Crederò Sempre in Te, Peter Pan...
All’improvviso
aprii gli occhi: sbattei rapidamente le
palpebre per mettere a fuoco la scena. Riconobbi subito il profilo del
baldacchino in penombra, quello della cassapanca ai piedi del letto:
ero a
casa, finalmente a casa.
John
e Michael dormivano profondamente nei loro lettini,
ignari di tutto.
Cercando
di non far rumore mi diressi alla piccola
toeletta della camera per guardarmi allo specchio: come avevo previsto
il mio
aspetto era veramente orribile, con i capelli scarmigliati, il viso
sporco di
terra e polvere e qualche graffio sparso qua e là.
Accennai
un sorriso privo di gioia: l’Isola che non
c’è
faceva sempre quell’effetto.
Ogni
volta che tornavo da quel posto, dopo qualche strana
avventura ero sempre ridotta come uno straccio, ma almeno ero felice:
salutavo
Peter dal davanzale, vedendolo volare su in alto nel cielo, sicura che
presto
sarebbe tornato a prendermi, così andavo a dormire con il
cuore colmo di
speranza.
Ma
questa volta tutto era stato diverso: Peter non mi
aveva portata a casa, né mi aspettava al davanzale per dirmi
“Arrivederci
Wendy” …
Mi
diedi una rapida lavata al viso e una volta indossata
una camicia da notte pulita mi sdraiai sul letto, accurandomi di
rimboccare le
coperte fin sopra alla testa.
E
in quel momento scoppiai in lacrime: piansi a lungo in
silenzio, cercando di buttare fuori quella marea di emozioni che mi
tenevo
dentro da troppo tempo.
Era
impossibile che una ragazzina, come mi definiva mia
madre, potesse innamorarsi di un’ombra: già,
l’ombra di quel ragazzo che mi
faceva volare, quello con cui avevo condiviso tutto.
Ma
per colpa di quell’amore avevo rovinato tutto: con il
passare degli anni anche Peter aveva iniziato a manifestare un certo
affetto,
qualcosa di più forte di una semplice amicizia. Questo
comportamento aveva
iniziato a cambiare tante cose sull’isola, primi fra tutti i
Bimbi Sperduti.
Erano
diventati chiusi e rancorosi verso Peter: pensavano
che li avesse abbandonati, che avesse rinunciato ai suoi migliori amici
per una
semplice FEMMINA. Col tempo l’intera isola si era
trasformata, diventando un
posto sempre più oscuro e inospitale, non adatto alle
fantasie di un bambino. E
tutto perché IO avevo insinuato in quel ragazzo dei nuovi
sentimenti.
Rimuginando
su tutte queste cose, sentii dei leggeri
colpi al vetro della finestra. Pur immaginando di chi si trattasse,
decisi
ugualmente di andare a controllare.
Sul
davanzale era accovacciato un ragazzo alto, con i
capelli castano ramati, dall’età indecifrabile.
Vestiva con un abito verde,
interamente fatto di liane e foglie e mi fissava con uno sguardo
distrutto.
Sospirando
aprii la finestra per farlo entrare, cercando
di non svegliare i miei fratelli.
-Wendy…
- sussurrò il ragazzo con voce flebile.
-Peter…
-
Il
ragazzo si avvicinò a me e prese la mia mano: le sue
erano fredde, quasi gelide, come la notte.
-Perché
te ne sei andata? – mi chiese senza staccare gli
occhi.
Io
scossi la testa, cercando di non piangere: -Non hai
visto cosa sta succedendo all’Isola? Se si è
trasformata in ciò che è ora, è
solamente colpa mia… -
-No
Wendy, non dire così… -
Lasciai
le sue mani e mi misi a fissare fuori dalla
finestra: -Dimmi Peter, secondo te quanti anni ho ora? –
-Non
saprei Wendy… sei quasi una ragazza – disse lui
confuso.
-Ne
ho sedici Peter. Sedici anni. E a quest’età una
ragazza non dovrebbe più pensare alle favole e
all’Isola che non c’è. A
quest’età iniziano a nascere dei nuovi sentimenti,
qualcosa che fino a poco
tempo prima non si era in grado di comprendere –
-Come
l’amore… - disse lui.
Rimasi
sbigottita: -Come puoi dirlo? –
-Perché
io mi sono innamorato di te –
La
sua risposta era prevedibile, ma mi lasciò di stucco
comunque: non credevo che fosse cresciuto tanto da comprendere certe
emozioni…
Improvvisamente
Peter si girò e afferrato il mio viso tra
le mani iniziò a baciarmi con passione: non era un bacio
come gli altri, come
quelli che si danno da bambini sulla guancia o per gioco, quello era un
bacio
vero, che raccoglieva in sé tutto l’amore che
c’era tra noi due.
Le
nostre labbra si staccarono lentamente, come se fosse
una tortura…
-E
così anche Peter Pan, il ragazzo che non vuole mai
crescere alla fine è maturato… - dissi in un
sussurro.
Lui
sorrise debolmente: -Solo perché tu mi hai aperto gli
occhi… -
-Sai
che l’isola non sarà mai più come un
tempo, vero? –
gli chiesi.
Lui
annuii.
-E
sai anche che non ci rivedremo mai più? – a questo
punto non riuscii più a trattenermi e le lacrime iniziarono
a fluire copiose
sul mio viso.
Vidi
la stessa straziante espressione di dolore farsi strada
anche sul suo volto: -No… Wendy ti prego, non lasciarmi
–
Singhiozzando
posi le mie mani sul suo viso, cercando di
asciugare qualche lacrima: -Non posso Peter: la mia presenza ha
già creato
troppi guai. Ho rovinato la tua casa, i tuoi amici… Io ti
amo Peter, ma non
posso essere così egoista –
Lui
annuì debolmente, gli occhi ancora imperlati di
piccole lacrime trasparenti: -Io ti amerò per sempre Wendy
Darling: questa è
una promessa e io le mantengo sempre le mie promesse-
-Ne
sono certa, Peter – dissi sorridendo debolmente.
Il
ragazzo si avvicinò alla finestra, spalancandola:
-Arrivederci Wendy… -
Io
sospirai: perché doveva rendere tutto più
difficile?
-Peter,
lo sai che questo è un addio: non rendere la cosa
più straziante di quanto non lo sia già
–
Per
la prima volta in quell’incontro, sorrise davvero:
-No Wendy, non dire mai addio, perché dire addio significa
andare via e andare
via significa dimenticare. Ma io non potrò mai
dimenticarti… -
Rimasi
davvero colpita da quelle parole: furono le più
sincere e le più sagge che gli sentii dire, così
risposi di rimando al suo
sorriso.
-Arrivederci
Wendy… - ridisse.
-Arrivederci
Peter… -
Con
un balzo, il ragazzo uscì dalla finestra, volando
sempre più lontano, nell’oscurità della
notte.
Lo
vidi allontanarsi e girarsi indietro più volte
salutandomi con un ampio gesto delle braccia e fu in quel momento che
lo dissi,
senza vergognarmi, senza avere dubbi nel cuore:
“Crederò sempre in te Peter Pan…”
Spazio Autrice:
Buonsalve a tutti!
Dopo aver riesumato cose scritte nella mia fase preadolescenziale, mi è venuta voglia di pubblicarne una. Peter Pan è stato ed è tuttora un personaggio cardine della mia fantasia: vi basti pensare che ho passato anni della mia vita a vestirmi come lui per Carnevale...
Sono rimasta incantata dalla versione animata di Walt Disney, da piccina mi sono innamorata del Peter di Jeremy Sumpter e di Robin Williams e durante l'adolescenza ho conosciuto e apprezzato moltissimo il Peter Pan oscuro e malvagio di Once Upon a Time. Non a caso infatti ho ripreso proprio da qui l'immagine tetra e cupa dell'Isola che non c'è.
Spero di avervi tenuto compagnia con questa cosuccia senza pretese, e che dire? A presto!
Vi aspetto nelle mie altre storie, un bacione!
Jenny