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Autore: LanceTheWolf    28/05/2017    3 recensioni
Questo Extra della storia 'Il Piano' vuole essere da parte di Mokuren un modo di mostrare anche il punto di vista di Opal che durante il racconto principale è stata una figura evanescente a cui non è mai stata data parola.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Asami, Korra, Mako, Opal
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Il Piano'
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Salve a tutti! Finalmente dopo diversi mesi una nuova storia scritta da Moku. ^___^

Questo Extra vuole essere da parte di Mokuren un modo di mostrare anche il punto di vista di Opal che nella storia ‘Il piano’ è stata una figura quasi evanescente a cui non era stata data parola.

Se amate particolarmente il personaggio di Opal e la coppia Bolin/Opal non vi consiglio di leggere questo racconto. L’autrice ci è andata giù pesante, in modo che il personaggio aprisse gli occhi su quanto accaduto e ritrovasse sé stessa. Ricordate tra l’altro che è una storia Yaoi e di conseguenza la coppia protagonista (Koraq e Mako) sono due uomini, quindi non dite che non vi avevamo avvisati.

Mentre per l’Extra precedente non era necessario raccontare gli antefatti questo senza potrebbe non essere capito correttamente, quindi eccovi un breve resoconto della situazione di partenza:
Koraq (l’Avatar) in passato aveva avuto una cotta paura per Bolin (a differenza di Korra), senza vietarsi diversi flirt (tra cui una breve storia con Asami) per affogare i dispiaceri. Un giorno trova, davanti la porta di casa, sua cugina Eska che gli chiede di aiutarla per riprendersi Bolin. La situazione tra Bolin e Opal era da tempo in crisi, ma i due ragazzi non sembravano accorgersene, non del tutto almeno, e questa consapevolezza spinge gli amici di sempre ad appoggiare i folli propositi della cugina dell’Avatar. Durante questo periodo Koraq si avvicina particolarmente a Mako istaurando con lui un rapporto più profondo e travolgente di quanto avesse mai potuto credere possibile. Il piano riesce e Bolin decide di rompere con Opal che però come succedeva ormai da mesi era irrintracciabile.

 
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Extra 2: Il ritorno di Opal
 

By Mokuren

 
"Oggi è decisamente una bella giornata." Pensò Mako mentre ascoltava il ciarlare di Koraq ed Asami seduti con lui a tavola.
L'unica cosa che avrebbe potuto rendere quella domenica migliore sarebbe stata la presenza di Bolin che però era a Cascata Bianca con Iroh, per il  progetto di rimettere in piedi i Furetti di Fuoco, e sarebbe mancato per una settimana. Spiò il piatto al centro della tavola che si andava rapidamente svuotando del proprio contenuto e fu felice di notare che, seppur inizialmente titubante nell'approccio alla cucina di Koraq, Asami aveva gradito le sua versione delle polpettine in salsa ed era ormai alla seonda porzione. Visto come se le gustava ed occhieggiava a quelle rimanenti nel vassoio da portata, sapeva che sarebbe arrivata al terzo. Che doveva dire, a lui piacevano sicuramente ed era contento di vedere l'espressione soddisfatta sul bel viso di Koraq al loro gradimento dei suoi sforzi. Era passata nemmeno una settimana dal loro trasloco in quella casa e Mako ne era talmente felice che più ci pensava più era convinto che il sacrificio di quei venti minuti in più per recarsi al lavoro ne valesse veramente la pena. Fu mentre si spostavano sul divano per prendersi comodamente un amaro che il telefono squillò e Koraq non si preoccupò neanche di alzarsi, utilizzando il dominio del metallo per portare a se la non troppo vicina cornetta.
-Pronto?-
Mako lo vide spalancare gli occhi dopo qualche secondo mentre un sorriso a trentadue denti si allargava sul suo viso.
-Ciao Opal!- Esclamò beatamente dichiarando al mondo chi fosse la persona al di là del filo.
Vide Asami spalancare gli occhi per la sorpresa e poi esibire un sorriso simile a quello del ragazzo al telefono mentre ammiccava verso di lui.
L'avatar da parte sua non perse baldanza. -Cosa ci faccio a casa tua? Primo questa è casa di Bolin, non tua, secondo qui io ci abito, differentemente da te.-
Il tono dolce dell'avatar era smentito dal suo sorriso soddisfatto e Mako ridacchiò tra se e se ricordando improvvisamente che Koraq era pur sempre un uomo dell'acqua, una creatura vendicativa, soprattutto se si faceva del male a qualcuno caro. 
-No mi spiace.- Continuò Koraq serafico. -Non posso passarti Bolin, sta facendo qualcosa di importante per se stesso, sai quelle cose che anche tu fai per te ma mai per lui. Ora ti lascio che sto giusto giusto organizzandomi una seratina romantica e non voglio rovinarmi l'umore parlando ancora con te. Ciao.-
Non appena la cornetta tornò al suo posto così come ve ne era stata tolta, Koraq scoppiò a ridere seguito da Asami e Mako ridacchiò nel vederli così ilari. Da parte sua aveva deciso semplicemente che la signorina Beifong non era degna di considerazione, come non esistesse, ma era felice di vedere che almeno era utile a far divertire due delle tre persone per lui più importanti al mondo.
-Koraq...ma lo sai che le hai dato ad intendere che la tua seratina romantica fosse con Bolin?- Chiese Asami non appena riprese fiato e l'altro scosse le spalle .
-Se l'ha pensato sono fatti suoi, non miei.-
-Questo però significa sicuramente che prima o poi la vedremo piombarci in casa, lo sai?-
Il ragazzo annuì. -Lo so...ma basta una telefonata a Tenzin per sapere quando sarà di ritorno. Dubito che la signorina lasci in sospeso le sue amate trattative.-
Asami parve pensarci su e poi il suo sguardo si puntò su di lui che ancora non aveva fiatato. -Mako...tu assomigli a Bolin...-
Si sentì di sorriderle. -Certo Asami, siamo fratelli.-
Il sorriso che le si allargò sul volto lo mise quasi a disagio. -Non hai capito, caro.... sarebbe carino se arrivasse qui e trovasse Koraq in "bollenti effusioni" con qualcuno che, magari in penombra, le possa sembrare Bolin....oltretutto se succedesse ora che Bo non c'è e lo andasse a dire in giro la prenderebbero per pazza, sapendo che tuo fratello non è a Città della Repubblica.-
"O santo cielo" Si trovò a pensare il signore del fulmine. "questo è un piano che mi sarei aspettato da Koraq, non da Asami....credo di aver sottovalutato il risentimento di Asami verso Opal per la maniera con cui ha trattato Bolin."
Stava per risponderle quando il suo sguardo si posò sul viso dell'avatar che li fissava ad occhi sgranati. -Kor?-
Invece di rispondergli il ragazzo scattò in piedi andando al telefono, non pensando nella sua furia nemmeno ad utilizzare, come poco prima, il dominio.
-Koraq, ma cosa...-
-Shh.- Lo tacitò questo con un sorriso dolcissimo mentre componeva un ben conosciuto numero ed aspettava lo scatto di risposta. -Ah ciao, Pema.... scusa il disturbo ma volevo sapere una cosa.... quando tornano i ragazzi dalle trattative nel regno della Terra?....Ah... questa sera? Perfetto.-
L'espressione sorniona che si dipinse sul volto di Koraq era come quella che gli aveva visto in viso innumerevoli volte mentre si accingeva a divorare i suoi dolci preferiti: di gioiosa anticipazione... un po’ come quella con cui lo guardava prima di abbracciarlo stretto e baciarlo, anche se, rispetto a quella di quei momenti di tenerezza che preludevano la passione, molto meno dolce.
L'avatar si volse dopo aver salutato e messo fine alla telefonata fissando negli occhi Asami con un sorrisetto che fece correre un brivido lungo la schiena di Mako, tanto era simile, in quel momento, a quelli della cugina.
-Sami...si può fare!-
La ragazza parve pensarci un attimo poi allargò a sua volta un sorriso beffardo alzandosi e ridacchiando. -Sì, si può fare!- Dichiarò a sua volta ed entrambi si volsero verso Mako che rimase interdetto un attimo. -In penombra.-  Esordì la ragazza. -E dobbiamo sistemargli le sopracciglia.-
Koraq annuì. -Sì...ma il mento...-
-Non preoccuparti, ci serve solo l'aria di familiarità generale. Basta trovare la posizione adatta.-
Il ragazzo annuì ancora e Mako si sentì di cercare di protestare. -Scusate ma io potrò dire la mia su cosa ne penso del vostro piano?-
-NO!- Risposero in coro i due lasciandogli già capire che non avrebbe potuto fare altro che sottostare ai loro progetti per quanto folli.
Sospirò mentre Kor ed Asami complottavano ridacchiando. Beh, almeno loro due erano allegri.
 
Asami sorrise mentre ripensava ai momenti appena passati. Sapeva che non era carino quello che avevano appena fatto ma il suo risentimento nei confronti di Opal era grande e non aveva resistito alla prospettiva di farle sentire un po’ cosa si provava ad essere abbandonati. Era stato tutto perfetto. Aveva sistemato le sopracciglia di Mako in modo da farle rassomigliare a quelle del fratello, almeno al buio, e lei e Koraq avevano deciso di lasciare che il ragazzo rivestisse una camicia, per quanto aperta, per quella pantomima, in modo da evidenziare l'apertura delle spalle e nascondere la struttura del ragazzo notevolmente più stretto di fianchi rispetto al fratello minore. Avevano studiato tutto nei minimi dettagli, lei e Kor, mentre Mako si limitava a subire quella situazione ma prestandosi al loro gioco. A ripensarci ora, dopo quella prima rimostranza, non aveva più fiatato, limitandosi a sorridere mentre li guardava ordire il loro piano malefico e sottomettendosi poi ad ogni loro richiesta.
“È proprio vero…” Pensò ridacchiando. “Mantieni un uomo del fuoco soddisfatto e si lascerà fare di tutto!”
Sapevano quando i ragazzi sarebbero tornati e quindi lei stessa si era appostata alla finestra fino a che non aveva visto la figura di Opal imboccare il vialetto a passo deciso e col volto adombrato di furia.
Chissà se le avevano già detto che le sue cose erano al tempio dell'aria?.
Naaa! Conoscendola la signorina non aveva dato tempo a nessuno di parlarle, troppo agitata al pensiero del "suo ragazzo" in dolci atteggiamenti con l'avatar.
Il tempo di avvisare i due ragazzi di posizionarsi e lei era già nel suo punto prescelto: l'armadio. Da lì, con le ante alla giusta angolazione, si vedeva tutto lo scorcio di letto e porta della stanza, il punto perfetto per vedere in pieno il viso di Opal.
Avevano abbassato la luce, lasciando la stanza illuminata solo dalla luna, mentre il salone, fiocamente illuminato da alcune candele, recava i segni di una cenetta romantica lasciata a metà...come ad intendere che i due a tavola avevano trovato di meglio che pensare a finire il loro pasto, passando a soddisfare un altro tipo di fame.  I due sul letto erano stati ineccepibili anche se dubitava stessero realmente "recitando" e quando la forma di Opal si era stagliata sulla porta il suo viso aveva assunto un’espressione tra l'orripilato e l'incredulo.
-Cosa diavolo state facendo?!- Aveva urlato facendo sobbalzare i due che, chiaramente, non stavano affatto recitando...non erano così bravi a fingere sorpresa.
Koraq, che era sopra al compagno l'aveva istintivamente coperto col proprio corpo, come a non volerle mostrare neanche il minimo centimetro quadrato di pelle e le aveva praticamente ringhiato contro afferrando una manciata di coperte, dando l'idea che volesse coprirci l'amato per poi alzarsi ad affrontare la ragazza. Un forte braccio fasciato ancora dalla camicia candida l'aveva afferrato in vita mentre l'altra mano si era protesa in un gesto verso la porta richiudendola, almeno agli occhi di Opal. In realtà Asami sapeva bene che era stato Kor a chiudere la porta agendo con il dominio del metallo sui cardini, visto che dal suo punto di osservazione aveva visto il gesto della mano nascosta. Qualche secondo in cui non si udì nulla, lasciandola con il fiato sospeso ad aspettare lo svolgersi degli eventi in snervante attesa. 
Asami aveva visto chiaramente la mano di Mako infilarsi nella ricca massa dei capelli color cioccolata e scostarli per poi mordere il collo di Koraq facendolo gemere... forte. Aveva osservato affascinata la schiena nuda dell'avatar tendersi, mentre una mano del suo incendiario la graffiava quasi a sangue strappandogli un altro gemito ancora più forte schiacciando poi il suo "assalitore" sulle coltri del letto con il proprio corpo e scivolandogli addosso in una sensuale carezza che aveva provocato una bassa risata in Mako, almeno fino a che Kor non aveva di nuovo catturato la sua bocca in un furioso ed esigente bacio.
A posteriori dovette ammettere che si era scordata quasi che ci fosse Opal dietro quella porta a quello spettacolo stimolante, almeno fino a che non sentì un singhiozzo disperato e passi veloci che si allontanavano. Aveva provato per un attimo pena per la giovane errante, ma la rabbia accumulata in quegli anni per il trattamento rivolto all'amico era stata troppa, veramente troppa.
Osservò Koraq massaggiarsi il collo là dove i denti acuminati dell'incendiario l'avevano morso e seppe immediatamente che l'effetto di quel gesto non era ancora passato a giudicare dal respiro irregolare dell'avatar e da un leggero rossore che gli colorava il bel viso che nulla aveva a che fare con l'imbarazzo, ma tutto con lo sguardo sorridente di Mako che lo guardava dalla sua posizione posato contro la testata del letto.
-Ti vedo un po’ accaldato, Koraq.-  
Asami si trovò a pensare che era ipocrita da parte del signore del fulmine quell'uscita quando era stata pronunciata con un tono di voce decisamente basso ed anche lui sembrava un tantino senza fiato.
-Sei uno stronzo.- Gli rispose l'avatar diretto facendo allargare il sorriso dell'altro.
-Forse...hai intenzione di punirmi?- La domanda fu posta con un tono talmente malizioso che Koraq non rispose a parole, accostandosi al compagno e tornando a baciarlo mentre si abbracciavano.
"Ok, si sono dimenticati di me." Si trovò a pensare Asami divertita mentre li guardava stringersi e le mani vagavano sui corpi muscolosi.
Sospirò appena sentendosi riaffiorare alla mente un periodo in cui le attenzioni di quelle due meraviglie maschili erano sue..."No, Asami, non pensarci ." Si disse con un mezzo sorriso. "Sono due dei tuoi tre più cari amici e non devi fare altro che essere felice se sono felici."
Ed era vero, erano veramente felici e lei era in pace con il mondo per questo, per loro due e Bolin. E per se stessa... beh, c’era sempre Iroh a corteggiarla ed essere corteggiata dall'affascinante principe del fuoco, che a suo dire e senza falsa modestia, non mancava a sua volta di spasimanti, era soddisfacente per il suo orgoglio.
Un gemito accorato la riscosse dal pensiero di quegli occhi dorati che la guardavano con dolcezza ed Asami si ritrovò ad osservare i due amici rotolare sul letto con Mako che finiva per sovrastare Koraq.
Un sorrisetto bieco si fece largo sul suo viso. Il fatto che fosse felice per loro non significava che non poteva prendersi le sue piccole soddisfazioni. Un fasullo e forte colpo di tosse li fece sobbalzare sul letto e volgere a guardarla. Le loro espressioni erano talmente sorprese ed imbarazzate che non trattenne una risata.
-Vi eravate dimenticati che c'ero anche io, eh?- Chiese senza aspettarsi risposta e difatti i due non proferirono parola, limitandosi a sospirare con il viso paonazzo non solo d'imbarazzo.
 
Era lunedì mattina e Koraq si stiracchiò nella sua posizione, seduto in terra e posato contro il fianco di Naga. Era una bella giornata ed anche se il suo corpo era rilassato, mentalmente stava decidendo cosa preparare per pranzo, soli lui e la cagnolona, e cosa per cena, per se e Mako. Stava giusto ponderando i meriti di una zuppa con brodo di carne un po’ speziata, tanto per far felice il suo incendiario, quando la vide entrare scavalcando la recinzione e puntando verso di lui con sguardo cupo.
-Con chi diavolo eri ieri nel mio letto!-
Koraq si sistemò meglio contro la sua fidata amica e la squadrò con calma, per nulla impensierito da quel tono. -Ciao anche a te, Opal. Non pensavo ti dimenticassi così facilmente le più basiche buone maniere.- Il tono era tranquillo ma il rimbrotto era chiaro e lei dovette accusare il colpo, vista la sua espressione ancora più scura.
Nonostante questo non si perse d'animo. -Ti ripeto, Koraq: con chi diavolo stavi fornicando nel mio letto?!-
Il sorriso di Koraq si allargò. -Non stavo fornicando, Opal. Stavo facendo l'amore con l'uomo che amo. Sai quella cosa che tu non fai mai con Bolin? Ecco, proprio quella.-
La ragazza arrossì. -Che dici?! Quello che facciamo o non facciamo con Bolin non è affar tuo! Tu piuttosto: perché mi hai dato ad intendere che eri con il mio ragazzo? Aspetta che gli racconti tutto, vedrai che si arrabbierà stavolta, altro che difenderti a spada tratta!-
Koraq non ce la fece, scoppiò in una leggera risata al pensiero di quello che aspettava Opal  al momento della sua prossima conversazione con Bolin. Alzò un dito a zittirla vedendola aprire bocca indignata. -Primo. Non ti ho mai detto che avessi una serata romantica con Bolin, le tue paure sono solo nella tua mente. Secondo...non ti sei resa conto del cambio di mobilio? Quello non è il tuo letto, e se anche non avessimo cambiato tutti i mobili non lo sarebbe più comunque e lo sapresti se avessi chiamato Bolin prima che partisse per Cascata Bianca. E se non te lo hanno ancora detto, mia cara, tutti i tuoi effetti personali e le cose che hai comprato tu, sono nel magazzino del tempio dell'aria.-
La vide spalancare gli occhi a quelle parole. -Come al tempio dell'aria...perché?!-  
Lui si limitò a scrollare le spalle. -Deciditi a chiamare Bolin e lo saprai.- Disse solo reprimendo il desiderio di sbattergli in faccia la decisione dell'amico, sapendo che era giusto fosse lui a farlo.
-Mi vuoi far credere che il mio ragazzo mi ha sbattuta fuori casa?!-
Koraq si stirò come un gatto, come a darle l'impressione di non considerarla affatto e poi le rivolse un sorrisetto. -Chiama Bolin.- Le disse solo deviando lo sguardo verso il cielo come a sottolineare ancora la sua incuranza alla sua presenza cosa che, come si aspettava, fece esplodere la ragazza.
-Ma come ti permetti!- Sbottò la giovane paonazza in viso per la rabbia. -Non ho nulla da dire con il mio ragazzo, ma con te! T'infili non so come in casa mia, cambi i miei mobili, ti porti chissà chi in spazzi non tuoi e poi hai anche il coraggi di trattarmi con sufficienza?! Tu chi ti credi di essere per parlarmi così, per giudicare la mia vita senza sapere nulla e di metterti tra me ed il mio ragazzo?! Ho sempre saputo che lo volevi ma questo è troppo!-
Koraq si trovò di nuovo a ridere spiazzandola non poco. Aveva amato molto Bolin ma quello che ora condivideva con Mako era qualcosa di talmente magico e speciale che il resto scoloriva al confronto e la convinzione di quella patetica ragazzina lo divertiva da morire. Si sentiva bene dopo tanto tempo, allegro e sollevato, felice per se stesso e per Bolin e questo lo faceva sentire in pace con il mondo. -Non ti nego che ho avuto una paurosa cotta per lui, Opal. Ma la gente matura. Non mi ha mai considerato da quel punto di vista e quindi mi sono rassegnato ad essere solo il suo migliore amico. Siamo come fratelli.-
"E non sai quanto è vera questa affermazione." Pensò tra se e se mentre sorrideva al pensiero.
-Vuoi veramente che me la beva? Tu lo vuoi per te!-
Il sorriso di Koraq si allargò, cosa che la fece scurire ancora di più. -Come ti ho già detto: le tue paure sono solo nella tua mente. Hai finito di tediarmi? Io e Naga stavamo facendo un pisolino prima di andare a fare la spesa.-
La ragazza mosse un passo verso di lui. -Io ti sto tediando? Tu ora prendi le tue cose e te ne vai da casa mia!-
-No.- Fu la serafica risposta del ragazzo lasciandola allibita.
-No?-
-Questa è casa mia, Opal. Bolin ha offerto a me e suo fratello di venire ad abitare con lui e noi abbiamo accettato. Solo Bolin, che è il proprietario di casa, può cacciarmi.- 
La ragazza impallidì. -Bolin...ma io gli avevo detto...che...- 
Lui le rivolse il più smagliante dei sorrisi. -Te l'ho detto, Opal. Chiama Bolin e parlane con lui se non ci credi. Anche perché sono più di due mesi che non lo chiami, ne avrete di cose da dirvi.-  
-Non so cosa ti abbia detto Bolin ma io sono impegnata!-
-Così impegnata da chiamare quasi tutti i giorni Tenzin ma una o due volte ogni due mesi il tuo ragazzo?- Le chiese con una nota di irritazione nella voce e la vide trasalire.
-Come fai a sapere queste cose?-
Solo in quel momento Koraq si sentì veramente crucciato...possibile che la ragazza non se ne rendesse conto?
-Opal...tu come errante fai rapporto a Tenzin, ma Tenzin fa rapporto all'avatar, a me.- Al vederla presa in contropiede continuò. -Non mi dire che non ti sei mai resa conto che gli erranti dell'aria stanno partecipando alle varie ambascerie come rappresentanti dell'avatar? Tu lavori per me e Tenzin mi fa rapporto della situazione almeno due volte a settimana.-
La ragazza sembrò perplessa a quell'informazione, come se non sapesse come prenderla. -Che ne saprai mai di delicate trattative? Tu e Bolin siete due bulldozer.-  
Koraq fece forza su se stesso per non perdere il buon umore a quell'uscita stizzita e sollevò un sopracciglio. -Sono ben cosciente di non essere stato un gran contrattatore in passato, Opal, ma la gente matura, come ti ho già detto. Certo è che non posso essere in ogni luogo in cui serve una mediazione di un qualche tipo.- La redaguardì con tono neutrale. -Ma noi stavamo parlando del mio essere qui dove non mi vuoi, non del mio ruolo di Avatar e del tuo come mia ambasciatrice.- Aveva volutamente sottolineato con l'inflessione della voce quel "mia" per ricordarle ancora una volta che era l'avatar, non un suo qualsiasi conoscente e che stava cominciando a diventare offensiva. -Fattene una ragione, Opal: Io Bolin non lo voglio. Ho un compagno e sono felice con lui. Sei tu che invece devi spiegarmi se sei felice con Bolin.- Rincalzò di colpo rimanendo il più pacato possibile per non far apparire quella domanda come un attacco, che non voleva essere. Era sinceramente curioso di sapere che girasse per la testa di quella che un tempo era stata una sua amica.
Lei strinse le labbra. -Che c'entra ora la mia felicità? Che cosa vuoi da me?-
Koraq sapeva che avrebbe dovuto rimanere calmo ma quelle parole guardinghe gli fecero rompere gli argini di una rabbia covata troppo a lungo, nel vedere una persona cara come era sempre stato Bolin soffrire, ma anche nel vedere un amica scomparire dietro un viso arcigno che non riconosceva più. -Cosa voglio? Semplice: io voglio che mi ridai la mia amica Opal!- Le esplose contro con veemenza lasciandola talmente allibita da fare un passo indietro e portarsi le mani al viso come per difendersi. Rialzandosi a fronteggiarla, Koraq continuò imperterrito. -Voglio sapere dove hai nascosto quella dolce ed un po’ timida ragazzina dagli occhi gentili. Sai quella che riuscì a far ragionare e parlare sua zia e sua madre, che ascoltava le opinioni di tutti e ricercava i fatti prima di farsi un’opinione propria. Quella che si confidava con i gemelli e rideva delle loro battute invece di uniformarsi alla massa e ritenerli degli idioti. Quella che era seria e dura solo quando qualcuno faceva del male ad una persona cara. Quella che quando guardava Bolin arrossiva appena e sorrideva con amore nei suoi occhi. Quella che trovava sempre un attimo per le persone care, pur rimanendo seria ed affidabile per le questioni importanti. Dov'è finita la nostra Opal? Perché io non la vedo più da anni e mi manca, che tu ci creda o no. Mi manca quella mia cara amica alla quale, pur amandolo, avevo accettato di affidare la felicità di Bolin, proprio perché quando lo guardava aveva una luce particolare nei suoi occhi solo per lui. Quella luce si è spenta da tanto di quel tempo che non mi ricordo più quando me ne sono reso conto. Santo cielo Opal...lo stai trattando come un oggetto da spolverare solo quando non hai nulla di meglio da fare, te ne rendi conto?- Si sentì un nodo alla gola nel vedere i suoi occhi sbarrati inumidirsi mentre i dentini candidi trattenevano il tremolante labbro inferiore ma era troppo tempo che voleva esprimere quello che sentiva dentro per fermarsi ora. -Quelli che tu percepisci forse come tentativi di prendermelo erano i miei tentativi invece di stargli vicino da vero amico. Perché diciamocelo, Opal, lui è quello che più di tutti ha sopportato il tuo cambio di atteggiamento. Ha sopportato le tue sfuriate, la tua improvvisa chiusura mentale, il tuo farsi opinioni basate su tue supposizioni senza appurare fossero vere, le tue manie, come quella di temere che tutti stessero cercando di portartelo via, addirittura anche Mako. Perché io non posso credere che non ti eri accorta che quel sorriso solare di cui mi avevi confidato di esserti innamorata non brillava più come un tempo. L'hai visto spegnersi a poco a poco ed invece di esaminare la situazione da tutti i punti di vista possibili, hai dato per scontato che in un qualche modo bizzarro il problema eravamo noi ed andavamo eliminati dal tuo piccolo mondo rosa e perfetto che di colpo non era più tale.- Koraq si trovò ad ansimare mentre Opal si portava entrambe le mani a coprirsi la bocca con le spalle che tremavano di singhiozzi trattenuti. -Come diavolo hai fatto a non renderti conto che eri tu che lo stavi spegnendo?- Le mormorò con dolore nella voce mentre lei scuoteva il capo come a negare le sue parole. -Come, Opal.- Continuò lui implacabile. -Come puoi aver fatto tanto male all'uomo che hai sempre affermato di amare? Spiegamelo ti prego perché non riesco a capirlo.- Quella domanda accorata sembrò quasi  averla colpita come una sassata perché sussultò violentemente arretrando per poi voltarsi e fuggire.
Koraq si portò una mano al viso ad asciugare le lacrime che sentiva scorrergli sulla pelle per poi avvertire quella morbida testona che gli si strusciava contro un braccio e sorridere alla sua Naga, anche se dubitava fosse un sorriso pieno. Abbracciò la sua pelosa amica traendo conforto dalla sua presenza al suo fianco, come sempre. -Mi sa che ho rantolato senza un filo logico, Naga...che dici...posso sperare di averle aperto gli occhi? Che almeno pensi a ciò che le ho detto?- L'unica risposta fu una leccata in faccia ed uno scodinzolio che riuscirono a calmarlo in qualche modo.
 
Era tardi, lo sapeva, ma continuava a fissare quel telefono con un peso sul cuore che le impediva quasi di respirare tanto era doloroso. Erano passati due giorni dal suo incontro con Koraq, due giorni in cui non aveva fatto altro che ripensare alle parole del ragazzo, quelle parole che l'avevano colpita come frustate perché aveva guardato in quegli occhi blu mentre venivano pronunciate e non vi era ombra di falsità in loro. Solo il ricordo di quegli occhi pieni di dolore da traboccare insieme alle lacrime le faceva già male, ma ancora di più le conclusioni alle quali era arrivata spinta da quelle e da quelle parole. Era vero. Guardandosi indietro riusciva a vedere esattamente tutto quello che Koraq le aveva detto, quello che non era stata capace, o non aveva voluto vedere, di quegli anni passati, come se Koraq avesse strappato via un velo dai suoi occhi per lasciarle vedere, finalmente, l'assurdità del proprio comportamento. Da quando non ascoltava più nessuno, se non le sue sciocche ed infondate conclusioni? Da quando era diventata quella persona che non accettava più le idee altrui ed anzi, se non si conformavano alle proprie le definiva pure stupide? E Bolin...il suo amatissimo testone aveva sopportato veramente il peggio di lei in quegli anni, sempre fedele, ma sempre più spento...e sì, nella sua vanagloria il problema non poteva essere lei, doveva essere qualcun'altro, sicuramente, ed era stato facile prendersela con Koraq, che sapeva innamorato del dominatore della Terra, e di riflesso di tutti quelli che giravano intorno a Bolin. Mako era suo fratello, un rapporto intensissimo che la spaventava tanto era saldo ed Asami...come non essere gelosi di Asami Sato? Il suo cervello si era trovato mille motivi per giustificare il suo bisogno di allontanarli ma la realtà era una sola: aveva cercato di monopolizzarlo, di isolarlo perché lei fosse l'unico centro del suo mondo e nel farlo l'aveva quasi distrutto. Bolin viveva della compagnia delle persone care, allontanarlo da queste, dai suoi affetti e dai suoi interessi, l'aveva spento, come diceva Kor, giorno dopo giorno. E lei non riuscendo a vedere la realtà ed odiando il fantasma dell'uomo che amava, se ne era allontanata, perché stava male e non riusciva a vedere che era lui quello che soffriva di più.  Come diavolo aveva fatto a non rendersene conto? Come?!
Sospirò per cercare di calmarsi e tornò ad osservare prima quel rettangolino di carta che stringeva in mano, poi il telefono. Bolin aveva lasciato per lei quel recapito di Cascata Bianca ma la ragazza non se la sentiva di chiamare, anche se doveva farlo. Ormai immaginava quale sarebbe stato l'argomento del giovane e pur aspettandoselo, e sapendo di meritarselo, non era certo facile chiamare l'uomo che ami, sapendo di avergli fatto male tanto da decidersi a lasciarti.
Fece una smorfia. "Avanti Opal" Si disse con un sospiro. "Sei stata capace nella tua vanagloria di insultare l'avatar ed al contempo di ferire un amico, di fare del male alla persona che ami...puoi riuscire ad accettare con dignità le conseguenze delle tue azioni."
Un altro profondo sospiro e la sua mano afferrò saldamente quella cornetta. Il primo trillo, il secondo, il terzo...poi quella voce impastata di sonno le fece venire da piangere, tanta era l'emozione di sapere che il suo proprietario non era più suo, che non le avrebbe mai più sussurrato quelle dolci sciocchezze per farla sorridere, che non l'avrebbe più stretta a se...
"Basta." S'intimò da sola. "Stai raccogliendo quello che hai seminato, Opal Beifong, niente di più, niente di meno."
-Bolin, sono Opal. Dobbiamo parlare.- L'attimo di silenzio, sentendosi come un condannato in attesa della sentenza, ma sapendo che, anche se faceva male, dovevano uscire da quel limbo nel quale erano sprofondati a causa sua.
"Per arrivare al giorno non vi è altra via che la notte." Aveva detto un qualche poeta del passato e lei sperava che il giorno che sarebbe venuto dopo questo dolore sarebbe stato radioso, per tutti.

 

 

 

 
   
 
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