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Autore: TheDarkiti    28/05/2017    1 recensioni
Una semplice raccolta di drabble incentrate su Obito e Rin che spero possa essere di vostro gradimento.
||Obito Centric||
||Rin Centric||
||Accenni piuttosto elevati alla ObiRin||
I personaggi non mi appartengono. Sono nati dalla mente geniale di Masashi Kishimoto.
-Storia presente anche su Wattpad-
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Obito Uchiha, Rin Nohara, Tobi | Coppie: Obito/Rin
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Naruto Shippuuden
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Per ogni lettera dell’alfabeto una piccola drabble su Obito e Rin, rimanendo nell’ordine cronologico della loro storia. ATTENZIONE in alcuni punti non rispetta perfettamente la trama della serie, questo per puro gradimento personale e vi chiedo scusa per questa mia concessione ma è stato più forte di me, alcuni film mentali non posso proprio far finta di non averli pensati.

 

Aquilone

La prima volta che si erano incontrati era stato per merito di un giocattolo. Già all’età di sette anni, Obito Uchiha era provvisto della straordinaria capacità di far precipitare rovinosamente al suolo l’aquilone senza che questo riuscisse a prendere qualche metro da terra. Di solito la propria goffaggine lo infastidiva parecchio ma, quando una graziosa bambina dai grandi occhi marroni glielo aveva riportato con un dolce sorriso, dovette ammettere a sé stesso che quell’aggeggio era proprio una gran bella invenzione.

 

Dolce

Rin amava le cose dolci, lo aveva sempre ripetuto a tutti: per lei ogni cosa dolce era fonte di felicità e amore incondizionato. Di solito, però, quel termine veniva associato alla vasta gamma di caramelle e biscotti che abbellivano la vetrina della pasticceria del centro, ed era sempre stata sicura di questa sua tesi. Perciò, quando Obito si era offerto di riportarla a casa sulla schiena a causa della brutta storta che si era presa giocando, si era sentita arrossire al pensiero che la prima cosa che aveva pensato di lui in quel momento era che fosse proprio dolce.

 

Gelosia

Quando Rin sorrideva in quel modo a Kakashi, Obito sentiva uno strano fastidio all’altezza del petto e spesso si chiedeva se anche lei lo provasse quando lo vedeva parlare con un’altra bambina. Non ne capiva il motivo, ma ci sperava parecchio.

 

Ninja

Era sempre stato un ritardatario e non aveva mai dato peso alla cosa, però, quando aveva trovato la stanza dei diplomi vuota, aveva avuto una gran voglia di sbattere la testa da qualche parte, possibilmente contro qualcosa di veramente duro, per la sua stupidità. Poi come al solito, Rin, la sua salvatrice, era comparsa con due attestai in mano e gli aveva fatto una finta cerimonia rendendolo un ninja. Infine, con un sorriso, gli aveva anche rivelato che erano nello stesso team e Obito avrebbe volentieri pianto dalla gioia.

 

Costume

Obito era eccitato all’idea di andare al lago con la sua squadra. Certo, non vedeva l’ora di potersi tuffare in acqua, era da molto che non facevano una vera vacanza di piacere con i suoi amici, dopotutto. Aveva, per di più, un conto in sospeso con Kakashi e quale modo migliore per riscattarsi se non sotterrarlo sotto la sabbia? Ma non era solo per questo, forse l’idea di una Rin in costume da bagno aveva intaccato almeno un po’ la sua scelta, ma questo era un dubbio molto velato nella testa dell’Uchiha.

 

Verità rivelata

Ad Obito Uchiha piaceva il sorriso di Rin, come amava i suoi grandi occhi nocciola, i suoi setosi capelli castani, le sue labbra sottili e rosee… Ci aveva messo un po’ a capirlo, ma ora Obito Uchiha era sicuro di essersi innamorato di Rin Nohara ed era ormai inconfutabile: un’autentica verità rivelata che mai sarebbe potuta essere smentita.

 

Ubriacarsi

Rin non aveva mai retto gli alcolici, nemmeno le piacevano in realtà, infatti li beveva solo per festeggiare il Capodanno o altre festività. Obito, dal canto suo, aveva idee molto contrastanti su quelle stupide bevande, sopratutto se si ritrovava costretto ad allontanare a malincuore una Rin mezza brilla e dalle guance arrossate che cercava di rubargli un bacio tra una risata e l’altra.

 

Infermiera

Essersi fatto male durante l’addestramento lo aveva ferito perlopiù nell’orgoglio, sopratutto perché Kakashi ne era uscito completamente indenne da quell’attacco a sorpresa. Quando, però, Rin si era arrabbiata con lui per aver tenuto nascosta la mano finendo, poi, per curargliela con premura mostrando quanto in realtà ci tenesse a lui, Obito convenne che a volte ferirsi non era così male, non quando la tua infermiera era Rin Nohara, perché lei lo avrebbe sempre tenuto d’occhio.

 

Tortura

Obito si chiedeva perché il piccolo fastidio ora si fosse evoluto in quell’assurdo dolore che gli gravava al petto come avrebbero fatto cento kunai. Il fatto era che capire quanto in realtà fosse lontano da lei, capire che alla fine Rin amava il loro compagno di squadra gli faceva desiderare di smettere di guardarla arrossire per quell’altro, solo che non riusciva a volgere lo sguardo altrove, arrecandosi solo ulteriore dolore.

 

Limite

Rin lo osservava mentre si allenava senza sosta per il prossimo esame Chunin. Lei lo aveva sempre guardato allenarsi, fin da quando erano ancora due bambini e lo aveva visto svenire per la fatica davanti ai suoi occhi. Da quella volta lo aveva seguito in ogni allenamento, sperando sempre di non rivederlo più disteso per terra, sfinito; perché lei sapeva perfettamente che Obito non si sarebbe fermato prima di aver raggiunto il proprio limite.

 

Paura

Quando quei due ninja nemici avevano catturato Rin, lui era subito corso a cercarli. Forse era anche per il suo credo che vedeva la vita umana più importante di qualsiasi missione, anche quelle di una guerra, ma infondo sapeva che lo faceva principalmente perché aveva una grande paura di perderla.

 

Occhi

Per anni aveva provato ad attivare l’occhio simbolo del clan, sempre senza successo. Quando, però, c’era stato il rischio di perdere Rin e Kakashi, in un lampo si era ritrovato con lo Sharingan attivato e un kunai stretto tra le mani. Nemmeno un ninja resosi invisibile gli avrebbe portato via i suoi due migliori amici.

 

Stupida

Rin aveva sempre data per scontata la presenza di Obito al suo fianco. Lui era l’amico di cui ti potevi fidare, lui era quello che ti avrebbe sempre dato una mano nel momento del bisogno: perché Obito aiutava sempre chi era in difficoltà. Ora che si era sacrificato per salvare lei e Kakashi, ora che aveva scoperto cosa aveva sempre provato silenziosamente per lei, si sentiva incredibilmente stupida.

 

Zetsu Bianco

Madara non era riuscito a salvarlo tutto intero, il masso gli aveva portato via un braccio e ora si ritrovava rinchiuso in un’immensa grotta senza neanche la forza di reggersi in piedi. Ma, il pensare che presto avrebbe rivisto BaKakashi e la sua dolce Rin, gli dava la forza necessaria per impegnarsi nella sua riabilitazione, grazie anche all’aiuto di quel bizzarro Zetsu Bianco provvisto di domande estremamente imbarazzanti.

 

Rottura

La furia cieca che gli aveva attanagliato lo stomaco quando l’aveva vista cadere a terra, bagnata del suo stesso sangue, unita all’atroce dolore che aveva provato nel capire di averla persa per sempre, lo avevano trasformato in un mostro, anche se lui non sembrava essersene accorto. Sapeva solo che qualcosa in lui si era irrimediabilmente spezzato e che non si sarebbe ricongiunto mai più, non senza di lei.

 

Hell

Quando si era ritrovato davanti Madara, Obito lo aveva scambiato per la Morte venuta per portarlo negli Inferi e la paura aveva preso possesso di lui. Ma, mentre stringeva tra le braccia il corpo ormai freddo di Rin, il ragazzo si ritrovò a pensare che forse era veramente morto durante la sua ultima missione, perché quello era senz’altro l’Inferno.

 

Fallo

“Non lo fare” gli ripeteva una voce nella sua testa, una voce molto simile a quella di Rin e lui sentiva il coraggio venir meno. Poi, però, si ricordava che era stato quel villaggio a non averla protetta come avrebbe dovuto fare e quindi non poteva essere stata lei a parlare. Così, senza ulteriori ripensamenti, richiamò il Demone della Volpe a Nove Code. Konoha avrebbe pagato per avergliela portata via.

 

Quarta Grande Guerra Ninja

Tutto ciò che desiderava era poterla riavere indietro, avrebbe fatto di tutto per poter rivedere ancora il suo sorriso, anche dare inizio ad un’altra guerra.

 

Bugia

Da quando lei se n’era andata la sua vita era stata solo una grande, immensa bugia. Aveva indossato mille maschere, aveva commesso atti imperdonabili e assunto più di una personalità, sfiorando persino il bipolarismo. Era stato l’ingenuo Tobi, era stato il malvagio Madara Uchiha, per un periodo era addirittura diventato nessuno, un guscio vuoto privo d’identità con solo uno scopo da portare avanti. Ma, per quanto si sforzasse, per quanto cercasse di mentire a se stesso, non riusciva a dimenticare il ragazzo che era stato, non riusciva a scordarsi di Obito.

 

Morte

Tre volte si era ritrovato prossimo alla morte e in due di quelle l’ultima persona che aveva visto era stata Rin, la terza volta, invece, lei fu la sua destinazione.

 

Eroe

Una volta gli era capitato di trovarsi davanti alla tomba di Obito, e non aveva saputo come reagire nel vedere quella Konoha che lo aveva sempre sottovalutato ricordarlo come un eroe. Lui non era mai stato il cattivo, lui aveva solo lottato per i suoi ideali, portando però migliaia di morti e dolore in tutte le Terre Ninja. Quindi lui non era un eroe. Allora perché, ora che finalmente si trovava davanti a lei, ciò che vedeva nei suoi occhi chiari non era terrore o disgusto? Nonostante tutto lei lo aveva perdonato, lei lo avrebbe sempre guardato con dolcezza. Sempre.

 

 

Spero che vi siano piaciute. ^^

Se vi va, scrivetemi qual’è la vostra preferita, mi farebbe molto piacere.

 

-Darky

   
 
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