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Autore: _SimoErato_    28/05/2017    5 recensioni
(Dal primo capitolo)
“Allora,Miss diffidenza,ho cercato di avvelenarti?” Domandò lui ironicamente,dopo aver assistito a tutte le mosse della ramata davanti a sé.
Lei si limitò ad alzare le spalle ed affermare “Non si è mai troppo previdenti”.
“Devi aver conosciuto persone davvero cattive per pensarla così” disse lui mentre rideva,senza neanche immaginare quanto le sue parole potessero essere reali nel caso della sua interlocutrice.
(PostOrganizzazione) (ShihoxNuovo Personaggio) (Accenni ShinRan/HeiKazu)
MODIFICATA
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Nuovo personaggio, Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I don't wanna fight alone anymore '
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Dedicato a @Violetta_

I don't wanna fight alone anymore
"Every little thing that I've known is everything I need to let go,
you're so much bigger than the world I've made"
(On my own,Ashes Remain)


Shinichi ed Heiji correvano a perdifiato verso l’ingresso degli spalti da cui era provenuto lo sparo di pochi minuti prima.
Il detective di Tokyo aveva iniziato a correre senza neanche accorgersene,impedendosi di pensare a qualsiasi cosa e costringendo le sue gambe ad una velocità estrema.
Non voleva credere che quel colpo fosse stato indirizzato contro Shiho,non poteva essere vero,ci doveva essere un’altra spiegazione maledizione!
Heiji,dal canto suo,non ci aveva pensato due volte ad imitare l’amico e pregava che fosse tutto un enorme malinteso e che quella scienziata fosse riuscita a svignarsela in qualche modo.
Era riuscita a scappare dalle grinfie di una pericolosissima organizzazione criminale,non poteva aver mollato così!
La loro corsa fu tuttavia bloccata appena fuori dal campo,all’ingresso degli spalti,da Akahito che,furioso,brandiva una calibro 22 ben intento a far fuori qualcuno.
“Adesso basta,ragazzini!” Sbraitò,rivolgendosi ai due ragazzi che intanto si erano immobilizzati e pensavano ad un modo per capovolgere la situazione.
“Mi avete maledettamente stancato! Con il vostro vizio di mettere il naso in cose che non vi riguardano avete mandato all’aria un piano perfetto!” Continuò quello,senza accorgersi delle occhiate quasi impercettibili che i detective si stavano scambiando,ed iniziando ad avanzare verso Shinichi con fare minaccioso.
“Soprattutto tu,detective dei miei stivali. Sei l’amico della ramata,non è vero? Beh peccato che il tuo intervento non sia servito a nulla dato che adesso il mio collega l’ha già spedita all’altro mondo”.
Il corvino rimase pietrificato,non riuscendo a credere alle parole dell’energumeno davanti a lui.
Shiho era morta,senza che lui fosse stato in grado di portarla in salvo.
A questo poi si aggiunse un’altra consapevolezza e cioè che a premere il grilletto erano stati quegli uomini senza scrupoli,e da quel momento il suo cervello entrò in black-out completo.
Vide tutto rosso per un momento,poi sentì la rabbia prendere il posto del sangue nelle vene e non pensò più a niente se non al desiderio di vendetta che aveva preso il posto della ragione.
Siete morti,bastardi.
“IO TI AMMAZZO!” Sbraitò scagliandosi contro Akahito,noncurante della sua pistola. L’uomo rimase spiazzato da quello scatto improvviso ed iniziò a sparare colpi a raffica,due dei quali riuscirono a colpire di striscio il corvino che,però,non fece una piega e gli portò le mani al collo.
“KUDO! COSA DIAMINE FAI?” Gridò Heiji a quel punto,muovendosi velocemente per bloccare l’amico che ormai sembrava aver perso totalmente il lume della ragione. Le sue parole tuttavia fecero distrarre il detective di Tokyo per un paio di secondi,i quali furono utili ad Akahito per scrollarsi di dosso le sue mani e puntargli la pistola alla fronte,ribaltando nuovamente la situazione in suo favore.
Il detective del Kansai fu costretto a fermarsi,ancora troppo distante dai due per poter intervenire in tempo da salvare l’amico.
“Sono stufo di te,moccioso. Salutami la tua amichetta.” Ghignò l’energumeno mentre iniziava ad esercitare pressione sul grilletto della calibro 22,soddisfatto della faccia spaventata che il ragazzo davanti a sé aveva assunto.
Impegnato com’era a godere di quella che ormai riteneva una vittoria assicurata,non badò ai passi che si avvicinavano velocemente alle sue spalle fino a che questi non furono ad un soffio da lui. A quel punto si voltò,giusto in tempo per beccarsi un calcio in pieno volto che lo obbligò a mollare la presa su Shinichi ed indietreggiare verso il prato da gioco,ormai privato della pistola che era finita per terra durante la collutazione.
Aprì gli occhi,intenzionato a punire il suo assalitore atrocemente,ma i suoi propositi sfumarono assieme alla sua espressione furiosa alla vista di Shiho viva,libera e dall’aria particolarmente agguerrita.
“SHIHO!”Esclamò il corvino,contento come mai in vita sua di vedere l’amica sana e salva,dato che aveva davvero temuto di averla persa per sempre. Lei gli sorrise per un secondo,per poi tornare a focalizzare la sua attenzione sull’energumeno che ancora la fissava sgomento.
“Tu!”Disse poi lui,indicandola tremante,spaventato dalla sua espressione inquietante.
“Sorpreso di vedermi,Akahito?”Domandò lei con fare retorico,avvicinandoglisi con lo stesso atteggiamento con cui un leone si approssima alla sua preda.
“Daisuke doveva averti fatto fuori!”Continuò il moro,trovandosi inconsciamente ad indietreggiare di fronte all’avanzamento della ramata fino ad arrivare a toccare il recinto del campo.
Sgranò gli occhi,terrorizzato.
Era in trappola.
Shiho,in tutta risposta,sorrise malignamente e gli si parò di fronte.
“Come ti ho detto non molto tempo fa,Akahito,non sai con chi hai a che fare. E adesso,sogni d’oro” Affermò,prima di colpirlo violentemente con un pugno nello stomaco,accompagnato ad un altro calcio in faccia che gli fece perdere del tutto i sensi.
La ragazza rimase a fissare qualche secondo il corpo dell’uomo svenuto per terra con una certa soddisfazione,prima di sentire il proprio nome venire urlato da qualcuno alle sue spalle.
Si voltò ed incrociò lo sguardo di Ryusuke che le correva incontro. Non appena le fu giunto di fronte la sollevò e,sebbene lei protestasse,le fece fare un paio di giri in aria,fuori di sé dalla gioia di vedere che fosse viva e vegeta.
Dopo averla fatta scendere,inoltre,la fissò intensamente e poi catturò le sue labbra con avidità,sentendo tutti i tasselli tornare al proprio posto.
Nonostante la sorpresa,Shiho si ritrovò a sorridere in quel bacio e a stringerlo forte a sé,senza pensare a niente se non la sensazione di felicità che provava nell’essere nuovamente al sicuro tra le sue braccia.
“Dicevi sul serio allora,quando minacciavi di prendermi a calci”Disse lui con voce tremante per la gioia,quando dovettero staccarsi per qualche secondo in modo da riprendere aria.
Lei rise,divertita e rispose “Assolutamente si,quindi stai attento”,prima di tornare a baciarlo.
Era tutto finito,erano liberi e stavano bene. Al resto ci avrebbero pensato in un altro momento. 



La pioggia cadeva abbondante sulla città di Tokyo già da qualche giorno,e il forte vento maestrale che soffiava aveva abbassato notevolmente le temperature tanto da far sembrare luglio una specie di ottobre anticipato.
Shiho sedeva sul davanzale della finestra della sua stanza,osservando la pioggia mentre beveva una tazza di the caldo.
Erano passati solo un paio di giorni da quando era stata liberata,e in quell’arco di tempo non aveva messo il naso fuori casa neanche per sbaglio per varie ragioni,prima tra tutte la sua salute fisica.
Il digiuno prolungato a cui era stata costretta durante la prigionia l’aveva indebolita visibilmente,tanto che Shinichi aveva dovuto portarla a casa in braccio dopo l’avventura allo stadio perché,smaltita l’adrenalina,il suo corpo non aveva avuto materialmente più nulla su cui contare per farla rimanere in piedi.
Il freddo e l’umidità di quella cantina,inoltre,le avevano procurato un bel febbrone che l’aveva costretta a letto per una giornata intera,e né il dottore nè Shinichi le avevano tolto gli occhi di dosso per un solo momento.
Quella mattina però,dato che la febbre si era ridotta a qualche lineetta, aveva insistito per alzarsi e,dopo essersi lavata con l’aiuto di Ran,si era infilata dei jeans e un maglione e aveva svolto qualche ricerca per il laboratorio.
Dopo un po’ aveva sentito le sue forze venire man mano meno,e a malincuore era stata obbligata ad ammettere a se stessa di essere ancora troppo debole per lavorare. Aveva quindi spento il computer e si era accucciata sul davanzale ed era rimasta lì ad osservare la pioggia cadere.
Nonostante tutto era perfettamente a conoscenza dell’esistenza di un altro motivo,forse più importante della sua salute,che l’aveva spinta a chiudersi in casa per due giorni,e quel motivo stava cercando di contattarla da quando si era svegliata il mattino successivo alla partita. Afferrò il telefono e notò le decine di messaggi che Ryusuke le aveva inviato e a cui non aveva risposto,sospirando.
Quella di far soffrire il ragazzo non era certo una sua intenzione,ma in quel momento sentiva di aver soltanto bisogno di un po’ di tempo per se stessa in modo da mettere ordine nel casino in cui la sua testa si era trasformata.
Le parole che Ryusuke le aveva detto in quella cantina erano rimaste impresse a fuoco nella sua mente,e al solo ricordo di quel momento sentiva il cuore iniziare a battere fortissimo,senza controllo.
Aveva pensato a lungo al modo in cui interpretare quella sensazione,e dopo infiniti giri mentali era giunta a patti con la consapevolezza di essersi innamorata del giovane nonostante tutti i muri costruiti per evitare un’evenienza simile. Tuttavia al tempo stesso sentiva di non poter ancora aprirsi completamente al ragazzo,sapeva di dover mettere un punto definitivo al suo passato prima di poter andare avanti. Era però a conoscenza del fatto non sarebbe bastato riflettere su quanto accaduto e farsene una ragione per eliminare del tutto la vergogna che l’accompagnava,ma avrebbe dovuto affrontare di petto la sua paura,e questo la terrorizzava.
Non riusciva quasi a respirare al pensiero di dover incontrare di nuovo quegli occhi gelidi e calcolatori,o sentire quell’odore pregnante di fumo così vicino a sé.
Non ce l’avrebbe mai fatta ,Shuichi aveva torto marcio quel giorno allo stadio.

Shiho osservava con sollievo la scena che in quel momento si stava svolgendo sul campo da gioco: Shinichi aveva capito cosa stesse accadendo ed era riuscito a bloccare Ryusuke un momento prima che segnasse il goal decisivo.
Sorrise,conscia del fatto che il suo migliore amico non avrebbe mai potuto deluderla,ma il suo sorriso si spense in fretta quando sentì la canna della pistola di Daisuke posizionarsi sulla sua tempia sinistra.
Guardò l’uomo con la coda dell’occhio,e lo sguardo folle con cui le puntava l’arma contro le fece comprendere di essere spacciata.
“Tu e i tuoi amichetti avete rovinato tutto!”Esclamò lui a quel punto,premendo ancora più forte la canna contro la sua pelle.
“Ma sai cosa succederà adesso?Sarò io a rovinare te,spedendoti all’altro mondo. Buon viaggio,signorina”Continuò poi,sorridendole in maniera sadica e facendo per premere il grilletto.
Lei cercò in tutti i modi di rimanere impassibile davanti alle sue parole,ond’evitare di dargli una maggiore soddisfazione,e si concesse semplicemente di chiudere gli occhi quando lui ebbe finito di parlare.
Poi ci fu un colpo,ma stranamente non sentì alcun dolore e la cosa le parve strana.
Dopo che ebbe speso qualche secondo a constatare di essere ancora viva e vegeta spalancò gli occhi e si trovò davanti la figura di Akai che troneggiava su Daisuke,steso per terra con una profonda ferita ad un gamba.
L’uomo si precipitò davanti a lei e,dopo avere rotto le corde con un coltello,la prese in braccio e corse all’interno dei corridoi dello stadio,incurante del malvivente che ancora giaceva ferito sul pavimento.
Solo dopo essere giunto in prossimità degli spalti che si collegavano al campo l’agente la fece scendere e spese qualche secondo per capire se fosse ferita.
“Sto bene” Affermò lei,rompendo il silenzio che li aveva accompagnati durante tutta la fuga.
Shuichi osservò il suo volto cadaverico e i tagli che le riempivano il corpo,in particolar modo nella zona delle caviglie,e la guardò con uno sguardo che sapeva tanto di un “lo vedo” e che le fece alzare gli occhi al cielo.
“Adesso vado a recuperare quel tizio dagli spalti,e poi vado a fare due chiacchiere con Tanaka. Tu non muoverti di qui per nessun motivo finchè non sarai sicura che la polizia avrà fatto piazza pulita dei suoi colleghi,sono stato chiaro?” Le disse poi,in tono autoritario che non ammetteva repliche.
Peccato che Shiho non fosse esattamente dello stesso avviso.
Gli lanciò infatti uno sguardo truce e rispose “Te lo puoi anche sognare”.
Akai sospirò,abituato alla diffidenza che la ramata continuava a mostrare nei suoi confronti nonostante avessero avuto modo di chiarire la questione ‘Akemi’ e lei si fosse mostrata propensa non a perdonarlo,ma quantomeno ad accettare la sua esistenza nella cerchia di amicizie di Shinichi. Non che avrebbe mai potuto ambire a qualcosa di meglio,visti i precedenti.
“Shiho ascoltami,so che mi detesti ma evita di andar lì a farti uccidere solo perché io ti ho chiesto di fare il contrario. Non ti dico di farlo per me,ma per Akemi e soprattutto per te stessa” Ribattè,con un tono di voce estremamente pacato.
La ramata lo gelò con lo sguardo,e gli si avvicinò in maniera minacciosa,puntandogli un dito contro.
“Non osare” iniziò,una volta che fu ad un centimetro da lui.
“Ti ho già detto e ripetuto che non devi permetterti di nominare Akemi in mia presenza,figuriamoci usarla per invogliarmi a fare qualcosa. Il fatto che io abbia accettato la tua esistenza non vuol dire che io ti abbia perdonato,perché per me sei e sarai sempre l’uomo che ha ucciso mia sorella. Scalfisciti bene in testa queste parole perché non ho più intenzione di ripetertele”.
Tra i due calò il silenzio,e Shuichi fu suo malgrado costretto ad abbassare gli occhi sul pavimento.
Non sarebbe mai riuscito a reggere un confronto con quella ragazza,non con il senso di colpa che lo attanagliava tutte le volte che incrociava il suo sguardo.
Shiho dal canto suo spese qualche secondo a vedere se le sue parole avessero sortito qualche effetto sull’agente federale,poi gli diede le spalle ed iniziò ad incamminarsi verso il campo.
D’improvviso però si bloccò.
“Comunque so perfettamente cosa Akemi avrebbe voluto,e ti assicuro che lei non mi avrebbe mai impedito di proteggere chi amo” Disse con voce leggermente rotta,continuando a dargli le spalle.
“Quindi lo ami”Rispose Shuichi,felice per quell’inaspettata confessione da parte della giovane. Akemi sarebbe stata così felice di sentirle dire una cosa del genere.
Shiho sgranò gli occhi,rendendosi conto solo in quel momento di quanto detto.
“Credo..non lo so” Confessò,scrollando le spalle e guardando il pavimento.
Shuichi comprese subito il motivo della sua titubanza,perciò scattò verso di lei,le afferrò un polso e,dopo che si fu voltata,le parlò guardandola negli occhi.
“Shiho,tu non stai facendo niente di sbagliato,lo sai vero?”
Lei abbassò nuovamente lo sguardo,ma l’agente le afferrò il mento per continuare a tenere il contatto visivo.
“Non scappare. Tu più di tutti hai diritto ad avere una vita ed amare qualcuno,questa volta per davvero.
Non colpevolizzarti,non stai tradendo nessuno,anzi stai facendo per la prima volta ciò che è meglio per te stessa. Lui non ti meritava,non ti ha mai meritato e tu sei stata incredibilmente coraggiosa a buttare tutto via pur avendo passato in sua compagnia praticamente tutta la tua vita. Non sei mai stata tu ad essere strana,ma lui ad essere stronzo nell’essersi approfittato della tua vulnerabilità.
Adesso hai tutto il diritto di andare avanti e se ami quel ragazzo vuol dire che finalmente ci stai riuscendo per davvero”.
Shiho ascoltò quelle parole senza emettere un solo fiato,catturata dall’intensità degli occhi di Shuichi ma,quando lui ebbe finito di parlare,si trovò a scuotere la testa con veemenza.
“Io non posso amare qualcuno,non so come si fa,lo capisci? Ho paura di ciò che sto costruendo con Ryusuke,perché so che la figura di Gin non abbandonerà mai la mia mente,e un giorno potrebbe indurmi a pensare nuovamente cose sbagliate e a chiudermi in me stessa. Non posso essere così egoista da promettergli rose e fiori se so che prima o poi questo tarlo prenderà nuovamente il sopravvento su di me.”
Akai tacque per qualche minuto,ponderando attentamente quanto detto dalla ragazza che sembrava vicina alle lacrime,ma quando parlò la sua voce uscì ferma e sicura.
“Shiho,tu devi incontrarlo”.
La ramata sgranò nuovamente gli occhi a quelle parole,convinta di non aver sentito bene.
Tuttavia,quando alzò lo sguardo sul suo volto,si accorse di aver capito più che bene,e si trovò ad indietreggiare.
Shuichi però non glielo permise,dato che le afferrò entrambe le braccia,costringendola a rimanere ferma.
“Ascoltami,devi incontrarlo e parlarci. Solo così capirai perché ti ha fatto ciò che ti ha fatto e potrai finalmente metterci una pietra sopra. Non c’è altra soluzione.”
La scienziata ricominciò a scuotere violentemente la testa,assolutamente contraria alla proposta dell’agente dell’FBI.
“No,no non posso”.
“Si che puoi” Ribattè Akai,senza lasciare la presa. “Io sarò lì,e ti assicuro che non potrà in nessun modo farti del male. Adesso che sei abbastanza forte devi farlo,o prima o poi i ricordi avranno il sopravvento su di te e così lui avrà vinto di nuovo. Fallo per chi vuoi,ma fallo”.


“No,non posso farlo”Disse ad alta voce la ramata nel presente,dando voce ai suoi pensieri.
“Si che puoi” Ribattè una voce alle sue spalle,che la fece sobbalzare dalla sorpresa.
Si voltò e vide la figura di Shinichi appoggiato di schiena alla porta della sua stanza con le braccia incrociate e lo sguardo serio.
Lui le si avvicinò con passo quasi solenne,e quando le fu giunto di fronte si abbassò al suo livello e,guardandola negli occhi come Shuichi aveva fatto prima di lui,ribadì “Ce la puoi fare”.
“Akai ti ha detto tutto,non è così?”Chiese Shiho,sapendo perfettamente quale fosse la risposta.
“Si,e sono perfettamente d’accordo con lui”.
“E quando mai” Rispose ironicamente lei,scuotendo la testa.
Shinichi decise di non rispondere a quella frecciatina,e continuò dicendo: “è l’unico modo in cui tu possa davvero mettere da parte il passato”.
“Lo so,ma io non ce la faccio. Lo capite o no?” Sbottò lei,stanca di tutta quella gente che pretendeva di dirle cosa fare e come comportarsi.
Shinichi la guardò arrabbiato,e sbattendo un pugno sul muro controbatté: “Mi fai salire il nervoso fin dalle viscere quando fai così,te lo giuro. Hai avuto tanto coraggio da voltare le spalle a quella che era sempre stata la tua vita,possibile che adesso tu non riesca a chiudere del tutto con il tuo passato? Sembra quasi che ti diverta l’idea di continuare a soffrire inutilmente. Perché lo fai?”
Allo sguardo spaventato che la giovane gli lanciò in risposta,il corvino comprese di aver esagerato e di essersi lasciato prendere dall’ira,ma prima che potesse dire qualsiasi cosa per scusarsi,lei mormorò :“Ho paura”.
Si sedette accanto a lei e,presale una mano,disse: “Lo so che ce l’hai,ma non meriti di stare ancora male per quell’essere. Meriti di essere felice,e di poter essere in grado di rendere felice Ryusuke o chiunque per lui. Non sarai sola,va bene? Ci sarò io con te,non potrà torcerti un capello e alla minima parola di troppo lo riempio di botte una volta per tutte. Ti prego,Shiho,non lasciarlo vincere ancora”.
La ramata sospirò,rimanendo qualche secondo in silenzio persa nei suoi pensieri.
Il suo sguardo si spostò al cellulare,posto di fianco a lei,su cui lampeggiavano due nuovi messaggi di Ryusuke che la pregavano di fargli avere sue notizie,e a quel punto prese una decisione.
Guardò nuovamente Shinichi negli occhi,ed affermò “Va bene,lo faccio. Ma se mi lasci sola anche per un secondo ti faccio ingerire nuovamente l’aptx di forza,sappilo”.
Il corvino scoppiò a ridere,divertito da quell’uscita inaspettata, per poi allungare un mignolo ed avvolgerlo attorno al suo per suggellare la promessa alla maniera dei bambini.
“Promesso”. 



L’ingresso prigione federale dell’FBI di Tottori pullulava di gente quando Shinichi e Shiho varcarono la porta.
La ramata si strinse al braccio dell’amico,spaventata da tutto quel movimento di agenti che,a suo parere, sembravano alla ricerca di qualcuno,e il suo istinto di sopravvivenza le suggeriva sempre più di tornare indietro.
“Va tutto bene,stiamo solo aspettando l’arrivo di un criminale pluriricercato” Li tranquillizzò Shuichi,comparso dal nulla.
L’agente osservò la figura di Shiho,che si stringeva dietro il detective avvolta in una tutina blu notte smanicata,lunga fino alle cosce ma con il collo alto e ricami in pizzo sulla zona del decolté,abbinata ad una giacca bianca dentro cui lei sembrava voler sparire.
“Sei pronta?” Le chiese,cercando il suo sguardo che intanto fuggiva da una parte all’altra della stanza in cerca di chissà quale pericolo. Lei lo guardò,visibilmente spaventata,ma sorprendentemente annuì.
L’agente li condusse lungo un dedalo di labirinti ultra sorvegliati,passando attraverso decine e decine di porte scorrevoli apribili soltanto con lo scanner oculare e controllate da agenti armati.
Dopo un’interminabile camminata giunsero davanti ad una porta blindata bianco latte,e lì Shuichi si fermò e si voltò verso la ramata.
“Lui è qui dentro. Puoi prenderti tutto il tempo che vuoi per entrare,nessuno ti farà pressioni.” Disse,con tono estremamente serio.
Shiho fece un cenno d’assenso e Shinichi la strinse a sé con fare protettivo,e solo dopo un po’ di tempo lei si decise di scostarsi e dichiarò di essere pronta.
Shuichi annuì in risposta e fece segno alla guardia di aprire la porta,ma quando Shinichi fece per accompagnare l’amica dentro l’agente lo bloccò .
“E’ meglio che entri da sola,lui non potrà torcerle un capello e in ogni caso noi saremo qui fuori per qualsiasi evenienza” Rispose ai loro sguardi smarriti.
“Shiho,sei sicura?”Domandò il corvino,che proprio non aveva voglia di lasciarla sola con quel folle.
Lei lo guardò un po’ titubante ma poi,sapendo che in realtà Shuichi aveva ragione,rispose : “Si,aspettami fuori”.
Gli sorrise incoraggiante e poi sparì dietro la porta.
Una volta dentro la chiuse alle sue spalle e poi,dopo aver sospirato profondamente,si voltò.
Gin era lì,seduto dietro l’unico tavolo della sala che,eccezion fatta per due sedie,non mostrava nessun altro tipo di arredamento. Indossava la classica tuta arancione delle carceri americane e aveva entrambe le mani legate con delle manette grandi e nere,probabilmente controllate a distanza.
Nonostante la sua condizione svantaggiosa,tuttavia,non mostrava nessun segno di imbarazzo o di umiliazione,ma anzi la guardava con il solito sguardo arrogante e malizioso come se fosse ancora lui ad avere il coltello dalla parte del manico.
Shiho,come ogni volta,si sentì profondamente in soggezione davanti a quello sguardo magnetico,tuttavia cercò di autoconvincersi del fatto che fosse lei ad essere in vantaggio ed acquisì abbastanza coraggio da allontanarsi dalla porta ed andare a sedersi proprio di fronte a lui.
Si studiarono per qualche minuto,in assoluto silenzio,senza che nessuno dei due avesse l’ardire di formulare neanche mezza parola.
Fu poi Gin a rompere il silenzio.
“Ciao Sherry,mi sei mancata”.
Lo sguardo di lei si indurì visibilmente,e quando parlò la sua voce uscì tutt’altro che dolce.
“Tu per niente. E non chiamarmi Sherry”.
“E come dovrei chiamarti?” Ribattè lui,ironicamente.
“Miyano andrà benissimo” Rispose la ramata,cercando in tutti i modi di mettere quanta più distanza possibile tra di loro.
L’assassino però non sembrò dello stesso avviso,perché alle sue parole scoppiò a ridere divertito.
“Non essere ridicola,direi che la parte dei convenevoli l’abbiamo già superata da un bel po’”.
“Ho detto Miyano e Miyano è. Ringrazia piuttosto che ti stia dando modo di chiamarmi ancora in qualche maniera.”
Nonostante il tono serio usato dalla scienziata,il ghigno sul volto del platinato non si spense anzi,se possibile,aumentò ancora. La cocciutaggine di quella ragazzina l’aveva sempre eccitato.
“Bene,Miyano,a cosa devo la tua visita?”.
“Devo parlarti” Rispose lei in maniera sicura,mentre intanto si torturava le mani al di sotto del tavolo.
“Beh dimmi,non che tu mi stia lasciando molte alternative del resto” Disse il biondo,alludendo alla sua immobilità.
Shiho rimase in silenzio per un po’,riflettendo attentamente su cosa dire all’uomo che le aveva rovinato la vita,ma alla fine tutto ciò che uscì dalle sue labbra fu “Perché?”.
“Perché cosa,Sherry?”Chiese lui,senza cambiare espressione di una virgola.
“Piantala Gin,sai perfettamente di cosa sto parlando. Perché mi hai tolto una famiglia? Perché ti sei sostituito a loro? Perché eri così ossessionato all’idea di diventare il mio unico punto di riferimento,tanto da uccidere anche Akemi che era l’unica cosa che fondamentalmente mi rendesse ancora felice? Perché mi hai privato completamente della mia dignità? Perché mi hai posseduta? Ma soprattutto,perché hai fatto tutto questo proprio a me? Spiegamelo,non riesco a capirlo”.
Shiho gettò quel fiume di parole tutto d’un fiato,quasi senza respirare,e quando ebbe finito si sentì così appesantito dal peso della consapevolezza di ciò che l’uomo le aveva fatto da aver bisogno di stringersi il capo tra le mani per qualche attimo.
“Beh Sherry” iniziò Gin quando lei fu ritornata a guardarlo negli occhi “devo ammettere di essermi intrattenuto con tantissime donne nell’organizzazione,ma di avere sempre avuto un debole particolare per te”.
“Perché?” Incalzò lei. “Eri così pura ed innocente,così spaventata dal mondo che ti circondava e così bisognosa di un punto di riferimento su cui fare affidamento. Ti ho soltanto dato ciò che cercavi”.
“Bugiardo. Io avevo bisogno di qualcuno che mi amasse,non di un pazzo che mi riducesse alla sua schiava sessuale”.
“La mia schiava sessuale? Adesso esageri. Eri molto più di questo per me,averti con me era tanto importante quanto respirare. Da quando ti ho vista per la prima volta sei entrata nel mio cervello e non te ne sei più andata. Eri così candida ed ingenua,e il desiderio di sporcarti si è fatto sentire fin da subito. Eri un’anima pura,ed io volevo renderti come me,provavo piacere nel farlo e so che in fondo valeva lo stesso per te”.
Shiho rimase allibita da quelle parole così folli e si ritrovò a scuotere la testa con rabbia.
“Non dire cazzate,non mi hai mai dato nessun modo per capire cosa fosse giusto o cosa no in maniera oggettiva. Hai giocato con la mia psiche e hai fatto in modo che io fossi completamente assoggettata a te privandomi di qualsiasi via di uscita. Non avevo nessuno oltre te,e tu hai puntato proprio su questo per farmi tua”.
“Usa il presente,Sherry. Anche adesso tu non hai nessuno oltre me” Affermò lui sadicamente,sapendo di starla colpendo in un punto estremamente vulnerabile.
“Taci. Tu non sai niente di me. Adesso ho una vita vera con delle persone che mi amano per davvero,persone che mi lasciano libera di scegliere,non mi lasciano segni sul corpo e non mi costringerebbero mai ai loro piedi per punirmi” Sbottò lei,ormai completamente furiosa. “Sherry,Sherry,Sherry. Questo è sempre stato il tuo grande problema,l’unico elemento di quella piaga di tua sorella che non sono mai riuscito a depennare del tutto da te: sei troppo ingenua. Pensi ancora che il mondo sia in bianco e nero,che ci siano i buoni da una parte e i cattivi dall’altra e che una volta debellati i cattivi tutto vada bene.
Ma lascia che io ti mostri che ti sbagli,piccola Sherry.
Nel mondo ci sono anche persone come te,che sono a metà tra le due fazioni. Vuoi disperatamente far parte dei buoni,con la tua bella casa,i tuoi amichetti e magari anche un fidanzatino,ma sai bene che non potrai mai essere come loro. Loro sono anime pure,tu invece no perché io ti ho sporcato,e purtroppo per te questa macchia non può essere cancellata. Pensi davvero che queste persone vorranno rimanere a lungo con qualcuno che si è fatto sottomettere senza tanti problemi da uno come me,e che nel frattempo ha anche ucciso delle persone?”
Shiho si ritrovò suo malgrado a dover abbassare il capo,ferita da quelle parole che sapeva corrispondessero alla realtà dei fatti. Lei non sarebbe mai stata come tutti gli altri,prima o poi l’avrebbero odiata e sarebbe rimasta di nuovo da sola.
“Sei un mostro” Disse con rancore,senza però riuscire a guardarlo negli occhi.
“Io sarò un mostro,ma tu sei esattamente come me. Guarda in faccia la realtà,Sherry,sono l’unico a poterti capire e che non ti lascerà mai da sola. Vieni qui,mostrami la tua devozione come ai vecchi tempi e vedrai che troverò un modo per scappare per poterti stare vicino”Affermò lui con voce accattivante,certo ormai di averla in suo pugno.
Lei non emise un solo verso,ma dopo qualche minuto si alzò e si incamminò a testa bassa nella sua direzione,e lì Gin fu sicuro di aver vinto ancora una volta.
Sherry poteva fare la forte quanto le pareva,ma non sarebbe mai riuscita ad averla vinta contro di lui che aveva sempre avuto il controllo della sua psiche.
Una volta che fu arrivata davanti a lui si fermò,e l’assassino le ordinò di inginocchiarsi.
Quando la vide piegare la gamba sinistra per obbedire al comando,Gin sentì un moto di eccitazione invaderlo completamente e,intento com’era a pensare a come avrebbe potuto possedere quella meraviglia di creatura ancora una volta,si accorse tardi del ghigno che si era creato sul volto di lei,troppo tardi. Shiho infatti,con uno scatto fulmineo,gli mollò un pugno in pieno volto,rompendogli il setto nasale. Poi,non contenta,gli afferrò i capelli platinati e,costringendolo a guardarla negli occhi,gli disse le parole che nessuno dei due avrebbe più dimenticato negli anni.
“Ti ho detto di non chiamarmi Sherry. Io non sono più lei,e forse non lo sono mai stata. Sono stata debole e stupida a fidarmi di te,ma non sono mai stata come te e non lo sarò mai. Tieniti cari i ricordi di come mi hai posseduta,perché saranno l’unica cosa a cui potrai aggrapparti d’ora in avanti. Ti regalo anche i miei se preferisci,io da oggi non me ne faccio più nulla.
Adesso perdonami,ma ho delle persone da cui tornare che mi accoglieranno sempre a braccia aperte e soprattutto ho una vita da costruirmi come si deve. Goditi la gattabuglia,bastardo” Dichiarò con uno sguardo che l’uomo non le aveva mai visto addosso,lo sguardo di una Shiho vincente che sapeva di essere tale.
Detto ciò mollò la presa ed uscì di fretta dalla stanza,oltrepassando di corsa Shinichi e Shuichi e correndo a perdifiato lungo il dedalo di corridoi verso l’uscita. Si fermò solo dopo aver varcato la soglia e solo lì,sopraffatta da tutte le emozioni che quell’incontro le aveva procurato,si concesse di piangere,accasciandosi sulle scale dell’ingresso.
Poco tempo dopo si sentì stringere da delle braccia familiari,e non le servì neanche aprire gli occhi per riconoscere il corpo di Shinichi stretto al suo.
“Va tutto bene,sei stata bravissima. Dopo che sei andata via sono entrato a mollargli un altro pugno,così adesso ha la faccia completamente pesta. Se lo merita quel verme,adesso possiamo lasciarlo morire dov’è” Disse per confortarla,sentendosi sollevato quando la vide ridere tra le lacrime.
“E’ tutto finito,Shi-chan. E’ tutto finito.” Mormorò poi tra i suoi capelli,mentre lei continuava a sfogarsi sul suo petto. 



Shinichi e Shiho rientrarono da Tottori solo in serata dopo sette ore e mezzo di strada. La ramata si trascinò stancamente verso la sua abitazione,desiderando soltanto un bel bagno caldo e un letto comodo dopo tutte quelle ore passate a guidare,ma il resto del mondo non sembrava essere dello stesso avviso.
Senza badare all’amico che l’aveva affiancata invece di dirigersi direttamente verso casa sua,aprì la porta di casa Agasa e,davantì a sé,trovò una folla di gente ad attenderla.
C’erano davvero tutti: Ran,Sonoko e Makoto,la coppia di Osaka e persino i giovani Detective che erano tenuti a bada da un Agasa visibilmente in apprensione per lei.
Rimase incredula sulla porta,mentre Shinichi le batteva delle pacche sulla spalla sinistra contento della riuscita della sua sorpresa,e Ayumi corse ad abbracciarla.
La ramata si piegò alla sua altezza e la strinse forte,cercando di nascondere le guance rosse e gli occhi lucidi per l’imbarazzo e la commozione che quel gesto dolcissimo avevano scatenato in lei. Tutti i dubbi che le frasi di Gin avevano instillato dentro di lei furono spazzati via in pochi secondi,perché in quel momento fu certa più che mai del fatto che avrebbe sempre avuto qualcuno da cui tornare.
Si staccò dall’abbraccio con la bambina e corse dall’uomo che ormai considerava suo padre,stringendolo a sé come non aveva mai fatto in vita sua. Agasa rimase sorpreso da quel gesto d’affetto inaspettato,ma ben presto si ritrovò ad abbracciare con altrettanta forza quella ragazza ramata che aveva salvato più di un anno prima,e che ormai gli aveva completamente rubato il cuore con i suoi modi burberi e le sue diete ferree.
Hiroshi Agasa aveva provato tanti sentimenti nella sua vita,ma non aveva avuto la possibilità di crearsi una famiglia e quella solitudine l’aveva spesso rattristato. Il destino,però,aveva deciso di dargli una seconda possibilità quella sera in cui,rientrando a casa,aveva visto una figura bianca davanti Villa Kudo e,nonostante tutti i pericoli che aveva corso da quel momento in poi nascondendo in casa sua un’ex criminale,poteva affermare con certezza che avrebbe rifatto tutto senza alcun indugio.
Shiho ormai era diventata sua figlia a tutti gli effetti,e non avrebbe rinunciato a lei per nessun motivo al mondo.
Quel giorno era stato così in pena nel pensarla faccia a faccia con quel mostro,ed era così sollevato di vederla sana e salva tra le sue braccia.
“Stai bene?” Le chiese,quando si furono staccati e lei,con un sorriso dolcissimo,fece un cenno affermativo con la testa.
“Bene gente,io direi che abbiamo anche aspettato abbastanza. Mangiamo?” Intervenne Heiji,cercando di portare la serata su tutt’altra direzione.
Tutti scoppiarono a ridere divertiti,eccezion fatta per Kazuha che non mancò di tirargli uno scappellotto bello forte,borbottando qualcosa riguardo tutte le brutte figure fatte a causa delle sue uscite fuori luogo.
La serata trascorse serenamente tra chiacchiere e risate e tanto tanto cibo che fece la felicità del Professore dato che la scienziata,per quella sera,decise di chiudere un occhio sulla sua dieta.
Shinichi ed Heiji spesero ovviamente parecchio tempo a sfidarsi su chi avesse risolto più casi in quell’arco di tempo,mentre le rispettive compagne scuotevano la testa in maniera sconsolata,Sonoko raccontò del suo viaggio alle terme con “Makoto-kun” che sedeva imbarazzato accanto a lei e i bambini la aggiornarono entusiasti su tutte le avventure che avevano vissuto negli ultimi tempi.
A fine serata però,mentre tutti erano radunati attorno al tavolo a giocare a mahjiong tranne Shiho e Ran che rassettavano la cucina,si sentì il campanello suonare.
“Mitsuhiko-kun,potresti aprire tu per favore? Ti raggiungo subito” Chiese Shiho che ancora lavava piatti,gettando un’occhiata alla figura addormentata del Dottor Agasa.
Il bambino annuì e corse nell’ingresso,seguito a ruota dai suoi due amici.
“Non ci credo! Ma tu sei proprio Higo!”Esclamò la voce di Genta dopo qualche minuto di silenzio.
A quelle parole Shiho si pietrificò,non sapendo cosa fare.
La sua idea era quella di chiamare il ragazzo a fine serata per spiegargli il motivo dei suoi tre giorni di silenzio,ma a quanto pare lui doveva essersi stancato di aspettare e si sentiva profondamente in difficoltà all’idea di affrontare la sua rabbia,o peggio la sua delusione. Sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla,e voltandosi trovò davanti a sé lo sguardo incoraggiante di Ran che le disse: “Va da lui,capirà”. Annuì e,facendosi coraggio,varcò la soglia del soggiorno trovandosi davanti Ryusuke intento ad ascoltare gli sproloqui dei tre bambini che,elettrizzati,cercavano di catturare l’attenzione del loro idolo in tutti i modi.
La ramata tossì un paio di volte e tutti i presenti si girarono verso di lei. Il calciatore,in particolare,la fissò con uno sguardo indecifrabile che lei non fu in grado di sostenere per l’imbarazzo.
“Ciao,posso parlarti?” Le domandò con tono serio.
Lei annuì e,mentre Ayumi e Mitshuiko portavano via Genta che non aveva nessuna intenzione di lasciare andare la stella della J league così facilmente,gli fece strada verso il giardino.
Una volta fuori si accomodarono su una panchina del giardino,e per un po’ nessuno disse nulla,troppo intento a studiare l’altro.
Solo dopo una decina di minuti spesi a guardarlo in silenzio Shiho decise di prendere la parola,seppur in maniera tentennante ed incerta. “Sei qui per dirmi che non vuoi più avere a che fare con me?” Chiese,incrociando mentalmente le dita e pregando dentro di sé che il ragazzo,nonostante tutto,le desse un’altra possibilità.
“Sono qui per sapere perché sei sparita dopo tutto quello che mi avevi detto,Shiho. Non credi che io mi meriti delle spiegazioni?” Rispose lui guardandola dritta negli occhi ma,pur avendo parlato con un tono seccato,il suo sguardo non era arrabbiato ma confuso,desideroso di capire.
La ramata sospirò pesantemente,annuendo.
Pur avendo avuto una giornata pesante sapeva di dovere delle spiegazioni a quel ragazzo dagli occhi azzurri,specialmente perché quel giorno aveva affrontato a viso aperto Gin proprio per lui.
“Oggi ho avuto un incontro” Iniziò,dopo avergli preso una mano tra le sue. Lui la guardò incoraggiante,e a quel punto lei prese a raccontare senza freno.
Gli parlò di tutto,aprendosi a lui completamente per la prima volta in 5 mesi. Raccontò la sua infanzia mai avuta,la morte dei suoi genitori,sua sorella,la scuola in America,le giornate passate in laboratorio e l’inesistenza dei suoi rapporti sociali ma soprattutto gli parlò di Gin. Ryusuke digrignò notevolmente i denti quando comprese quanto male le avesse fatto quell’uomo,ma sorrise divertito nel sentire il racconto di come quel giorno lei gli avesse rotto il setto nasale.
"Tu sai che per me valgono ancora le parole che ti ho detto in quella cantina,vero?" Le domandò quando lei si fu fermata un attimo per riprendere fiato e permettergli di assimilare quelle informazioni.
La scienziata annuì sollevata,e riprese a parlare.
Quando poi venne la parte inerente l’aptx il ragazzo dovette sforzarsi davvero tanto per rimanere concentrato dal momento che quella storia gli sembrava tanto incredibile,ma quando Shiho gli mostrò una fotografia di Ai Haibara e Conan Edogawa non ebbe più dubbi. Ricordava perfettamente quei due bambini dall’intelligenza fuori dal comune,e con quell’informazione tutto ebbe un senso.
Certo,il tutto era a dir poco inverosimile,ma effettivamente ripensando a quei due ragazzini dallo sguardo serio si disse che non ci poteva essere altra spiegazione al loro modo di fare troppo adulto.
Poi gli venne in mente un particolare sul caso di Asuka-san e,per decise di usarlo per smorzare la tensione che quel discorso aveva creato,sorridendo sornione.
“Cosa c’è?” Gli chiese lei,insospettita da quel sorrisetto sbucato dal nulla.
“E così tu eri la ragazzina che aveva una cotta per me” Disse il calciatore,certo di non sbagliare.
Shiho divenne tutta rossa,e voltò il capo dall’altra parte incrociando le braccia al petto in maniera stizzita.
“Non avevo affatto una cotta per te,chiudi la bocca”.
“Ah no? E allora perché tutte le volte che ci siamo incontrati mi sei trotterellata attorno per tutto il tempo?” Incalzò lui,certo di avere ragione.
“Beh perché eri un grande calciatore e sono sempre stata una tua grande fan,te l’ho detto” Ribattè lei,pensando a tutte le volte in cui si era resa ridicola davanti alla stella della J league e pregando che lui non se ne ricordasse.
“E perché nel caso di Asuka-san hai fatto di tutto per mostrare agli agenti che io fossi innocente?”.
La ramata si maledì mentalmente ancora una volta. Di tutti i casi in cui aveva cancellato la sua dignità per quel biondino quello del signor Asuka era sicuramente il più clamoroso.
“Solo perché eri in una brutta situazione e cercavo un modo per permetterti di uscirne”
“Quindi immagino che anche frugare nella spazzatura rientrasse in questo tuo nobile intento,o sbaglio?” Chiese Ryusuke,sapendo di aver toccato un nervo scoperto per l’orgoglio della scienziata davanti a lui che,infatti,diventò ancora più rossa e lo mandò al diavolo,facendo per alzarsi e andar via.
Il calciatore scoppiò a ridere,contento di averla spuntata contro di lei almeno per una volta,per poi afferrarla da un braccio e tirarla senza tanti sforzi sulle sue gambe.
La ramata si dimenò per un po’ ma poi,vista la forza che quelle braccia stavano esercitando nello stringerla,alzò bandiera bianca e poggiò la testa sulla sua spalla.
Ryusuke la abbracciò più forte,sentendo con piacere che lei ricambiava la stretta e respirando il profumo di rosa che i suoi capelli ramati emanavano.
“Mi sei mancata così tanto,Diffidenza”Confessò,ad un soffio dalle sue labbra.
“Sai che forse mi sei mancato anche tu,promessa del calcio?”Scherzò lei,avvicinandosi ulteriormente fino a fare in modo che i loro fiati si accarazzassero. Il calciatore non resistette più e finalmente,dopo tre giorni,tornò ad appropriarsi di quelle labbra che tanto aveva sognato,sorridendo leggermente durante il bacio.
Quando si staccarono lui appoggiò la fronte a quella di lei,assaporando appieno la tanto agognata vicinanza tra i loro corpi.
“Hai altro da dirmi prima di lasciarci questa conversazione alle spalle definitivamente?” Le domandò,senza smettere per un secondo di perdersi in quelle pozze verde acqua che tanto amava.
Shiho sorrise nuovamente.
“Beh si,forse una cosa sì” Disse,prima di avvicinarsi al suo orecchio e bisbigliare “ti amo anche io”.
Fatto ciò si sollevò e lo incitò a sollevarsi e a seguirla in casa.
“Oddio vuoi già presentarmi la tua famiglia? Aiuto,ho bisogno dei miei spazi” Affermò il calciatore in maniera melodrammatica,fingendo sconcerto.
La ramata,in tutta risposta,gli si avvicinò tanto da spalmarsi contro il suo corpo,cogliendolo di sopresa.
“Che peccato,ed io che pensavo che volessi starmi vicino” Bisbigliò maliziosamente soffiando sul suo collo,prima di fargli un occhiolino ed entrare in casa.
Ryusuke rimase impalato per qualche secondo,consapevole di avere un problemino da risolvere per rendersi presentabile. Poi scosse la testa,sorridendo.
Quella ragazza l’avrebbe fatto diventare matto. 

The End.



EPILOGO

Shiho sedeva stanca su una sedia del giardino dell’Hilton Tokyo Bay,massaggiando le sue caviglie doloranti.
Aveva passato l’intera giornata in equilibrio su quelle decolté color ghiaccio,e adesso i suoi piedi reclamavano pietà.
Pur essendo sempre stata abituata a portare tacchi relativamente alti,quel giorno aveva voluto osare indossandone un tipo mai provato prima e,come se non bastasse,per colpa di quel genio di Shinichi era stata anche costretta a correrci sopra per un sacco di tempo.
Forse non è stata un’idea geniale quella di accettare di essere la sua testimone Pensò,continuando il suo massaggio mentre osservava il paesaggio che la circondava.
La natura del giardino si esibiva in un tripudio di colori che riprendevano l’intera gamma giallo-rosso accentuato dal rosso del sole che,in quel momento,stava tramontando sul mare che si trovava alla loro destra.
L’intero spazio era stato addobbato con gazebi,tavoli e sedie rigorosamente bianchi,e gli invitati dei nuovi coniugi Kudo stavano raggiungendo il giardino nell’attesa del taglio della torta.
Ran si aggirava tra i suoi invitati con aria raggiante,avvolta nel suo candido abito lungo con le maniche a tre quarti e ricami di pizzo,mostrando fiera il proprio anello nuziale a chiunque glielo chiedesse.
Shinichi invece,dall’altro lato del porticato,stava nuovamente chiedendo scusa a Kogoro per l’inconveniente di quel mattino che aveva rischiato di mandare all’aria l’intera cerimonia,mentre il detective in trance continuava imperterrito a minacciarlo di morte.
Sonoko discuteva animatamente con Makoto riguardo una cameriera che,a sua detta,ci aveva provato con lui mentre,poco distante,Kazuha rimproverava Heiji per chissà quale motivo.
I detective boys,elegantissimi nei loro abiti da paggetti e da damigella,si rincorrevano lungo tutto il giardino e il dottor Agasa passeggiava con finta non chalance nella zona del buffet,aspettando soltanto che aprisse.
Shiho scosse il capo rassegnata,quell’uomo non sarebbe mai cambiato.
“Eccoti qui,ti ho cercata ovunque” Sentì dire improvvisamente da una voce alla sua destra e,voltatasi,vide Ryusuke che le sorrideva mentre reggeva due calici di vino rosso,avvolto nel suo completo blu notte abbinato al suo abito.
“Perdonami se sono sparita,ma avevo bisogno di un attimo di pace dopo la giornata di oggi” Si scusò lei in maniera colpevole.
Il calciatore rise,sedendoglisi accanto e cingendole i fianchi con un braccio.
“Certo che Kudo sa essere impegnativo” Affermò,ripensando a quanto avvenuto quella mattina.
“E non sai quanto. Ran merita una statua per tutta la pazienza che ha nel sopportarlo”.
Risero insieme.
“Ti ho già detto quanto tu sia incredibilmente bella oggi?” Disse poi il biondo,passando nuovamente lo sguardo sul corpo della ragazza avvolto in un top a maniche lunghe fatto interamente di pizzo ad eccezione della zona dei seni,abbinato ad una lunga gonna a vita alta semi aderente con lunghi spacchi lungo le gambe,il tutto interamente blu notte.
“Ma no,infondo non è certo l’unica cosa che dici da quando mi hai vista di uscire di casa stamattina” Ribattè lei ironicamente,pensando a quante volte il ragazzo se la fosse letteralmente mangiata con gli occhi durante quella giornata.
In realtà era da un po’ di tempo che il giovane tendeva ad incantarsi a guardarla con sguardo predatore,e Shiho era arrivata alla conclusione che Ryusuke,pur rispettandola,non era più tanto in grado di accontentarsi di qualche carezza e che voleva qualcosa di più. Non che fosse un male,d’altro canto,dato che era la stessa cosa che voleva lei.
“Non è certo colpa mia se questo abito lascia poco all’immaginazione” Bisbigliò lui al suo orecchio,stringendola ancora di più a sé. “Già,peccato che questo non sia il posto più adatto. E’ un vero peccato,vero Ryu?” Lo canzonò lei con tono malizioso,prendendo di nascosto uno dei suoi lobi tra le labbra e tirandolo leggermente.
Ryusuke annuì,cercando in tutti i modi di frenare l’eccitazione che lo accompagnava tutte le volte che si trovava vicino a Shiho,ma rimase stupito quando la vide alzarsi e fargli cenno di seguirla.
“Dove stiamo andando?” Le chiese,mentre camminava al suo fianco verso l’interno dell’hotel.
“Ho tanta voglia di starti vicino,ti va?”Domandò lei sorridendo sorniona,spiazzandolo completamente.
“Ma…ma tu hai appena detto che non si può e..”
“No,ho detto che quello non è il posto più adatto,ma non ho detto che non possiamo cercarne un altro. Si da il caso che io abbia visto delle stanze libere che fanno proprio al caso nostro.” Rispose la ramata,prendendolo per mano.
“Ma.. e Shinichi e Ran? E tutti gli altri?”
“Ah sta tranquillo,ci vuole ancora un po’ per la torta e per allora saremo sicuramente lì”.
Il calciatore a quel punto mandò al diavolo tutto il resto,estasiato all’idea di poter avere finalmente quella ragazza tutta per sé.
“Io non ne sarei così sicuro,non ti lascerò andare facilmente Diffidenza” Mormorò,prima di aprire la prima stanza che gli capitò sotto mano,tirando la ramata dentro di essa.
“Non vedo l’ora,promessa del calcio” Furono le ultime parole di lei,prima che Ryusuke chiudesse la porta alle loro spalle e catturasse le sue labbra.
Shiho sorrise durante il bacio e,prima di scollegare del tutto il cervello,pensò che non sapeva se ciò che stava vivendo fosse effettivamente la “normalità”,ma sapeva che la rendeva felice e,onestamente,questo le bastava.


Angolo autrice
Beh che dire.... è proprio finita!
Confesso di essermi commossa durante le battute finali,e spero davvero di essere riuscita a rendere questo finale nel modo migliore. Ho dato anima e corpo a questo capitolo,e spero davvero che ne sia valsa la pena!
Originariamente sarebbe dovuto essere molto più lungo,ma ho tagliato tutta la parte del matrimonio dei ShinRan perchè ho deciso che pubblicherò una shot a parte proprio su questo (probabilmente seguita da altre shot e raccolte,quindi tranquilli che non è finita qui).
Ringrazio tutti,sia chi ha commentato che chi ha messo la storia nelle seguite o nelle preferite ma anche chi ha letto soltanto.
Se ho trovato il coraggio di pubblicare di nuovo è grazie a voi!
A presto,
Baci
Simo

 
  
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