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Autore: Adish    26/05/2017    0 recensioni
Un'astronave solca i mari di stelle da decenni senza meta, ma un evento costringerà l'equipaggio della nave a risvegliarsi, e scopriranno che qualcosa di terribile è accaduto... Un grande mistero scientifico coinvolgerà l'equipaggio che si ritroverà a fare i conti con i propri istinti primordiali.
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2 – Dove eravamo rimasti


Si dice che durante il sonno criogenico non si sogni mai, anzi è un po' come affacciarsi sulla finestra della morte, allora ciò che ho visto è l'inferno. Leo aprii gli occhi due giorni dopo il risveglio dell'equipaggio, riconobbe subito il luogo in cui si trovava, una culla di Medica. Il corpo completamente atrofizzato non dava segni di vita, l'intero corpo doleva per lo shock del risveglio.
Muovendo lo sguardo incrociò lo sguardo del medico, Alberto. I lineamenti duri dell'uomo non riuscivano a nascondere il sollievo.
“Speravo non ti svegliassi più”, disse sforzandosi ironicamente, “riesci a muovere i muscoli facciali?”.
“...sete”, sibilò Leo, costringendosi a muovere le labbra screpolate.
Al tocco della culla la capsula si schiuse, e la fredda luce della sala accecò gli occhi di Leo, tanto che dovette ripararsi con una mano. Il dottore lo aiutò ad alzare il busto, ma fitte di dolori lancinanti trapassarono i fianchi del ragazzo e penetrarono dentro la carne; non poté trattenere imprecazioni.
Tremante senti la freschezza dell'acqua inumidire lentamente la bocca, e infine la gola per scendere con un brivido di freddo nelle interiora. Nonostante il dolore si dovette piegare in due per crampi allo stomaco.
“Presto mangerai, stamattina ho staccato l'alimentazione venale affinché tu non te la prendessi troppo comoda. Ti aspettano alcune settimane di duro lavoro.” spiegò, inumidendosi le labbra continuò, “Ci siamo svegliati tutti due giorni fa, tranne te, abbiamo creduto che eri morto ma fortunatamente il tuo cervello a cominciato a rispondere alle grosse dosi adrenalina in seguito ad una sessione di scossa”.
Leo continuò a bere attraverso la cannuccia più acqua possibile, ad ogni sorso si sentiva meglio, nonostante il retrogusto acido che gli saliva in gola. “Stavo sognando”, sibilò staccando la cannuccia, “ero bloccato in un posto terribile, c'erano tutti...”, girò il volto incrociando lo sguardo del medico, “...anche tu”.
Il giorno dopo varcò la porta della sala con un foglio di dimissioni in mano, e una rigida sequenza di esercizi ed una dieta speciale a base di oli liofilizzati. Il giorno precedente aveva avuto l'occasione di salutare tutto il team in visita, tranne una persona che aveva intenzione di incontrare. Incrociò il Navigatore che lo avvisò di una riunione straordinaria in cui sarebbe stato informato di cosa stesse succedendo, la notizia che il motivo del risveglio fosse da attribuirsi ad una grave emergenza giunse anche alle sue orecchie, ma nemmeno Jack, il primo pilota nonché amico di Leo, era a conoscenza di ulteriori dettagli. L'unica cosa che era riuscito a capire, era che Burges e il Navigatore stessero nascondendo qualcosa, ma forse quella sera avrebbero saputo di più. Nonostante gli anni passati insieme, il Capitano osservava rigidamente ogni singola voce del codice.
Passando per il corridoio, venne attirato da dei rumori familiari, stavano risvegliando qualcuno dell'equipaggio supplementare ipotizzò immediatamente. Spinto dalla irrefrenabile curiosità, entrò nella stanza. La scena che si ritrovò ad assistere era abbastanza divertente, una donna dai capelli rossi alta quanto la stanza stessa, aveva appena vomitato sulla testa di Marc, biologo e planetologo della nave, che quando non aveva nessun compito, veniva impiegato come tuttofare.
“Odio questo lavoro, odio questa nave...”, aveva iniziato uno soliloquio che interruppe alla mia presenza, “e tu prova a ridere, e giuro che ti avveleno durante il tuo prossimo ciclo”, sentenziò con quel suo accento dolce e morbido.
“Giuro che mi dispiace”, continuò a scusarsi con un vocione la donna gigante. L'aveva vista solo una volta, durante la colonizzazione di Kròl.
La donna si girò e venne incontro a lui, notando la decisione di Marc di ignorarla. Leo impallidì incontrando i seni poderosi che gli arrivavano al mento, e notò dalla sesta capsula, un altro uomo seguirla. Si spostò dall'entrata e si presentò gentilmente, ma venne sorpreso dal fatto che entrambi ricordavano perfettamente chi fosse nonostante il lungo ciclo.
Non fece tempo di girarsi che notò una terza presenza grazie all'odore familiare che emanava, la riconobbe subito. “Anna!”, disse girandosi.
Lo squadrò con uno sguardo severo, “Sei sopravvissuto allora, ciao Leo”, disse senza mostrare alcuna emozione incontrandolo. Deve essere proprio arrabbiata, pensò.
Anna si risolse subito agli altri due, “Wiliam, Kate, bentornati. Vi prego di seguirmi ma intanto prendete questi accappatoi, com'è stato il sonno?” esordì, ignorando Leo.
Non seguii più la conversazione e presto li vide andare via, rimasto deluso dal comportamento della ragazza rimase impalato pensante.


Una fila a semicerchio di poltrone delimitava la sala meeting del modulo di comando della stazione, mentre al centro sorgeva un ampio tavolo bianco su cui era stata proiettata la mappatura spaziale, e verosimilmente la nostra attuale posizione. Il Capitano silenzioso camminava circospetto davanti a tutti, il nervosismo era palpabile e l'aria che si respirava non era una delle migliori. Tutti erano in piedi, in attesa dell'ultimo membro del personale.
Il familiare rumore delle porte preannunciò l'arrivo del Navigatore. Il capitano scambiò un occhiata con lui, e con un cenno, tutti si misero a sedere. La riunione iniziò.
Dopo convenevoli e la presentazione dei due ingegneri incaricati, il Capitano lesse il suo rapporto.
“...La nave ha effettuato il salto d'emergenza in occorrenza dell'esplosione di una Supernova che ci avrebbe investito letalmente, tuttavia il fatto che Osiride non abbia rivelato anticipatamente il pericolo, mi fa presumere che ci siano dei malfunzionamento. Dunque, ora ci sono delle notizie buone e cattive notizie, dove volete che parta?” chiese con il solito tono severo.
“Smettila di girarci attorno, ci siamo persi” sbottò Silvia, con una espressione che mostrava tutti i suoi anni biologici.
“In realtà non esattamente”, il Navigatore fermò il Capitano pronto a risponderle. “Il Salto è stato effettuato due volte; il primo prevedeva l'arrivo nel sistema di Fenice Rossa, nelle zone periferiche di Andromeda, la posizione della nostra sonda esplorativa più distante, a circa 40 anni luce. Purtroppo siamo finiti in una tempesta di asteroidi, e qui viene il bello. Oltre ai danni ricevuti allo scafo, il secondo salto ha destabilizzato il tracciatore temporale, facendoci uscire dal flusso, e siamo finiti decelerando e consumando tutta l'energia raccolta in nove anni. Siamo fuori da Andromeda, ma Pegasi, zona di quarantena”, con dei gesti della mano ingrandì l'immagine, “Siamo a pochi giorni da una luna di un pianeta dove è stata impiantata una Cellula sette secoli fa; Ho trovato in archivio le informazioni su di essa, dopo che il progetto è stato definitivamente abbandonato dopo i numerosi fallimenti, l'osservazione dello sviluppo di questa civiltà è stato dimenticato. L'ultima volta era scaturita un'epidemia che ha colpito il 70% della popolazione, ma è ancora probabile che ci sia della vita. Io e il Capitano siamo giunti alla conclusione che il nostro viaggio finisce qui, dopo più di 78 anni terrestri di servizio, Osidire è arrivato a destinazione e ha realizzato il suo obiettivo di colonizzazione universale. E' tempo per tutti di ritornare alla civiltà, ma prima dobbiamo atterrare in quel pianeta, e poi penseremo come contattare la Terra.

 
  
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