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Autore: kamy    28/05/2017    1 recensioni
Nella seconda stazione di Daredevil, Elektra ci dice che le è stata insegnata danza, oltre diversi tipi di lotta.
E se la sua insegnante fosse stata una vedova nera? Se fosse Natasha Romanoff?
Partecipa alla fanfiction challenge II.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Sorpresa
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo  https://www.youtube.com/watch?v=TDK2RAxtg9g&feature=share.


Cap.5 Accordo stipulato


“Ti insegnerò anche ad uccidere in modo… perfetto. In cambio voglio una promessa da te” disse Natasha.

Elektra portò la tazzina candida, colma di caffè, alle labbra e sporcò la ceramica con il suo rossetto violetto.

“Dimmi e vedrai che non te ne pentirai.

Non vedo l’ora di vedere chi sei realmente” rispose.

Natasha finì di bere il proprio bicchiere di vodka e lo mise dentro il lavandino.

“Io e te siamo uguali, ne sono convinta. In questo modo ne avrò la prova. Abbiamo solo una gran voglia di ballare e di combattere” le sussurrò Elektra.

Natasha la guardò finire il proprio caffè.

“Elektra, io prima o poi dovrò andarmene. Questa per me…” disse e la voce le tremò. Osservò il seno appena accennato della giovane, che premeva contro la sua maglietta aderente.

< Ormai si è fatta una donna > pensò, avvampando.

“Lo so che è solo una copertura. E so anche che probabilmente te ne andrai proprio la notte del mio diciottesimo compleanno. Mio padre darà una festa, forse l’ultima, perché i suoi pessimi soci lo uccideranno a causa dei suoi continui errori” rispose Elektra, mettendo a sua volta la tazzina vuota nel lavandino.

“Anche questo lo hai dedotto dalle mie scarpe?” domandò Natasha con tono gelido.

Elektra ghignò.

“No. Ho visto la data sul biglietto che hai nascosto in camera tua” rispose.

< Tendi sempre a sottovalutarmi. Per te resterò sempre la ragazzina imberbe che riuscivi, in fondo, sempre a ingannare o zittire? > si domandò.

Natasha assottigliò gli occhi.

“Saresti stata una minaccia troppo grande per le vedove nere” le disse, mentre le sue iridi verde smeraldo diventavano più intense.

< Sono queste vedove nere che ti hanno impedito di avere figli? Nell’ultimo allenamento ho visto le terribili cicatrici al tuo ventre! > pensò Elektra. Strinse un pugno e conficcò le unghie aguzze, laccate di viola, nella carne della mano.

“Loro sono un’associazione ridicola. Temono l’essere donne, quando dovrebbero temere l’umanità stessa. Io mi ero alleata con coloro che potevano darmi l’immortalità, tanto per divertirmi in questo mondo di noia” sibilò. Afferrò la tazzina dal lavandino e alzò il braccio.

Natasha le bloccò il polso con un gesto fulmineo e le tolse la tazzina di mano.

“Fai questi discorsi, eppure in te vedo ancora l’innocenza di una ragazzina. Ti ho vista crescere, andando e venendo. In fondo tu puoi cambiare” disse, indurendo il tono.

Elektra abbassò lo sguardo.

“Riguarda questo la tua richiesta, vero?” domandò, con voce tremante.

Natasha annuì, rimettendo la tazzina nel lavandino.

“Voglio che cambi strana. Che usi ciò che t’insegnerò non per uccidere, ma per difendere” le confermò.

“Mi stai chiedendo di cambiare tutta la mia vita. Probabilmente dovrò anche scappare da quest’isola, perché la mano mi verrebbe a cercare” le rispose Elektra, con voce rauca.

“Quindi rifiuti?” chiese Natasha con tono altero.

Elektra negò con il capo e la guardò negli occhi.

“Assolutamente no. Però, potrei chiedere anche altro. In fondo non potrai allenarmi alla tua vera perfezione in maniera completa in così poco tempo” ribatté.

Natasha strinse le sue labbra piene e rosse.

“Cosa vuoi?” le intimò.

Elektra le sfiorò un boccolo vermiglio con una delle sue dite affusolate.

“Perché vedi del bene in me? Lo fai per affetto?

Voglio saperlo ti amo. Mi sei piaciuta da subito. Sono cresciuta pensando a quanto mi piacerebbe stare con me” le disse.

“Forse mi piaci, ma non sono abituata a capire questo genere di emozioni” rispose Natasha, passandole un dito sulla giugulare.

“Allora fammi avere un’unica notte, il giorno prima della tua partenza e il nostro accordo sarà ufficiale” disse Elektra.

“Affare fatto” rispose Natasha con tono distaccato.

  
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