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Autore: DreamerGiada_emip    02/06/2017    0 recensioni
Attenzione: questo libro è il sequel di Dark Angel, presente anch'esso sul mio profilo, se non si conosce la storia precedentemente nominata sconsiglio vivamente la lettura di questo sequel.
La bella Lilith viene costretta a una vita che non avrebbe mai nemmeno immaginato. Il suo nome, i suoi sogni, le sue perdite di controllo, il suo sangue la legano indissolubilmente a questo nuovo e oscuro regno. La ragazza non sa come uscire da questa situazione che non ha mai desiderato, vorrebbe ritornare in quella che considera la sua vera famiglia, ma un'ombra oscura la tiene incatenata.
Nella villa Sakamaki, i sei fratelli non sanno cosa fare, la loro preda è scomparsa tra le fiamme sotto i loro occhi. Soprattutto il giovane Subaru è alla disperata ricerca di quella che ormai considera la sua unica ragione di vita. È deciso a ritrovarla e riportarla a casa, per tenerla con sé al sicuro per sempre.
Genere: Dark, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Angel, Demon or Human?'
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Subaru’s P.O.V.
 
Se n’è andata, per l’ennesima volta. Come le altre volte sono riuscito a farla scappare. Averla sentita chiedere aiuto a Reiji dopo aver rifiutato il mio mi ha fatto innervosire. Mi sono sentito come se un ardente fuoco mi bruciasse dentro al petto e ancora ora non riesco a liberarmi da questa sgradevole sensazione. Li sento parlare. Lilith ha voluto sentire il suo profumo. Perché? Cosa voleva trovare e, soprattutto, perché ora è così interessata a lui? Non sento più alcun rumore per qualche minuto, finché il suono della porta della sua stanza che viene aperta mi fa tendere le orecchie.
 
«Stasera tornerò all’Inferno» decreta la voce di Lilith nel corridoio. Serro i pugni. La mia mascella si irrigidisce con un guizzo ed io mi alzo dal letto dove mi ero sdraiato poco fa. Non può, non le è permesso di andare e venire come desidera lei. Qui siamo noi a comandare.
 
«Perché vuoi tornare laggiù?» chiede Reiji. Cammino silenzioso attraverso la stanza per appoggiarmi con la schiena accanto alla porta.
 
«Perché voglio sapere di più su quello che sono diventata, su mio padre e su quella che sembra essere casa mia» ascoltando quelle parole, per un secondo ho l’istinto di aprire la porta e smentirla. Affermare che casa sua è qui, ma lei mi blocca. «Inoltre, vorrei imparare a controllare i miei poteri, hai visto anche tu cosa è successo quando ho manifestato la mia forma completa… ho perso totalmente il controllo sul mio corpo lasciando che i miei poteri si liberassero, ho persino rischiato di uccidervi» racconta abbassando impercettibilmente la voce. Mi sembra quasi di vedere i suoi occhi che si scuriscono come coperti da una nube tempestosa, un suo classico.
 
«Non ci saresti riuscita» controbatte Reiji orgoglioso. Il mio pensiero corre all’attimo in cui lei si è trovata sopra di me pronta a mordermi come noi avevamo fatto con lei per svariate volte. Ho sentito sulla mia pelle quel senso d’impotenza che probabilmente anche lei aveva provato con noi. Non mi ero mai trovato nella situazione di ricevere un eventuale morso. Quegli occhi mi distraevano drasticamente, per non parlare del suo profumo. Mi passo la lingua tra le labbra per riportare alla mente il suo sapore. Il sangue più dolce e raffinato che io abbia mai assaggiato.
 
«A dopo, Reiji» dopo aver detto ciò, sento i passi di Lilith allontanarsi e la porta della stanza di Reiji chiudersi. Credo di sapere dove sta andando. Con l’udito fine da vampiro riesco a sentirla salire le scale per raggiungere il tetto. Ne rimango stupito, pensavo andasse nella stanza della musica. Lei che, da quando la conosco, ha sempre sfogato ogni sua emozione nelle note di pianoforte. La sento camminare sul tetto, finché non si ferma.
 
«Maledizione!» sussurro furioso con me stesso, per poi trasportarmi dietro la vetrata che permette l’accesso al tetto. La vedo. È ferma a guardare il cielo con le mani appoggiate alla balaustra. Nuovamente mi rendo conto della sua bellezza senza pari. Quel corpo formoso potrebbe sfociare facilmente nel volgare, ma con lei no, la rende sensuale oltre ogni limite. Osservo il suo profilo accarezzandolo con gli occhi. Non so per quanto resto qui fermo ad osservarla, a contare i suoi respiri, a scandire il suo battito cardiaco. Finché lei non si volta verso di me seria.
 
«Per quanto ancora pensi di restare lì fermo a fissarmi?» dice certa che io possa sentirla. Non le rispondo, mi limito ad aprire la porta a vetri e dirigermi verso di lei a passo sicuro e silenzioso. Mi osserva per qualche attimo poi torna a rivolgere lo sguardo al cielo stellato. La affianco appoggiandomi di schiena alla ringhiera per poterla continuare a guardare in viso. «Cosa vuoi, Subaru? Non sono stata abbastanza chiara prima? Oppure vuoi davvero farmi giungere al limite di sopportazione umana?» mi domanda acida. Sorrido. Alla fine è sempre la stessa: scontrosa, ironica, orgogliosa, ribelle e anche un po’ stronza.
 
«È te che voglio» affermo senza permettere ai miei pensieri di infiltrarsi tra noi. Detto questo la costringo a girarsi di schiena alla ringhiera, prendendola per un fianco, e mi metto di fronte a lei. Solleva un sopracciglio, interdetta e scettica su qualsiasi cosa io voglia fare. «Sei mia, Lilith, non mi importa cosa pensi di me, non importa dove andrai o cosa farai, resterai sempre mia e io ucciderò chiunque provi anche solo ad avvicinarsi a te o ad allontanarti da me» infilo una mano sotto i suoi capelli, afferrandole il retro del collo e la attiro a me. Premo di prepotenza le mie labbra sulle sue. Sento che si ribella, stringe con forza le mie braccia conficcandoci le unghie. Ma non la lascio andare. Le circondo la vita con il braccio sinistro per far aderire i nostri corpi. La sua presa sulle mie braccia inizia lentamente ad affievolirsi. Non forzo il bacio, mi limito a tenere le sue labbra sulle mie, finché non è lei a schiuderle. Sento il suo respiro farsi mio. Le sue mani si appoggiano sul mio viso accarezzandomi, le affonda nei miei capelli. Ed è proprio lei ad approfondire quel bacio. La spingo contro la ringhiera appoggiandoci le mani così da intrappolarla lì con me. In questo momento sono certo che posso vivere centinaia di anni e visitare tutti i paesi del mondo, ma che niente potrebbe eguagliare l’intensità di questo istante
 
«Ti odio, Subaru» dice riprendendo fiato, giusto il tempo di un respiro, prima che io mi accanisca nuovamente su quelle labbra meravigliose. La faccio sedere sulla balaustra e lei per un secondo si distrae voltandosi indietro verso il vuoto sotto di sé. Con due dita riporto il suo viso verso di me.
 
«Sta tranquilla » sussurro guardandola dritto negli occhi. Lei mi rivolge uno sguardo nuovo che non avevo mai visto nei suoi occhi. Piena fiducia, consapevolezza di potersi affidare a me, totalmente. Le circondo la vita stringendola per darle prova delle mie parole. Mi sorride. Sono tra le sue gambe, ma questo non sembra minimamente impensierirla o alterarla.
 
«Sarai sempre lì a prendermi quando cado?» mi domanda a bruciapelo osservandomi tra quelle lunghe ciglia nere. Le mostro un mezzo sorriso. Le mie mani salgono lungo la sua schiena accarezzandola.
 
«Pensi davvero che ti lascerei cadere?» chiedo di rimando. Riprende a baciarmi dopo che una luce le ha attraversato gli occhi. Sento il suo cuore battere, le pulsazioni attraversano il suo petto fino a raggiungere il mio. La potrei divorare. Le mordo il labbro senza affondare i canini nella sua tenera carne giovane, un debole gemito sfugge al suo autocontrollo. Improvvisamente le sue ali squarciano la pelle e la maglia per mostrarsi in tutta la loro magnificenza. Mi allontano dal suo viso e, quando anche lei apre gli occhi, vedo che sono rossi come l’alba dietro di lei.
 
«Forse è meglio finirla qui» la sua voce è un ringhio basso e gutturale, ma non credo sia volontario. La fisso senza dire nulla per qualche secondo. Quello sguardo mi affascina, così famelico e bramoso, desideroso di assaggiarmi. È da poco che ha questi desideri, per questo non riesce a dominarli pienamente. Distoglie lo sguardo da me e si copre naso e bocca con una mano.
 
«Lilith» la richiamo all’attenzione. Scuote la testa rifiutandosi di guardarmi o di respirare il mio odore. «Non ti opporre a ciò che sei diventata, Lilith» continuo cercando di farla calmare. Si agita e cerca di allontanarmi da sé.
 
«Un paio d’ali non cambieranno ciò che sono» mi risponde aprendo gli occhi e osservandomi. Brillano di luce propria. Le appoggio una mano sulla guancia.
 
«No, eppure hai questo desiderio e opporti ad esso lo renderà solo più forte» spiego. Conosco alla perfezione quella sensazione. Le prime volte che avvertii il desiderio di bere il sangue di qualcuno mi sentivo come se qualcosa mi corrodesse da dentro. Solo con il tempo e con molta pazienza ed esercizio sono riuscito a placare l’istinto primordiale, riuscendo anche a controllare quella bramosia accecante. Anche se ancora adesso di fronte a del sangue di ottima qualità è difficile mantenere la mente lucida.
 
«Non voglio perdere il controllo» mormora iniziando ad ansimare. E invece è proprio quello che deve succedere. Osservo attentamente i suoi occhi fiammeggianti, poi le mostro un lieve sorriso. Con uno scatto affondo i canini nel mio polso destro facendo sgorgare un rivolo di sangue scarlatto. Il suo sguardo saetta fulmineo verso la ferita e mi sembra di vedere i suoi occhi illuminarsi di una luce famelica. In uno scatto paragonabile a quelli miei e dei miei fratelli, mi spinge contro la parete accanto alla porta vetrata. Il mio polso è stretto nella sua presa che diventa ogni secondo più calda. Vedo i suoi canini allungarsi fino a raggiungere la loro massima estensione. Reprimo il mio primo istinto di respingerla. La temperatura del suo corpo aumenta a dismisura, mi sento bruciare la pelle a contatto con la sua.
 
«Così Lilith, lascia che questa sete ti domini» le sussurro all’orecchio. Non sembra nemmeno riuscire a sentirmi. Inspira il mio profumo e sogghigna. In quel ghigno bestiale non c’è più nulla della giovane ragazza conosciuta. Chiude gli occhi e appoggia le labbra sul sangue fresco rimasto sul mio polso, la ferita ormai si è rimarginata. Sento la sua lingua appoggiarsi alla mia pelle e assaporare la mia linfa vitale. Percepisco il suo desiderio come fosse mio. Toglie tutto il sangue in un attimo e riapre gli occhi che diventano sempre più luminosi e famelici. Il suo sguardo si concentra sulla curva del mio collo. Per un istante, ho la tentazione di togliermela di dosso e impedirle di mordermi, ma in questo modo non riuscirà mai ad imparare a controllarsi. Apre leggermente la bocca facendoci passare la lingua in mezzo per leccarsi le labbra. Sento i suoi canini affondare dentro la mia carne, non l’ho nemmeno visita muoversi, mi rendo conto del suo morso solo da quella sgradevole e dolorosa sensazione. Ringhio in risposta e stringo forte i pugni contro il muro, non se ne accorge nemmeno. Beve talmente velocemente da farmi girare la testa in pochi secondi.
 
«Subaru, ti prego…» avverto il suo dolore. Ha paura. Forse è la prima volta che la avverto in lei. Ma questo sentimento viene soppresso da altre emozioni molto più piacevoli. Mi costringo a riprendere lucidità per appoggiare le mani sui suoi fianchi.
 
«Ti puoi fermare, Lilith… devi farlo da sola, se combattessi o mi ribellassi metterei all’erta la tua parte demoniaca e stringeresti ulteriormente la presa, la tua parte umana verrebbe totalmente annullata» spiego mentre sento le forze abbandonarmi. Non sono certo che un vampiro possa morire dissanguato, ma d'altronde non credo che alcun vampiro, soprattutto di sangue nobile, sia mai stato morso. Ora mi rendo conto di ciò che ha provato per tutto questo tempo, ciò che noi l’abbiamo costretta a sopportare con la violenza o con il ricatto. Sentire le sue zanne puntate alla mia gola mi lascia un’orribile sensazione di impotenza. Mi viene quasi da ridere, il predatore ucciso dalla preda.

Spazio Autrice:
Scusate il ritardo, ma visto che sta finendo la scuola ho dovuto recuperare alcune materie!
Ho notato che le recensioni stanno diminuendo e che gli ultimi capitoli non he hanno nemmeno una, la storia non vi piace più? C'è qualcosa che cambiereste? Fatemelo sapere, i pareri dei miei lettori sono davvero importanti per me.
Ho pubblicato una nuova storia qui su EFP intitolata "Figlia della Luna", non è una fanfiction ma una storia di mia totale invenzione, se viva passate a leggerla.
Detto questo vi saluto, come sempre spero che il capitolo vi sia piaciuto.
Un abbraccio, Giada
   
 
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