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Autore: Princesse with Wormmon    03/06/2017    2 recensioni
Quello che percepiva, quando i suoi sensi si affievolivano o venivano meno del tutto era solo l'odore pungente e bruciante dell'alcol, che fluiva velocemente nella sua gola, attraverso il cavo orofaringeo avvelenato. Correva veloce spazzando via ogni sorta di pensiero troppo pesante, di ogni cicatrice non guarita, di ricordo sordo.
Disinfettando ogni di ferita, o dolore nascosto nell'intimo di ogni sua più piccola cellula.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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If only your demons hadn't won

 

Aveva i capelli color dell'oro, ma erano divenuti cenere.
Nei suoi occhi un cielo terso, che si sposava bene con la sua carnagione chiara che adesso era divenuta cerea, quasi cachettica. Rifletteva il bagliore della sua luna bianca. Pallida. Una luna che emetteva una luce malata, inguaribile, implacabile, come gli occhi vitrei di lei. Di un colore rotto, spezzato.

Il suo sguardo era divenuto di cristallo, mentre osservava il mare furioso correre e scuotersi con veemenza sugli scogli, come se benevolo, volesse tentare invano di spazzare via gli scogli nella sua vita.
Impossibile fermare le onde, o le lacrime che silenziose cadevano lungo le sue gote.Sul suo corpo e sulla sua anima adesso c'erano solo tagli, ferite aperte, e cicatrici impossibili da cicatrizzare.
Impossibile alleviare il dolore.
Quello che percepiva, quando i suoi sensi si affievolivano o venivano meno del tutto era solo l'odore pungente e bruciante dell'alcol, che fluiva velocemente nella sua gola, attraverso il cavo orofaringeo avvelenato. Correva veloce spazzando via ogni sorta di pensiero troppo pesante, di ogni cicatrice non guarita, di ricordo sordo.
Disinfettando ogni di ferita, o dolore nascosto nell'intimo di ogni sua più piccola cellula.
E lei si lasciava andare. Completamente.
Facendosi quasi cullare. Ignorava l'odore di morte che proveniva dalla boccetta d'acciaio, stretta nella sua mano scheletrica. Come un'ancora di salvezza.
Ogni sera seguiva la falsa luce ammaliante della luna, si perdeva nel suo profumo seducente e nella sabbia calda, abbandonandosi totalmente a questa ninna nanna macabra dal sapore dolce ma velenoso.
Di quel veleno non poteva più fare a meno.
Mascherato da speranza, dalla quale sarebbe scaturito solo un nuovo, fatale incubo buio.
Non era la sua mamma a cullarla, né il dolce amore del ragazzo dagli occhi color della notte, ma erano i demoni della sua mente, che l'avevano resa schiava, la preda perfetta da intrappolare nella loro spirale di morte.
La solitudine era la sua letale compagna.
I demoni erano un'impresa titanica contro cui doveva lottare, e la sua fine tragica era inevitabile.
Ogni sera quando si recava al molo e abbracciava la sua fedele compagna mascherata da un vacuo, insulso senso libertà, di ribellione, sedeva sopra quello scalino, mentre nella sua mano c'erano i resti tangibili di una fine certa, da eroina tragica che consapevolmente andava incontro al suo destino di autodistruzione, di autolesionismo.
Attrice, che ormai era giunta all'ultima scena di una tragedia malata, folle.
Il sipario della sua vita si sarebbe chiuso a breve, e neppure il profumato ricordo di un amore travagliato restava per infonderle coraggio.
Avrebbe mai potuto avere una seconda occasione?
Avrebbe mai potuto tornare ad essere la ragazza popolare e stimata da tutti?
Come un fantasma leggero e trasparente si aggirava sola durante la notte. Il rumore ingannevole, fugace e fulmineo delle onde la rilassava.
Era un fiore diventato troppo fragile per le scosse crudeli del mondo.
Quello che restava ora, era una boccetta di vodka semi vuota sulla sabbia umida. Solo il retrogusto amaro rimaneva ancorato alla sua bocca, fino a spegnersi e a svanire del tutto, per poi ritornare di nuovo al sorgere del nuovo sole.
Gocce quasi invisibili del superalcolico si erano andate a mescolare alle lacrime fredde di lei, e lì era morto tutto, anche il mare che aveva smesso con veemenza di scuotersi contro la riva. Creando una schiuma eterea, intangibile.
Le stelle, in quelle notti così prive di vita, ma così colme di gelo, erano invisibili.
Ora la ragazza dai capelli d'oro e gli occhi turchini era andata via, seguita da una scia di sangue mortale al quale si mescolavano tutte le cicatrici del suo cuore.
Il profumo dolce di lei aleggiava nell'aria, nella speranza che qualche visitatore di Orange Country riportasse in vita il suo ricordo che sempre più si affievoliva, divenendo quasi invisibile.
La notte, da perfetta assassina, aveva rubato la vita, ad una ragazza di età troppo acerba.

Dimenticare? Ritornare in quel posto? Era questo il dilemma che si poneva Ryan. Era passato più di un anno eppure il dolore era ancora tangibile, reale come un pezzo di ghiaccio gelido impossibile da sciogliere, conficcato nell'anima.

 

 

Angolino dell'autrice

Allora è la prima volta che pubblico in questo fandom, ed ho un po' paura xd questa piccola fic è ambientata nella terza serie, in particolare quando Marissa siede da sola al molo, con la bottiglia di vodka in mano. Lì si avverte proprio tutto il suo dolore e la sua solitudine. Lei è il mio personaggio preferito della serie, amo moltissimo anche Ryan e, sarebbero stati perfetti insieme. Il momento della sua morte è stato straziante ed ho versato fiumi di lacrime, e ancora oggi, ripensandoci o quando rivedo l'episodo, piango. Mi sarebbe piaciuto molto vedere un finale diverso e un lieto fine tra loro. Comunque, è stata una vera e propria eroina tragica secondo me e questa breve storia vuole essere un tributo al suo personaggio. E' un personaggio molto complesso per me, ed è difficile caratterizzarla con tutte le sue ferite e i suoi tormenti interiori, quindi siate clementi per favore :) Buonanotte a tutti, ringrazio col cuore chi leggerà <3

   
 
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