Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Signorina Granger    26/05/2017    8 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
[Sequel di "History" e di "Magisterium"]
Siamo appena prima dell’arrivo dei Malandrini ad Hogwarts, alla fine degli anni ’60.
Tutti parlano del decennio successivo, ma chi dice che anche prima non sia successo qualcosa di interessante dentro le mura di Hogwarts?
Sono passati più di vent’anni dalle vicissitudini dei protagonisti di History e di Magisterium… ma forse ci penseranno i loro figli a tenere vivo il loro ricordo.
[Per leggere e/o partecipare non è necessario aver letto le due storie sopracitate]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Capitolo 9: Galeotti furono... 

 

Mercoledì 13 Novembre

 

 

“Buongiorno a tutti!”

 

James Julius sfoggiò un gran sorriso mentre prendeva posto al tavolo dei Grifondoro accanto a Markus, ma fu costretto a tornare improvvisamente serio di fronte alle tre occhiate seccate che ricevette dagli amici:

 

“Beh? Che sono quelle facce?”    Il ragazzo sollevò un sopracciglio, spostando lo sguardo da Markus a Kathleen ad Astrea come se non capisse il motivo di quel malumore mentre lui, al contrario, si era svegliato con un gran sorriso sulle labbra:

 

“E ce lo chiedi anche? Hai piazzaro un allenamento nel bel mezzo dell’ora buca Julius, quando dovrei avere il tempo di studiare Pozioni, mentre sono in volo?”

 

Kathleen sbuffò, fulminando l’amico con lo sguardo mentre Astrea invece abbozzava un sorriso, vagamente rincuorata al pensiero di non studiare più quella materia.

 

“Oh, andiamo… non è colpa mia, la McGranitt ci ha finalmente dato la data della prima partita e siamo contro Serpeverde… Volete forse perdere contro quelle bisce?”

“Non credo che quella nello stemma sia una biscia…”

 

“Stessa famiglia, è comunque un serpente… E poi Markus, non ti ho evitato una riunione stamattina, grazie all’allenamento?”

 

Markus annuì con aria pensierosa, chiedendosi sinceramente se fosse positivo o negativo… sicuramente preferiva giuocare a Quidditch piuttosto che decidere i turni del mese, ma allo stesso tempo rischiava di finire a fare la ronda nel weekend fino a Natale non presenziando.

 

“Sì, spero solo che non mi mettano al sabato sera… As, non potresti chiedere a tuo fratello di darmi un turno decente?”     Il rosso sfoggiò un sorriso speranzoso in direzione dell’amica, che annuì prima di sporgersi leggermente verso di lui:

“Potrei, sì… Ma in cambio voglio la tua fetta di torta.”

 

“As, ti rendi conto che su questo tavolo c’è abbastanza cibo per sfamare tutto il Ministero della Magia, vero?”

“Certo, ma voglio almeno la soddisfazione di avere qualcosa in cambio… quindi grazie.”

 

Astrea gli sorrise mentre Markus si limitava a roteare gli occhi, rivolgendosi nuovamente a James che aveva appena iniziato ad abbuffarsi:

 

“Non ci farai correre con questo freddo, vero Jamie?”

“Forse, devo ancora decidere se essere cattivo o meno… E Kath, smetti8la di fare quella faccia, gli allenamenti sono più importanti dell’ozio!”

 

Kathleen esitò, osservando il ragazzo e rendendosi improvvisamente conto che quella era esattamente una frase che avrebbe detto suo padre… ma poi si ridestò, limitandosi a sbuffare:

 

“Bene, allora spiegherai tu a Lumacorno perché non sono riuscita a finire i compiti. Non so neanche a chi chiedere aiuto, Astrea è pessima e tu non sei molto meglio…”

“Rilassati Kathy, ruberò gli appunti di mio fratello e te li passerò…. Non a te James, così impari a privarmi dell’ora buca.”

 

“Ma a me sì, vero?”

Markus rivolse un gran sorriso all’amica, che annuì mentre invece James sbuffava, borbottando quanto fossero tutti dei gran rompiscatole in quella Casa.

 

                                                                               *

 

“Maledizione, mi sono persa! Che cosa bisogna fare dopo aver mescolato per sei volte?”

 

Eltanin sospirò, sporgendosi leggermente sul banco per sbirciare quello che stava facendo Aiden, che si limitò a rivolgerle un’occhiata scettica:

 

“Erano otto volte.”

“Davvero? Grandioso…”

 

Eltanin sbuffò prima di prendere il mestolo e mescolare la sua pozione per un altro paio di volte, rivolgendo poi un sorriso al ragazzo:

“Bene, ho fatto. Ora che si fa?”

“Non lo so, mi sono perso anche io circa mezz’ora fa.”

 

Aiden fece spallucce come se nulla fosse, mentre la ragazza invece sgranava gli occhi scuri con orrore, guardandolo come se fosse vagamente tentata di rovesciargli il contenuto del suo calderone in testa:

 

“E allora perché mi stai continuando a dire cosa fare se nemmeno tu lo sai? Stai dicendo che fino ad ora abbiamo proceduto a caso?”

“Perchè è divertente. Rilassati El, il tricheco non se ne accorgerà mai… quando passerà di qui ci basterà iniziare a parlare di come mio nonno e tuo padre siano felici della nostra relazione.”

Veramente mio padre è piuttosto amareggiato riguardo il non poterti minacciare di morte lenta e dolorosa proprio perché lavora per tuo nonno… ma forse non dovremmo farlo sapere a Lumacorno, hai ragione.”

Eltanin annuì, lanciando un’occhiata sconsolata al suo calderone e decidendo di lasciar perdere con quell’intruglio mentre Aiden accanto a lei continuava a mescolare, giusto per dare la parvenza di star facendo qualcosa di produttivo.

 

“Sì, ho ragione… Piuttosto, visto che dopo questa meravigliosa doppia ora abbiamo tempo libero, facciamo una passeggiata?”

“CON QUESTO FREDDO? Vuoi per caso che mi iberni?”

“La solita esagerata, non fa così freddo!”

 

“Questione di punti di vista… ma temo di non potere in ogni caso.”

“Perché, cosa devi fare?”

“E’ un segreto.”

 

Eltanin si strinse nelle spalle, parlando con un tono serafico mentre Aiden sollevava un sopracciglio, osservandola con aria dubbiosa:

 

“E’ un modo per dire che devi ancora dare una mano a Kroll con i compiti? Non mi piace quel ragazzo…”

“Perché è Tassorosso, perché è tuo rivale a Quidditch, perché non è Purosangue o perché mi ha chiesto di aiutarlo con i compiti?”

“Facciamo un po’ tutte.”

 

“Si, beh… comunque non devo aiutare Lucas, rilassati.”

Aiden fece per chiedere alla ragazza che cosa avesse di tanto importante da fare ma si accorse giusto in tempo che Lumacorno si stava avvicinando alla loro postazione, affrettandosi a borbottare qualcosa:

 

“Ok, arriva… presto, digli che tua madre ti ha chiesto di salutarlo!”

“Ma scherzi? Mia madre non lo ha mai sopportat- Salve Professore, come sta?”

 

                                                                                      *

 

Kristal guardò la superficie perfettamente liscia a dalla sfumatura argentea della pozione prima di voltarsi verso Lucas, che stava sbirciando con aria furtiva i suoi appunti della lezione precedente:

 

“Luke, pensi davvero che non ti veda?”

“Beh, visto che hai passato la lezione a girarti uno ci può sempre sperare… piuttosto, mi dici chi hai continuando a guardare per tutto il tempo.”

 

“CLOVERFIELD. Aspetto il momento giusto per inchiodarlo ad un muro e rovinargli i bei connotati. Nel frattempo mi limito a guardarlo male per avvisarlo.”

 

Kristal puntò gli occhi sul suddetto ragazzo, fulminandolo con lo sguardo mentre Lucas si ritraeva leggermente, osservando prima lei e poi il coltello che la ragazza teneva poco rassicurantemente in mano:

“Emh… forse dovresti mettere il coletto sul banco. Perché ce l’hai con lui, comunque?”

 

“Luke. Lo sai che ti voglio bene, vero?”

“Ma certo, tutti mi vogliono bene!”

“…. Certo. Tornando a quello che stavo dicendo… sì, ti voglio bene, ma sei vagamente ottuso. Non ti sei interrogato sul perché Emily sia così triste di recente?”

“Emh… Veramente ho imparato a non interrogarmi troppo su queste cose, una volta ho provato a chiederti cosa avessi e tu mi hai quasi ucciso.”

“Solo perché mi assillavi… In ogni caso, Sam l’ha lasciata e credo senza una particolare argomentazione. Povera Emily, è così carina!”

“Già… è strano. Ma nemmeno lui è molto di buon umore di recente.”

“E’ il minimo. E se pensi che sia di cattivo umore adesso aspetta di vederlo quando avrà incrociato me!”

 

“Kris, smettila di affilare il coltello mentre dici queste cose, per favore.”

 

 

                                                                                        *

 

 

“A questo punto direi che possiamo cominciare… anche se una cosa non mi è molto chiara.”

 

Daniel Carsen spostò lo sguardo su una delle sedie sistemate alla sua destra intorno al tavolo rettangolare, accigliandosi leggermente:

 

 

“Che cosa ci fai tu qui?”

Per tutta risposta Eltanin Black gli rivolse un gran sorriso, mentre accanto a lei Veronica cercava di non ridere di fronte a quella domanda:

 

“Beh, Berenike oggi non può venire perché sta male…e visto che siamo della stessa Casa e anche consanguinee ho pensato che avrei potuto sostituirla.”

“Quindi sei disposta a perdere l’ora buca per presenziare al posto di tua cugina? Scusa El, ma non me la bevo.”

 

“Poco male Daniel, che tu ci creda o no sono qui… quindi cominciamo, no? Mi sono sempre chiesta di che cosa discutiate in queste occasioni.”

Eltanin continuò a sorridere, tenendo gli occhi scuri fissi sul ragazzo e senza accennare a voler desistere mentre anche Nate l’osservava con espressione piuttosto perplessa, chiedendosi a sua volta perché fosse lì.

 

Di sicuro non solo per sostituire sua cugina…

 

“Ok, lasciamo perdere… prima iniziamo e prima finiamo, quindi cominciamo pure.”

 

                                                                                               *

 

“Il mio povero braccio…”

“Smettila di lagnarti, non ti ho fatto poi così male!”

 

Kathleen rivolse un’occhiata vagamente esasperata in direzione di James, che continuava a massaggiarsi il braccio destra e a borbottare a mezza voce contro l’amica:

 

“Ammettilo che mi hai colpito apposta con la Pluffa!”

“Io te l’ho lanciata Jamie, sei il Portiere, no? Non puoi certo incolpare me se non l’hai parata!”

 

La ragazza rivolse un sorrisetto all’amico prima di trotterellare verso Astrea, lasciandolo a sbuffare con aria contrariata:

 

“Chi vuole prendere in giro, è ovvio che l’ha fatto apposta… tu che ne dici?”

“Sì, sono d’accordo. Credo che non fosse molto felice di avere l’allenamento… ma almeno mi hai evitato la riunione, poteva andare peggio.” 

 

Markus si strinse nelle spalle mentre entrava nello spogliatoio insieme all’amico, chiedendosi che turni gli avessero appioppato e in particolare con chi.

 

“Finalmente qualcuno che non mi inveisce contro… persino mia sorella era arrabbiata con me, nessuno capisce da queste parti. Hai per caso visto Jonny e Sam sugli spalti? Credo volessero venire ad assistere…”

“No, non ci ho fatto caso. A proposito, tu sai che succede tra Sam ed Emily? Non li vedo insieme da un po’…”

 

“Da quel che ne so, si sono lasciati…”

 

“CHE? Sam ed Emily non stanno più insieme?”

 

Markus e James smisero improvvisamente di parlare, voltandosi al sentire la voce di Astrea. La ragazza si era voltata di scatto verso il duo e stava guardando i compagni con gli occhi chiari sbarrati, come se non riuscisse a credere a ciò che aveva appena sentito.

Anche Kathleen si voltò verso i due, fulminando James con lo sguardo prima che Markus parlasse nuovamente:

 

“Non lo sapevi nemmeno tu?”

“Io… no. Quando è successo?”

“Non ne sono sicuro, ma credo ad Hogsmeade.”

 

James fece spallucce ma lanciò comunque un’occhiata nervosa in direzione di Kathleen, guardando la sua migliore amica avvicinarglisi con aria molto poco rassicurante:

 

“James, devo prendere il baule con i Bolidi, la Pluffa e il Boccino e portarlo alla McGranitt… vieni a darmi una mano, su.”

 

“Non può farlo Mark?”

“No. Tu sei il Capitano, ergo TU fatichi. Muoviti, o informerò tuo padre della tua negligenza.”

 

Kathleen spinse l’amico fuori dallo spogliatr5io senza tanti preamboli, lasciando Astrea a riflettere su quanto appena sentito, quasi stentando a crederci: come aveva fatto a non rendersene conto in tutti quei giorni? E in effetti, anche se si sentì vagamente in colpa, si rese conto di avere un lieve sorriso sulle labbra mentre si toglieva gli stivali della divisa.

 

 

 

“Mi stai davvero dicendo che sono passate quasi due settimane e non mi hai detto nulla? Da quanto lo sai?”

“Me lo ha detto Jonny, ma non volevo andarlo a spifferare ai quattro venti! E poi nemmeno io lo so da molto, te l’assicuro!”

“Idiota di un Julius, perché non me l’hai detto subito visto che sappiamo entrambi di Astrea?”

 

Kathleen sbuffò, roteando gli occhi scuri con lieve esasperazione mentre il baule galleggiava a mezz’aria alle spalle dell’amico:

 

“Non sono pettegolo Kath… Non così tanto, almeno. Ma ora che sia tu che As lo sappiate ti prego, evita di combinarne una delle tu-“

 

“Non mi sembra vero, è perfetto! Ora che Sam si è dato una mossa costringerò o lui o As a farsi avanti… anzi, facciamo Sam, voi maschi siete molto più manipolabili. Mi hai dato proprio una bella notizia Jamie, non vedo l’ora di poter vedere As finalmente felice!”

 

Kathleen sorrise allegramente, dando una pacca sulla spalla dell’amico mentre questi la guardava con lieve nervosismo, chiedendosi cosa avrebbe combinato e soprattutto se parlare della faccenda davanti a lei fosse stata una buona idea.

 

“Kath? Non ti metterai a fare la cupida in giro per la scuola facendo in modo di lasciare Sam e Astrea da soli ad ogni occasione, vero?”

“E’ un’idea… bravo Julius, ti nomino ufficialmente mio vice.”

 

“No grazie, non voglio immischiarmi!”

“Troppo tardi, ormai sei dentro.”

 

                                                                                  *

 

“Allora… dimmi, ti sei divertita nella tua prima e ultima riunione da Prefetto?”

 

Veronica sorrise mentre apriva la porta della sua Sala Comune, entrando insieme ad Eltanin mentre la mora annuì, sorridendo a sua volta:

 

“Moltissimo. Berenike le descrive sempre negativamente, ma non è stato poi così male… Certo, avrei preferito stare con Aiden, ma è per una giusta causa.”

“Certo, ti sei proprio sacrificata… Dai, andiamo a vedere come sta l’invalida.”

 

La bionda accennò col capo alle scale che portavano al loro Dormitorio per andare a salutare l’amica dopo averla lasciata sola per tutta la mattina. Berenike si era, infatti, rifiutata di andare in Infermeria e sia lei che Eltanin avevano sudato non poco per convincerla a prendere delle innocue pastiglie.

 

“Spero che non stia dormendo, voglio vedere la sua faccia quando vedrà questo.”

 

Eltanin sorrise mentre saliva velocemente le scale insieme all’amica, mettendo piede nella stanza circolare dove alloggiavano e trovandola praticamente vuota, fatta eccezione per la figura rannicchiata sotto le coperte che occupava il letto di Berenike Black.

 

“Ehy… sei sveglia?”

 

Veronica attraversò la stanza per raggiungere il letto dell’amica, sedendosi sul bordo mentre Berenike sbuffava sommessamente prima di emergere dalle coperte, annuendo con aria grave:

 

“Sì, sono sveglia… in realtà stavo per addormenterai, ma sarà per un’altra volta. Siete venute a vedere come sto?”

“Certo, siamo le tue migliori amiche… e io ho promesso alla zia Lyra che mi sarei presa cura di te!”

“Buffo, ho promesso a tua madre la stessa cosa…”

 

 

Berenike si alzò a sedere sul letto, passandosi una mano tra i capelli rossi completamente arruffati mentre la cugina ignorava il suo ultimo commento, limitandosi a sorriderle e a porgerle il foglio che teneva in mano:

 

“Non so se te lo ricordi, ma poco fa c’è stata la riunione del mese… e ho avuto il tuo benestare per partecipare al posto tuo.”

No, veramente non te l’ho mai dato… Non me l’hai mai chiesto!”

 

La rossa prese il foglio, accigliandosi leggermente alle parole della cugina e guardandola con aria confusa mentre Veronica ridacchiava ed Eltanin sbuffava, liquidando il discorso con un gesto della mano e asserendo che stava iniziando ad avere vuoti di memoria:

 

“Visto? Inizi a delirare… prendi una pastiglia.”

 

In men che non si dica Berenike si ritrovò con un bicchiere d’acqua e una pastiglia per la febbre in mano, ma sbuffò e asserì che l’avrebbe presa più tardi… prima voleva leggere il risultato della chissà quale idea della cugina.

 

Berenike spiegò il foglio di pergamena e iniziò a leggere, accigliandosi sempre di più mentre scorreva l’elenco dei turni fino alle vacanze di Natale:

 

Ma… sbaglio o sono sempre a fare le ronde con Markus?”

“Davvero? Sarà destino allora.”

 

Eltanin sorrise con aria angelica prima di alzarsi e avvicinarsi al bagno, mentre Berenike puntava gli occhi su di lei con fare quasi minaccioso:

 

Eltanin Catherine Black, non dirmi che ti sei intrufolata alla riunione solo per questo motivo!”

Solo? Hai idea della rissa che ho quasi fatto nascere con Nathaniel Travers per avere il turno del martedì sera? Tra l’altro nemmeno Markus era presente, quindi ho dovuto fare tutto io… ti consiglio di apprezzare tutta questa fatica.”

 

Eltanin sfoggiò un sorrisetto prima di sparire dietro la porta del bagno, mentre Berenike si limitava a sospirare, chiedendosi perché la cugina avesse preso tanto a cuore quella faccenda.

 

“Vee, ma non potevi tenerla d’occhio durante la riunione?”

“Ma scherzi, mi sarei persa il divertimento! E’ stata la riunione più comica di sempre, te l’assicuro.”

 

Veronica rise, ricordando con sommo piacere quando Eltanin aveva iniziato un discorso praticamente infinito per convincere Daniel a collocare Markus e la cugina nella stessa sera per la prima settimana di Dicembre, tanto che alla fine il ragazzo l’aveva zittita e si era limitato ad acconsentire… proprio come lei aveva previsto.

“Certo, dovevo immaginarlo che tu saresti stata sua complice… siete due ficcanaso, ma visto che mi avete sistemata di sabato sera solo una volta per tutto il mese credo che vi perdonerò.”

“Raccontala a qualcun altro, in realtà sei ben contenta dei turni che ti abbiamo stabilito.”

 

Berenike fece per contraddirla e dirle che non era vero, che le sarebbe andato benissimo fare le ronde con chiunque altro oltre che con Markus… ma venne bruscamente interrotta sul nascere dall’apertura della porta, rivelando così una ragazza del sesto anno che informò le due compagne della presenza di qualcuno, al piano di sotto, che voleva far visita alla Black.

 

“Davvero? Di chi si tratta?”

“Markus Fawley.”

“CHE? Non fatelo entrare per nessun motivo, sono in uno stato pietoso!”

 

“Ho sentito male o c’è Markus?”   La porta del bagno si spalancò e Eltanin fece nuovamente la sua comparsa, sorridendo con l’aria di chi si sta divertendo parecchio mentre la cugina la fulminava con lo sguardo, ordinandole silenziosamente di non azzardarsi a farlo salire.

 

“El… non pensarci nemmeno, giuro che mi chiudo in bagno!”

“Va bene, rilassati… andrò solo ad informarlo dell’organizzazione dei turni del mese, sono sicura che sarà felicissimo! O almeno lo spero, io e Vee abbiamo scommesso cinque galeoni.”

 

“Avete anche tirato su un giro di scommesse? Il mese prossimo fonderete una linea di spille per caso? Ok El, come vuoi… digli che lo saluto.”

 

Berenike sbuffò prima di lasciarsi nuovamente cadere sul letto, sentendo Veronica ridacchiare e darle un colpetto sulla spalla prima di dirle che andava di sotto insieme ad Eltanin, probabilmente per assicurarsi che la mora non dicesse qualcosa di troppo.

 

                                                                                   *

 

“Perché non vuole vedermi?”

 

Markus inarcò un sopracciglio, spostando lo sguardo da Veronica ad Eltanin e guardando le due ragazza scambiarsi un’occhiata incerta, prima che la bionda si affrettasse a rispondere:

 

“Beh… non vuole attaccarti la febbre. E poi è molto stanca, sta praticamente dormendo in questo momento. Puoi passare dopo le lezioni del pomeriggio, se vuoi.”

 

Veronica sfoggiò un sorriso, pregando di averlo convinto mentre Eltanin le rivolgeva un’occhiata scettica, suggerendole silenziosamente di impegnarsi di più in futuro per scuse di quel tipo mentre Markus si limitava ad annuire, un po’ deluso ma sapendo di non poter intrufolarsi nel Dormitorio dei Corvonero senza avere qualcuno ad accompagnarlo:

 

“Ok… ditele che la saluto, passerò più tardi. Ci vediamo dopo.”

Il Grifondoro si limitò a rivolgere un cenno alle due ragazze prima di girare sui tacchi e allontanarsi con le mani sprofondate nelle tasche, mentre Eltanin lo seguiva con lo sguardo:

 

“Poverino, mi è dispiaciuto mandarlo via… hai visto com’era deluso?”

“Sì, ma sono ordini di Berenike… e a me non va proprio di contraddirla. Ora propongo di andare a pranzo, complottare per far stare insieme Markus e Berenike mi ha fatto venire fame.”

 

“Hai ragione, ora dobbiamo pensare ad Astrea e a Sam però… quella testa di legno ha finalmente seguito il nostro consiglio, non ci resta che chiuderli dentro una stanza.”

 

                                                                                 *

 

 

“Ah, ciao… Che cosa hai fatto nell’ora libera?”

 

Aiden sbuffò, prendendo posto accanto a Nathaniel e lanciando al contempo un’occhiata verso il tavolo dei Corvonero, cercando Eltanin con lo sguardo ma senza risultati:

 

“Avrei voluto passarla con El, ma aveva chissà cosa da fare… ho anche provato a cercarla, ma non l’ho trovata da nessuna parte!”

“Eltanin? Era alla riunione.”

 

Al sentire Nathaniel e Sophie pronunciare quelle parole in perfetta sincronia il ragazzo si voltò di scatto, guardandoli con espressione piuttosto confusa:

 

“La riunione dei Prefetti? Che cosa ci faceva lì?”

“Berenike sta male e non è venuta, quindi ha “preso il suo posto”… anche se qualcosa mi dice che aveva qualche secondo fine, visto il modo in cui si è intestardita per i turni della cugina.”

 

Nate si accigliò leggermente, ripensando alla riunione e allo strano comportamento della ragazza… erano arrivati anche molto vicino al mettersi a discutere, ma poi Nate aveva deciso di lasciar perdere, ricordandosi che quella era pur sempre la ragazza del suo amico. Che non si sarebbe fatto comunque molti scrupoli a prenderlo a maledizioni.

 

“Perché dovrebbe interessarsi ai turni di Berenike? Sarà la sua ennesima idea strampalata…”

 

“Però è stato divertente… lei e Nathaniel si sono quasi messi a picchiarsi sul tavolo.”

 

Sophie ridacchiò leggermente, ma si affrettò a zittirsi quando Delilah le assestò una lieve gomitata, accennando all’occhiata inceneritoria che Nate le aveva lanciato non appena aveva parlato.

 

“Emh… ignorate quello che ho detto.”

 

                                                                                        *

 

Astrea prese posto in un banco vuoto, chiedendosi perché i suoi amici si comportassero improvvisamente in modo molto strano.

 

Solitamente prendeva posto accanto a Kathleen, ma lei si era seduta accanto a James… e suo fratello si era seduto vicino a Jonathan. In più, Veronica ed Eltanin si era sedute vicine e Berenike non c’era… La Grifondoro sistemò la borsa sul banco vuoto, osservando i suoi amici e chiedendosi perché improvvisamente sembrassero tutti dei cospiratori, come se si fossero accordati riguardo a qualcosa.

 

 

Da parte sua, nemmeno Sam se la passava tanto meglio… James non faceva altro che sorridergli e ridacchiare da un paio di giorni, mentre Eltanin, Veronica e Berenike non la smettevano di fare battute su una certa Grifondoro… e poi c’era da considerare anche Kristal Jackson, che continuava a lanciargli occhiate poco benevole durante le lezioni.

Sembrava che di recente nessuno si facesse gli affari propri... perchè improvvisamente metà del suo corso aveva deciso di ficcare il naso nei sentimenti altrui?

 

“Jonny, ti siedi vicino a me?”

“Scusa Red, Daniel mi deve spiegare Aritmanzia… Ma se vuoi lì c’è un posto libero.”

 

Jonathan accennò col capo ad un posto e Sam si voltò, sgranando gli occhi quando si rese conto vicino a chi era il suddetto posto libero... Astrea Carsen.

Il rosso fece per voltarsi e cercare una qualche via di fuga, ma non trovandone si vide costretto a sospirare e ad avvicinarsi alla ragazza, schiarendosi leggermente la voce per attirare la sua attenzione:

 

“Scusa Astrea… posso sedermi?”

La ragazza alzò lo sguardo ed esitò prima di annuire, rivolgendogli un lieve sorriso:

 

“Certo.”

 

Sam ricambiò con leggero nervosismo prima di prendere posto accanto a lei, fulminando Jonathan con lo sguardo mentre il biondo invece si limitava a ridacchiare, ignorando come al solito la parlantina di Ruf, che aveva appena iniziato a leggere l’ennesimo capitolo.

 

Sam puntò gli occhi sull’insegnante/fantasma, rendendosi conto di non aver mai odiato il silenzio come in quel momento… in realtà non era mai stato particolarmente taciturno, e nemmeno Astrea, ma sembrava che in quel momento entrambi avessero perso la facoltà di parola.

 

O almeno prima che la Grifondoro spezzasse il silenzio, parlando a bassa voce mentre teneva lo sguardo fisso sulla sua pergamena, continuando a disegnarcisi distrattamente sopra:

“James mi ha detto di te ed Emily… mi dispiace.”

 

No, non è vero, ho quasi fatto i salti di gioia uscita dallo spogliatoio

 

Sam esitò, non sapendo se essere felice o meno che la ragazza avesse appreso la notizia non per mano sua: quando aveva lasciato Emily Jonathan gli aveva detto di farlo sapere alla ragazza, ma lui gli aveva fatto notare che non poteva appendere uno striscione fuori dalla sua Sala Comune con su scritto che aveva lasciato la Tassorosso.

 

“Sì, beh… anche a me.”

 

O forse no. No, ok, non è vero, mi sento in colpa

 

“E’ una bella persona… mi dispiace di essermi comportato male, non se lo meritava.”

“Perché? Che cosa hai fatto? Se non sono indiscreta, ovviamente.”

 

 

Astrea si voltò verso il Corvonero, chiedendosi da quando si faceva così tante paranoie durante una conversazione… solitamente aveva una parlantina piuttosto sciolta, ma non quando parlava con Sam Cloverfield da sei mesi a quella parte.

 

“Diciamo che non mi sono comportato bene nei suoi confronti… ecco perchè Kristal mi guarda come se volesse uccidermi.”

Il ragazzo accennò al banco dove la Tassorosso aveva preso posto, facendo sorridere leggermente la Grifondoro:

 

“Non voglio immischiarmi, ma sei un bravo ragazzo… sono sicura che non hai fatto niente di troppo grave. E se tra voi due non funzionava hai fatto bene a lasciarla, meglio così piuttosto che illuderla e farla stare peggio in seguito.”

 

Probabilmente Sam avrebbe voluto dirle che l’aveva illusa già a sufficienza, ma cambiò idea all’ultimo e si limitò a sorridere leggermente, guardandola con espressione leggermente compiaciuta:

 

“Davvero pensi che io sia un bravo ragazzo?”

“Certo. Non ti sopporto proprio quando Corvonero ci batte a Quidditch, certo, ma a parte questo non hai niente che non va… ovviamente quest’anno vi batteremo, tanto per essere chiari.”

“Non ci conterei troppo se fossi in te.”

 

Sam sorrise e con suo sommo sollievo Astrea ricambiò, portandolo finalmente a rilassarsi e a parlare con più scioltezza.

 

                                                                                         *

 

“Nate mi ha detto che ti sei imbucata alla riunione. Che cosa stai architettando?”

“Cerco di rendere felice chi mi circonda.”

 

Eltanin fece spallucce, continuando a leggere mentre se ne stava comodamente seduta su un divanetto, appoggiandosi ad Aiden e stendendo comodamente le gambe.

 

“Ossia?”

“Ossia… chiunque si è reso conto che Berenike e Markus si piacciono, e visto che è mia cugina e le voglio bene mi sento in dovere di intervenire visto quanto sono ottusi. Lo stesso vale anche per qualcun altro, ma è un’altra storia.”

 

Eltanin girò la pagina e continuò a leggere come se niente fosse, mentre Aiden sorrideva, accarezzandole i capelli scuri:

 

“Che vuoi farci El, non sono tutti magnifici come il sottoscritto… Io non sono affatto ottuso, te l’ho fatto capire in fretta che mi piacevi.”

“Vero. E sei anche tremendamente modesto…”

“Lo so, me lo dice sempre anche mia sorella. Sarà per questo che sono così popolare tra le ragazze?”

 

Aiden inarcò un sopracciglio, sorridendo leggermente mentre Eltanin si voltava verso di lui, fulminandolo con lo sguardo:

 

“Ridi pure, intanto io devo sopportare quel branco di idiote del quinto anno che non provano nemmeno a fare commenti in modo discreto…”

“Ti ricordo che non puoi fare scenate di gelosia El, non sono ammesse visto che TU non fai altro che ripetermi di quanto io sia esageratamente possessivo.”

“AIDEN, hai mandato un povero ragazzo in Infermeria solo un mese fa! Non dico le cose tanto per dire…”

“Ti ronzava troppo intorno.”

Mi stava chiedendo i compiti.”

“Era solo una scusa, ma come fai a non rendertene conto…”

 

Aiden scosse il capo, parlando con un tono leggermente esasperato che fece alzare gli occhi al cielo alla Corvonero, che si limitò a sospirare prima di tornare a leggere, appoggiandosi nuovamente con la schiena sul suo petto:

 

“Ok, lasciamo perdere, ogni volta in cui sfioriamo l’argomento finiamo col discutere. Ti basti sapere, comunque, che prima o poi quel branco di oche farà una brutta fine. Dio, mi sembra di sentire mia madre, mio padre ha ragione quando dice che sto diventando uguale a lei…”

 

                                                                                                *

"Stai meglio?"

"Sono ancora in uno stato pietoso e ti odio per essere venuto qui senza preavviso... ma sì, grazie, va meglio. E ovviamente mi fa piacere vederti, anche se avrei preferito un po' di preavviso, così mi sarei almeno resa presentabile..."

Berenike sorrise prima di bere un sorso di thè, mnetre Markus era seduto di fronte a lei e la guardava con aria vagamente divertita:

"Non sei in uno stato pietoso... in effetti i tuoi capelli hanno visto giorni migliori, ma..."

"Markus, attento a quello che dici o ti butto giù dalla Torre."

La rossa lo fulminò con lo sguardo e il Grifondoro sollevò le mani in segno di resa, annuendo e cogliendo l'antifona:

"Ok, ho capito, sto zitto. In ogni caso, sappi che sei carina anche con la febbre."

"Ruffiano... ma grazie. Ti hanno detto dei turni?"

"Sì, pare che faremo le ronde insieme per tutto il mese... ironico, no?"

Certo, quando hai una cugina ficcanaso e imprevedibile... 

Markus sorrise e Berenike si limitò ad annuire,appoggiando la tazza ormai vuota sul tavolino sistemato accanto al divano dove si era seduta, nella Sala Comune praticamente deserta.

"Beh, ovviamente mi fa piacere... ma non azzardarti mai più a giocarmi uno scherzo simile a quello dell'anno scorso, chiaro Fawley?"
"Esagerata, non era poi così tremendo... Ma va bene, prometto che farò il bravo e non ti spaventerò."


"Lo spero per te, sarebbe un peccato per Grifondoro perdere un Cacciatore in prossimità della prima partita dell'anno... Vuoi una tazza di thè? Gli elfi me ne hanno portato a fiumi."
"No, grazie, tra poco si cena... ma quando minacci qualcuno gli offri sempre del thè?"

"No, lo faccio solo per te, sei un caso eccezionale. A proposito, chi ti ha fatto entrare?"

"Veronica."


Berenike sospirò, roteando gli occhi e immaginandosi chiaramente la bionda che, da qualche parte, in quel momento stava sicuramente confabulando e ridacchiando insieme ad Eltanin per aver fatto entrare Markus nella loro Sala Comune a tradimento.

"C'era da aspettarselo... prima o poi le strangolo, quelle due."




   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Signorina Granger