva giuocare a Quidditch piuttosto che decidere i turni del mese,
ma allo
stesso tempo rischiava di finire a fare la ronda nel weekend fino a
Natale non
presenziando.
“Sì,
spero solo
che non mi mettano al sabato sera… As,
non potresti chiedere a tuo fratello di darmi un turno decente?” Il
rosso sfoggiò un sorriso speranzoso in
direzione dell’amica, che annuì prima di sporgersi
leggermente verso di lui:
“Potrei,
sì… Ma in
cambio voglio la tua fetta di torta.”
“As,
ti rendi
conto che su questo tavolo c’è abbastanza cibo per
sfamare tutto il Ministero
della Magia, vero?”
“Certo,
ma voglio
almeno la soddisfazione di avere qualcosa in cambio… quindi
grazie.”
Astrea
gli sorrise
mentre Markus si limitava a roteare gli occhi, rivolgendosi nuovamente
a James
che aveva appena iniziato ad abbuffarsi:
“Non
ci farai
correre con questo freddo, vero Jamie?”
“Forse,
devo
ancora decidere se essere cattivo o meno… E Kath, smetti8la
di fare quella
faccia, gli allenamenti sono più importanti
dell’ozio!”
Kathleen
esitò,
osservando il ragazzo e rendendosi
improvvisamente conto che quella era esattamente una frase che avrebbe
detto
suo padre… ma poi si ridestò,
limitandosi a sbuffare:
“Bene,
allora
spiegherai tu a Lumacorno perché non sono riuscita a finire
i compiti. Non so
neanche a chi chiedere aiuto, Astrea è pessima e tu non sei
molto meglio…”
“Rilassati
Kathy,
ruberò gli appunti di mio fratello e te li
passerò…. Non a te James, così
impari a privarmi dell’ora buca.”
“Ma
a me sì,
vero?”
Markus
rivolse un
gran sorriso all’amica, che annuì mentre invece
James sbuffava, borbottando quanto
fossero tutti dei gran rompiscatole in quella Casa.
*
“Maledizione,
mi
sono persa! Che cosa bisogna fare dopo aver mescolato per sei
volte?”
Eltanin
sospirò,
sporgendosi leggermente sul banco per sbirciare quello che stava
facendo Aiden,
che si limitò a rivolgerle un’occhiata scettica:
“Erano
otto
volte.”
“Davvero?
Grandioso…”
Eltanin
sbuffò
prima di prendere il mestolo e mescolare la sua pozione per un altro
paio di volte,
rivolgendo poi un sorriso al ragazzo:
“Bene, ho
fatto.
Ora che si fa?”
“Non lo so,
mi
sono perso anche io circa mezz’ora fa.”
Aiden fece
spallucce come se nulla fosse, mentre la ragazza invece sgranava gli
occhi
scuri con orrore, guardandolo come se fosse vagamente tentata di
rovesciargli
il contenuto del suo calderone in testa:
“E allora
perché
mi stai continuando a dire cosa fare se nemmeno tu lo sai? Stai dicendo
che fino
ad ora abbiamo proceduto a caso?”
“Perchè
è divertente. Rilassati El, il
tricheco non se ne accorgerà mai… quando
passerà di qui ci basterà iniziare a
parlare di come mio nonno e tuo padre siano felici della nostra
relazione.”
“Veramente mio padre è piuttosto
amareggiato riguardo il non poterti minacciare di morte lenta e
dolorosa proprio perché lavora per
tuo nonno… ma forse non dovremmo farlo sapere a
Lumacorno, hai ragione.”
Eltanin
annuì,
lanciando un’occhiata sconsolata al suo calderone e decidendo
di lasciar
perdere con quell’intruglio mentre Aiden accanto a lei
continuava a mescolare,
giusto per dare la parvenza di star facendo qualcosa di produttivo.
“Sì,
ho ragione…
Piuttosto, visto che dopo questa meravigliosa doppia ora abbiamo tempo
libero,
facciamo una passeggiata?”
“CON QUESTO
FREDDO? Vuoi per caso che mi iberni?”
“La solita
esagerata, non fa così freddo!”
“Questione
di
punti di vista… ma temo di non potere in ogni
caso.”
“Perché,
cosa devi
fare?”
“E’
un segreto.”
Eltanin si strinse
nelle spalle, parlando con un tono serafico mentre Aiden sollevava un
sopracciglio, osservandola con aria dubbiosa:
“E’
un modo per
dire che devi ancora dare una mano a Kroll con i compiti? Non mi piace
quel
ragazzo…”
“Perché
è
Tassorosso, perché è tuo rivale a Quidditch,
perché non è Purosangue o perché
mi ha chiesto di aiutarlo con i compiti?”
“Facciamo un
po’ tutte.”
“Si,
beh… comunque
non devo aiutare Lucas, rilassati.”
Aiden fece per
chiedere alla ragazza che cosa avesse di tanto importante da fare ma si
accorse
giusto in tempo che Lumacorno si stava avvicinando alla loro
postazione,
affrettandosi a borbottare qualcosa:
“Ok,
arriva…
presto, digli che tua madre ti ha chiesto di salutarlo!”
“Ma scherzi?
Mia madre non lo ha mai sopportat-
Salve
Professore, come sta?”
*
Kristal
guardò la
superficie perfettamente liscia a dalla sfumatura argentea della
pozione prima
di voltarsi verso Lucas, che stava sbirciando con aria furtiva i suoi
appunti
della lezione precedente:
“Luke, pensi
davvero che non ti veda?”
“Beh, visto
che
hai passato la lezione a girarti uno ci può sempre
sperare… piuttosto, mi dici
chi hai continuando a guardare per tutto il tempo.”
“CLOVERFIELD.
Aspetto il momento giusto per inchiodarlo ad un muro e rovinargli i bei
connotati. Nel frattempo mi limito a guardarlo male per
avvisarlo.”
Kristal
puntò gli
occhi sul suddetto ragazzo, fulminandolo con lo sguardo mentre Lucas si
ritraeva leggermente, osservando prima lei e poi il coltello che la
ragazza
teneva poco rassicurantemente in mano:
“Emh…
forse
dovresti mettere il coletto sul banco. Perché ce
l’hai con lui, comunque?”
“Luke. Lo
sai che
ti voglio bene, vero?”
“Ma certo,
tutti
mi vogliono bene!”
“….
Certo.
Tornando a quello che stavo dicendo… sì, ti
voglio bene, ma sei vagamente
ottuso. Non ti sei interrogato sul perché Emily sia
così triste di recente?”
“Emh…
Veramente ho
imparato a non interrogarmi troppo su queste cose, una volta ho provato
a
chiederti cosa avessi e tu mi hai quasi ucciso.”
“Solo
perché mi
assillavi… In ogni caso, Sam l’ha lasciata e credo
senza una particolare
argomentazione. Povera Emily, è così
carina!”
“Già…
è strano. Ma
nemmeno lui è molto di buon umore di recente.”
“E’
il minimo. E se pensi che sia di cattivo
umore adesso
aspetta di vederlo quando avrà incrociato me!”
“Kris,
smettila di
affilare il coltello mentre dici queste cose, per favore.”
*
“A questo
punto
direi che possiamo cominciare… anche se una cosa non mi
è molto chiara.”
Daniel Carsen
spostò lo sguardo su una delle sedie sistemate alla sua
destra intorno al
tavolo rettangolare, accigliandosi leggermente:
“Che cosa ci
fai tu qui?”
Per tutta risposta
Eltanin Black gli rivolse un gran sorriso, mentre accanto a lei
Veronica
cercava di non ridere di fronte a quella domanda:
“Beh,
Berenike
oggi non può venire perché sta male…e
visto che siamo della stessa Casa e anche
consanguinee ho pensato che avrei potuto sostituirla.”
“Quindi sei
disposta a perdere l’ora buca per presenziare al posto di tua
cugina? Scusa El,
ma non me la bevo.”
“Poco male
Daniel,
che tu ci creda o no sono qui… quindi cominciamo, no? Mi
sono sempre chiesta di
che cosa discutiate in queste occasioni.”
Eltanin
continuò a
sorridere, tenendo gli occhi scuri fissi sul ragazzo e senza accennare
a voler
desistere mentre anche Nate l’osservava con espressione
piuttosto perplessa,
chiedendosi a sua volta perché fosse lì.
Di sicuro non solo
per sostituire sua cugina…
“Ok,
lasciamo
perdere… prima iniziamo e prima finiamo, quindi cominciamo
pure.”
*
“Il mio
povero
braccio…”
“Smettila di
lagnarti, non ti ho fatto poi così male!”
Kathleen rivolse
un’occhiata vagamente esasperata in direzione di James, che
continuava a
massaggiarsi il braccio destra e a borbottare a mezza voce contro
l’amica:
“Ammettilo
che mi
hai colpito apposta con la Pluffa!”
“Io te
l’ho
lanciata Jamie, sei il Portiere, no? Non puoi certo incolpare me se non
l’hai
parata!”
La ragazza rivolse
un sorrisetto all’amico prima di trotterellare verso Astrea,
lasciandolo a
sbuffare con aria contrariata:
“Chi vuole
prendere in giro, è ovvio che l’ha fatto
apposta… tu che ne dici?”
“Sì,
sono
d’accordo. Credo che non fosse molto felice di avere
l’allenamento… ma almeno
mi hai evitato la riunione, poteva andare peggio.”
Markus si strinse
nelle spalle mentre entrava nello spogliatoio insieme
all’amico, chiedendosi
che turni gli avessero appioppato e in particolare con chi.
“Finalmente
qualcuno che non mi inveisce contro… persino mia sorella era
arrabbiata con me,
nessuno capisce da queste parti. Hai per caso visto Jonny e Sam sugli
spalti?
Credo volessero venire ad assistere…”
“No, non ci
ho
fatto caso. A proposito, tu sai che succede tra Sam ed Emily? Non li
vedo
insieme da un po’…”
“Da quel che
ne
so, si sono lasciati…”
“CHE? Sam ed
Emily
non stanno più insieme?”
Markus e James
smisero improvvisamente di parlare, voltandosi al sentire la voce di
Astrea. La
ragazza si era voltata di scatto verso il duo e stava guardando i
compagni con
gli occhi chiari sbarrati, come se non riuscisse a credere a
ciò che aveva
appena sentito.
Anche Kathleen si
voltò verso i due, fulminando James con lo sguardo prima che
Markus parlasse
nuovamente:
“Non lo
sapevi
nemmeno tu?”
“Io…
no. Quando è successo?”
“Non ne sono
sicuro, ma credo ad Hogsmeade.”
James fece
spallucce ma lanciò comunque un’occhiata nervosa
in direzione di Kathleen,
guardando la sua migliore amica avvicinarglisi con aria molto poco
rassicurante:
“James, devo
prendere il baule con i Bolidi, la Pluffa e il Boccino e portarlo alla
McGranitt… vieni a darmi una mano, su.”
“Non
può farlo
Mark?”
“No. Tu sei
il
Capitano, ergo TU fatichi. Muoviti, o informerò tuo padre
della tua negligenza.”
Kathleen spinse
l’amico fuori dallo spogliatr5io senza tanti preamboli,
lasciando Astrea a
riflettere su quanto appena sentito, quasi stentando a crederci: come
aveva
fatto a non rendersene conto in tutti quei giorni? E in effetti, anche
se si sentì
vagamente in colpa, si rese conto di avere un lieve sorriso sulle
labbra mentre
si toglieva gli stivali della divisa.
“Mi stai
davvero
dicendo che sono passate quasi due settimane e non mi hai detto nulla?
Da
quanto lo sai?”
“Me lo ha
detto
Jonny, ma non volevo andarlo a spifferare ai quattro venti! E poi
nemmeno io lo
so da molto, te l’assicuro!”
“Idiota di
un
Julius, perché non me l’hai detto subito visto che
sappiamo entrambi di
Astrea?”
Kathleen
sbuffò,
roteando gli occhi scuri con lieve esasperazione mentre il baule
galleggiava a
mezz’aria alle spalle dell’amico:
“Non sono
pettegolo Kath… Non così tanto, almeno. Ma ora
che sia tu che As lo sappiate ti
prego, evita di combinarne una delle tu-“
“Non mi
sembra
vero, è perfetto! Ora che Sam si è dato una mossa
costringerò o lui o As a
farsi avanti… anzi, facciamo Sam, voi maschi siete molto
più manipolabili. Mi
hai dato proprio una bella notizia Jamie, non vedo l’ora di
poter vedere As
finalmente felice!”
Kathleen sorrise
allegramente, dando una pacca sulla spalla dell’amico mentre
questi la guardava
con lieve nervosismo, chiedendosi cosa avrebbe combinato e soprattutto
se
parlare della faccenda davanti a lei fosse stata una buona idea.
“Kath? Non
ti
metterai a fare la cupida in giro per la scuola facendo in modo di
lasciare Sam
e Astrea da soli ad ogni occasione, vero?”
“E’
un’idea… bravo
Julius, ti nomino ufficialmente mio vice.”
“No grazie,
non
voglio immischiarmi!”
“Troppo
tardi,
ormai sei dentro.”
*
“Allora…
dimmi, ti
sei divertita nella tua prima e ultima riunione da Prefetto?”
Veronica sorrise
mentre apriva la porta della sua Sala Comune, entrando insieme ad
Eltanin
mentre la mora annuì, sorridendo a sua volta:
“Moltissimo.
Berenike le descrive sempre negativamente, ma non è stato
poi così male… Certo,
avrei preferito stare con Aiden, ma è per una giusta
causa.”
“Certo, ti
sei
proprio sacrificata… Dai, andiamo a vedere come sta
l’invalida.”
La bionda
accennò
col capo alle scale che portavano al loro Dormitorio per andare a
salutare
l’amica dopo averla lasciata sola per tutta la mattina.
Berenike si era,
infatti, rifiutata di andare in Infermeria e sia lei che Eltanin
avevano sudato
non poco per convincerla a prendere delle innocue pastiglie.
“Spero che
non
stia dormendo, voglio vedere la sua faccia quando vedrà
questo.”
Eltanin sorrise
mentre saliva velocemente le scale insieme all’amica,
mettendo piede nella
stanza circolare dove alloggiavano e trovandola praticamente vuota,
fatta
eccezione per la figura rannicchiata sotto le coperte che occupava il
letto di
Berenike Black.
“Ehy…
sei
sveglia?”
Veronica
attraversò la stanza per raggiungere il letto
dell’amica, sedendosi sul bordo
mentre Berenike sbuffava sommessamente prima di emergere dalle coperte,
annuendo con aria grave:
“Sì,
sono sveglia…
in realtà stavo per addormenterai, ma sarà per
un’altra volta. Siete venute a
vedere come sto?”
“Certo,
siamo le
tue migliori amiche… e io ho promesso alla zia Lyra che mi
sarei presa cura di
te!”
“Buffo, ho
promesso a tua madre la stessa cosa…”
Berenike si
alzò a
sedere sul letto, passandosi una mano tra i capelli rossi completamente
arruffati mentre la cugina ignorava il suo ultimo commento, limitandosi
a
sorriderle e a porgerle il foglio che teneva in mano:
“Non so se
te lo
ricordi, ma poco fa c’è stata la riunione del
mese… e ho avuto il tuo benestare
per partecipare al posto tuo.”
“No, veramente non te l’ho mai dato…
Non
me l’hai mai chiesto!”
La rossa prese il
foglio, accigliandosi leggermente alle parole della cugina e
guardandola con
aria confusa mentre Veronica ridacchiava ed Eltanin sbuffava,
liquidando il
discorso con un gesto della mano e asserendo che stava iniziando ad
avere vuoti
di memoria:
“Visto?
Inizi a
delirare… prendi una pastiglia.”
In men che non si
dica Berenike si ritrovò con un bicchiere d’acqua
e una pastiglia per la febbre
in mano, ma sbuffò e asserì che
l’avrebbe presa più tardi… prima voleva
leggere
il risultato della chissà quale idea della cugina.
Berenike
spiegò il
foglio di pergamena e iniziò a leggere, accigliandosi sempre
di più mentre
scorreva l’elenco dei turni fino alle vacanze di Natale:
“Ma… sbaglio o sono sempre a fare le
ronde
con Markus?”
“Davvero?
Sarà
destino allora.”
Eltanin sorrise
con aria angelica prima di alzarsi e avvicinarsi al bagno, mentre
Berenike
puntava gli occhi su di lei con fare quasi minaccioso:
“Eltanin Catherine Black, non dirmi che ti
sei intrufolata alla riunione solo per questo motivo!”
“Solo? Hai idea della rissa che ho quasi
fatto nascere con Nathaniel Travers per avere il turno del
martedì sera? Tra
l’altro nemmeno Markus era presente, quindi ho dovuto fare
tutto io… ti consiglio di
apprezzare tutta questa
fatica.”
Eltanin
sfoggiò un
sorrisetto prima di sparire dietro la porta del bagno, mentre Berenike
si
limitava a sospirare, chiedendosi perché la cugina avesse
preso tanto a cuore
quella faccenda.
“Vee, ma non
potevi tenerla d’occhio durante la riunione?”
“Ma scherzi,
mi
sarei persa il divertimento! E’ stata la riunione
più comica di sempre, te
l’assicuro.”
Veronica rise,
ricordando con sommo piacere quando Eltanin aveva iniziato un discorso
praticamente infinito per convincere Daniel a collocare Markus e la
cugina
nella stessa sera per la prima settimana di Dicembre, tanto che alla
fine il
ragazzo l’aveva zittita e si era limitato ad
acconsentire… proprio come lei
aveva previsto.
“Certo,
dovevo
immaginarlo che tu saresti stata sua complice… siete due
ficcanaso, ma visto
che mi avete sistemata di sabato sera solo una volta per tutto il mese
credo
che vi perdonerò.”
“Raccontala
a qualcun altro, in realtà sei
ben contenta dei turni che ti abbiamo stabilito.”
Berenike fece per
contraddirla e dirle che non era vero, che le sarebbe andato benissimo
fare le
ronde con chiunque altro oltre che con Markus… ma venne
bruscamente interrotta
sul nascere dall’apertura della porta, rivelando
così una ragazza del sesto
anno che informò le due compagne della presenza di qualcuno,
al piano di sotto,
che voleva far visita alla Black.
“Davvero? Di
chi
si tratta?”
“Markus
Fawley.”
“CHE? Non fatelo entrare per nessun motivo, sono
in uno stato pietoso!”
“Ho sentito
male o
c’è Markus?”
La porta del bagno si
spalancò e Eltanin fece nuovamente la sua comparsa,
sorridendo con l’aria di
chi si sta divertendo parecchio mentre la cugina la fulminava con lo
sguardo,
ordinandole silenziosamente di non azzardarsi a farlo salire.
“El…
non pensarci
nemmeno, giuro che mi chiudo in bagno!”
“Va bene,
rilassati… andrò solo ad informarlo
dell’organizzazione dei turni del mese,
sono sicura che sarà felicissimo! O
almeno lo spero, io e Vee abbiamo scommesso cinque galeoni.”
“Avete anche
tirato su un giro di scommesse? Il mese prossimo fonderete una linea di
spille
per caso? Ok El, come vuoi… digli che lo saluto.”
Berenike
sbuffò
prima di lasciarsi nuovamente cadere sul letto, sentendo Veronica
ridacchiare e
darle un colpetto sulla spalla prima di dirle che andava di sotto
insieme ad
Eltanin, probabilmente per assicurarsi che la mora non dicesse qualcosa
di
troppo.
*
“Perché
non vuole
vedermi?”
Markus
inarcò un
sopracciglio, spostando lo sguardo da Veronica ad Eltanin e guardando
le due
ragazza scambiarsi un’occhiata incerta, prima che la bionda
si affrettasse a
rispondere:
“Beh…
non vuole
attaccarti la febbre. E poi è molto stanca, sta praticamente
dormendo in questo
momento. Puoi passare dopo le lezioni del pomeriggio, se
vuoi.”
Veronica
sfoggiò
un sorriso, pregando di averlo convinto mentre Eltanin le rivolgeva
un’occhiata
scettica, suggerendole silenziosamente di impegnarsi di più
in futuro per scuse
di quel tipo mentre Markus si limitava ad annuire, un po’
deluso ma sapendo di
non poter intrufolarsi nel Dormitorio dei Corvonero senza avere
qualcuno ad
accompagnarlo:
“Ok…
ditele che la
saluto, passerò più tardi. Ci vediamo
dopo.”
Il Grifondoro si
limitò a rivolgere un cenno alle due ragazze prima di girare
sui tacchi e
allontanarsi con le mani sprofondate nelle tasche, mentre Eltanin lo
seguiva
con lo sguardo:
“Poverino,
mi è
dispiaciuto mandarlo via… hai visto com’era
deluso?”
“Sì,
ma sono
ordini di Berenike… e a me non va proprio di contraddirla.
Ora propongo di
andare a pranzo, complottare per far stare insieme Markus e Berenike mi
ha
fatto venire fame.”
“Hai
ragione, ora
dobbiamo pensare ad Astrea e a Sam però… quella
testa di legno ha finalmente
seguito il nostro consiglio, non ci resta che chiuderli dentro una
stanza.”
*
“Ah,
ciao… Che
cosa hai fatto nell’ora libera?”
Aiden
sbuffò,
prendendo posto accanto a Nathaniel e lanciando al contempo
un’occhiata verso
il tavolo dei Corvonero, cercando Eltanin con lo sguardo ma senza
risultati:
“Avrei
voluto
passarla con El, ma aveva chissà cosa da fare… ho
anche provato a cercarla, ma
non l’ho trovata da nessuna parte!”
“Eltanin?
Era alla
riunione.”
Al sentire
Nathaniel e Sophie pronunciare quelle parole in perfetta sincronia il
ragazzo
si voltò di scatto, guardandoli con espressione piuttosto
confusa:
“La riunione
dei
Prefetti? Che cosa ci faceva lì?”
“Berenike
sta male
e non è venuta, quindi ha “preso il suo
posto”… anche se qualcosa mi dice che
aveva qualche secondo fine, visto il modo in cui si è
intestardita per i turni
della cugina.”
Nate si
accigliò
leggermente, ripensando alla riunione e allo strano comportamento della
ragazza… erano arrivati anche molto vicino al mettersi a
discutere, ma poi Nate
aveva deciso di lasciar perdere, ricordandosi che quella era pur sempre
la
ragazza del suo amico. Che non si sarebbe fatto comunque molti scrupoli
a
prenderlo a maledizioni.
“Perché
dovrebbe
interessarsi ai turni di Berenike? Sarà
la sua ennesima idea strampalata…”
“Però
è stato
divertente… lei e Nathaniel si sono quasi messi a picchiarsi
sul tavolo.”
Sophie
ridacchiò
leggermente, ma si affrettò a zittirsi quando Delilah le
assestò una lieve
gomitata, accennando all’occhiata inceneritoria che Nate le
aveva lanciato non
appena aveva parlato.
“Emh…
ignorate quello che ho detto.”
*
Astrea prese posto
in un banco vuoto, chiedendosi perché i suoi amici si
comportassero improvvisamente
in modo molto strano.
Solitamente
prendeva posto accanto a Kathleen, ma lei si era seduta accanto a
James… e suo
fratello si era seduto vicino a Jonathan. In più, Veronica
ed Eltanin si era
sedute vicine e Berenike non c’era… La Grifondoro
sistemò la borsa sul banco
vuoto, osservando i suoi amici e chiedendosi perché
improvvisamente sembrassero
tutti dei cospiratori, come se si fossero accordati riguardo a qualcosa.
Da parte sua, nemmeno Sam se la passava tanto meglio… James non faceva altro che sorridergli e ridacchiare da un paio di giorni, mentre Eltanin, Veronica e Berenike non la smettevano di fare battute su una certa Grifondoro… e poi c’era da considerare anche Kristal Jackson, che continuava a lanciargli occhiate poco benevole durante le lezioni.
Sembrava
che di recente nessuno si facesse gli affari propri...
perchè improvvisamente metà del suo corso aveva
deciso di ficcare il naso nei sentimenti altrui?
“Jonny, ti
siedi
vicino a me?”
“Scusa Red,
Daniel
mi deve spiegare Aritmanzia… Ma se vuoi lì
c’è un posto libero.”
Jonathan accennò col capo ad un posto e Sam si voltò, sgranando gli occhi quando si rese conto vicino a chi era il suddetto posto libero... Astrea Carsen.
Il rosso fece per
voltarsi e cercare una qualche via di fuga, ma non trovandone si vide
costretto
a sospirare e ad avvicinarsi alla ragazza, schiarendosi leggermente la
voce per
attirare la sua attenzione:
“Scusa
Astrea…
posso sedermi?”
La ragazza
alzò lo
sguardo ed esitò prima di annuire, rivolgendogli un lieve
sorriso:
“Certo.”
Sam
ricambiò con
leggero nervosismo prima di prendere posto accanto a lei, fulminando
Jonathan
con lo sguardo mentre il biondo invece si limitava a ridacchiare,
ignorando
come al solito la parlantina di Ruf, che aveva appena iniziato a
leggere
l’ennesimo capitolo.
Sam puntò
gli
occhi sull’insegnante/fantasma, rendendosi conto di non aver
mai odiato il
silenzio come in quel momento… in realtà non era
mai stato particolarmente
taciturno, e nemmeno Astrea, ma sembrava che in quel momento entrambi
avessero
perso la facoltà di parola.
O almeno prima che
la Grifondoro spezzasse il silenzio, parlando a bassa voce mentre
teneva lo
sguardo fisso sulla sua pergamena, continuando a disegnarcisi
distrattamente
sopra:
“James mi ha
detto
di te ed Emily… mi dispiace.”
No, non è
vero, ho quasi fatto i salti di
gioia uscita dallo spogliatoio
Sam esitò,
non
sapendo se essere felice o meno che la ragazza avesse appreso la
notizia non
per mano sua: quando aveva lasciato Emily Jonathan gli aveva detto di
farlo
sapere alla ragazza, ma lui gli aveva fatto notare che non poteva
appendere uno
striscione fuori dalla sua Sala Comune con su scritto che aveva
lasciato la
Tassorosso.
“Sì,
beh… anche a
me.”
O forse no. No,
ok, non è vero, mi sento in colpa
“E’
una bella
persona… mi dispiace di essermi comportato male, non se lo
meritava.”
“Perché?
Che cosa
hai fatto? Se non sono indiscreta, ovviamente.”
Astrea si
voltò
verso il Corvonero, chiedendosi da quando si faceva così
tante paranoie durante
una conversazione… solitamente aveva una parlantina
piuttosto sciolta, ma non
quando parlava con Sam Cloverfield da sei mesi a quella parte.
“Diciamo che
non
mi sono comportato bene nei suoi confronti… ecco
perchè Kristal mi guarda come
se volesse uccidermi.”
Il ragazzo
accennò
al banco dove la Tassorosso aveva preso posto, facendo sorridere
leggermente la
Grifondoro:
“Non voglio
immischiarmi, ma sei un bravo ragazzo… sono sicura che non
hai fatto niente di
troppo grave. E se tra voi due non funzionava hai fatto bene a
lasciarla,
meglio così piuttosto che illuderla e farla stare peggio in
seguito.”
Probabilmente Sam
avrebbe voluto dirle che l’aveva illusa già a
sufficienza, ma cambiò idea all’ultimo
e si limitò a sorridere leggermente, guardandola con
espressione leggermente
compiaciuta:
“Davvero
pensi che
io sia un bravo ragazzo?”
“Certo. Non
ti
sopporto proprio quando Corvonero ci batte a Quidditch, certo, ma a
parte
questo non hai niente che non va… ovviamente
quest’anno vi batteremo, tanto per
essere chiari.”
“Non ci
conterei
troppo se fossi in te.”
Sam sorrise e con
suo sommo sollievo Astrea ricambiò, portandolo finalmente a
rilassarsi e a
parlare con più scioltezza.
*
“Nate mi ha
detto
che ti sei imbucata alla riunione. Che cosa stai
architettando?”
“Cerco di
rendere
felice chi mi circonda.”
Eltanin fece
spallucce, continuando a leggere mentre se ne stava comodamente seduta
su un
divanetto, appoggiandosi ad Aiden e stendendo comodamente le gambe.
“Ossia?”
“Ossia…
chiunque
si è reso conto che Berenike e Markus si piacciono, e visto
che è mia cugina e
le voglio bene mi sento in dovere di intervenire visto quanto sono
ottusi. Lo
stesso vale anche per qualcun altro, ma è un’altra
storia.”
Eltanin
girò la
pagina e continuò a leggere come se niente fosse, mentre
Aiden sorrideva,
accarezzandole i capelli scuri:
“Che vuoi
farci
El, non sono tutti magnifici come il sottoscritto… Io non
sono affatto ottuso,
te l’ho fatto capire in fretta che mi piacevi.”
“Vero. E sei
anche
tremendamente modesto…”
“Lo so, me
lo dice
sempre anche mia sorella. Sarà per questo che sono
così popolare tra le
ragazze?”
Aiden
inarcò un sopracciglio,
sorridendo leggermente mentre Eltanin si voltava verso di lui,
fulminandolo con
lo sguardo:
“Ridi pure,
intanto io devo sopportare quel branco di idiote del quinto anno che
non
provano nemmeno a fare commenti in modo discreto…”
“Ti ricordo
che
non puoi fare scenate di gelosia El, non sono ammesse visto che TU non
fai
altro che ripetermi di quanto io sia esageratamente
possessivo.”
“AIDEN, hai
mandato un povero ragazzo in Infermeria solo un mese fa! Non dico le
cose tanto
per dire…”
“Ti ronzava
troppo intorno.”
“Mi stava chiedendo i compiti.”
“Era solo
una
scusa, ma come fai a non rendertene conto…”
Aiden scosse il
capo, parlando con un tono leggermente esasperato che fece alzare gli
occhi al
cielo alla Corvonero, che si limitò a sospirare prima di
tornare a leggere,
appoggiandosi nuovamente con la schiena sul suo petto:
“Ok,
lasciamo
perdere, ogni volta in cui sfioriamo l’argomento finiamo col
discutere. Ti
basti sapere, comunque, che prima o poi quel branco di oche
farà una brutta
fine. Dio, mi sembra di sentire mia madre,
mio padre ha ragione quando dice che sto diventando uguale a lei…”
*
"Stai meglio?"
"Sono ancora in uno stato pietoso e ti odio per essere venuto qui senza preavviso... ma sì, grazie, va meglio. E ovviamente mi fa piacere vederti, anche se avrei preferito un po' di preavviso, così mi sarei almeno resa presentabile..."
Berenike sorrise prima di bere un sorso di thè, mnetre Markus era seduto di fronte a lei e la guardava con aria vagamente divertita:
"Non sei in uno stato pietoso... in effetti i tuoi capelli hanno visto giorni migliori, ma..."
"Markus, attento a quello che dici o ti butto giù dalla Torre."
La rossa lo fulminò con lo sguardo e il Grifondoro sollevò le mani in segno di resa, annuendo e cogliendo l'antifona:
"Ok, ho capito, sto zitto. In ogni caso, sappi che sei carina anche con la febbre."
"Ruffiano... ma grazie. Ti hanno detto dei turni?"
"Sì, pare che faremo le ronde insieme per tutto il mese... ironico, no?"
Certo, quando hai una cugina ficcanaso e imprevedibile...
Markus sorrise e Berenike si limitò ad annuire,appoggiando la tazza ormai vuota sul tavolino sistemato accanto al divano dove si era seduta, nella Sala Comune praticamente deserta."Beh, ovviamente mi fa piacere... ma non azzardarti mai più a giocarmi uno scherzo simile a quello dell'anno scorso, chiaro Fawley?"
"Esagerata, non era poi così tremendo... Ma va bene, prometto che farò il bravo e non ti spaventerò."
"Lo spero per te, sarebbe un peccato per Grifondoro perdere un Cacciatore in prossimità della prima partita dell'anno... Vuoi una tazza di thè? Gli elfi me ne hanno portato a fiumi."
"No, grazie, tra poco si cena... ma quando minacci qualcuno gli offri sempre del thè?"
"No, lo faccio solo per te, sei un caso eccezionale. A proposito, chi ti ha fatto entrare?"
"Veronica."
Berenike sospirò, roteando gli occhi e immaginandosi chiaramente la bionda che, da qualche parte, in quel momento stava sicuramente confabulando e ridacchiando insieme ad Eltanin per aver fatto entrare Markus nella loro Sala Comune a tradimento.
"C'era da aspettarselo... prima o poi le strangolo, quelle due."