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Autore: lady_sayuri    04/06/2017    2 recensioni
Potete leggere e comprendere questa storia solo dopo aver letto l'altra mia storia "La misteriosa ragazza Saiyan", in quanto questa è composta da capitoli in cui racconto alcuni avvenimenti accaduti prima di quella stessa storia.
Ogni capitolo è a sé stante e vengono esposti ricordi di vari personaggi e vicende accadute prima dell'arrivo di Rose.
I personaggi principali sono Rose, David ed Ellen, inoltre sono capitoli più introspettivi rispetto a quelli dell'altra storia, in quanto vanno più a fondo raccontando le vicende direttamente dal mondo interiore dei protagonisti.
Buona lettura!
Genere: Drammatico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Goten/Valese
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Dall’enorme finestra tondeggiante dell’edificio semi distrutto della Capsule Corporation una ragazza bionda guardava il cielo azzurro, pensierosa. Era seduta proprio su una poltrona in prossimità della finestra, nella sala principale del palazzo, che era stato di proprietà dei suoi nonni, prima che avvenisse la tragedia. Il ragazzo che era seduto in un’altra poltrona poco distante da lei le stava parlando. Le stava raccontando le sue emozioni e i suoi sentimenti riguardo un’altra ragazza, con la quale si era appena lasciato. I due erano amici fin dall’infanzia, e lei lo ascoltava anche solo per dargli conforto: sapeva bene che lui, in quel momento, aveva bisogno di parlare con qualcuno.

I suoi occhi azzurri si spostarono e si posarono su quelli verdi del ragazzo, che aveva appena finito di parlare.

«Non lo so, David» disse lei «ti ho già detto come sono andate le cose. Devi ammettere, però, che lei è stata onesta con te»

David non disse nulla. La guardò per un secondo, dopodiché abbassò lo sguardo triste a terra, pensieroso.

«E comunque» disse la ragazza spostando lo sguardo verso i cumuli di macerie qualche metro più in là «ti immagini se non fosse successo niente? Sarebbe stato meraviglioso…»

I suoi occhi sognanti fissavano ora incantati il tetto crollato e il muro spaccato a metà, che una volta doveva dividere la sala dalla cucina. Lo sguardo della ragazza era perso nel vuoto e adesso appariva più simile a quello di un folle. Era una folle sognatrice, che sognava un futuro simile al passato. Non di certo al presente.

«Ti riferisci a quella sera…?» domandò il ragazzo.

«Anche a quella sera» rispose lei «ma sarebbe stato meglio che non fosse successo niente l’anno scorso. Tutto questo non sarebbe mai accaduto»

«Già» mormorò il ragazzo, annuendo.

Udirono uno scricchiolio dietro di loro e si voltarono: una ragazza dai lunghi capelli castani era appena entrata dalla porta che dava sul corridoio.

«Ciao» salutò lei, dando uno sguardo veloce ad entrambi.

David e la ragazza ricambiarono il saluto e lei, molto titubante, camminò lentamente verso il centro della sala.

I suoi occhi neri si muovevano velocemente scrutando prima David, e poi il numero di poltrone vuote disponibili.

«Oh, andiamo!» disse la ragazza bionda, scocciata «Insomma, siete stati insieme per quasi due anni, adesso comportatevi da persone mature, anche perché abbiamo questioni molto più importanti su cui discutere»

La ragazza dai capelli castani prese più coraggio e si sedette nella poltrona proprio di fronte al ragazzo, che la guardò.

Lei ricambiò lo sguardo, un po’ abbattuta, ma, non essendo in grado di reggere ulteriormente lo sguardo di lui, girò quasi subito la testa per guardare l’altra ragazza, la quale nel frattempo si era alzata, andandosi a piantare proprio di fianco alle loro poltrone.

«Allora» disse con determinazione, incrociando le braccia «mia nonna ha quasi finito di costruire la macchina del tempo. Sarà pronta tra tre settimane. David» il suo sguardo si posò sul ragazzo «allora, ripetimi ciò che tu dovrai fare quando io e Rose saremo partite»

«Beh, io dovrò correre subito a nascondermi e cercare di darvi due, al massimo tre mesi di tempo»

«Sì» disse lei «circa due-tre mesi di tempo sarebbe l’ideale. Anche perché, una volta arrivata nel passato, dovrò aiutare mia nonna a finire di creare l’antidoto, per cui ci vorrà circa un mese, due esagerando. Quindi, cerca di darci più tempo che puoi»

Fece una piccola pausa, durante la quale gli altri due si scambiarono degli sguardi.

Il ragazzo guardava Rose come se stesse cercando di capire i sentimenti che provava la ragazza, per provare ad indovinare come stesse, dopo tutto ciò che era successo tra di loro.

Lei lo guardò a sua volta, con un aria decisamente triste e sconsolata.

Sembrava stesse per scoppiare in lacrime.

«Perfetto» disse la ragazza bionda, che, nel frattempo, non avendo notato lo scambio di sguardi dei suoi due amici, si alzò nuovamente dalla sedia e cominciò a camminare per la stanza.

«Speriamo che io possa trovare un nascondiglio abbastanza valido che mi permetta di stare nascosto per tre mesi» disse il ragazzo, spostando gli occhi sulla ragazza che camminava per la stanza.

«Cerca di farlo, David» disse lei «Anche perché a noi serve del tempo, e tu lo sai»

David non disse più nulla. Rimase lì, a guardare, assorto nei suoi pensieri, la ragazza bionda che si stava avvicinando di nuovo alle loro poltrone.

La vide fermarsi all'improvviso e appoggiarsi sulla poltrona dove era seduta Rose.

La ragazza si piegò in avanti dal dolore, portandosi subito la mano destra sulla parte bassa della pancia.

Rose si alzò subito per sorreggerla.

«Ellen, stai bene?» le domandò preoccupata.

«No, affatto» rispose, rialzandosi leggermente e portandosi subito una mano alla bocca.

«Scusate, devo correre in bagno» fu la frase che riuscì a pronunciare, poco prima di lanciarsi verso la stessa porta dalla quale era entrata Rose poco prima.

I due ragazzi furono costretti a rimanere da soli.

Si guardarono senza dire niente per qualche istante, dopodiché Rose gli chiese, con voce flebile:

«Beh, allora… Come stai?»

«Mah, diciamo che potrebbe andare meglio. Insomma, alla fine è solo una questione di tempo, giusto?»

La fissava quasi impassibile, tentando di fare un sorriso che non gli riuscì per niente bene.

La ragazza annuì poco convinta, e David notò le lacrime che si stavano formando nei suoi occhi.

Gli dispiaceva vederla in quello stato, anche perché, in fondo, la amava ancora. Amava ancora quella ragazza che due anni prima gli aveva fatto perdere la testa, quella stessa ragazza con la quale si era sempre trovato bene e con la quale aveva condiviso tantissime cose.

Avevano passato due splendidi anni insieme, innamorati come non mai.

Adesso, però, le cose erano cambiate. Non era più possibile far tornare le cose a come erano prima…

Lui guardò per qualche secondo le lacrime della ragazza che si accumulavano sempre di più nei suoi grandi occhi neri. Un battito di ciglia fece cadere una goccia, che si posò sulle guance della ragazza. Lei tolse subito lo sguardo e lo volse verso il basso, turbata dal fatto che lui potesse vederla in quello stato.

Voleva essere forte, o almeno voleva dare la parvenza di esserlo, ma in quel momento aveva fallito…

Alzò di nuovo lo sguardo verso di lui e notò negli occhi del ragazzo un velo di malinconia, di tristezza.

Ed ecco che lo sentì di nuovo dentro di sé: quel senso di colpa che da settimane ormai le consumava anima e corpo.

«Scusate ragazzi, rieccomi qui» disse Ellen rientrando dalla porta, con un’aria un po’ malridotta.

Rose approfittò di quel momento per abbassare ancora di più il suo sguardo: non voleva farsi vedere dalla sua più cara amica in quello stato, di nuovo. Erano settimane che la vedeva così, avrebbe preferito risparmiarle quella scena, visto che, al momento, la sua amica aveva cose ben più gravi a cui pensare.

Si alzò di scatto dalla poltrona e, sempre con il viso rivolto verso il basso, disse, con voce spezzata:

«Scusate, adesso devo andare»

«Sì, vai» disse Ellen, avvicinandosi alle poltrone «tanto abbiamo finito»

Rose si avviò verso la finestra e in men che non si dica sparì dalla vista dei due prendendo il volo.

Ellen si accasciò, con aria stanca e distrutta, proprio sulla sedia dove un attimo prima era seduta Rose, portandosi subito entrambe le mani sulla pancia.

I suoi mossi capelli biondi, leggermente scostati dal viso da un cerchietto di colore blu, le ricadevano sulla giacchetta di jeans che si muoveva su e giù seguendo il respiro un po’ affannato della ragazza.

«Caspita, sto davvero male» disse lei.

Il ragazzo tentò di scacciare dalla mente l’immagine di Rose, seduta un momento prima proprio davanti a lui, per concentrarsi su quello che aveva appena detto Ellen. Faceva veramente fatica a togliersi dalla testa quella ragazza…

«Non puoi prendere qualche medicina?» le domandò, cercando di sembrare concentrato su di lei.

«E a che cosa servirebbe? Al massimo potrebbe farmi stare meglio per un’ora o due, ma poi ritornerebbe tutto daccapo…»

Dopo qualche secondo di silenzio, il ragazzo le chiese:

«Che cosa hai intenzione di fare, al riguardo?» alzò leggermente la testa verso l’alto, indicando col mento la pancia della ragazza.

«Non lo so. Non ne ho idea. So solo che tra qualche settimana devo andare ad allenarmi con Rose nella Stanza dello Spirito e del Tempo, e poi dovrò anche affrontare il viaggio con la macchina del tempo. Quindi, DEVO stare bene» rispose la ragazza con molta determinazione.

Seguirono altri minuti di silenzio, durante i quali entrambi erano immersi nei propri pensieri.

«Certo che Ludir ve ne ha combinate fin troppe» disse il ragazzo con aria turbata «Prima stermina i vostri genitori, poi vi tortura e vi costringe a diventare cattive, e ora questo…» terminò aprendo la mano destra per indicare la pancia di Ellen.

«Guarda, non me ne parlare» disse la ragazza sconfortata. Al solo pensiero cominciò ad adirarsi.

«Lo eliminerei con le mie stesse mani, se solo potessi! Speriamo con questo piano di risolvere la situazione… Altrimenti, mi andrebbe bene anche morire prima nel tentativo di eliminare quel farabutto»

David la guardò triste, vedendo in lei molta rabbia.

«Tu sei fortunato» continuò a dire Ellen, abbozzando un sorriso malinconico «almeno la tua famiglia è ancora viva, i tuoi genitori non sono stati eliminati»

David non disse nulla. Di solito, quando prima pensava a se stesso come ad un ragazzo fortunato, il primissimo motivo che gli era sempre venuto in mente era perchè aveva Rose al suo fianco. Adesso, però, le era sfuggita di mano, esattamente come un fiore portato via dal vento…

«Ma quindi adesso si vedono ancora?» fu la domanda che il ragazzo si ritrovò a fare ad Ellen. Gli era uscita così dalla bocca, senza che neanche avesse avuto il tempo di controllarsi.

La ragazza bionda lo fissò all’istante, per capire se si stava davvero riferendo a quello. Gli occhi di lui le confermarono tutto, ed apparivano quasi intimoriti nel conoscere la risposta.

«Perché lo chiedi a me? Dovresti chiederlo direttamente a lei. In fondo sono affari vostri»

«Lo so» disse lui «E’ che in realtà forse nemmeno io sono sicuro di volerlo sapere»

Negli attimi di silenzio che seguirono gli occhi tristi e pensierosi di lui guardavano il pavimento. Dopo qualche secondo, però, li rialzò:

«Tu quindi che cosa mi consigli di fare con lei?»

«David, non vorrei dirtelo, ma hai solamente tre settimane di tempo, dopodiché io e Rose partiremo per il viaggio nel passato. Quindi, le cose sono due: o io e lei riusciremo a risolvere la situazione e a tornare sane e salve, oppure può anche essere che ce ne andiamo all'altro mondo (sempre che non accada prima). E se non ce la facciamo io e Rose, per l’umanità non ci sarà davvero più scampo. Forse George potrebbe avere qualche possibilità di farcela, ma le probabilità sono molto basse. Del resto, tutti gli altri ormai sono sotto il controllo di Ludir, non ci possiamo fare più niente.

Quindi, David, pensaci bene perché potresti anche non rivedere mai più Rose nella tua vita. Rifletti e prendi le tue decisioni»

«Beh, se la metti così, allora tornerei anche subito da lei!» disse lui, rimarcando con il tono l’ovvietà di ciò che la ragazza aveva appena detto.

La ragazza si alzò dalla poltrona e cominciò ad avviarsi verso la finestra.

«David, io ti consiglio di pensarci ancora un po’ su, e poi di andare a parlarne con Rose – entro tre settimane, ovviamente – e comunicarle la tua decisione.

Anche perché, ripeto, il rischio è quello di non rivederla mai più»

Gli sorrise, alzò la mano all’altezza del viso e, con indice e medio attaccati, li mosse velocemente nella direzione del ragazzo, a mo’ di saluto.

Così, si girò verso la finestra e spiccò il volo, lasciando il ragazzo da solo in balia dei suoi pensieri.

   
 
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