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Autore: Majin86    30/05/2017    1 recensioni
Suga ha 19 anni e torna in Corea dopo tre anni trascorsi negli Stati Uniti dopo essere scappato dalla sua casa nella cittadina di Daegu, con dubbi e domande nella testa, ed informazioni da dare a sua madre, apparentemente l'unica parente rimastogli.
In un mix di intrighi e strani casi, Suga scoprirà di far parte di una lista nera creata dal governo americano e coreano per un esperimento, che secondo gli scienziati darà inizio ad una nuova era per l'umanità.
Durante la sua permanenza in Corea, si avvicinerà ancora di più ad Ho Seok, il ragazzo che, fin dai tempi del liceo, è innamorato di lui, e ad Hani, la sua sorellastra, figlia del secondo marito di sua madre.
[YOONSEOK]
Genere: Azione, Introspettivo, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jung Hoseok/ J-Hope, Kim Namjoon/ RapMonster, Kim Seokjin/ Jin, Min Yoongi/ Suga, Sorpresa
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1

 

Daegu, giorno 17 febbraio 2012

 

Era sceso dall'autobus dopo ore di viaggio, credendo che nella vita non si sarebbe mai più sentito la schiena. 

Erano anni che non metteva piede nella sua vecchia città, ed erano anni che lui e la sua famiglia non si sentivano, né per telefono, né attraverso lettere o email. Aveva deciso di tornare solo perché negli ultimi anni, un dubbio sempre più grande si era fatto spazio nella sua testa da diciannovenne inesperto.

Attraversò il parco che divideva casa sua con la fermata del bus camminando a passo svelto, e sentendo sulla propria pelle l'aria di febbraio, fredda e pungente, che lo costringeva ad alzarsi sempre di più la sciarpa sul naso. Quando arrivò davanti al portone di casa sua, contò fino a dieci prima di suonare il citofono e farsi venire ad aprire direttamente dalla signora delle pulizie, che appena lo vide, si mise entrambe le mani sulla bocca e sgranò gli occhi, esclamando: “Su-Suga! Sei tornato!”

[Min Yoon Gi, detto Suga-19 anni-Nazionalità: Coreano-Specialità: Fotografia- Genere: ND]

Quella donna al mondo non aveva nessuno, ed era lì da ormai ventitré anni. Purtroppo i membri della sua famiglia non erano mai stati gentili con la signora, a parte lui, che da piccolo andava ad aiutarla e le faceva vedere i suoi modellini. Si era affezionata talmente tanto a lui che aveva deciso addirittura di aspettare che tornasse dall'America, e fortunatamente era tornato prima che qualcuno le facesse prendere un infarto. 

Dopo averla salutata e lasciata al suo lavoro, era salito al piano di sopra, dove sicuramente avrebbe trovato sua madre che, costretta sulla sedia a rotelle dopo un brutto incidente avvenuto appena dopo la sua nascita, non si muoveva mai più di tanto. Bussò alla porta della sua camera ed entrò, trovandola intenta a guardarsi allo specchio, seduta davanti alla toeletta.

Ma appena lo vide, riflesso in quel grande specchio circolare, fece cadere la spazzola e si girò, quasi scioccata, spingendo le ruote della sedia fino a raggiungerlo.

“Yoon Gi.” disse, senza fiato “Perché-”

“Ciao mamma.” sorrise ironico “Pensavo sarei stato accolto in un'altra maniera, tipo con fiori e tappeto rosso.”

“Tu, ragazzino, non fare lo spiritoso con tua madre.” tornò allo specchio, fingendo di smettere di guardarlo “Perché sei tornato? Hai finalmente deciso di rendere i tuoi omaggi alla tomba di tuo padre?”

“Non sia mai che emerga da sotto terra e mi sputi.” ironizzò, alzando le mani, ripensando a quanto suo padre fosse stato miserabile nei suoi confronti.

Sua madre si voltò di nuovo, allibita “Tu, piccolo-”

“In ogni caso, mamma, non sono qui per portare dei fiori sulla tomba di un vecchio, o non mi sarei fatto un viaggio così lungo.” abbassò le mani e si sedette sul letto “Se proprio avessi voluto, ti avrei mandato dei fiori virtuali su MSN. Sono qui perché ho da dirti una cosa abbastanza importante.”

“Ovvero?” gli si avvicinò e lo guardò con astio “Parla, ti ascolto.”

“Mentre ero in America, ho fatto amicizia con un ragazzo della NASA, della nostra stessa nazione. Il suo nome è Kim Seok Jin, ed è praticamente un genio.” si alzò di nuovo dal letto e cominciò ad argomentare camminando avanti e indietro per la stanza “Vedi, lui ha messo insieme i pezzi di un puzzle ed è arrivato ad una teoria.”

Fece una pausa, ricordando quello che Seok Jin gli aveva mostrato, su quegli innumerevoli schermi in quel gigantesco laboratorio, e si appoggiò di peso con le mani su uno dei mobili della stanza, continuando: “Ovvero che tra meno di due anni esatti, i pianeti del sistema solare si allineeranno, e ciò sarà la conseguenza di una catastrofe, che sconvolgerà l'equilibrio dell'universo. In pratica, tra meno di due anni potremmo essere tutti morti... se le sue teorie sono esatte.”

“E tu sei venuto qui a rovinarmi la vita, solo per riferirmi le parole di un pazzo?” non sembrava averla presa bene, la vecchia “Ti aspetti che io ti creda?! Sei scappato di casa tre anni fa, eri minorenne e non avevi neanche sedici anni! Mi hai lasciata sola a piangere tuo padre come se fossi uno scarto biologico, e come se non bastasse non mi hai contattata neanche una volta! Adesso, Yoon Gi, ti aspetti che io ti accolga a braccia aperte e creda a tutte le bugie che mi racconti?!”

“Non mi aspetto niente, sono tornato in Corea solo perché sentivo il rimorso di non avere accanto la mia famiglia in un momento del genere. Non che la mia famiglia mi abbia poi così tanto sotto la sua ala protettiva, per dire.” andò alla porta “Beh, credo che andrò a fare un giro.”

 

Uscì in strada e si guardò intorno: quel posto era sempre lo stesso, non era cambiato affatto, e anche l'aria che si respirava era sempre quella. In un certo senso si sentiva a casa, nonostante non avesse passato degli anni fantastici a Daegu.

Era talmente assorto nei suoi pensieri che non si era accorto di un tizio con una pila di scatoloni che gli era finito dritto addosso, facendo cadere entrambi.

“Oddio, mi scusi!”

Si gelò sul posto per un attimo, mentre si alzava. Quella voce la conosceva fin troppo bene, era impossibile sbagliarsi... almeno per lui.

“Non l'avevo proprio vista! Di solito non lo faccio, sa, il fatto è che-”

Erano ancora entrambi a terra, quando finalmente si guardarono negli occhi, ed entrambi ebbero una specie di flashback che gli fece avere un groppo allo stomaco.

Suga non aveva idea di cosa dire, né di cosa fare, era sprofondato nel gelo più totale, e non sapeva comportarsi come invece avrebbe voluto.

“Suga...” 

Reagì a quel richiamo rialzandosi velocemente da terra e raccogliendo gli scatoloni, rimettendoli esattamente in fila l'uno sull'altro e sollevandoli. Sperava che almeno lui non rimanesse a terra come uno scemo a boccheggiare come faceva di solito.

Fortunatamente no.

Si era alzato subito dopo di lui e l'aveva rincorso fino alla panchina su cui aveva poggiato quei pesanti scatoloni. Davvero una donna mancata come lui stava portando un peso così grande? Era stupito.

“Cosa... che ci fai qui? Pensavo fossi scomparso completamente dalla circolazione. Mi ero preoccupato, sai, quando te ne sei andato non mi hai fatto sapere niente.”

“Ti serve una mano con quelli?” indicò gli scatoloni, ignorando completamente il discorso che gli stava facendo. Ma almeno si concesse di guardarlo con la coda dell'occhio, e ricordarsi di quanto fosse perfetto.

[Jung Ho Seok(J-Hope)-19 anni-Professione: Agente di polizia alla sottostazione di Daegu-Nazionalità: Coreano-Genere: Umano]

Sembrava terribilmente deluso e contrariato, ma nonostante ciò, rimaneva comunque perfetto... o almeno ai suoi occhi.

“No, io...”

“Okay, ci vediamo.” e fece per andarsene, ma come al solito, Ho Seok era più veloce di lui, e gli afferrò il polso, stringendo forte come per assicurarsi che non scappasse.

“Dai, seriamente stai facendo così? Dopo tre anni senza che io sapessi che fine avessi fatto-”

“Sono sicuro” si liberò con uno strattone che fece sbilanciare in avanti Ho Seok, sbilanciamento che venne bloccato dalle braccia di Suga “Che lei stia sbagliando persona, agente.”

Lui lo guardò serio, aggrottando le sopracciglia, per poi cominciare a dire: “Min Yoon Gi, tutti ti hanno sempre chiamato Suga ad eccezione dei tuoi genitori, e sei sparito a soli sedici anni non solo da Daegu, ma da tutta la Repubblica di Corea, per poi tornare dopo tre anni e credere di potermi liquidare così.”

Suga sospirò, lasciando le spalle del ragazzo e portandole dietro la testa, per poi sospirare di nuovo “Domani me ne sarei tornato in America, non ci sarebbe stato senso nell'incontrarti.”

“Almeno spiegami perché te ne sei andato senza dirmi niente. Ti avrei aiutato a trovare una soluzione, o... non lo so.”

Abbassò le braccia e si schiarì la voce, per poi andare a prendere gli scatoloni e chiedere: “Dove devi portarli?”

Ho Seok, senza rispondere, indicò la stazione di polizia proprio lì vicino, e si incamminarono insieme. Ovviamente se non avesse incontrato Suga, quello stupido ci avrebbe sicuramente messo venti minuti in più per portare tutto quel peso lungo una salita. Una volta arrivati fuori dalla stazione, li appoggiò tutti davanti alla porta.

“Perché ti stai comportando così? Non ti ho chiesto di raccontarmi niente che non riguardi anche me.” continuò Ho Seok, sentendosi smarrito ed ignorato “Smettila di far finta che io non sia mai esistito... per favore.”

“Hey, Hope.” il tenente, una giovane donna sulla ventina molto bella e notevole, aprì leggermente la porta e indicò Suga con la testa “Chi è?”

“Un mio vecchio amico.” rispose lui “Stiamo chiarendo una situazione, tenente.”

“Okay, fate in fretta. Mi servi.” e chiuse la porta, probabilmente intenta a non farsi gli affari altrui. Bella donna.

[Park Bom-25 anni-Professione: Tenente-Specialità: Uso delle armi-Nazionalità: Coreana-Genere: Umana]

“Carina.” commentò Suga, guardandola attraverso la porta di vetro “Cos'è? Una tua nuova fiamma? Hai deciso di buttarti sulle donne?”

“Mi spieghi quale cazzo è il tuo problema? Fino al giorno prima che te ne andassi ero la persona più vicina a te, e adesso-”

“Se ti consola saperlo, nessuno in questi anni ha preso mai il tuo posto.” disse, appoggiandosi al muro “E se ti consola sapere anche questo, non ho intenzione di farlo occupare da nessuno.”

“Va bene-no, io... non ti ho chiesto questo, okay? Non avresti potuto anche cambiare un po' atteggiamento, visto che c'eri?” sbuffò, contrariato “Voglio solo sapere se stai facendo così soltanto per liberarti di me, oppure...”

“Il grande Jung Ho Seok, il J-Hope della vecchia squadra di hockey del liceo, che perde la speranza. Assurdo.” ironizzò Suga “Ascolta, come ti sei sentito quando me ne sono andato senza dire nulla a nessuno?”

“...Tu vuoi veramente che io ti risponda?”

“Appunto. Smettila di chiederti perché me ne sono andato, l'ho fatto e basta, e ti ho fatto star male. Non voglio che si ripeta, perciò cerca di capire il motivo del mio comportamento.” lo prese a colpetti sulla testa “Fai entrare in questa testolina piena di capelli che perdere tempo con me è sbagliato. E vai a lavorare.”

Se ne andò. Senza aspettare una risposta da parte dell'altro, senza neanche salutarlo... e con la convinzione che Ho Seok non si sarebbe mai fatto entrare in testa quelle parole, perché semplicemente non era da lui. Stava sempre a fare le cose di testa sua, e lottava anche solo per ricevere un'informazione stupida da una persona altrettanto stupida.

Ho Seok, sbuffando, aprì uno degli scatoloni per portare dentro ciò che gli avevano spedito dalla stazione di Seoul, e ciò che vi trovò all'interno lo sconcertò, accendendo la sua curiosità.

Ci aveva trovato una busta con dentro probabilmente una lettera, o comunque un messaggio, una piccola scatola metallica contenente sicuramente qualcosa di fragile-sperando non si fosse rotto quando era andato addosso alla rovina della sua vita- e una busta contenente delle siringhe.

 

“Avevo pensato fosse droga, ma ho escluso l'ipotesi vedendo che questa roba proviene dall'America, e che quindi è passata per la dogana senza problemi.” spiegò al tenente, mostrando gli oggetti che aveva trovato all'interno dello scatolone “Non erano cose destinate ad arrivare a noi, in ogni caso... anzi, probabilmente si sarebbero dovute fermare a Seoul.” prese la lettera all'interno della busta “E qua c'è scritto a chiare lettere che si tratta di materiale radioattivo e nocivo per qualsiasi essere umano. Cosa ci dovessero fare con questa roba... beh, voglio scoprirlo.”

La donna, che lo era stato ben a sentire fino a quel momento, rispose: “Falli analizzare dalla scientifica. Intanto informati sul destinatario... e anche sul mittente, se ci riesci.”

“Agli ordini!”

Si mise immediatamente al computer, cercando su internet il nome dell'uomo a cui era destinata la merce. Ed in effetti non era stato difficile trovarlo.

“Kim Nam Joon, presidente della Goak Pharmaceuticals, residente a Seoul e collaboratore diretto di una delle sottostazioni della NASA.”

Qualcosa non quadrava: se proprio era una persona così importante, allora perché non aveva mai sentito il suo nome, quando la Goak Pharmaceuticals girava per le regioni per sponsorizzarsi?

Continuò a leggere l'articolo riguardo quel Kim Nam Joon, e lesse-cosa che gli fece avere la lampadina del ricordo-che il presidente della Goak aveva sempre utilizzato uno pseudonimo, ovvero quello di Man Hyung Ok, per tenere al sicuro la sua identità da occhi indiscreti, e che solo da pochi mesi si faceva chiamare col suo nome di battesimo. 

“Ah... evidentemente sei al sicuro adesso, eh?” prese un appunto su un post-it e lo attaccò alla lavagna affianco a lui “Ma chi sei veramente, signor presidente?”

Prese la busta della lettera e controllò dietro, riportando il nome del mittente su internet e cominciando a fare ricerche anche su di lui. 

Kim Seok Jin, brillante scienziato che aveva preso da poco a far parte della NASA, ma che aveva anche uno studio in proprio, e che aveva partecipato a diversi importanti esperimenti assieme al governo americano. Quindi neanche lui era proprio uno sconosciuto... ed anche lui era coreano. Stampò la pagina con le informazioni su questo giovane e la attaccò accanto al post-it, per poi appoggiarsi alla lavagna e cercare di accendere il cervello.

“Quindi tutta quella roba arriva da uno scienziato della NASA... ma perché la NASA avrebbe dovuto spedire del materiale al presidente della Goak Pharmaceuticals a Seoul? Non ha senso... Aish, pensa Ho Seok, pensa...” cominciò a mangiarsi nervosamente l'unghia dell'indice, rileggendo attentamente la descrizione riguardante Kim Seok Jin “Studio in proprio... e collaborazioni col governo americano.”

Era probabile quindi che, se prima di vivere in America avesse vissuto in Corea avesse collaborato anche col governo coreano? Oppure era più probabile che quel materiale arrivasse proprio dal suo studio personale? 

“In che modo siete collegati... voi due?”

 

Seoul, giorno 18 febbraio 2012

 

“Come sarebbe a dire che il pacchetto è arrivato a Daegu?!” sbottò, alzandosi dalla sedia “Che scherzo è questo?! Come ci è finito?!”

[Kim Nam Joon-32 anni-Professione: Presidente della Goak Pharmaceuticals-Nazionalità: Coreano-Genere: Umano]

“Ecco, vede signor presidente... temo che  il corriere abbia consegnato il pacco al suo omonimo Kim Nam Joon di Daegu, e temo anche che a quest'ora... sarà già finito nelle mani della polizia.” ammise con franchezza il suo assistente, cercando di essere il più calmo e tranquillo possibile “Ma abbiamo già inviato un uomo che risolverà le cose. Recupererà di sicuro il pacchetto prima che finisca in altre mani indiscrete.”

“Sarà meglio. O vi assicuro che le vostre teste si riposeranno sul ripiano della mia libreria.”

 

Daegu, giorno 19 febbraio 2012

 

Stava tornando alla fermata dell'autobus diretta verso l'aereoporto, quando una pila di automobili della polizia gli sfrecciò davanti, con le sirene accese. Magari l'America poteva aspettare, arrivati a quel punto. Vedere ciò aveva stuzzicato la sua curiosità, ed aveva deciso di correre a vedere senza neanche pensarci su.

Le auto si erano fermate tutte davanti al parco naturale della città, e subito un gruppo di curiosi era accorso a chiedere agli agenti cosa fosse successo per radunare tutta la polizia di Daegu sul posto.

Ho Seok, correndo, gli passò davanti senza neanche vederlo, e lui decise di fermarlo soltanto per chiedere cosa stesse succedendo, e perché fossero tutti così allarmati.

“Hanno scoperto un cadavere.” disse “Un cadavere completamente decomposto.”

Un cadavere?

...

 

 

SBABAM INDOVINATE CHI È TORNATO

Eh beh non potevo stare ancora due anni senza pubblicare nulla. Giuro che stavolta pubblicherò tutti i capitoli dal primo fino all'ultimo, perché questa è veramente la ff che mi è venuta meglio fra tutte. Spero ci sarà ancora qualcuno che mi cagherà, dopo così tanto tempo. 

E niente, spero di ricordarmi come si usa EFP e che qualcuno recensisca~

Tra qualche giorno pubblicherò anche su Wattpad, sotto il nome 'Athelophobia00'. Seguitemi anche lì se ne avete voglia~

Bye bye~

   
 
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