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Autore: queenjane    28/05/2017    1 recensioni
Alessio Romanov, erede al trono di Russia, vive alla Stavka, ovvero il quartier generale delle truppe con suo padre, lo Zar. E' il 1915, ha 11 anni, soffre di emofilia, ogni urto può essere fatale ma è curioso, avido di vita. Nonostante o forse per la prima guerra mondiale. Un suo incontro, un suo inopinato amico, il principe Andres Fuentes dal misterioso passato, più grande di lui, che racconterà storie, avventure e molto altro. Collegato a The Phoenix. Buona lettura. Dal capitolo 9;" In quella notte del luglio 1918, mentre il buio lo sommergeva, Alessio si trovò d’un tratto sopra un baio, a cavalcare il vento, come un antico guerriero, in una valle piena di luci e suoni e profumi, il vento portava il rombo delle onde, diede di sprone e il suo ultimo sospiro fu lieve come il mare quando muore a riva. ."
Genere: Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Zarista, Guerre mondiali
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The Dragon, the Phoenix and the Rose'
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“Convento, esilio o manicomio?Che alternative ho..”
“Allontanare lo starec.. Maestà, la gente non comprende questa cosa.. E i complotti sono infiniti”
“Compresa la mia stessa madre..Lasciamo perdere”
“Mettetela agli arresti domiciliari..la zarina madre”dalla lingua biforcuta.  
Rise, la prese per una battuta. “Speriamo bene con l’arciduca Carlo.. FJ ha la polmonite, forse non si riprenderà..”una pausa. Un silenzio “ Lo zarevic con te sta bene.. “
“Gli voglio bene.. Pure non sarà per sempre, alla fine della guerra andremo in Spagna..”il vento sbatteva il cappotto intorno alle mie gambe magre, affondai le mani nelle tasche. “Lo so, lo sa anche Alessio..”l’erba era secca e riarsa, i campi bianchi per la brina “Finchè ti sarà possibile.. “
Majestad..” Maestà, alla spagnola. Mi inchinai.  Poi feci il saluto militare, sbattendo i tacchi, un salice flessuoso e sottile.





“Olenka, ciao, come va?”
“Si va.. te?”
“Meno sette.. forse..”
“Ottimo.. Mia cara. La maglia non va?”
“Imparerei prima l’arabo.. “  l’etere, riflesso dalla cornetta, propagò la sua ilarità-
“Mi manchi .. Buon compleanno, Olga”
“Grazie.. Fidati, andrà bene.. Dai un bacio a Felipe”
“Prego e ricambia, Felipe o Felipa.. “
“ Ti prego .. No”  rise fino allo sfinimento.
“Quando glielo dici, ufficiale?” Che tanto, in via ufficiosa lo sapeva, non era uno stupido e sapeva contare, Andres, aveva annotato.
“A dicembre, per il Natale cattolico.. o per il 30 novembre, se resisto, il suo onomastico, a ora lo sai solo tu, il suo compleanno è troppo avanti”
“Quando è nato, Andres..?”
“Il 28 gennaio 1883..”
“Cat, è una barzelletta?”
“Non oso.. troppo anche per me. “ io ero nata il 27 gennaio 1895. Nati sotto cieli diversi, con lingue, religioni  e culture differenti, io una principessa dei regni orientali, lui un principe dell’occidente, ci eravamo incontrati, innamorati e ritrovati.. Lui era il mio destino, io il suo.
“Appunto.. fine maggio, inizio giugno”
“E te, Olga.. come va sul serio.. In amore..”Non rispose, rise, un silenzio che era un assenso.
 Ci salutammo così, spumose e allegre
Ahora y por siempre, spes contra spem, liberi dentro.
E le tigri ruggiranno, ribelli, primavera per primavera.
A prescindere da tempo e distanza.




 
“Riposi in pace, povera Erszi”
“Aveva 86 anni e coda, Franz Joseph, ha regnato per 68 e tanto .. “Socchiusi le palpebre, il mio sguardo tagliente come una lama di Toledo, scuro acciaio.
“L’imperatore Carlo .. non è riuscito a continuare quello che aveva intrapreso, vorrebbe la pace e ..il suo entourage non lo consente, guerrafondai dal primo all’ultimo”Era il 23 novembre 1916, FJ era deceduto meno di 48 ore prima i telegrafi lavoravano senza sosta.
“Se non è subito, non sarà mai più. Andremo avanti fino allo stremo..”
“Già. Sono stato a Vienna nel 1909, all’indomani della crisi dei Balcani, e tirava aria di conflitto già allora, l’Austria aveva annesso la Bosnia dopo trenta anni di protettorato, la guerra non era questione di se, ma quando. L’attentato di Sarajevo ha innescato un rogo, nel 1914, il Kaiser lo aveva scongiurato nel 1911 e tanto.. Io ho visto Solferino, pare abbia detto, senza che a nulla sia servito”
“Ci hai parlato, di persona, vero”
“Sì. “
“Erszi, presumo.” La gelosia retrospettiva, del passato di chi hai amato è come un veleno. Andres il leone, il principe, la spia e il baro, colto, raffinato e bellissimo, cavallerizzo esperto, ne aveva sedotte in larga misura.
“Cat.. lei era la nipote prediletta del Kaiser, la sola cosa che era rimasta del principe Rodolfo, l’ha cresciuta, educata e protetta, amandola e viziandola.  Indomita e splendida, si impuntò di voler sposare suo marito che all’epoca era fidanzato con un’altra donna e ..”
“Nozze d’amore oscurate dalla gelosia..”Non era semplice, affatto, i pettegolezzi erano giunti fino in Russia, che lei fosse ribelle e anticonformista, pronta alle liaisons, come peraltro il suo consorte, impalmato nel 1902. Quattro figli e ..
“Andres, nel 1909, avete simpatizzato”Una perifrasi. “E nel 1911..”Mio zio sfruttava tutte le sue carte, Andres era il suo migliore elemento, e tanto mi schizzava dagli occhi, a prescindere. Sì, ma lui era di tutte per non essere di nessuna, annotai tra me, era giovane, ardente, senza obblighi di sorta verso alcuno. Le confidenze che passano in un letto sono spesso le più attendibili.
Decisi di essere matura, di non tormentarlo con i fantasmi, non ero un’arpia. E la mia sicurezza era grande e senza misura.. E avevo vissuto già troppa vita per amareggiarci. “Tua nipote si chiama Elisabetta in suo onore, magari”
“Moglie, io a te non posso nascondere nulla..”Spiazzato dal mio intuito.
“Alla tua, alla nostra, Andres.. Scolai un goccio di vino, Chablis. “E che il mondo trovi presto pace..ivi compresa Erszi. Salud ..” Beninteso, se non fossi stata più giovane di lei, bella, nonché la moglie di Andres sarei stata molto meno magnanima. Poi me lo portai a letto, senza fallo, ancora più ardente del solito, tanto che si trovò la schiena segnata dai miei graffi. Comprese all’impronta che ero gelosa e tanto glissò.








“Aleksej, cosa aspetti .. Entra, che è freddo”
“Le mani ..”
“Cosa..”Poi decodificai.
“So scrivere con tutte e due, meglio con la sinistra..”
“Non ti avevo mai vista..”Già, ero ambidestra, una rara minoranza, pure preferivo usare la cosiddetta mano del diavolo. Attualmente.
Applicazioni di colpi e frustino, quando ero piccola, mi avevano dissuaso da quell’applicazione, salvo che in quegli ultimi mesi, stante la vagonata di rapporti avevo iniziato di nuovo, finivo con una e riprendevo con l’altra, alla fine la variazione di scrittura era ben minima.
“Non che ci tenga a farlo sapere, non è comme au fait, sai..”
“Perché..”
“Abitudine, ignoranza, a furia di frustate sui palmi mi sono ben dissuasa, Zarevic”Sorrisi, amara “Ho ripreso da poco, per la montagna di documenti. E dopo avere scoperto che anche Mozart era mancino.. Forse”E si era rattristato, almeno la sua malattia lo aveva salvato da quelle aberrazioni educative. Avevo le nocche macchiate di inchiostro, dinanzi a me la mia attuale distrazione, ovvero tradurre l’Iliade dall’inglese in spagnolo, ambiziosa meta in cui mi ero arenata.
“Eri piccola.. e ti frustavano?”Inorridito.
“Sei anni, sette, anche se forse ho imparato prima.. Boh.. Più che altro bacchettate sui palmi,  erano dolorose“Mi prese le mani, mi sfiorò i palmi con i pollici. “Ho preferito soprassedere. E passiamo ad altro,  oggi abbiamo il mio onomastico”
“Auguri, Cat.”Si tuffò contro il mio maglione a collo alto “Ti  puoi mettere una gonna, anche una alla creola..”
“Eh.. “
“Per la sorpresa, sennò finisce che la sorpresa la fai tu. Io a vederti in pantaloni mi sono abituato, se tuo marito nulla osserva...”
“Che avete inventato? Qualche magia..Come questa”Feci apparire un copeco da dietro il suo orecchio.
“Dove è il trucco..”
“Boh.. Aspettami qui”
“Andres che ti ha regalato..”
“Una cosa reciproca..”
“Cosa?” e tacevo, va bene che aveva la precedenza, su tante cose, ma Andres in quel caso era in cima.”COSA???”esasperato ed esasperante.
“Orecchini, ispirati dal colore dei miei occhi..”
“Anche troppo romantico..”Fece una piccola smorfia “Che incastra il reciproco..”gli insegnai al volo il trucco della moneta, per rinviare la questione. E tanto non gli tornava uguale.
 
 Il 25 novembre 1916, giorno del mio onomastico, santa Caterina di Alessandria, arrivarono in regalo le fate madrine, ovvero la zarina e le granduchesse, per una visita alla Stavka. Che il giorno dopo era l’anniversario del matrimonio imperiale, correva il 26 novembre 1894 quando si erano sposati. Lo festeggiavano sempre, come quello di fidanzamento.
Ci divertimmo come non mai, passeggiate nei boschi spogli, visite alle famiglie, partite a carte, la tregua di una falena, prima della scossa.
“Sei negata, senza rimedio.. Hai il foglio di istruzioni, i modelli e tanto.. “
“Mi darò all’arabo, meno complicato. Già tanto se so attaccare un bottone”
“E continuerai fino a quando non ti riesce. Come quando cadesti da cavallo, fino a quando non sei rimontata in sella non hai avuto pace”
“Già, che tempi” mi sventagliavo, frenetica, percepivo fino a stordirmi il profumo di rose e verbena che usava Alix, ci si era fatta il bagno? No, ero un cane da tartufo, tuttavia la nausea passò, solo un breve momento.
“Già, che testa dura.. Amante dei cavalli”
“Il significato del nome Filippo, amante dei cavalli”la prostrai per l’ilarità, meno male.
“Sempre peggio, vero?”Serissima, d’improvviso. “Ce la hanno tutti con..”
“Gli zar e il protetto della zarina..”Ovvero Rasputin.
“Perché?”
“Stanchezza, Olga, tanti non capiscono il perché la guerra continui.. E viene data la colpa a chi comanda”
“E’ orribile..” Sussurri nella sera di fine novembre.
“E fa venire l’ansia.. “Era tutto un complotto e un mormorio, avrei scommesso la mia fortuna personale che vi erano così tanti complotti che nessuno sapeva a chi dare retta.
Restammo in silenzio, poi mi posai la mano sul ventre, sempre piatto “L’inverno finirà, e .. andrà meglio, Catherine. Sperare serve a qualcosa, no, i soldati sono molti e valorosi, la guerra finirà..E poi ..”
“In estate .. sentirai che strilli”
“Scherzi sempre, tu. Anche su..” tuo figlio, che ti ha già cambiato.
“Sennò non sarei io ..”
Bonne chance, Felipe, a tojours” poi “Magari dillo al tuo caro consorte”
“ Lo sa, in via ufficiosa. “
“Eh..?”Poi ci richiamarono e tornammo alla partita di carte, avevamo scambiato quelle battute in una pausa di qualche minuto.
“Tu non hai remore..”
“Smack” le toccai  una spalla.
 “Il ciclo .. “Decodificò rapida.  E allibita.  “Non è possibile..” le sorrisi, ironica.
“Invece sì..”Sorrise, di rimando, esasperata.
 
 
 
   
 
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