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Autore: annalisa93    03/06/2017    0 recensioni
Questa storia non è mia, ma di una mia amica, il suo profilo ufficiale lo trovate su wattpad : https://www.wattpad.com/user/ChiBa93
GENERE: sentimentale, thriller, mistero, psicologico, urbanfantasy.
Diciassette ragazzi.
Diciassette anime diverse, ognuna con il proprio passato, con le proprie fragilità e con le proprie aspettative per il futuro.
Diciassette cuori destinati ad incontrarsi e a scontrarsi.
Diciassette persone che si ritroveranno ad indagare su una serie di misteriose scomparse e sull'inquietante morte di una giovane liceale, avvenuta quarant'anni prima.
N.B: Questa storia è una light novel, ovvero un romanzo con illustrazioni in stile manga
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Lucca, 12/12/08

Era persa nei suoi pensieri e la voce del professore giungeva ovattata, come se la sua mente fosse stata una stanza insonorizzata. Fu la vibrazione del cellulare a riportarla alla realtà. Aveva ricevuto un messaggio. Lo lesse velocemente, poi non credendo ai suoi occhi lo rilesse lentamente scandendo mentalmente ogni singola lettera. I suoi occhi color miele s'illuminarono di una luce che ormai non riconoscevano più. I suoi occhi brillavano di gioia, il suo cuore si riempì di felicità. Dopo tre anni Emily poteva riabbracciare la sua amica, dopo tre anni di angoscia e silenzio.

****

Il suono dei palloni che rimbalzavano sul campo di pallavolo echeggiava nei corridoi temporaneamente silenziosi. Nathan e Sakura stavano seguendo la lezione di educazione fisica.

«Ahi! Nate, mi hai fatto male!» Come al solito Sakura intralciava la traiettoria perfetta delle battute di Nate.

«Sei sempre la solita esagerata! L'ho lanciata pianissimo!» La canzonò lui con un ghigno sul volto. «E poi, mica è colpa mia se tu te ne stai immobile, come un palo, in mezzo al campo! Vai a fare lezione con la tua classe! Guarda che cose divertenti che fate!!» Nate si voltò, e con lui anche Sakura. La scena che si presentava ai loro occhi non era molto allettante.

«Ragazze, ma siete delle polentone! Su, ricominciamo dall'inizio!» La voce potentissima della professoressa rimbombò con forza tra le quattro mura della palestra. Attese impaziente che la musica partisse, ma niente. «Qualcuno faccia partire lo stereo!» Aggiunse inviperita. I due ragazzi osservarono allibiti la professoressa di educazione fisica, intenta ad insegnare alle sue alunne la coreografia di step. «Su, fate come me!» Mentre parlava si muoveva, mostrando alle ragazze i passi da fare. «Uno, due, tre, mambo e mambo giro!»

«Io non ci vado neppure morta a fare quella roba!» Sakura era contrariata.

Non fece in tempo ad aggiungere altro che sentì la campanella che indicava il termine della lezione.

Che fortuna Pensò.

Il suono della campanella riportò in vita i corridoi. Erano talmente sovraffollati che i tanti ragazzi immersi nella calca parevano numerosissimi puntini rumorosi.

«Ti accompagno in classe.» disse Sakura a Nate, uscendo dagli spogliatoi dopo essersi cambiata.

I due si affrettarono a raggiungere la classe di Nate, la 4SF. Ciò che videro una volta arrivati in classe, li stupì. Il banco di Nate era immerso di buste colorate. Erano le lettere delle numerose ammiratrici che non perdevano occasione di mostrargli la loro stima e il loro amore. Una moltitudine di cioccolatini e dolci erano sparsi per terra. «Ma come hanno scoperto che questo è il mio banco? Giuro che se prendo chi ha fatto la spia, lo ammazzo.» Nate sentì la collera farsi strada dentro di lui.

«Dai, calmati, che vuoi che sia! Al massimo domani chiedi a qualcuno di fare a cambio di banco con te.»

Sakura non sembrava infastidita, anzi si divertiva, si divertiva alle spalle di quelle ragazze, ridendo della loro superficialità e disperazione. D'altra parte lei era la ragazza di Nate e non riusciva a capirle. Proprio per la sua fortuna fortemente invidiata, una volta tornata in classe, la ragazza trovò sul banco una valanga di lettere il cui contenuto era opposto a quello delle "poesie" che riceveva il suo ragazzo. Quantità infinite di parole erano unite in frasi minatorie. Sakura, invece di spaventarsi, le cominciò a leggere con tono ironico, di sufficienza. Una dopo l'altra fra le sue mani passarono una decina di lettere. L'undicesima si distingueva dalle altre: la busta era di colore nero carbone, le lettere argentate, scritte a mano brillavano al neon del soffitto. Anche Nate ne notò una identica fra le sue buste, la prese e ne lesse il retro. Il mittente di entrambe le missive era lo stesso, come pure il contenuto:

11/12/08

Gentile Sakura / Nate

Una settimana fa ho ricevuto una lettera dall'avvocato di famiglia che mi informava di essere stata scelta da mia nonna come erede di una villa situata a Ponte a Moriano, pochi chilometri fuori da Lucca e mi chiedeva di incontrarla là l' 13-12-08 per un sopralluogo. Da quel giorno, però, ho la sensazione di essere osservata. Ti ho scritto perché ho saputo che fino ad ora hai risolto brillantemente casi del genere e ho bisogno di qualcuno che mi accompagni a visitare la villa. Se deciderai di accettare questo incarico, ti prego di venire oggi davanti al cancello principale alle 16.30,

Minami Yoshikawa

«Se non mi sbaglio Minami Yoshikawa è un' alunna dell'ultimo anno.» Commentò Nate cercando di ricordarsi della ragazza.

«Mi sembra che sia della 5C e se non ricordo male segue il corso di cucina con me.» Sakura cercò di fare mente locale. «Per fortuna oggi pomeriggio c'è la seconda lezione del corso, così posso parlarci.»

Erano le 13.00 e la lezione di italiano era appena terminata, Nate stava sistemando le sue cose nello zaino quando un dito gli puntellò sulla spalla. Si girò di scatto.

«Ciao Nate, come va?»

«Ciao Emily, che c'è? Devi forse dirmi qualcosa?» Dal tono si poteva dedurre che Nate era alquanto infastidito.

«Oggi non è solo l'anniversario della morte di Susan Serravalle, ma anche il giorno in cui tornerà una persona importante.» Disse con un tono cupo, la testa china. «Preparati ad accoglierla.» Aggiunse, alzando la testa e mostrando un brillante sorriso. Poi cominciò ad allontanarsi saltellando.«Ci vediamo Nate...» E sparì dietro l'angolo.

«Certo che Emily è diventata proprio una tipa strana.» Commentò il ragazzo e intanto si dirigeva verso il laboratorio di fisica per le lezioni pomeridiane. Emily era vicina di casa di Nate e sua compagna di classe dall'asilo. Da tre anni, da quando la sua migliore amica si era trasferita in Francia, si era fortemente incupita e passava la maggior parte del tempo tutta sola nell'aula di chimica a trafficare con le varie sostanze. Non curava molto il suo aspetto e negli ultimi tre anni il modo di vestire era diventato molto più trasandato. Portava i capelli biondi-castani raccolti in una coda laterale e portava un paio di occhiali dalle lenti enormi. Era la ragazza più alta della classe. La sua forma longilinea ricordava quella di un cipresso e i suoi 180 cm la facevano sembrare irraggiungibile, tanto che qualunque ragazzo si sentiva intimidito di fronte a lei. Era slanciata, ma tendeva a nascondere il suo fisico da ballerina sotto vestiti larghi, quasi sempre dalla fantasia a scacchiera. Da quando, però, al consiglio studentesco si era votato a favore dell'introduzione delle uniformi, era costretta ad indossare indumenti più femminili per andare a scuola. Fortunatamente, le ragazze potevano scegliere liberamente se indossare gonna o pantaloni, in questo modo chi non si sentiva a suo agio a portare la gonna, come nel suo caso, poteva tranquillamente indossare i pantaloni.

Fortunatamente, le ragazze potevano scegliere liberamente se indossare gonna o pantaloni, in questo modo chi non si sentiva a suo agio a portare la gonna, come nel suo caso, poteva tranquillamente indossare i pantaloni

 

 

*****

Una volta raggiunta l'aula, o meglio la cucina dove si tenevano le lezioni del corso di cucina, Sakura, con il fiatone, si mise a cercare Minami tra tavole, forni e sedie, in mezzo ad un insieme indistinto di persone. Quando riuscì a trovarla cercò di farsi strada tra i ragazzi per arrivare al tavolo della compagna. Minami era una ragazza con i capelli corti, lisci e corvini, gli occhi color nocciola, talmente minuta che Sakura non riuscì quasi a vederla.

«Ti ho trovata, finalmente!» Disse Sakura con un sorriso trionfante

 

 

«Ti ho trovata, finalmente!» Disse Sakura con un sorriso trionfante. «Ci tenevo a dirti che ho trovato la tua lettera e che ho accettato l'incarico.»

«Meno male, non sai come mi senta sollevata.» Rispose Minami tirando un lungo sospiro. «E Nate? Ho mandato una lettera anche a lui.»

«Sicuramente ha accettato. Lui non si tira mai indietro di fronte a queste richieste.»

Minami sorrise rincuorata. «Questa è una notizia splendida!» Esultò. «Sai, ho chiesto informazioni in giro riguardo la villa e mi hanno detto che ha un aspetto inquietante e corre voce che sia infestata da un fantasma!» Minami rabbrividì. «Io, sinceramente, non me la sentivo di andare in quel posto da sola, per questo vi ho chiesto aiuto.»

«Ma come, tu non ci sei mai stata?» Sakura era visibilmente sorpresa.

«No, non sapevo neppure che mia nonna avesse una villa, ma scommetto che nessuno ci abbia messo piede da un po' di tempo.»

«Sai una cosa? Io sono di Moriano! Conosco bene la zona. Non abito molto lontano dalla villa.» Sorrise Sakura. «Per questo non ho problemi ad accompagnarti.» Aggiunse.

«Ma davvero?» Sul volto di Minami si dipinse un'espressione stupita. «Questa sì che è una coincidenza!»

«Già! So bene dove si trova quella villa.» Sorrise. «Sapessi quante volte avrei voluto entrarci ed esplorarla!» I suoi occhi brillavano di desiderio. «E finalmente posso farlo!» Aggiunse con voce emozionata.

«Senti, Minami, ti va di raccontarmi nei dettagli la storia della lettera?» Sakura, da buona detective, non perse tempo. Minami annuì. «Ho ricevuto quella lettera esattamente una settimana fa, ma a differenza delle altre buste nella cassetta della posta, quella non aveva il francobollo ed era indirizzata a me. Insospettita e incuriosita dalla mancanza del francobollo, ho aperto la busta e ho cominciato a leggere la lettera.» Minami fece una pausa. «Se vuoi, posso darti anche la lettera. Ce l'ho qui con me.» Minami prese la cartella e, dopo aver frugato velocemente al suo interno, tirò fuori la busta che porse a Sakura. «Che scrittura infantile che ha questo avvocato. Sembra di un bambino di prima elementare!» Esclamò Sakura sbigottita.

«Ma tu l' hai contattato l'avvocato?» Domandò, poi, cambiando discorso.

«Sì certo, l' ho fatto ieri. Le ho confermato che ero disponibile ad incontrarla alla villa, come mi aveva proposto.» Spiegò Minami. «Così poi posso passare dal cimitero a cambiare i fiori sulla tomba della nonna.» La ragazza abbassò lo sguardo, tentando di trattenere le lacrime.

«Minami...Scusa se te lo domando, ma quando è morta tua nonna?» Chiese Sakura, esitando. «Non intendo costringerti a rispondere se non vuoi.»

«È morta due settimane fa. Noi due avevamo un bel rapporto, era come un'amica per me...Sai, non ho molti amici. Mia madre è morta e mio padre è sempre via per lavoro, per cui vivevo con lei.» La ragazza non riusci ad aggiungere altro, iniziò a singhiozzare. Minami stava piangendo.

«Minami non fare così.» Sakura cercò di consolarla accarezzandole la schiena. «Tua nonna starà bene, sarà in un posto migliore.»

«Ma mi manca tanto.»

«Ti capisco. Non è facile pensare di non potere rivedere una persona a cui vuoi bene, ti sembra che si sia trasferita in un altro posto e che prima o poi ritorni, ma in verità non tornerà.»

Minami annuì. Era veramente la sensazione che provava.

«Minami ti vorrei chiedere una cosa, mi serve per il mio lavoro.» Sakura tentò di giustificare la sua insistenza. «Tua nonna ti ha lasciato tutti i suoi averi, ma cosa ne farai della villa?»

«Non so, se ne occuperà mio padre. Sicuramente vorrà vendere sia la villa che la casa in cui vivo attualmente, ma io sono contraria perché, in fondo, qui è dove io e mia nonna abbiamo vissuto da quando sono nata, è stata casa mia per diciotto anni.» Le lacrime ricominciarono a rigarle il volto.

«Perché vorrebbe vendere anche casa tua? E tu dove andrai?»

«Attualmente mio padre si trova a Parigi, ma tornerà dopodomani per portarmi con lui.» Spiegò Minami.

«Senti, nella lettera hai detto che hai l'impressione di essere spiata, hai idea di chi possa farlo?»

«No, io non conosco molte persone, ma ti assicuro che quelle poche persone hanno tutta la mia fiducia.»

«Capisco...» A quel punto Sakura dovette interrompere la conversazione con Minami perché la professoressa le stava adocchiando da un bel pezzo. «Grazie di avermi chiarito le idee...»

«Non c'è di che...Visto che ormai la lezione è già iniziata e la prof. ci sta tenendo d'occhio, oggi puoi lavorare con me su questo tavolo, se ti va.» Propose Minami, abbozzando un sorriso.

«Va bene!» Sakura era entusiasta.

Appena sentì il suono della campanella che indicava il termine delle lezioni, Sakura sfrecciò fuori dall'aula. «Ciao Minami, ci vediamo domani pomeriggio!» Salutò l'amica e cominciò a correre più veloce che poteva, una persona la stava aspettando. Era talmente contenta di poterla vedere che non stava attenta a dove metteva i piedi quando, come succede a chi non guarda dove va, andò a sbattere contro qualcuno. Sentì cadere qualcosa a terra. «Scusami non volevo...»

«Non ti preoccupare, non è niente.» Dalla voce sembrava essere un ragazzo.

Sakura posò lo sguardo su ciò che era caduto e vide il bellissimo plastico di un tempio greco, dalle pareti dorate, parzialmente distrutto. «Oh, no! Cosa ho combinato!» Subito si buttò per terra a raccogliere i resti dell'opera. «Mi dispiace. Come posso rimediare al mio danno?»

«Non ti preoccupare, non ce n'è bisogno, posso rifarlo.» A quel punto il ragazzo si chinò per aiutare Sakura a rimettersi in piedi. La ragazza alzò la testa e i suoi occhi si specchiarono in un mare verde acqua. Rimase folgorata da quel colore particolare.

«Stai bene?» Le domandò lo sconosciuto.

«S... Sì... Grazie.» Il ragazzo le tese la mano, Sakura la strinse, si dette una spinta per sollevarsi e, mentre lei si alzava in piedi, il ragazzo si presentò.

«Piacere, sono Lucas.»

«Piacere, Sakura.» In quel momento, guardandosi intorno, notò che nel corridoio erano soli e subito si ricordò che, prima di scontrarsi con Lucas, stava correndo verso il cancello della scuola. «Scusami, devo andare. Spero di poterti incontrare di nuovo e di poterti aiutare con il tuo progetto.» Lucas si limitò a sorriderle e ad alzare la mano in segno di saluto. Poi la osservò uscire dal portone principale.

All'improvviso, accanto a lui apparve Emily

 

 

All'improvviso, accanto a lui apparve Emily. «Sakura Stevenson è la ragazza di Nathan Martini, il ragazzo più popolare della scuola. Però...» Sussurrò, mentre sul volto mostrava un sorriso malefico.

«Però, cosa?»

«Dicono che la loro relazione sia agli sgoccioli...» Mentì.

«Davvero?»

Lei annuì energicamente. «Ti consiglierei di non perdere questa occasione...» Emily sparì nel nulla, così come apparve.

****

Una volta tornato in camera, Luke si sedette sul letto e, incuriosito, aprì la busta che gli aveva dato il padre. Dentro c'era un disegno, sembrava realizzato su una pergamena. Accese l'abat-jour che aveva sul comodino. Rimase come folgorato. Osservò attentamente l'immagine, scorse una scritta minuscola, la lesse: Non siete altro che frammenti di una grande tela, trovatevi e ricomponete questa maestosa opera.

Piccola nota delle autrici: in questo prologo ci saranno sicuramente delle cose che non vi tornano, ma non vi preoccupate, ve le spiegheremo nel corso della storia! :D Inoltre, come avete potuto notare, Seventeen non è un romanzo vero e proprio, m...

Angolo annalisa93
Buonasera a tutti!
Come avevo già detto, questa è l'ultima parte del prologo, dalla prossima volta iniziano i capitoli :)
Inoltre, vi volevo informare che penso di aggiornare il sabato :)
Infine, ringrazio, anche a nome dell'autrice, tutti coloro che sono passati a dare un'occhiata e se vi va fateci sapere cosa ne pensate :)
Un bacio e alla prossima!
   
 
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