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Autore: LilyProngs    10/06/2009    4 recensioni
Eccovi una nuova shot. L'inizio prende spunto dall'episodio 35 dell'anime: 'il vero padrone che un spada sceglie di avere', dal punto di vista di Rin.Il percorso della vita con Sesshomaru ed i suoi pensieri tramutare da quelli di una bambina a quelli di una donna. Spero che vi piacca!:)
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rin, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mai più sola Ciao a tutti!
Sono tornata a rompervi con una nuova one-shot!
Perdonatemi ho un attacco acuto di Rin-Sesshomaru!
Questa fic prende spunto dall'episodio 35 dell'anime: 'il vero padrone che una spada sceglie di avere'.
Spero vivamente che vi piaccia!
Buona lettura!
 

Mai più sola

Correva, correva per quanto zoppicante e ammaccata ma sopportava il dolore, l'aveva sempre fatto.
L'ululato del lupi si avvicinava sempre più, vibrando sulla sua schiena facendole venire voglia di urlare ma la voce l'aveva persa, già molto tempo fa. Se la crudeltà degli uomini era pari a quella degli animali...Allora dove avrebbe avuto il suo rifugio?
Lacrime silenziose scesero sulle sue guance tonde e rosee di bambina mentre l'immagine di un demone dai lunghi capelli argentei e occhi color dell'oro prendeva forma nella sua mente e si materializzava nella sua sfocata immagine nel cielo stellato.
Lui forse sarebbe stato il suo rifugio. L'unico a cui aveva regalato un sorriso dopo tanto tempo.
Alzò la mano candida su quell'immagine d'aria e nuvole che le girò le spalle con quella freddezza che ormai aveva velocemente imparato a riconoscere.
Lacrime sgorgarono a fiotti annebbiandole la vista e non se ne rese conto...
Inciampò.
Cadde.
Mentre si schiantava lentamente al suolo si rese conto di essere sconfitta ed ormai la morte era prossima, poteva sentire i passi felpati e gli ululati avvicinarsi sempre più.
Nessuno l'avrebbe tolta al suo destino perché nessuno di lei si era mai curato. Le ferite che premevano indolenzite sul suo corpo ne erano la prova.
Quando gli artigli graffiarono la sua schiena esile facendo uscire dalla sua bocca di rosa un urlo sordo ormai era perduta e sentì lo stesso sollievo dolce che aveva provato quella mattina, alla vista del demone scostante e silenzioso. Un senso di protezione soave che la fece sentire libera.
"Mamma,papà, fratelli...Finalmente torno da voi" pensò mentre chiudeva gli occhi un'ultima volta.
Seppure così giovane e con tutta la vita davanti il pensiero più bello per lei fu la morte. Così non sarebbe stata più sola.


Percorreva una strada buia mentre un confortevole senso di pace l'avvolgeva. Seguiva una luce perlacea ed eterea mentre il suo dolce sorriso seguiva quel candore come se fosse stata una colorata farfalla, ma poi si bloccò e non potè più muoversi.
"Tesoro mio, so che non sarai più sola...Ma non ancora in questo mondo" echeggiò una voce familiare, che spesso le aveva fatto compagnia nella sua crescita fatta di silenzi.
Rin si guardò intorno confusa e fu violentemente strappata via a quel senso di pace che venne sostituito da un feroce ed insopportabile freddo mentre lentamente il battito del suo cuore prese a pulsare nella sua testa facendole aprire gli occhi, ora che aveva la forza di farlo.
Una luce diversa da quella che aveva precedentemente visto offuscò la sua visuale ed il volto del demone dei suoi pensieri coprì ogni millimetro della sua vista.
Lo guardò, perduta, come se fosse il suo unico appiglio alla vita con quei suoi grandi occhi nocciola smarriti.
Avrebbe voluto sorridere, avrebbe voluto nuovamente alzare la mano su quel volto per accertarsi che fosse reale. Però non ne aveva la forza, pervasa com'era da quell'energia potente che le premeva addosso, storendola.
Ma l'arto che le avvolgeva le spalle, la mano lunga e delicata che posava sul suo braccio, quell'espressione stupita in quel volto in cui non avrebbe mai creduto di poter scorgere niente a parte freddezza, le diedero la consapevolezza della realtà.
Non sapeva come fosse tornata indietro dal percorso della morte ma per la prima volta in tutta la sua esistenza fu felice di essere viva.
Solo se avesse potuto stare a fianco del suo salvatore per sempre.



Rin camminava paziente con quel suo sorriso ad incorniciare il suo volto fine e bello ormai cresciuto. Si portò dietro l'orecchio una ciocca di capelli mentre affrettava il passo seguendo Jaken, affiancando Ah-Un tenendolo per le briglie ed osservando la sagoma del demone che apriva la strada a quella strana combriccola che erano.
Rin sorrise ancora, a quel ricordo prepotente che aveva appena occupato i suoi pensieri. Era il ricordo più triste e al contempo più bello della sua giovane vita.
Quel ricordo però fu sostituito da una gioia più grande.

Il Signor Sesshomaru, questo era il nome del suo salvatore, l'aveva sempre portata con se da quella notte.
Jaken le aveva ricordato spesso che l'aveva riportata in vita solo per testare Tenseiga, la spada taumaturgica che aveva ereditato dal padre. La prima volta che glielo disse ci rimase davvero molto male ma poi il tempo era passato ed aveva notato che il Signor Sesshomaru non l'aveva mai abbandonata, come avrebbe potuto tranquillamente fare se l'avesse voluto.
Invece lasciava che percorresse con loro quel viaggio carico di insidie.
Non la rimproverava quando gli raccoglieva dei fiori, per quanto il suo volto bellissimo si incurvava impercettibilmente in una smorfia di disgusto.
Faceva sì che non fosse mai in pericolo, che non le accadesse niente di male. Non lo faceva con gesti epici ed eclatanti ma in base a brevi parole ed accennati gesti con cui Rin aveva capito quanto il Signor Sesshomaru, per quanto non lo dimostrasse in maniera lampante, tenesse a lei.
Per lei la sua figura si tramutò prima in salvatore, poi eroe, padre ma alla fine quelle affermazioni le starono sempre più strette man mano che cresceva. Infine alla luce di quell'accenno di donna che era diventata l'attribuzione a Sesshomaru era quella di un amante.
Sì, perché lei lo amava. Incondizionatamente.
E finalmente erano di nuovo uniti dopo anni di lontananza.
Quando l'aveva lasciata al villaggio di umani, facendo reale quella che da quando era tornata in vita era la sua peggiore paura, aveva sentito il peso opprimente del mondo caderle addosso ed una rinnovata tristezza e solitudine si impossessò di lei, schiacciandola pesantemente.
All'inizio aveva provato rabbia. Una rabbia enorme, troppo grande per lei così piccola. Poi la rabbia fu tramutata in consapevolezza e la consapevolezza in ragione illuminata da una vana speranza.
Era per proteggerla che l'aveva lasciata in quel villaggio, per paura che potesse di nuovo accaderle qualcosa di male.
Con quella consapevolezza Rin era cresciuta, facendosi grande e forte, solo per lui, con la speranza che un giorno se fosse tornato avrebbe potuto dimostrargli che non era più indifesa e non aveva più bisogno di essere protetta.
Era degna di stare al suo fianco.
Dopo anni di attesa, dove la speranza si era sempre affievolita ma non morta, lo vide arrivare. Imponente avanzava con la sua andatura elegante.
Era venuto a parlare con Inuyasha. Dopo la grande guerra i loro rapporti non erano idilliaci ma più appianati.
Rin lo vide da lontano, più bello ed affascinante di ogni suo ricordo e provò una grande paura. Dopo tutta quell'attesa aveva paura di avvicinarsi e di essere nuovamente rifiutata.
L'attesa era stata lunga e realmente sofferta, anni e anni di lacrime ed esercizio per arrivare a quel momento che aveva tanto sognato.
No, non si sarebbe arresa, non si sarebbe lasciata sopraffarre dalla paura.
Presa da quell'impeto di coraggio lo raggiunse, lui girato di schiena, lei sapeva che poteva sentire i suoi passi ed il suo odore avvicinarsi a lui. Sapeva che poteva percepire la sua presenza.
"Seguimi, se lo vuoi" gli sentì dire con quella sua voce scostante ma velata d'espressività.
In quel momento l'enorme, potente tristezza che l'aveva pervasa quando l'aveva lasciata al villaggio prese posto ad il suo altrettanto forte alter ego: la felicità.
"Sì, Signor Sesshomaru!" aveva risposto commossa con un sorriso così grande e sincero che erano anni che non affiorava sul suo volto.
Si girò verso quelli che per anni erano stati la sua famiglia: Inuyasha, Kagome, Sango, Miroku e Kaede. Loro avevano in parte sostituito quella figura perfetta che non aveva mai lasciato il suo cuore.
Alzò la mano e li salutò, un saluto lontano perchè era consapevole di poter dar loro altri saluti, consapevole di quanto i suoi amici sapessero della sua felicità.
Vide il viso di Kagome rigarsi di lacrime. Lei più di tutte capiva come si sentiva.
Sapeva che li avrebbe rivisti un giorno, ma ora doveva andare e seguire il suo amato demone salvatore.
Erano di nuovo insieme, non sapeva che ruolo avrebbe coperto in quel grande palazzo, sotto quel grande impero che lui aveva creato.
Era abbastanza grande per riuscire a capire che Sesshomaru era tornato per lei.
Per Rin questo valeva più di mille parole d'amore.


Ecco la mia nuova shot!
Come detto ci sono molti riferimenti all'anime,spero che l'idea vi sia piaciuta.
Attendo impaziente qualche commentino!XD
Ringrazio:KaDe, Mikamey e FairyFlora per aver commentato la mia precedente e folle 'Quando meno te lo aspetti'.

Un saluto,
by LilyProngs
  
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