Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Shippers    26/05/2017    4 recensioni
La camera fece un lungo giro per tutto il perimetro dello stadio fino a quando Eren non vide sullo schermo gigante un che di bizzarro.
Un ragazzo castano dagli occhi verdi ed espressivi lo stava fissando, affianco, un uomo di grandi prospettive aveva alzato lo sguardo spinto dall'improvviso silenzio che era calato sull'intera struttura.
Eren poi sbarrò gli occhi quando si rese conto che l'avevano inquadrato e soprattutto quando si rese conto con chi lo avevano inquadrato.
 
Alternative Universe - Eren x Levi!
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Non faceva poi così caldo nonostante fosse Luglio inoltrato. Un bel venticello fresco soffiava sulla cittadina febbricitante ed emozionata per quella che era una delle partite più importanti per la squadra locale. L'amichevole con il Bayern Monaco era motivo di vanto. Nessuna partecipante ad una lega minore si era mai guadagnata tale onore. Striscioni, manifesti, locandine e volantini riguardanti l'evento erano ovunque da ormai una settimana. La sera prima della partita i tifosi si erano addirittura riuniti fuori dalla sede d'allenamento per incitare il team con i dovuti cori.

Eren questo lo sapeva, anche lui avrebbe dovuto giocare quella straordinaria partita, e invece era infortunato: un brutale contrasto con Jean, o meglio faccia da cavallo, durante la seduta mattutina del giorno fatidico gli aveva procurato una forte distorsione alla caviglia. Inutili le suppliche rivolte al coach Hannes per convincerlo a farlo entrare lo stesso, quell'uomo era irremovibile: Eren non avrebbe giocato.

Così il suo amico Armin gli aveva riservato un posto accanto a lui nel settore più vicino al campo del piccolo stadio. Armin era un grande conoscitore dello sport, tattiche, schemi, posizioni, non c'era nulla che gli sfuggisse. Molte volte aveva affiancato il loro allenatore durante il campionato provinciale e i suoi consigli si erano rivelati d'oro, peccato che fosse totalmente negato per l'applicazione dei suoi stessi consigli e per l'esercizio fisico.

Quella sera Eren aveva indossato la sua maglietta più bella, per tentare quantomeno di attirare l'attenzione di qualche scout o di qualche giocatore influente al buffet che avrebbe seguito il match.

La situazione ai tornelli prima di entrare era rovente. I supporters erano impazienti di godersi lo spettacolo. Sciarpe e bandiere svettavano e sventolano da ogni dove.

"Eren! Qui!" lo chiamò Armin indicandogli un sedile accanto al suo. Il ragazzo si era dipinto strisce azzurre sulla chioma bionda in onore della squadra.

Eren lo raggiunse immediatamente. Lo salutò e si accomodò continuando ad osservare la situazione: non aveva mai visto quello stadio così gremito.

I ragazzi in campo avevano già iniziato il riscaldamento.

"La prossima volta ci sarai anche tu! È andata così, ma non sarà l'ultima partita di cartello!" lo rianimò l'amico vedendolo un po' giù di tono. Eren annuì poco convinto.

Era davvero frustrante vedere i suoi compagni affrontare degli avversari così forti e rinomati in tutta Europa.
I posti continuavano a riempirsi e la partita sarebbe iniziata a breve.

"Scusa, ragazzino" il colpo di tosse di qualcuno dietro di lui lo fece voltare "potresti togliere questo zaino da qui? Se non ti dispiace vorrei sedermi dove mi spetta."

Eren non poté far a meno di trattenere il fiato quando uno dei più promettenti allenatori sulla scena europea gli si stagliò davanti.

Esteticamente impeccabile con uno dei suoi soliti completi mozzafiato, Levi Ackerman stava squadrando il ragazzo infastidito mentre quest'ultimo era rimasto a fissarlo imbabolato.

Non ci volle molto affinché Armin gli tirasse una gomitata per tirarlo fuori da quello stato di assurda trance.

"Oh, sì, certamente, mi scusi!" ribattè Eren con una voce forse un po' troppo acuta mentre spostava lo zaino affinché  Levi potesse accomodarsi.

"Armin! Hai visto chi è? Pensa ad averlo come guida! Finirei nelle squadre migliori del paese!" sussurrò Eren emozionato all'amico.

"Dal vivo è ancora più figo" aggiunse in seguito, guadagnandosi un'occhiataccia del biondo.

Il signor Ackerman infatti non era un semplice allenatore, ma si era guadagnato la stima di tutto il panorama portivo grazie alle sue incredibili doti. Ogni giocatore che passava per la sua strada diventava inevitabilmente una star di livello internazionale. Era incredibile quanto fosse abile nel suo lavoro. Inoltre era ben conosciuto per il suo aspetto che aveva attirato non pochi apprezzamenti da parte delle più grandi riviste di gossip. Era una personalità in vista e molti giornalisti desideravano intervistarlo; era stato a talk shows, a programmi a tema. Anch'egli a suo modo era una star.

Attualmente allenava la Primavera  del Bayern Monaco, ma si vociferava che fosse prossimo alla prima panchina.

Il fischio d'inizio segnò il termine di quella conversazione.

*

Il primo tempo era terminato. 2 a 0 era il risultato parziale a favore degli ospiti. Non che la cosa fosse una sorpresa. La squadra di Monaco era ben più preparata, esperta ed affiatata dell'altra. Nonostante ciò, il pubblico era emozionato. Si stava rivelando una partita divertente e i padroni di casa non erano così passivi nel gioco. Anzi, avevano anche avuto un'occasione da goal.

"Eren! Io mi sposto nel bagno del settore più in alto, qui non prende!" lo avvertì Armin con il cellulare alla mano "Mio nonno vuole sapere come sta andando" concluse sorridendo e si allontanò.

Eren era rimasto dunque lì ad attenderlo mentre non poteva far a meno di guardare di sottecchi l'uomo vicino a lui. Aveva un piccolo portatile sulle ginocchia e stava digitando velocemente sulla tastiera senza prestare attenzione alla confusione che lo circondava.

"Buonasera gente!" la voce dello speaker infiammò la folla che rispose con un boato fragoroso.

"Vi state divertendo?" Il pubblico ruggì di conseguenza.

"Adesso facciamo girare un po' la nostra Kiss Cam!"

La prima volta, la telecamera inquadrò una coppia di anziani che si scambiò un tenero bacio a fior di labbra e tutti applaudirono. La seconda volta, toccò ad una ragazza dai capelli rossi stretti in una coda alta e ad un ragazzo rasato. I due arrossirono e si baciarono imbarazzati.

"Quanto adoro questa cosa!" disse la voce "Un'ultima volta!" annunciò.

La camera fece un lungo giro per tutto il perimetro dello stadio fino a quando Eren non vide sullo schermo gigante un che di bizzarro. Un ragazzo castano dagli occhi verdi ed espressivi lo stava fissando, affianco, un uomo di grandi prospettive aveva alzato lo sguardo spinto dall'improvviso silenzio che era calato sull'intera struttura. Eren poi sbarrò gli occhi quando si rese conto che l'avevano inquadrato e soprattutto quando si rese conto con chi lo avevano inquadrato.

Il suo cuore iniziò impercettibilmente a battere più veloce del dovuto. Dallo schermo poté notare che Levi si era girato con fare scocciato verso di lui, che invece era ancora pietrificato.

"Andiamo ragazzi! Signor Ackerman" lo salutò il decibel quasi con riverenza.

A quel punto Eren si destò, si voltò alla sua sinistra e senza pensarci due volte si fiondò sulle labbra di quell'uomo. Levi parve stupito da quell'iniziativa o forse era solo una sua impressione.

Qualcosa scosse il giovane nel momento in cui l'altro posò la mano dietro la nuca per avvicinarlo ed Eren si sentì ancora più euforico quando Levi cercò di approfondire il bacio leccando le sue labbra con la lingua. Eren aprì cosìbla bocca fiducioso e dopo un primo contatto, involontariamente si ritrasse.

"Grazie ragazzi per lo spettacolo!" gridò lo speaker mentre la folla rumoreggiava. E così la telecamera si spense.

Eren era rimasto paralizzato. Rosso in volto e visibilmente colpito. Levi dal canto suo era tornato a scrivere al computer come se nulla fosse.

"Eren! Tutto bene?" fece Armin, appena tornato, mentre riponeva il telefono in tasca.
"Ehm, sì, assolutamente" rispose con un tono di un'ottava più alto "Oh guarda! Sta ricominciando la partita!" disse per non affrontare lo sguardo sospettoso e sconcertato dell'amico.

"Sistema il problema ai pantaloni."
Eren quasi saltò al sussurro che l'uomo che aveva precedentemente baciato gli stava rivolgendo.

"È abbastanza evidente" affermò apatico avendo fatto caso ad uno strano rigonfiamento.

Detto ciò, tornò ad ignorarlo ed Eren cercò di concentrarsi (fallendo miseramente) su ciò che avveniva in campo.

*

La squadra di casa aveva perso solo 6 a 1 il che era un grande risultato visti i valori degli avversari. Il clima al buffet post partita organizzato alla bell'e meglio sul prato verde del campo era sereno ed amichevole; tutti si stavano divertendo anche perchè vedere così tanti grandi calciatori in una cittadina di provincia era stata pura utopia fino a quel momento.

Solo un uomo sembrava non gradire per niente quell'atmosfera. Levi infatti era leggermente isolato dal resto del gruppo con in mano un bicchiere di champagne ancora pieno. Osservava annoiato i suoi colleghi e il suo viso sembrava privo di espressione.

Eren invece non riusciva a stare tranquillo. Dopo l'esperienza avuto a causa della Kiss Cam, si sentiva stranamente nervoso ed agitato. Ancora peggio quando incrociava lo sguardo del giovane allenatore. Armin fortunatamente, si era dimenticato di interrogarlo riguardo al suo atteggiamento sospetto e si stava semplicemente godendo la festa.

"Jaeger! Ho segnato nel mio personalissimo a tu per tu contro Neüer. Direi che ti sostituisco alla grande!" affermò Jean sghignazzando mentre beveva un calice di birra.

"La fortuna del principiante. Il goleador della squadra sono io. Se ci fossi stato questa partita l'avremmo vinta" controbattè scherzando il castano.

"Ragazzi, sono davvero forti, mi hanno fatto praticamente dimenticare come si gioca a calcio" disse Marco, il loro miglior difensore centrale "Sarebbe davvero bello sapere come si allenano. Su che aspetti lavorano. Chissà se arriveremo mai al loro livello" concluse sospirando.

"Quando giocherò nel Bayern te lo dirò" fece ancora Jean ridendo e provocando l'ilarità generale.

"Secondo voi perché Levi Ackerman se ne sta andando?" chiese un loro compagno totalmente fuori contesto.

Eren si girò di scatto ed effettivamente Levi aveva preso giacca e valigetta e si stava dirigendo fuori dallo stadio.

"Chi lo sa! Ehi Eren! A proposito, ho saputo che ci hai limonato durante la Kiss Cam! È  bravo come dicono?" domandò all'improvviso Jean privo di delicatezza.

Armin quasi si strozzò con quello che stava bevendo ed Eren capì che aveva decisamente collegato l'avvenimento al suo differente comportamento.

Così il castano, che non aveva voglia di affrontare l'argomento, con una scusa poco credibile abbandonò il rinfresco in fretta e furia.

Il biondo con un solo sguardo però gli fece capire che la conversazione non era certo finita là.

Uscito, Eren fu attratto da una figura che si muoveva alla luce dei lampioni. Il signor Ackerman si stava dirigendo con naturalezza nel bar adiacente alla struttura. Dopo un po' che fu entrato, decise di seguirlo. L'insegna luminosa era poco funzionante e rilasciava una fioca luce blu sull'asfalto.

All'interno il locale era pieno di gente. Al centro le persone avevano improvvisato una pista da ballo e il tutto appariva il quanto più vicino possibile ad una discoteca da quattro soldi. Al bancone, qualcuno beveva un drink, qualun'altro flirtava spudoratamente. Levi era invece seduto da solo e stringeva un bicchiere vuoto mentre chiedeva che gli fosse versato altro alcool.

La visione dell'uomo spinse irrimediabilmente Eren ad avvicinarsi.
Con nonchalance si accomodò accanto a Levi senza dire una parola.

Quest'ultimo in un primo momento, sembrò non notare la sua presenza.

Il ragazzo tossì, come a volersi schiarire la voce. L'altro finalmente parve accorgersi di lui.

Strinse gli occhi, come se stesse cercando di riconoscerlo, poi improvvisamente roteò gli occhi.

"Che stai facendo ragazzino?" esordì infastidito.

Eren, colto di sorpresa da quel tono, cominciò a balbettare indeciso su cosa rispondere.

"Allora?" lo incalzò il moro.
"Mi chiamo Eren! Sai, dovevo giocare anche io la partita di stasera! Però un odioso compagno di squadra mi è venuto addosso durante l'allenamento di questa mattina e l'allenatore ha deciso si non farmi giocare, anche se la distorsione sembra già essere migliorata. Non dovevo essere sugli spalti, ma in campo! E poi..." si fermò.

Perché gli stava dicendo tutte queste cose? Non si conoscevano neanche. Così decise di tacere.

Levi intanto lo guardava privo di espressione.

"E quindi?" fece mentre sorseggiava la sua bevanda.

Eren stava per spiegarsi quanto i due vennero interrotti da una ragazza.

"Ehi! Senti, non ci girerò intorno, ti va di ballare?" domandò fissando Eren negli occhi "Sempre se ti va insomma."

Il ragazzo osservò con la coda dell'occhio Levi. Nessuna reazione. Al che pensò bene di accettare.

La ragazza, lunghi capelli biondi, occhi azzurri che sembravano due pozze d'acqua, un vestito rosso che abbracciava le sue curve perfette, lo trascinò al centro della sala. Entrambi dunque iniziarono a muoversi a ritmo nonostante Eren si sentisse ancora parecchio confuso su ciò che stava facendo.

In poco tempo però l'aria sembrò farsi tesa. Ad un certo punto la ragazza si fermò e gli si accostò  al suo orecchio.

"Quello è il tuo fidanzato? Perché continua a fissarci ed io non voglio creare problemi."

Eren si voltò verso Levi e percepì la prepotenza di quella sguardo. Gli occhi di ghiaccio dell'uomo sembrarono incatenarsi ai suoi anche a distanza.

Il castano che non riusciva a formulare una frase di senso compiuto si congedò dalla ragazza con il gesto di una mano e tornò dall'altro.

Si sedette nonostante il tutto si fosse fatto estremamente imbarazzante.

"Moccioso, non so per chi mi hai preso, ma non ti procurerò mai un contratto con la società. Se hai pensato di venire qui a leccarmi i piedi per..."

"Ma non voglio arrivare a questo!" lo interruppe Eren gridando al di sopra del baccano.

"E a cosa vuoi arrivare?" chiese di conseguenza Levi con una punta di malizia che Eren recepì.

La situazione era assurda.

Eren si sentiva confuso e inevitabilmente attratto da colui che gli era difronte.

Le sue facoltà intellettive erano sicuramente andate a farsi benedire perché d'istinto strinse il ginocchio di Levi con fare possessivo, mentre sporgedosi gli lasciava un bacio umido sul collo.

L'uomo rabbrividì.

"Vieni con me" disse come se fosse un ordine.

*

Dalla fredda auto alle mura di una camera d'albergo il passo fu breve.
Levi si trovava confinato tra la liscia parete e il corpo di Eren.

Quest'ultimo lo stava baciando con veemenza ovunque. Eren, come aveva avuto modo di constatare, era particolarmente alto, il che era paradossale vista la differenza d'età.

Il più giovane si sfilò con impazienza la t-shirt e svelò un fisico decisamente degno dell'aggettivo 'scolpito'. Levi sorrise mentre con la stessa impazienza, il ragazzo tentava di sbottonargli la camicia bianca ed immacolata.

"Non credevo fossi così sfrontato" osservò Levi con un ghigno.

Eren rispose stampandogli un altro bacio bollente sulle labbra.

"Se credi che sia sfrontato aspetta di arrivare fino in fondo" gli confidò con una sensualità che fece accapponare la pelle al povero allenatore il quale si assicurò di aver chiuso a chiave la porta della stanza prima di abbandonarsi ad una notte di pura lussuria.

*

La luce del sole filtrata dalle finestre inondò in un attimo il volto di Levi il quale si svegliò intorpidito ed esausto. Quando rivolse lo sguardo alla sua sinistra e si accorse della figura che riposava beata affianco a lui, coperta esclusivamente da un leggero e striminzito lenzuolo, ricordò.
Era andato a letto con un ragazzino. Quanti anni poteva avere? Era sicuramente maggiorenne. Forse diciotto? Magari diciannove?

Osservava il suo petto che si alzava e si abbassava regolarmente in maniera quasi armonica. Il ragazzo stava sorridendo lievemente. Che stesse sognando?

I suoi capelli castani al sole sembravano miele e la sua carnagione olivastra appariva lucida e brillante, quasi splendesse di luce propria. Un ciuffo gli ricadeva dolcemente sulla fronte. Il collo era parzialmente martoriato dall'insistenza delle labbra dell'uomo.

Eren a breve avrebbe dovuto sicuramente indossare una sciarpa. Eren. Era un nome che gli si addiceva.

Levi si destò da quel flusso di coscienza, diede uno sguardo alla valigia semiaperta sul pavimento e dopo essersi alzato dal letto e fatto una doccia decise di riempirla nuovamente. Mentre si stava abbottonando la camicia, l'altro aprì gli occhi.

Sbattè più volte le ciglia come per assicurarsi di essere nel posto giusto, poi improvvisamente scattò in piedi.

"Oh mio Dio."

Fu tutto ciò che disse.

Levi alzò un sopracciglio mentre terminava di prepararsi.

"Cosa c'è?" gli chiese semplicemente.
Eren non riusciva a proferire parola.

Levi lo ignorò fino a quando quello non sembrò aver ritrovato la voce.

"È successo ciò che credo sia successo?"

"Sì, perché ? Non lo ricordi?" domandò Levi scettico.

"Certo! Solo che è assurdo!" ci tenne a precisare il ragazzo.

"Ragazzino, io sto tornando a Monaco. È stato bello, ma ciò che è accaduto è accaduto. Questa esperienza rimane qui" asserì convinto.

Eren impallidì e la sua bocca si spalancò stupito.

"Cosa?"

"Mi hai sentito" sottolineò convinto l'uomo "Dimenticati di questa cosa. È stata un'avventura di una notte. Non darci troppo peso."

Eren da pallido, divenne improvvisamente di colore rosso intenso. Era una vera e propria tavolozza per dipingere. Inoltre continuava a boccheggiare come se fosse stato privato d'aria.

"Come faccio a dimenticare? Io... io..."

Levi ad un certo punto comprese anche se avrebbe preferito decisamente non farlo.

"Eren" fece con tono fermo "Sei vergine? Nel senso, eri vergine? È stata la tua prima volta?"

Il giovane non rispose. Si incupì e nella stanza scese il gelo.

Un silenzio assordante riempiva la camera rimbombando e assilando i due.

"Eren" continuò "stanotte non ha significato niente."

Una coltellata.

Che cosa gli era passato per la mente? Seguire un uomo più grande, famoso, popolare, che veniva da una grande città, che aveva un lavoro stabile, un uomo di successo in continuo movimento, non poteva fermarsi a pensare, figuriamoci dare significato ad un semplice rapporto sessuale. Era stato così ingenuo. Sprecare la sua prima volta così. Sentirsi rifiutato così. Era una sensazione tremenda.

"Devo andare. Buona vita!" gli augurò, come per rimediare, l'uomo a cui aveva donato tutto se stesso.

Quando la porta si chiuse, Eren si gettò sul letto cercando in qualche modo di voltare immediatamente pagina, anche se sentiva ancora il suo profumo ovunque.

*

- Un anno dopo -

Che non volessero ufficializzare ancora la trattativa era chiaro. Tutti credevano che Levi sarebbe rimasto al Liverpool dove per un anno aveva lavorato in cerca di indipendenza e autoaffermazione. Con la squadra aveva vinto una FA Cup ed era arrivata alle semifinali di Champions League. Un buon risultato vista la rosa di scarso valore.

A fine stagione, il Bayern Monaco lo aveva richiamato in patria per allenare la prima squadra e Levi non aveva potuto far altro se non accettare.

Allenare in quello spogliatoio era sempre stato il suo sogno fin da quando aveva iniziato la sua carriera. Quella prestigiosa panchina lo aveva da sempre ammaliato e attratto. L'idea di tornare in un contesto lavorativo quasi familiare era fin troppo allettante. Il vice-presidente, ossia Erwin Smith, il quale si era rivelato un grande amico, era stato entusiasta all'idea di riaverlo indietro.

Levi camminava per i lunghi corridoio della sede d'allenamento alla ricerca di Hanji, la direttrice sportiva, la quale l'aveva contattato perché 'devo farti vedere una sorpresa'.

L'uomo, seppur non molto interessato, si era avviato.

Un vociare sempre più intenso ed un rumore di flash provenienti da macchine fotografiche riempiva l'aria. Levi riconobbe Hanji da lontano.

Occhiali sul naso, capelli castani scompigliati e mai in ordine, i suoi vestiti trasandati che ingannavano considerato che era una dei migliori DS al mondo.

"Levi!" fece la donna sbracciandosi.

"Che cosa sta succedendo?" chiese l'allenatore confuso riguarda al frastuono proveniente dalla sala adiacente alla loro dove quasi sicuramente si stava tenendo una conferenza stampa.

"Ti ho fatto un enorme regalo! Ti ho comprato un esterno sinistro incredibile! È giovane e sa giocare anche come un vero numero nove! Ne rimarrai estasiato. Serve un po' di freschezza ogni tanto."

Levi annuì sperando che Hanji non si stesse sbagliando.

Dopo qualche minuto il giocatore uscì dalla sala circondato da giornalisti in cerca di qualche dichiarazione esclusiva da riferire alle loro reti televisive o alle loro testate giornalistiche, ma vennero tutti allontanati da alcuni uomini robusti.

"Dopo che il clamore dovuto a questo colpo sarà sfumato, ufficializzeremo anche la tua panchina, tranquillo!" disse la donna rivolgendosi a Levi "Il ragazzo arriva! Aspetta qui che te lo presento."

Hanji si gettò fra i colossi in nero e trascinò via il calciatore.

Poi l'inaspettato.

L'espressione di Levi si fece di pietra.

Sembrava che qualcuno avesse staccato la spina al suo cervello dato che riusciva a malapena a pensare lucidamente.

Li riconobbe subito. Quegli occhi verde smeraldo nel buio della notte, nel ritmo convulso, nell'agitarsi di entrambi.

Levi era lì. Sconvolto.

Non appena incrociò lo sguardo del ragazzo, anche quest'ultimo parve sussultare.

Era Eren.

Note: Salve! Sono nuova da queste parti e questa roba che ho scritto è frutto dei fumi dello stress e dell'ansia. La pubblico perché per scrivere ho speso del tempo e voglio dare concretezza all'esperienza (Kant approverebbe). Detto ciò, grazie a chi ha letto questo delirio. Mi scuso per gli eventuali errori di grammatica e per l'eventuale schifo. Alla (forse) prossima!

   
 
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