Ombre di sole

Il cielo era abbracciato dagli ultimi raggi del sole che striavano la volta celeste con tenui pennellate color del fuoco, colorando le poche e soffici nuvole di una sfumatura rosata.

Due ragazzi, uno dai capelli che sembravano un pezzo di tramonto e l’altro con occhi blu come la notte, erano sdraiati nell’erba alta e fresca che ondeggiava lievemente al sospiro del vento.

I due ragazzi, con i gomiti che si sfioravano e il sole che ballava tra le ciglia, aspettavano il futuro, lì, sdraiati nell’erba.

“Kageyama…” il rosso si girò su un fianco e, testa appoggiata sulla mano e gomito ben piantato a terra, lo fissò.

“Mh, che c’è?” Tobio si mise nella stessa posizione dell’altro facendo frusciare i ciuffi di spighe dorate.

“Tu, ecco…ehm…” Hinata tirò un gran sospiro “…tu continuerai ad alzarmi la palla?”

Kageyama lo fissò stranito per un paio di minuti, non cogliendo il significato di quelle parole: glielo aveva già detto, no? Finché avrebbero giocato a pallavolo, loro due avrebbero tenuto sù la fama del micidiale alzatore e pericolosa esca.

Poi, come una doccia gelata ed improvvisa in pieno Dicembre, quello che l’amico voleva dire lo colpì in piena faccia: continuerai a stare con me?

Che stupido. Come aveva fatto a non capirlo Era così banale, che scemo.

Hinata lo stava guardando con quegli occhi d’ambrosia che parevano leggere il monologo dentro la sua testa.

 Aspettava una risposta.

Che cosa doveva dirgli? Perché quello scemo gli faceva simili domande? Stupido idiota.

Quanto lo odiava…

Kageyama si sporse in avanti, di pochi centimetri, abbastanza per far incastrare le proprie labbra con quelle dell’altro.

Fu un bacio improvviso, scoordinato, ruvido, che colse all’improvvisa entrambi ma,

Kageyama, pensò di non aver mai fatto niente di più giusto e bello.

Kageyama sentì il proprio stomaco scatenarsi in una danza insolita e il proprio cuore accelerare come se stesse correndo.

Kageyama si sentì bene, completo.

Si staccò poco dopo.

Hinata, con quelle gemme che aveva al posto degli occhi, lo guardava con le gote rosse e un piccolo sorriso timido che spuntava tra l’imbarazzo e lo stupore.

“Va bene come risposta?” si levò una leggera e dolce brezza che profumava di fiori.

“Sì” il sole aveva finito il suo tuffo verso l’altra parte e il cielo si stava macchiando di blu.

Hinata sorrise.

>>mio spazietto<<

Ehilà.

Inanzittuo, grazie per essere arrivati fin qua.

Ho scritto questa flashfic in un soffio, quindi non posso garantire se il risultato sia qualcosa di accettabile.

Volevo fare un qualcosa di per niente impegnato e pieno di miele, una cosina che potesse augurarvi una buona ultima (più o meno) settimana di scuola.

Un bacio,

zao