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Autore: MadLucy    01/06/2017    1 recensioni
{Pietro/Barca | what if | fluff | parenthood}
In cui Barca e Pietro coronano il sogno di fuggire -e non da soli.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Pietros
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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«E quella città cos'è?» tornò alla carica Pietro, dopo almeno cinque lunghi minuti di combattuto silenzio, aggrappandosi al bordo del carro.
Barca sbattè le palpebre per riscuotersi dai suoi pensieri e ruotò il mento per seguire il suo sguardo, distrattamente.
«Non è una città, sarà a malapena un villaggio. Quando giungeremo presso le vere città, ti assicuro che te ne accorgerai.»
Pietro annuì impaziente.
Indossava la veste rossa e blu che gli era stata regalata subito dopo la libertà, e, nonostante il caldo continuasse ad aumentare, non aveva ancora voluto toglierla.
«E ora dove siamo, di preciso?
» Aveva provato a chiederlo al guidatore del carro, ma dopo i suoi primi grugniti scontrosi aveva rinunciato.
«Eravamo all'altezza di Roma subito dopo aver mangiato
. Ora non saprei» ammise Barca.
Il ragazzo s'illuminò.
«Roma... potremmo andare anche lì, un giorno?» Era incredibile come tutto il materiale delle sue fantasticherie all'improvviso fosse diventato alla sua portata, e avvertiva quasi una fretta a fare tutto subito, prima che qualcosa potesse sottrargliene l'opportunità, rimangiandosi la libertà che gli offriva ora. Era troppo assurdo immaginarla come qualcosa di permanente. Si sentiva ancora un illegittimo fuggitivo.
«Quando le acque saranno più tranquille» promise Barca, facendogli segno di non sporgersi troppo dal parapetto. «Per ora, meglio tenere un profilo basso.»
Pietro iniziava a mal tollerare di dover restare seduto così a lungo, ma obbedì prontamente. «Anche dove andremo ora ci saranno delle rappresentazioni teatrali?»
Barca sorrise divertito. «Ne danno un po' ovunque, per quel che ne so. Non sapevo ti interessasse il teatro.»
«Mi interessa tutto quello che non ho mai visto, e sono davvero molte cose» puntualizzò Pietro, scrollando le spalle. Prima che il suo amante potesse sentirsi in colpa per aver rivangato qualcosa di malinconico, s'inginocchiò sul pavimento e abbassò la testa per guardare sotto l'asse di legno che costituiva la panca dove stavano seduti. Nella nicchia d'ombra che vi si formava c'era un giaciglio di panni, disposti in modo tale da consentire un accesso da un lato e coprire invece dall'altro, come una capote che impedisse al sole battente di insinuarvisi, la cui stoffa era inumidita d'acqua fredda -acqua che Pietro aveva sprecato soltanto al fine di mantenerla più fresca. Il tessuto rivestiva anche il pezzetto di pavimento lì sotto, proteggendo dalla sua durezza e dalla polvere.
«Non trovi che sia bellissimo? Sembra figlio di un nume» commentò Pietro sottovoce, deliziato, osservando il piccolo viso assopito del bimbo rincantucciato nel nido, incorniciato da un caschetto di capelli biondi come filigrana.
«Sarà difficile spacciarlo per mio o tuo» ribattè Barca, inarcando un sopracciglio.
Pietro annuiva tra sè.
«Diremo che è uno schiavo riscattato come noi, che eravamo amici dei suoi genitori, loro sono morti e ce l'hanno affidato. Chi dubiterebbe, o avrebbe motivo di scavare oltre una giustificazione simile?»
«Dovrà abbronzarsi un bel po' affinchè suoni convincente» obiettò Barca. «Nessun figlio di schiavi è così pallido come la luna.»
C'erano momenti in cui, in quanto era stata una scelta presa d'impulso, gli pareva poco accorta, contando il fatto che avrebbero dovuto investirci tempo, denaro e sentimenti, e sia mai che si fossero accollati una zavorra proprio ora che erano liberi. E se l'infante durante il viaggio si fosse buscato una di quelle malattie così comuni e frequenti per quei corpi fragili, e fosse perito, quanto avrebbe sofferto Pietro? E se, nonostante il fatto che la famiglia di Ovidio non avanzasse sospetti circa la morte del bambino, in qualche modo astruso fossero stati scoperti? Sarebbe valsa la pena di portarsi dietro la prova del loro reato e darsi la zappa sui piedi da soli, senza alcuna necessità? Sperava soltanto che la distanza geografica, l'apparente mancanza di un movente e l'inverosimiglianza che si potesse dimostrare la sopravvivenza del piccolo fossero sufficienti per tenerli al sicuro.

«Senza esagerare. La sua pelle è delicata, potrebbe fargli male» disapprovò Pietro, ancora carponi, senza distogliere gli occhi da lui, e allungando una mano per toccare le sue, minuscole e unite vicino ad una guancia. Era soffice come un petalo di ninfea. Barca espresse la sua perplessità.
«Infatti non credi che potrebbe essersi beccato un'insolazione? Sta lì incosciente da ore, non spiccica parola...»
Pietro scartò l'ipotesi con una carezza intenerita. «Ma no, sta solo riposando. I bambini hanno bisogno di dormire molto.»
La risposta fece ridere Barca, un po' beffardo. «Com'è che da due giorni a questa parte parli come una balia asciutta?»
Lui arrossì, infilando le dita fra le ciocche bionde del bambino, come un pettine. «Non è che sia un esperto, ma vedevo come si comportavano le giovani madri con i figli. A volte, se erano costrette ad assentarsi, mi offrivo di occuparmi di loro per qualche ora. Si imparano delle cose.»
Barca fu commosso dalla sua abnegazione. Immaginarlo con dei bambini era una visione più vicina ai Campi Elisi che al suolo mortale.
«Sì, non avevo dubbi che saresti stato bravissimo, pur essendo una grande responsabilità.»
«È anche un grande dono» asserì Pietro, la cui dolcezza stemperava sempre in un sentore di lieve mestizia. Rifletteva su quanto dispiacere, finora mai preso in considerazione dal fiore della sua gioventù, dovesse accompagnare l'amore prettamente virile, consapevole dell'incapacità di dare uno scopo ultimo al proprio piacere, di lasciare dopo di sè alcuna eredità della sua esistenza -e a cui, tramite le sue misteriose vie, il destino aveva posto rimedio ancora prima che il pensiero del problema si presentasse. «Pensi che gli mancheranno i suoi veri genitori?» aggiunse, vergognandosi di aver già subito tanto superbamente preteso di poter sostituire una madre di sangue, e provando pena per quei poveri diavoli che di certo non avrebbero avuto nessuna intenzione di abbandonare il figlio, se fosse stato loro concessa scelta. Ma mettendomi nei panni della madre io sarei comunque sollevato all'idea che il mio bambino venisse accudito da qualcuno che gli vuole bene, e che vuole fargli da genitore, gli venne poi in mente.
«A quest'età non si ricorda a lungo. Chiederà di loro per un po', poi si adatterà» stava rispondendo Barca nel frattempo. «Il tuo affetto allevierà la sua nostalgia» assicurò, leggendo il timore nel suo sguardo e sfiorandogli una spalla. Pietro piegò la testa e sfregò l'orecchio su quella mano, un po' rincuorato.
«Lo spero. Bisognerà dargli anche un nuovo nome» gli sovvenne.
«Quello che preferisci.»
«Uno che sottolinei la sua somiglianza con i colombini» specificò amorevolmente, per poi tornare a sedersi e lasciarlo riposare. Ricominciò la sua strenua ricerca di uno svago che gli facesse pesare di meno le ore di viaggio.
«Potrei andare a piedi per un pezzo, riuscirei a tenere il passo del carro!» improvvisò dopo un po', scalpitando.
«Stai buono dove sei» sbuffò Barca, supponendo che fosse più la noia che la certezza delle sue affermazioni a farlo parlare. Si voltò ad osservare un corso d'acqua nel tentativo di riconoscerlo, e poco più tardi volle comunicare le sue conclusioni: se non fosse che Pietro si era serenamente appisolato, la tempia contro il bordo del carro, il collo storto e le gambe distese davanti a sè, le labbra socchiuse. Barca sistemò delicatamente un drappo ripiegato fra la sua testa e il legno, poi pensò che non c'era molto di che stupirsi -in fondo i bambini hanno bisogno di dormire molto.













Note dell'Autrice: perchè l'angst era davvero per non tentare di porvi rimedio. Amen.
Grazie di aver letto!
Lucy
  
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