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Autore: SaltVinegar    30/05/2017    3 recensioni
Harry/Louis
Louis è seduto su una poltrona, accanto ad una finestra.
Il sole illumina il suo volto, e quelle ciglia arrivano quasi a disegnare ombre sugli zigomi incavati.
Ha una chitarra tra le mani.
E' completamente perso nel suo mondo.
Ed Harry non l'ha mai visto più bello di così...
o forse sì.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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You bring me Home.

 

I raggi di sole aranciati del tramonto filtrano attraverso la finestra aperta, lasciando delle ombre tutt'intorno. Non si cura delle ombre, lui, però. Sta guardando qualcosa, sta guardando qualcuno.

Gli hanno sempre detto che quando lo osserva ha quello sguardo.

Può sentirlo anche lui, in realtà: quando lo guarda, non importa che cosa l'altro stia facendo o con chi stia parlando o ancora cosa stia dicendo, sente un calore all'altezza del petto.

Gli avevano sempre parlato dell'anima gemella, e lui ci aveva sempre creduto, da inguaribile romantico e amante delle classiche commedie americane.

Eppure.

Eppure ogni volta è capace di stupirsi.

Perché non importa in quale momento lo stia guardando. Può essere arrabbiato, nervoso, frustrato, o ancora felice, sorridente, esitante, preoccupato. Quando lo guarda, sa che quello è il suo posto nel mondo. E' esattamente dove dovrebbe essere, dove vorrebbe sempre tornare.

I raggi del sole disegnano delle ombre sul volto di Louis. Ha i calzini ai piedi, una tuta sgualcita ed una t-shirt nera che Harry è sicuro un tempo fosse sua, data la lunghezza delle maniche. I piccoli denti bianchi mordicchiano leggermente il labbro inferiore e le piccola dita della mano destra pizzicano le corde della chitarra. Con la schiena appoggiata alla poltrona e i piedi appoggiati davanti a sé, Louis Tomlinson sta suonando.

Harry si ritrova a sorridere leggermente, senza nemmeno sapere perché.

Non suona niente di particolare, ripete quei pochi accordi che lui stesso gli ha imparato e canticchia qualcosa a bassa voce, una melodia che Harry non riconosce.

E' bellissimo.

Potrebbe rimanere ad osservarlo per ore intere, forse per tutta la vita, bearsi di quella vista e semplicemente sentirsi a casa.

E' assorto tra i suoi pensieri, preso dalla chitarra e forse da quella melodia che sta componendo, perché si è dimenticato la tazza di thè con un piccolo goccio di latte, probabilmente ormai freddo, appoggiata a terra accanto alla poltrona sulla quale è seduto. Harry vorrebbe tanto sapere quello a cui sta pensando, ma da un po' di tempo ha imparato a non chiedere.

Non parliamo abbastanza.

Ne è consapevole, quel pensiero gli si insinua subdolo nella mente ogni volta che lo osserva da lontano, pensieroso.

Non parlano abbastanza.

C'era un tempo in cui avrebbe potuto capire i suoi pensieri solo osservando la piccola ruga d'espressione che si formava tra gli occhi azzurri. E se non l'avesse capito, Louis sarebbe stato pronto a dirglielo, a spiegarsi. Non esistevano segreti, tra loro due, perché avevano sempre avuto quel grado di complicità e di intimità che consentiva loro di essere completamente aperti: sinceri, anche nelle loro paure.

Harry lo guarda, adesso, lo osserva, cercando di captare il significato di quel labbro che si arriccia leggermente. Vorrebbe chiedergli 'Lou, parlami, cosa c'è che non va', ma ha capito che quel silenzio è confortevole. In quella casa, al lontano dai riflettori, dai fan, dagli amici e anche dalla famiglie, possono fingere che vada tutto bene, che siano ancora quei due ragazzini catapultati in un mondo fatto di bugie e segreti, fatto di finte ragazze da copertina e di verità soffocate tra le labbra. Non era bello, osservare Louis uscire ogni sera e tornare tardi, ancora sbronzo. Ma era meraviglioso sentirlo sospirare contro i suoi ricci mentre lo abbracciava da dietro, i piedi freddi tra le sue caviglie e la piccola mano ancorata al suo stomaco.

Harry si concede un piccolo sorriso amaro, al pensiero, mentre abbassa lo sguardo su quel taccuino dalle pagine ancora bianche. Nonostante i problemi, le paure e le insicurezze, non avevano mai smesso per un solo istante di essere loro.

Ma adesso.

Adesso non lo sa, quello che sono diventati.

Appoggia la penna sul taccuino, distogliendo l'attenzione da Louis.

Louis, che ha imparato ad amare quando era ancora un ragazzino con la frangia piastrata e vestiti improponibili. Louis, che l'ha sempre protetto, a costo della sua stessa reputazione, a costo di tutto quello che il mondo avrebbe potuto pensare. Che l'ha amato, l'ha preso sotto la sua custodia, l'ha cresciuto. Louis che gli ha sempre permesso di essere un po' più libero, che gli ha permesso di mostrarsi al mondo in minima parte per quello che è davvero.

Le parole vengono fuori da sole, dalla penna.

Non è niente di programmato.

Jeff potrebbe addirittura bocciarla.

Had another talk about where it's going wrong.

But we're still young...

E' automatico, il gesto compiuto dal suo braccio e dalla sua mano. Non ha nemmeno bisogno di tracciarne il contorno con gli occhi per farlo con i polpastrelli. C'è Louis nella sua pelle, in qualsiasi tatuaggio impresso a vita in lui. C'è Louis nella sua mente, prima ancora che nell'inchiostro.

We don't know where we're going but we know where we belong

E' da Louis che ha sempre bisogno di tornare, ancora più che desiderio. E' da Louis che vorrebbe farsi proteggere per tutta la vita, da lui vorrebbe farsi continuare a sentire amato, e capito, rispettato.

Sweet creature...

Sorride involontariamente, riportando alla mente lo sguardo quasi esasperato del ragazzo a quel soprannome.

When I run out of road... You bring me home.

“Che scrivi, Haz?”

Harry sussulta leggermente, preso alla sprovvista.

“E' una canzone.”

La sua prima canzone. La prima canzone del suo album.

Parla di te.

“Non vedo l'ora di sentirla.”

Harry sorride, alzandosi dalla sedia dove è seduto. E' scalzo, mentre si avvicina al ragazzo di fronte a lui. Louis accenna un sorriso, togliendo la chitarra dalle gambe ed appoggiandola a terra. Accarezza un fianco ad Harry, appoggiando i piedi a terra quando il più piccolo si siede sulle sue ginocchia.

Sente la mani di Louis stringere i suoi fianchi, e la fronte appoggiarsi al suo petto. Respira piano, contro il battito fin troppo rumoroso del suo cuore. Gli lascia un bacio tra i capelli lisci, ancora profumati dell'ultima doccia fatta pochi minuti prima.

Rimangono in silenzio per quelli che sono minuti interi.

E' un silenzio confortante.

Ma a volte questi silenzi sono sopravvalutati.

Le lunghe dita inanellate accarezzano la guancia di Louis, dove c'è ancora un accenno di barca. Traccia il contorno della mascella con i polpastrelli, accarezzandolo esattamente come se fosse fatto di porcellana.

“Lou...”

Louis alza lo sguardo, e il dolore disarmante negli occhi azzurri è tutto ciò che Harry riesce a distinguere. Come riflesso automatico, sente il respiro farsi pesante, la gola chiudersi leggermente. Ha imparato a controllarsi, a non far trapelare nulla, a non lasciarsi andare a quella tristezza logorante che lo faceva piangere in camera da letto, da solo, stringendo un cuscino in assenza di quel corpo che aveva imparato ad amare.

Louis non la vede, quella tristezza.

Forse ha imparato a conviverci.

Forse Harry è diventato un attore troppo bravo.

“Cosa?”

Parlami.

“Io...”

Qualunque cosa ti passi per la testa, possiamo affrontarla.

O forse non sono più forti come credevano di essere.

Forse li distruggerebbe.

E senza Louis nella sua vita, che cosa gli rimarrebbe?

Anche al suo telefono mancherebbe, se decidesse di smettere di telefonargli.

Prende un respiro, abbassando il viso e le labbra a quelle del ragazzo. Sono piccole, morbide, calde ed avvolgenti. Non ha mai avuto bisogno di nient'altro. Louis lo guida in quel bacio, andando a stringere leggermente i capelli ormai corti. E' un bisogno che diventa disperato.

“Ti amo. Io ti amo, Louis. Ti amo da impazzire.”

Per un momento, la tristezza, negli occhi azzurri, lascia lo spazio alla felicità.

“Ti amo.”

Va bene così, decide Harry. Per il momento va bene così.

Finché avrà Louis, avrà sempre un posto, nel mondo, che gli appartiene.


****

Lo so, è una sciocchezzina, ma avevo l'ispirazione, e Giadi ( ❤ ) mi ha dato il via, quindi ecco qua.
In attesa di qualcosa di più serio che è in lavorazione, giuro!
Vi voglio bene.
E se mi lasciaste una recensione, negativa o positiva che sia, mi farebbe piacere.

Lae.

 

  
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