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Autore: Lerenshaw    29/05/2017    3 recensioni
Vi siete domandati com'è la vita privata dei nostri idol preferiti? Bene, eccone qui uno scorcio.
Raccolta di one-shot comiche/demenziali.
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La regale merenda del conte di Permafrost era un’abitudine ormai nota a tutti i membri dei Quartet Night e non. In particolar modo, chi conosceva meglio di tutti i dettagli della stessa era Cecil, kohai e lacché —anche se detestava esser definito così— di Camus. Per sua sfortuna, sin dopo l’inizio della loro allegra convivenza nel Master Course, il generoso conte lo aveva incaricato dell’onore di preparargli i pasti e le bevande, oltre che affidargli numerosi altri compiti.
Quella fastidiosa routine andava avanti da parecchio tempo, raccontava il giovane ai suoi compagni, e non sapeva più cosa fare per sfuggire a quel destino. Tuttavia, nonostante il forte dispiacere che avevano manifestato singolarmente gli STARISH, nessuno aveva proposto una soluzione concreta né si era premurato di verificare la situazione nel periodo seguente.
Così, dopo lunghi anni di schiavitù, a cui nemmeno Chang era riuscito a sfuggire, Cecil decise di ricorrere al suo piano segreto e far sì che Camus lo “licenziasse in tronco” definitivamente. E se nemmeno quel tentativo avrebbe giovato... nyaaaaa, dannato conte! Lo avrebbe trasformato in un ghiacciolo e rispedito nel suo gelido paese!
 
Dunque, venne l’ennesimo giorno in cui il freddo Camus richiamò l’attenzione di Cecil e parlò, attraverso il classico e criptico schiocco di dita. Cecil rispose con un’espressione palesemente infastidita, sebbene ghignasse dentro di sé. Perciò, s’incamminò in cucina a preparare del té, del dolcissimo té alla vaniglia, e una fetta di crostata di mele, mettendo sul vassoio anche un piattino con almeno dieci zollette di zucchero — Camus le avrebbe costrette a fare un tuffo nella tazzina di té, più tardi. Quando il vassoio fu pronto, il ragazzo tornò in salotto, dal finto intellettuale intento a leggere un libro in tedesco (tutta scena, diceva Cecil: quello, di tedesco, non ci capiva un’acca! Figurarsi se doveva comprendere un libro dal titolo “Also sprach Zarathustra”!), posò il vassoio sul tavolino e attese che l’altro dicesse qualcosa; ma niente. Perciò, intuì che poteva dileguarsi e riprendere a fare le sue cose.
 
Dopo dieci minuti il conte alzò lo sguardo e fissò la tazzina di ceramica poggiata sul vassoio. Era ancora fumante. Riprese a leggere ancora un po’ e ripeté il processo dopo cinque minuti. Quando gli parve di non vedere più il fumo sollevarsi dall’orlo della tazzina, chiuse il libro e lo poggiò sul tavolino. Poi prese una zolletta di zucchero, la esaminò, mugugnò un suono di approvazione e la inzuppò nel liquido scuro all’interno della tazza, osservando come si scioglieva, granello dopo granello, prima d’un intenso candore, poi marroncino e poi... più nulla!
Lasciò che anche le altre nove zollette di zucchero facessero la stessa fine, rammaricandosi del fatto che quell’ignorante di Aijima non avesse abbondato col numero; dopodiché, lasciò scivolare l’indice all’interno del manico e strinse la presa attorno allo stesso, sollevò la tazza e se la portò sotto il naso. Inspirò con gusto l’odore di vaniglia proveniente dal liquido, mentre le labbra si espandevano in un sorriso. E infine, accostò la tazza alle labbra e lasciò che il dolce liquido scuro gli bagnasse le papille gustative.
 
Nel giro di pochi secondi si poté udire il rumore di un oggetto fragile infrangersi contro il pavimento, a cui seguì un urlo. “AIJIMAAAAAAAA!” tuonò il conte, percorrendo il salotto a grandi falcate e facendo riecheggiare il rumore che la suola delle sue scarpe produceva a contatto col pavimento, come una frusta che mette a segno un colpo.
Ma Aijima, furbacchione e monellaccio, si era abilmente nascosto nella stanza per osservare la scena e farsi due risate. Oh, si stava letteralmente sbellicando dalle risate nel vedere il conte lasciarsi cadere di mano la tazzina e urlare come un forsennato! Eh sì, perché quel té alla vaniglia era in realtà té alla vaniglia speziato col peperoncino, una piccante novità per l’amante dei dolci quale era Camus. E infatti, questi non sembrava aver gradito molto la cosa. Ma ancor più impagabile era vederlo disperarsi in cerca di acqua o di qualcosa che potesse acquietare il senso di bruciore; e lui di proposito non gli aveva portato il bicchiere d’acqua!
Nel frattempo, Camus aveva incrociato la bella compositrice che sembrava andargli incontro con qualcosa. La ragazza gli porse la tazza che aveva portato su un vassaio e il conte, senza farselo dire due volte, la afferrò e bevve tutto in un sorso. Ma nemmeno quella bevanda sembrò farlo stare meglio.
“Dannata donnaaaaaaaaa!” urlò quello, mentre dagli occhi scappavano delle piccole lacrime. “Ma cosa ti è saltato in mente?!”
Nanami, spaventata, lo fissò per qualche secondo finché il conte, tra una bestemmia e l’altra, le domandò delle spiegazioni. “Ma è stato Cecil-kun a dirmi che volevi del caffé”.
Cecil-kun. Ovvero, Aijima.
I suoi gelidi occhi azzurri scrutarono il volto della ragazza con un’occhiata minacciosa.
“Sparisci dalla mia vista, ignorante, o giuro che congelo anche te!”
La poverina, ulteriormente spaventata dalla minaccia, si lasciò cadere il vassoio per terra e dopo aver indietreggiato di qualche passo, se la diede a gambe levate, ogni tanto rischiando di cadere a causa del piccolo tacco delle scarpe che non le permetteva una buona andatura.
 
Nelle ore seguenti Camus, che intanto aveva recuperato il suo scettro regale, prese a mettere a “ferro e ghiaccio” tutto il Master Course, chiamando il nome di Aijima più e più volte ed invitandolo ad uscire allo scoperto. Tutti i tentativi dei baldi giovanotti, gli STARISH e i rimanenti QUARTET NIGHT, fallirono a causa della potente magia del conte, il quale li aveva trasformati in sculture di ghiaccio.
Solo Cecil poteva contrastare quella magia, ma, dello showdown tra i due nobili, ne parleremo un’altra volta. Forse.


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Ciao a tutti!
Finalmente ritorno con una nuova storia di Utapri (siccome non avevo altre storie da scrivere in questo fandom...), comica/demenziale perché è un genere che amo e si presta benissimo a questa serie! Per chi se lo chiedesse, ho eliminato Utapri WARUDO perché questa la rimpiazzerà definitivamente. E' più facile lavorare a una raccolta di oneshot, anziché pianificare un'intera storia, no? E quindi, ecco a voi una versione comica di quanto succede nelle vite di STARISH, QN e non solo.
Spero vivamente che la storia possa piacervi. Naturalmente, un grazie a tutti coloro che leggeranno e/o recensiranno!
Alla prossima~
   
 
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