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Autore: Vavvola    10/06/2009    1 recensioni
una sensibile protagonista mostra finalmente i propri sentimenti alla persona che ama. Peccato che sia troppo timida per dirglielo in faccia e così decide di scrivergli una lettera, una lettera che però mai potrà ricevere...
Genere: Romantico, Triste, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tu là ed io qua.

Una cosa ingiusta non credi?

Due anime divise fin dalla nascita da un mondo crudele. è terribilmente ingiusto pensare a quanto potremo stare bene insieme.

Ho la scena davanti agli occhi.

Tu sei il mio vicino di casa. Il mio vicino un po' scorbutico e brontolone e io...io...io sono la ragazza modello. Vado bene a scuola, suono il pianoforte e faccio pallavolo. Tre cose che mi riescono bene.

Ho soltanto un punto debole: te.

Te che con il tuo sorriso mi catturi. Te che con i tuoi modi di fare mi incuriosisci.

Mi piace guardarti giocare a calcio spensierato. Ti spio sai!?...dalla finestra del bagno.

I tuoi capelli si muovono sotto il sole d'orati. La maglia larga nasconde perfettamente il tuo fisico alto e magro. Ti guardo e ti riguardo. Tu ti blocchi imbarazzato. Ti giri lentamente e mi fulmini. I tuoi occhi mi sorridono, ma la tua espressione lascia trapelare il contrario.

Non sei mai riuscito a fare il duro..almeno non con me.

Ti saluto innocentemente e mi catapulto giù dalle scale. Mi avvicino a te insicura.

Sono sempre così insicura quando sento la tua voce, quando vedo il tuo viso. Sono sempre così insicura di me che quasi mi vergogno della mia insicurezza.

Ho bisogno di una domanda per cominciare a parlare. Ho bisogno di una carezza per sentirmi di nuovo al sicuro tra le tue braccia.

La notte poi è stupenda.

Le stelle brillano alte nel cielo e noi due ci accampiamo in campagna. Non ci sono illuminazioni e le stelle sono magnifiche. Il vento soffia da nord. E' un vento freddo che mi punge le gambe, le braccia e il volto. Tremo leggermente. Mi sa che ne te sei accorto perché ti sei avvicinato a me.

Mi stringi goffo contro il tuo petto cercando di scaldarmi. Se riesco a dire grazie è già tanto. Continuiamo a parlare per ore e per ore. Mi sistemo meglio. Mi giro tra le tue braccia su un fianco e appoggio la testa sul tuo petto. Vorrei chiederti ancora mille cose ma il sonno mi pervade.

 Non voglio chiudere gli occhi.

Voglio rimanere con te.

Però tu mi rassicuri.

Mi dici che quando mi risveglierò tu ci sarai.

Stringo forte la tua maglietta e mi addormento.

Stropiccio gli occhi più o meno a mezzanotte.

Voglio controllare se le stelle ci sono ancora, ma queste sono ormai sparite una ad una nella piccola oscurità che mi avvolge e mi culla per non farmi piangere.

L'oscurità la conosco, mi è fin troppo famigliare.

Il mio cuore non vuole accettare quello che ho sempre saputo: tu non ci sei.

Allungo una mano, cauta, indecisa. La paura di sfiorarti mi assale e mi fa tremare. Ti cerco nell'oscurità, ma tu non ci sei.

E' allora che mi accorgo che la mia mano sta stringendo forte qualche cosa. Stringe il lenzuolo. Non è un lenzuolo qualsiasi, è il tuo lenzuolo. Il lenzuolo che ho strinto dal primo giorno che ti ho conosciuto fino adesso. Lo stesso lenzuolo che continuerò a stringere per sempre nella speranza che possa diventare te.

 

Forse sto diventando solamente pazza. Non so nemmeno perché ti scrivo. Sto scrivendo a una persona che tanto non vedrò mai, ma della quale non posso fare a meno.

Ti scrivo perché sono una codarda. Perché sono sempre stata più brava in questo genere di cose, ma soprattutto perché tu non leggerai mai questa lettera. Ed è proprio per questo che ti scrivo. già...l'avresti mai detto?!

Come hai fatto ad uccidere i miei neuroni? Li sto cercando da mesi, ma non li trovo. Li chiamo e richiamo, ma non rispondono. Non rispondono proprio come tutto quanto il mio corpo non risponde più ai miei comandi. Proprio come tu fai con me.

A volte ho la sensazione di sentirti.

 Mi abbracci dolcemente, come soltanto tu sai fare.

Si...devo essere proprio pazza.

Due anime perfette sono state divise alla nascita e altrettanto crudelmente sono state consumate da un amore a miglia di distanza.

Non so nemmeno perché ti scrivo.

Forse perché questa sera l’oscurità non mi culla come le altre sere.

È immobile al mio dolore.

Ho bisogno di te come solo un amico sa essere.

Ti amo

4 giugno

  
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