Storie originali > Thriller
Segui la storia  |       
Autore: _siamoluceinsieme_    01/06/2017    0 recensioni
❝ «Aspetti» urlo ai quattro venti per tutta la stazione di Liverpool nella speranza che l'uomo si fermi.
Ma ormai è troppo tardi, lui è troppo lontano. Rimango ferma come una stupida con il suo biglietto da visita in mano. ❞
-------------
«Come quella volta in cui salii su quel treno e dei passeggeri si sedettero qualche posto più in là rispetto a me.
Uomini della mia età, in trasferta per le vacanze. Uno di loro, non saprò mai chi,
portava il tuo profumo e provai una sensazione indefinita, un attimo prima,
una fitta per la gioia, un attimo dopo,
un colpo di nostalgia.»
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ho passato il fine settimana a mangiare schifezze e a vergognarmi di me stessa per averlo fatto. Ho rivisto alcuni amici che non vedevo da tanto tempo e sono andata a fare quattro passi insieme a loro fuori città. È stato bello rivedere Londra, le persone, London Eye, il museo, il Tower Bridge e il Big Ben. Quando sono salita sulla ruota panoramica ho come avuto l'impressione di essere ritornata indietro nel tempo, di aver visto anche per pochi instanti scorrermi diverse immagini davanti agli occhi rappresentanti periodi felici e spensierati della mia vita.

Periodi che non rivivo più da un bel po'. Mi passo indietro i capelli con la mano intrecciando i polpastrelli nei miei ricci e mi chiedo se questa fase della mia vita passerà. Sono appena le sette di una domenica mattina, il sole splende in cielo e sento il fruscio delle foglie sfrusciare contro il vetro della cucina. Sto preparando un caffè, è quasi pronto.

Sento l'odore diffondersi per tutta la stanza avvolgendomi in una dolce sensazione di piacere. La domenica mi ha sempre trasmesso serenità, mi permette di svagarmi, dedicarmi a me stessa in qualche modo e riposarmi dopo una lunga ed impegnativa settimana lavorativa. Rammento ancora quei momenti a Londra, il mio volto spensierato e sorridente. Afferro le polaroid ingiallite e con cautela le osservo una ad una. In alcune ero ancora una quindicenne dal viso ingenuo e dai capelli colorati, in altre avevo già un viso più maturo e sembravo una persona più autorevole. Le metto via pensando che guardarle non mi avrebbe aiutato di certo a stare meglio.

Bevo il caffè a piccoli sorsi e ripenso ancora per una volta all'altro giorno. I mie sorrisi, le mie preoccupazioni. I miei amici, appena mi hanno vista, mi hanno salutata affettuosamente, il che mi ha fatto molto piacere. Beh, in fin dei conti sono anche una donna che riesce ad apprezzare anche i piccoli gesti. Una mia amica Emily Parker, dai capelli ramati e gli occhi celesti, ha iniziato a pormi subito delle domande che a dire la verità mi hanno lasciata parecchio spiazzata. Io e lei ci conosciamo da quando andavamo alle elementari insieme ed eravamo migliori amiche, per un po' le nostre strade si sono divise, ma poi con il trascorrere del tempo mi sono accorta che se c'è una persona che mi vuole davvero bene e su cui posso veramente contare è Emily.

Alcuni quesiti mi hanno fatta sentire piccola piccola e per un attimo, sono stata anche un po' titubante nel risponderle. Insomma, sarà anche una mia cara amica ma certe cose non le direi neanche ai miei genitori. «E con tuo padre come vanno le cose?» ha iniziato a domandarmi curiosa. «Beh, ormai alla sua età non credo che le cose possano andare meglio di come sono» affermo con riluttanza, non che il suo quesito mi abbia infastidita, ma non sono mai stata una persona che ama parlare di sé, dei suoi progetti e delle proprie faccende familiari.

«Capisco» osserva lei serena sorridendomi «e con il lavoro?» Ha fatto centro. Gli argomenti che non voglio trattare li ha tirati fuori tutti il che, oltre a mettermi in estrema soggezione davanti agli altri, mi fa sentire uno schifo nel vero e proprio senso della parola. Cerco di non curarmi dei volti degli altri tra cui Josh che fa un'espressione attonita e Peter che sembra più intento nel gustarsi il suo gelato piuttosto che prestarmi attenzione. «Va come va Emily...sono stanca di tutto, di badare a me stessa, mio padre, di tutto. Davvero.» sospiro e deglutendo a fatica...sta senz'altro riaffiorando la malinconia. Me lo sento.

«Secondo me hai bisogno di prenderti una pausa Taylor» dice lei con destrezza poggiando delicatamente la sua mano sulla mia spalla. «Grazie, questo non mi farà di certo stare meglio» mormoro infastidita. «Taylor» la sua voce è dolce «Davvero, lo dico per te.» «Secondo me dovresti trovarti un uomo» prova a dire improvvisamente Josh scherzando, ma non appena lo fulmino con lo sguardo si ammutolisce. Sembra proprio che tutti si siano messi d'accordo contro di me, dato che nel medesimo istante tutti hanno iniziato a giustificare quello che ha detto Josh sentendosi realizzato. «Lo so io cosa è meglio per me» dico seria e decisa, non voglio sembrare una persona antipatica, menefreghista o lunatica, semplicemente non mi piace riferire agli altri alcune informazioni sulla mia vita sentimentale.

Cosa posso rispondere adesso? Che la mia vita è un disastro e che nell'arco di due anni non sono riuscita a rimettermi in sesto con la mia vita sentimentale? Che mangio schifezze tutte le sere guardando la TV per sentirmi meno sola? Assolutamente nulla di tutto ciò. E io che volevo dare una svolta alla mia vita, cambiare casa, avere dei progetti. Emily mi abbraccia stringendomi forte a sé ed avvolgendomi in un affettuoso abbraccio. «Lo sai che ti voglio bene» sospira dispiaciuta «e che per te ci sarò sempre» continua.

Josh ci osserva in modo strano ma non gli do retta. «È che alcune volte penso che questi periodi bui della mia vita stiano durando un po' troppo» dico frustrata ricambiando l'abbraccio e stingendola ancora più forte a me. Nonostante non voglia ammetterlo, parlare con lei mi è servito, mi sono sfogata e le ho raccontato per filo e per segno tutto ciò che mi è accaduto nelle ultime settimane, tranne la vista di quell'uomo così affascinante e misterioso. Ci sto ancora pensando imbambolata davanti a quel televisore terminando la mia tazza di caffè. L'indomani sarei dovuta andare al lavoro ma non ne avevo nemmeno le forze.

Ho la schiena dolorante e un mal di testa tremendo. Mi dirigo dalla mia amica Emily, sento il bisogno di parlarle ancora, stavolta di raccontarle tutto.
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Thriller / Vai alla pagina dell'autore: _siamoluceinsieme_