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Autore: myosotiis    26/05/2017    5 recensioni
Fire Emblem: The Blazing Sword; Eliwood/Ninian. | 1.361 parole.
«Mhmm..», mugolò lei, poi alzando lo sguardo verso il rosso; «potreste ballare con me».
«Cosa?», il lord, incredulo, strabuzzò gli occhi.
Ninian accennò ad una debole risata. “Chissà come sarebbe vederlo danzare con me..”, pensò.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ezzanotte
 
 



«È che… mi imbarazza un po’—», sibilò la flebile vocina della fanciulla.
«Ninian», pronunciò il rosso; «per favore».
Una dolce spruzzatina di rossore faceva capolino sulle gote della danzatrice. Eliwood, le aveva espressamente chiesto di danzare per lui. In realtà erano poche le occasioni in cui potevano rimanere così in intimità fra loro, conoscersi meglio. A Ninian non dispiaceva: alle volte dimenticavano cos’era la guerra sotto quella tenda ed illuminati solo dal candore lunare e dalle fiamme delle candele. Potevano guardarsi, studiarsi, coltivare il loro amore ancora non compreso da nessuno dei due.
Ninian adorava guardare Eliwood. Le iridi scarlatte attraversavano quei lineamenti duri, rigidi, gli zaffiri incastonati nei suoi occhi – le ricordavano il mare, la tranquillità; la pelle chiara, le ciocche rosse, il pomo d’Adamo, il collo spesso, l’incavo del collo, le spalle, le braccia, le mani… lei adorava tutto di Eliwood.
Come Eliwood amava tutto di Ninian: le sue morbide curve del corpo, le mani fragiline, le braccia armoniose nelle sue danze, il collo liscio e morbido, le labbra piccole – come un piccolo cuore roseo, le ciocche chiarissime – che al chiaro di luna parevano brillare, come i suoi rubini incastonati negli occhi.
Entrambi, dopo aver viaggiato così a lungo, avevano dimenticato cosa si provasse a trovare un complice.
«Non ho neanche una musica su cui danzare..», tentò Ninian, quasi sussurrando.
«Oh, non importa per quello. Proverò a tenere il ritmo io stesso per te».
«Mhmm..», mugolò lei, poi alzando lo sguardo verso il rosso; «potreste ballare con me».
«Cosa?», il lord, incredulo, strabuzzò gli occhi.
Ninian accennò ad una debole risata. “Chissà come sarebbe vederlo danzare con me..”, pensò.
Il cavaliere allora continuò, sorridendole; «mi spiace, ma temo di non esserne capace».
«Non le andrebbe di provare? Ci siamo solo noi due qui. Posso prometterle che nessuno verrà mai a saperlo».
«Davvero, Ninian— non potrei mai seguire i tuoi passi aggraziati..».
«Sono sicura sarà bravissimo», disse la danzatrice, alzandosi dal suo sgabello per sorridere al cavaliere.
Eliwood sospirò, quasi sconsolato.
«E va bene..», appoggiò le mani sulle sue ginocchia e si alzò dallo sgabello; «ci proverò per te. Ma—» si bloccò, leggermente arrossato in viso e osservando Ninian in modo serio e rigido – per quanto potesse sembrarlo; «non farne parola, per favore».
«Gliel’ho già promesso, no?»
 

Eliwood si avvicinò a Ninian, aprendo le braccia goffamente, serrando le labbra e fissandola in attesa di indicazioni. Lei ridacchiò, intenerita. La danzatrice afferrò con gentilezza le mani del lord, guidandolo con dei passi lievi e morbidi: Eliwood era impacciato ed alle volte inciampava, però Ninian cercava sempre di guidarlo sulla giusta via, invitandolo a seguirla. Lui si stava davvero impegnando e lei lo aveva riconosciuto e voleva smetterla, perché sapeva quanto potesse essere faticoso per il lord seguirla in quel modo… però non ci riuscì. In realtà credeva che il tempo si fosse fermato, che fossero rimasti sempre lì, a danzare, a guardarsi negli occhi al chiaro di luna e ridere insieme delle proprie gaffe. La luce delle candele rendeva i capelli di Eliwood una vera fiamma, mentre invece Ninian pareva così splendida al candore stellare. La volta celeste li osservava mentre danzavano e alle volte l’artista girovaga intonava qualcuno dei brani che il fratellino suonava spesso per lei durante i loro spettacoli; invece il cavaliere semplicemente ascoltava la debole voce dell’altra senza avere neanche il coraggio di interromperla, perché la sua voce cristallina era l’unica cosa che avrebbe voluto udire per l’eternità, dimenticando per sempre quell’orribile guerra.
 Ninian fece una debole piroetta con la quale si avvicinò al cavaliere. Era la fine della danza e smise con la voce d’intonare il canto. Per lo sforzo e per l’imbarazzo le gote si erano lievemente colorate, ma fortunatamente si era nascosta dallo sguardo del lord appoggiandosi con la schiena sul suo petto.
Eliwood la osservò: i suoi lunghi capelli cristallini cadevano sulle sue spalle, poi sui suoi fianchi; fra quelle ciocche poteva ammirare una porzione di pelle del collo, che in quel momento avrebbe voluto baciare. Quando si rese conto di quello che stava pensando si ritrovò a sentirsi andare a fuoco, la sua temperatura corporea era aumentata e Ninian ancora non lo aveva guardato in volto.
«Ti è piaciuto danzare, L—» e prima che potesse voltarsi e finire la frase, il lord la strinse a sé, teneramente, con le mani legate sul grembo della danzatrice. Ella fu colta di sorpresa e trattenne per un momento il respiro; «L—Lord Eliwood-..?» sibilò con un filo di voce.
Lui non rispose, però la strinse ancora, notando nessuna reazione negativa da parte dell’altra. Aveva appoggiato il viso contro i capelli della danzatrice, ed ella sentiva le labbra incurvate in un sorriso proprio contro la sua testa. Avvampò, serrò le labbra, lo sguardo rivolto verso le mani di Eliwood.
Il loro angolino segreto pareva avvolto da una bolla: si udivano solo pigolii di civette, battiti d’ali di pipistrello, il fresco di una brezza leggera che riusciva a far danzare anche le fiamme delle candele.
 «Mi è piaciuto molto, Ninian», sussurrò il rosso.
Ninian trattenne inevitabilmente il respiro, sentendo un lampo di brivido attraversargli la spina dorsale, al solo percepire di quel briciolo di fiato del lord sul suo collo.
«Respira..!», le ridacchiò il cavaliere.
«Lord Eliwood», questa volta il tono di voce fu chiaro, rigido, fermo, limpido; tant’è che lo stesso rosso rimase colpito da quel cambiamento repentino; «—posso voltarmi verso di lei?».
E la presa sulla donna si slacciò lentamente, permettendole di rivolgere lo sguardo scarlatto all’amato lord.
 

Eliwood la osservava intensamente, senza staccarle gli occhi di dosso: era lei la sua vera Luna nella notte e quel pallore notturno le donava ancora più bellezza, la faceva apparire più pura, più candida, come la neve. Del suo corpo risaltavano solo i suoi occhi ardenti, che ricambiavano sempre il suo sguardo.
Il rosso non seppe spiegarsi perché si sentiva così bene con lei, e la danzatrice, pur ricambiando, neanche.
Lei si avvicinò a lui e lo abbracciò delicatamente. Il lord si morse un labbro per la tentazione, ma non servì a nulla, poiché non appena ricambiato l’abbraccio in una stretta più forte, non fece altro che appoggiare le labbra delicatamente sul suo collo, stampandole un bacio – alla quale Ninian reagì teneramente con un mugolio di sorpresa. Ella non si oppose, però, a quella coccola, cercando di stringerlo ancora più a lei. Non voleva perderlo, non doveva perderlo. La guerra non poteva portarglielo via. Avrebbe tirato fuori gli artigli e combattuto per lui: ella era un drago, del resto.
Con il viso si allontanò leggermente, facendo sfiorare i loro nasi dolcemente. Ninian avvampò. Eliwood era arrossito, ma continuava a sorriderle. Lentamente le loro labbra si unirono per poco in un bacio. Eliwood lanciò uno sguardo fuori, nella foresta, e non vedendo anima viva, tornò sulle labbra di Ninian alla sua sprovvista. Si baciarono a lungo, stavolta, ed il rosso stringeva le ciocche della danzatrice che le incorniciavano il viso bollente. Lei, in imbarazzo, mugolava sporadicamente e manteneva ora le mani serrate sul petto del lord. Quando si staccarono ed ebbero ripreso fiato, si osservarono negli occhi ancora una volta. Non si dissero nulla. Ninian sorrise e slacciò la presa dolcemente.
«Lord Eliwood, è trascorsa già la mezzanotte. Penso sia il momento di andare a riposare… ci aspetta un lungo viaggio domani», sussurrò lei, con gli occhi lievemente lucidi e la voce spezzata da un respiro affannoso.
Il lord sospirò, ma non potette darle torto in nessun modo, perciò accennò ad un sì con il capo.
L’artista gli sorrise, gli sfiorò le mani e dolcemente si allontanò, avvolta nel suo velo.
«Ninian—..», la chiamò, lui, mentre lei era in procinto d’andar via. Prese un attimo di coraggio, guardandola sorridere al chiaro di luna; «domani sera… vorrei danzare di nuovo con te».
«Anch’io». Si fermò qualche attimo, con un nodo in gola, prima di abbassare lo sguardo; «Buon riposo, Lord Eliwood», sussurrò.
«Buon riposo, Ninian».
La guardò andare via; Eliwood si abbandonò sullo sgabello.


“E non ho neanche avuto il coraggio di dirti ‘Ti amo’.”
Spense le candele ancora accese, avvicinandosi un lembo del suo mantello a cui ancora apparteneva il profumo di Ninian.












[note dell'autrice: Eliwood/Ninian è la mia OTP. Li amo sin da bambina e stasera ho avuto modo di scrivere questa oneshot su di loro. Volevo descrivere un momento prima del mio finale del game. Spero sia gradita!]
   
 
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