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Autore: LanceTheWolf    04/06/2017    3 recensioni
Sono passati due anni da quando Koraq e Mako si sono messi insieme. Le cose sembravano andare bene fin tanto che il dominatore del fulmini non è inciampato nelle sue vecchie abitudini. Come evolverà la cosa, soprattutto quando dal passato arriva un regalo inaspettato?
Questo racconto è di Mokuren ed è successivo alla storia “Il Piano.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Asami, Bolin, Mako, Senna, Tonraq
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Gender Bender
- Questa storia fa parte della serie 'Il Piano'
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Extra 3: Circoli che si chiudono
By Mokuren


 
Asami osservò perplessa Koraq che ordinava al bancone le loro crostate di frutta, apprensiva per quella richiesta di colloquio dell'amico, soprattutto dopo fatti recenti.
Si volse da osservare un Bolin similmente perplesso che la guardò a sua volta con aria interrogativa. -Hai idea di che cosa sia successo?-
Lui scosse il capo. -Assolutamente no.- Rispose il dominatore della Lava. -Mi ha assaltato al mio ritorno a Città della Repubblica appena sceso dall'aeronave e quindi ne so quanto te, ma non mi preoccuperei, fossi in te, Koraq è decisamente allegro, forse anche troppo. Qualunque sia la cosa di cui ci deve parlare è sicuro che sia una bella cosa.-
Asami storse la bocca. Erano passati quasi due anni da quando Koraq e Mako si erano messi insieme e molte cose erano successe. Innanzi tutto la gravidanza di Eska, quel concepimento in una notte di luna piena che aveva avuto come frutto una bellissima bimba che i genitori avevano di comune accordo chiamato Korra, in onore di Koraq, al quale assomigliava molto, a parte i suoi occhioni di un verde chiarissimo. La notizia che la regina del Nord fosse in dolce attesa aveva allarmato non poco il concilio, e neanche la conferma che quella creatura fosse una bimba aveva calmato le loro rimostranze. Avevano cercato di fare pressioni perché la donna scegliesse al più presto da quella maledetta lista ma Koraq si era messo in mezzo con decisione, presentandosi davanti a loro e dichiarando apertamente che la cugina era sotto la sua personale protezione e che la piccola che doveva nascere era sua responsabilità. In altre parole aveva lasciato intendere che fosse lui il padre di Korra, calmando non poco molti tra i più furiosi membri del concilio, al pensiero di entrare in aperto contrasto con l'Avatar. La gravidanza da lì era passata in relativa tranquillità, a parte qualche 'tafferuglio' immediatamente placato dalla presenza vigile di Koraq. Quando una nuova gravidanza era stata annunciata inizialmente non c'erano state rimostranze troppo accorate ma quando si venne a sapere che la Regina aspettava un maschio, Koraq, il suo gruppo e Desna con i suoi più fedeli, erano pronti a qualunque azione. E ce ne erano state, dal 'quieto' tentativo di procurare un aborto spontaneo alla donna tramite certe erbe che, fortunatamente, Koraq aveva prontamente riconosciuto, al tentativo di uccidere il piccolo Unalaq appena nato. A quell'ultima offesa l'avatar aveva trascinato l'assassino per i capelli davanti al concilio ed aveva proceduto ad avvisarli che quello era l'ultimo avvertimento perché si mettessero il cuore in pace: nessuno dei loro rampolli si sarebbe mai seduto sul trono del Nord, piuttosto si sarebbe ripreso ciò che era suo per diritto di nascita e che gli era stato negato. Detto questo aveva proceduto, sotto lo sguardo di tutti e nell'orrore generale, a togliere il dominio all'aggressore, come chiaro avvertimento della serietà delle sue parole.
"A quel punto i vecchi barbagianni si erano dati una calmata, ritornando a più miti consigli." Pensò quasi divertita al ricordare le loro espressioni sbigottite ed orripilate.
Si incupì di nuovo al ricordo di ciò che era successo meno di due settimane prima.
Koraq interruppe quei pensieri tornando con la cameriera ed i piattini con il loro dolce contenuto.
Asami sapeva quanto erano buone quelle crostate ma l'apprensione le aveva chiuso lo stomaco e non appena la cameriera si fu allontanata chiese subito: -Cosa devi dirci di così urgente, Kor?-
Il ragazzo dell'acqua sorrise mandando giù il boccone che stava masticando beatamente. -Molto semplice. Tra meno di pochi giorni Bolin si sposa, finalmente. Dopo questo matrimonio aspettatevene un altro perché, ora che la questione dell'erede è chiusa, mi sposo anche io.-
-Con chi?!- Asami non si lasciò distrarre dall'eco della voce di Bolin alla propria ma vide chiaramente gli occhi blu dell'avatar sbattere appena a guardarli, preso in contropiede, per poi scurirsi nello sguardo.
-Ma vi siete rincretiniti tutti e due?- Chiese palesemente esasperato mentre poggiava nel piattino la forchettina carica del pezzo di crostata che stava portandosi alla bocca subito dopo il suo annuncio e che si era prontamente fermata a mezz'aria dopo la loro domanda in sincrono. -Sapete bene chi è il mio compagno, o no? –
Dal tono della sua voce era chiaro che non fosse arrabbiato e li stesse prendendo in giro ma la voce di Bolin arrivò dal suo fianco ancora perplessa.
-Ma ... Mako lo sa?-
Le labbra di Koraq si arricciarono in un sorriso dolce che fece mancare un battito alla donna seduta davanti a lui tanto era carico di emozione. -Certo che lo sa, sciocco Bolin. Me lo ha chiesto lui.-
-Forte!- Esclamò il dominatore della lava entusiasta. -Benvenuto in famiglia, fratellino.-
I due si rivolsero un sorriso luminoso ma Asami s'intromise seria. -Aspetta, aspetta. Mako ti ha chiesto di sposarlo? E te lo ha dato il collare?-
L'avatar scosse il capo anche se i suoi occhi ridevano. -Non ancora, Asami. Abbiamo deciso di fare tutto dopo il matrimonio di Bolin, che ormai è alle porte. In realtà volevamo anche parlarvene insieme sempre successivamente, ma è successo qualcosa ed abbiamo anticipato il nostro annuncio.-
Koraq prese un sorso dal the che era stato loro servito con le crostate e Bolin s'intromise approfittando della pausa nel discorso. -Ma scusa, Kor... sono felicissimo della vostra decisione ma non avevate litigato, giusto una decina di giorni fa?-
Asami si sentì il cuore sobbalzare in petto e scrutò l'espressione di Koraq che appariva calmo anche se si rendeva pienamente conto che per un attimo la mano che reggeva la tazza aveva tremato.
-No, Bolin. Non abbiamo litigato.-
Il ragazzone della terra parve perplesso a quella risposta. -Ma si che avete litigato. Tu eri strano e Mako è stato per giorni interi mogio mogio.-
Koraq sorrise a quelle parole. -Per giorni? Bene.-
“E come minimo!" Pensò Asami irosa al solo accennare a quei giorni osservando Bolin fissare stranamente l'amico a quelle parole.
-Non abbiamo litigato, Bo. Tuo fratello è inciampato.-
Gli occhi verdi del suo interlocutore si spalancarono comprendendo in pieno quelle parole. -Kor... mi spiace..-
-Non preoccuparti, Bolin, l'abbiamo superata... alla fine.-
"Questo detto dall'uomo che ha pianto come un bambino tra le mia braccia." Pensò la non-dominatrice ricordando di mala voglia ma fin troppo bene quando, una mattina di quasi due settimane fa, Koraq l'aveva chiamata dicendole di aver bisogno di parlarle. Si erano incontrati al parco ed il ragazzo le aveva rivelato che ciò che più temeva era successo: Mako c'era ricaduto, dopo due anni di calma, ma ci era ricaduto. La ragazza era inviperita ma l'amico l'aveva pregata di lasciargli risolvere la cosa a modo suo e quando li aveva visti, tre o quattro giorni dopo, era sembrato come quasi non fosse successo nulla. Quasi perché entrambi i ragazzi erano insolitamente ansiosi a separarsi e ricercavano più frequentemente il contatto fisico.
Furono ancora le parole dell'avatar a distrarla da quei pensieri. -Piuttosto... non volete sapere che cosa ha anticipato il nostro annuncio?- Li guardò in viso mentre il sorriso sincero e luminoso di poco prima si faceva di nuovo strada sul suo volto. -Io e Mako, una volta sposati, volevamo adottare un bimbo. Come vi ho detto volevamo fare tutto una volta passato il matrimonio di Bolin ma è capitata un urgenza e noi due non ce la siamo sentita di rifiutare, anche se potremo regolarizzare la cosa solo una volta sposati.- Un altro sorso di the.
-Si Koraq...che cosa è successo, cos'era questa urgenza?- Incalzò Asami esasperata dal discorso che non arrivava a nulla e Koraq le sorrise.
-Bolin, Asami, miei amici fraterni, vi annuncio che siete diventati zii, di una bella bimba di 4 mesi. Il suo nome è Kaori.-
Il silenzio che seguì quell'affermazione si protrasse per alcuni secondi .
-Bimba? Kaori? Kaori è un nome del fuoco. –
Mormorò Asami scioccata mentre Bolin esclamava: -Forte! Com'è? E bella? Ha gli occhioni come la mia Korrina? E'...-
Koraq interruppe le loro tirate con una risata. -Buoni ragazzi, tanto ora andiamo a casa e la incontrate. E per rispondere alla tua domanda, Asami, è del fuoco, una dominatrice per la precisione.-
La donna si sentì di sorridere all'allegria dell'amico decidendo finalmente che quel nodo allo stomaco di preoccupazione si era sciolto abbastanza da permetterle di gustarsi la crostata.
-Già sapete che è una dominatrice? Non è un po’ piccola?- Chiese Bolin curioso ma il sorriso di Koraq si allargò ancora di più.
-Pensa, Bo, appena me l'hanno messa in braccio i miei capelli le hanno fatto il solletichino al nasino e lei "etchiu", starnutendo mi ha fatto quasi flambé. Dopo di che mi ha sorriso dolce dolce... è così bellina.- Poi facendo segno alla cameriera che, notandolo annuì di rimando. -Su, finite questa crostata che andiamo a casa e la incontrate per la prima volta.-
-Koraq...ma l'hai lasciata a casa da sola?-
Lui si volse a guardarla in viso. -Certo che no, c'è Mako a casa. Si è preso la giornata apposta per esserci quando incontrerete nostra figlia per la prima volta. Figurati che mi ha anche chiesto di portargli una fetta di crostata.- Poi con fare cospiratorio. - Ho lasciato Naga a controllarli, tranquilli.-
La risata che seguì distese del tutto i nervi a fior di pelle di Asami che finì in pace la crostata eccitata all'idea di conoscere questa nuova nipotina.

Koraq osservò con un sorriso indulgente Bolin praticamente irrompere in casa seguito prontamente da Asami, non meno curiosa di lui.
-Mako! Dov'è la mia nipotina? Su dai, voglio vederla!-
La risata piena e bassa che Koraq adorava arrivò alle loro orecchie dalla parte della cucina e Mako avanzò verso di loro con un fagottino in braccio ed uno splendido sorriso sulle labbra.
-A voce più bassa, Bolin, ha mangiato da poco ed ora è un po’ assonnata, non disturbarla o sentirai che polmoni che ha quando decide di comunicare al mondo il suo disappunto.-
Il ragazzone della terra sorrise alle parole del fratello maggiore e si avvicinò con più calma mentre l'altro si scostava appena la piccola dal petto per permettergli di guardarla in viso.
-E' bellissima, Mako! Un vero angioletto, assomiglia...-
Il sorriso di Koraq si allargò un po’ bieco nell'osservare quello di Bolin spegnersi nel fissare la bimba, mentre i suoi occhi verdi si serravano in due fessure furiose nel fissarsi sul fratello.
-Mako.- Sibilò il dominatore della lava. -Come hai potuto!?- Continuò mantenendo la voce bassa per non disturbare la piccola semiaddormentata.
A quelle parole Asami aggrottò la propria espressione per poi protendersi anch'essa a guardare quel visetto angelico.
Koraq la vide stringere i pugni puntando poi contro l'incendiario un rabbioso sguardo accusatore mentre questo li fissava come fossero impazziti .
Se c'era una cosa su cui poteva contare era l'amicizia di Bolin ed Asami nei suoi confronti e l'avatar sapeva bene che la somiglianza di Kaori con Mako avrebbe dato da pensare ai due amici, e con quali conclusioni, e lasciarlo anche solo per qualche attimo sotto la loro furia vendicatrice era un piccolo piacere che si concesse prima di salvare il suo uomo raccontando la verità.
Ritornò con la mente a quasi due settimane prima, quando Mako era rientrato palesemente tardi, aveva abbassato gli occhi rifiutando di incontrare i suoi ed era filato a farsi una doccia senza una parola. Per quanto molti lo accusassero bonariamente di essere un po’ 'lento' non era stato difficile capire che se Mako si sentiva così palesemente in colpa era successo quello che Koraq temeva da quando lui ed il signore del fulmine si erano messi insieme e che, a distanza di due anni, cominciava a sperare non accadesse mai. Mako era inciampato. Il dolore sordo al petto che l'aveva attanagliato gli aveva tolto il fiato con la stessa soverchiante sensazione di annegare mentre le lacrime gli avevano allagato occhi e viso in un flusso che gli sembrava inarrestabile. Aveva dovuto respirare a fondo prima di riuscire a farlo correttamente e quando c'era riuscito si era precipitato in bagno non sapeva dire per quale istinto primario, forse quello di urlargli contro o perfino assestargli un pugno sul viso, ma la visione di quel corpo che sapeva essere così forte scosso da silenziosi singhiozzi sotto la doccia gli tolse ogni baldanza. E di colpo si ricordò che quello era Mako, il suo ragazzo, certo, ma prima di tutto l'amico che tante volte si era confidato con lui su come stesse male tutte le volte che non riusciva a controllare quel suo maledetto sangue di fuoco, di come non riuscisse a sopportare l'idea di ferire la persona che amava in quella maniera ignobile. Quante volte l'aveva confortato, quante volte c'era stato per lui in più di una di quelle crisi? Certo che era arrabbiato e ferito, ma in quel momento, vedendolo soffrire a sua volta si rese conto della veridicità di un pensiero fatto due anni prima. "Non ti lascio, sciocco di un incendiario. Nemmeno per tutti gli inciampi del mondo" Si ricordava chiaramente di aver pensato che non c'erano ragioni: l'avrebbero superata, dovevano. Il ragazzo sapeva bene che Mako non credeva che lui avrebbe sopportato quello che neppure Asami, la dolce e paziente Asami, era riuscita a sopportare, ma Koraq non era lei. L'amica era una persona fantastica ma era una donna e non era una dominatrice e per quanto volesse cercare di capirli non poteva. Non avrebbe mai compreso appieno quanto un dominio pesi sul carattere e sulle azioni del suo portatore. Non poteva comprendere quanto un uomo si potesse trovare a ragionare con le 'parti basse'. Questi due fattori uniti al terzo e più incomprensibile per chiunque non avesse subito un trauma come quello sofferto dal piccolo Mako, le terribili esperienze patite pur di sfamare se ed il fratellino, portavano Mako ad agire in quel modo ed Asami non avrebbe mai potuto capirle. Koraq capiva abbastanza da sapere che in quel momento Mako si sentiva sporco, indegno e sapeva riconoscere abbastanza i segni di un attacco di panico da sapere bene che si era convinto che lo avrebbe lasciato. Assurdo. La decisione era stata presa inconsciamente e si era ritrovato nudo sotto la doccia ad afferrare quel corpo tremante tra le braccia e stringerselo al petto mentre Mako gli si aggrappava con disperazione e continuava a ripetere 'Mi dispiace, ti amo, perdonami.' come fosse stata una preghiera. Koraq ricordava di averlo tenuto così per parecchi, interminabili minuti prima di cominciare a lavarlo con attenzione e dolcezza, trovandolo inizialmente irresponsivo, perfino quando erano usciti dalla doccia e Kor aveva asciugato entrambi, per poi portarlo a letto. Un'altra fitta di dolore come una coltellata quando Mako si era scansato dai suoi baci e dalle sue carezze, ma lui non gli aveva permesso di farlo. Lo aveva fissato negli occhi e gli aveva sussurrato: -Non farmi questo, Mako. Ho bisogno di sentirmi desiderato da te in questo momento, ti prego.- Quelle meravigliose ambre mielate si erano spalancate per la sorpresa a quelle parole ma la comprensione si era fatta presto largo nel loro possessore e quel corpo, fino a quel momento rigido, si era poi dato a lui mentre tornava a sussurrargli: -Ti amo, Kor. Ti amo.- Si erano amati per tutta la notte, disperatamente ma dolcemente e quando alle prime luci dell'alba Mako era crollato per la stanchezza, sia fisica che mentale, Koraq non era riuscito ad imitare il compagno ed addormentarsi. Aveva avuto bisogno di sfogarsi con qualcuno ed Asami era da sempre la sua confidente, anche se aveva pregato l'amica di non mettersi in mezzo, di lasciare che lui e Mako risolvessero la cosa tra loro quando lei, furiosa, voleva andare a dirgliene quattro al 'fedigrafo'. E l'avevano risolta al suo ritorno a casa, quando Mako l'aveva guardato con sollievo palese, lasciandogli intendere che avesse avuto paura che Koraq se ne fosse andato per sempre. Avevano parlato, e mentre il suo uomo gli spiegava cos'era successo, l'avatar si rese conto che in parte era anche colpa sua. Sapeva bene che Mako non le cercava mai, erano sempre 'quelle' a mettergli le mani addosso, ed era a quegli stimoli sensoriali che non riusciva a dire di no. Del resto Mako era bello ed affascinante, una figura pubblica autorevole ed ufficialmente un uomo libero, come potevano non rimanerne attratte? Koraq prese in quel momento la propria decisione e la comunicò senza mezzi termini al compagno, era ora che i due smettessero di nascondere la loro relazione: voleva che fosse ufficiale, che si sapesse che il signore del fulmine era suo. Quello che non si era aspettato era il sorriso che aveva illuminato il viso di Mako a quelle parole.
-Ma che diamine vi siete messi in testa!?- La voce irata del suo incendiario lo riportò al presente osservandolo fronteggiare i due amici con cipiglio.
-Che ci siamo messi in testa?!- Controbattè una furiosa Asami.
-Questa piccola è la tua copia vivente, Mako! Come puoi pensare che non ce ne saremmo accorti?- Bolin era ugualmente contrariato. -Stramaledizione, fratellone! Come hai potuto fare questo a Kor?-
-Mi state accusando veramente di essere il padre naturale di Kaori?!-
Koraq decise che aveva lasciato il compagno a fronteggiare i due amici da solo per un giusto tempo e si mise in mezzo con un sorriso. -Va bene, voi due, ora basta. Apprezzo molto che prendiate le mie difese ma Kaori non è figlia di Mako, ve lo posso assicurare. Lo immaginavo che l'avreste creduto ma c'è una spiegazione e Mako ci teneva a dirvela lui, soprattutto a te Bolin. Ora seduti e fatelo parlare. Vi prometto che c'è veramente una spiegazione, ma dovete ascoltarla, ok?-
I due ragazzi si guardarono in viso per poi tornare ad osservare quello dell'avatar che pareva tranquillo e sorridente. Decisero entrambi di seguire le indicazioni dell'amico e si sedettero procedendo poi a fissare Mako con attenzione, ancora incupiti.
Mako sospirò sedendosi a sua volta mentre Koraq gli si sedeva al fianco, passandogli poi un braccio intorno alla vita a tenerselo vicino e chinandosi appena per posare un leggero bacio sul visetto della bimba.
-Bolin... sono stato a trovare Zolt qualche giorno fa. Mi sembrava importante che gli dicessi che entrambi avevamo deciso di sposarci perché... non so come dirtelo ma...-
Il fratello lo interruppe. -Zolt è nostro nonno, vero? O non guardarmi così! C'ero anche io quando disse che ci aveva cercati tanto. A parte che non si cercano due sconosciuti, non ci avrebbe lasciato andare alla prospettiva di avere una vita non criminale dopo tutte le risorse che aveva investito se non ci avesse tenuto a noi. Se ci aggiungi la somiglianza spiccata con te e la mamma è facile capire che, anche vista l'età, era o nostro nonno o comunque un parente.-
Tre paia d'occhi lo fissarono stupiti ed Asami si volse poi verso Mako. -Davvero?-
Lui annuì. -Era felice che avessimo trovato entrambi le nostre strade. Bolin... Zolt aveva una amante, che è stata uccisa poco dopo aver partorito Kaori. La gravidanza è stata una sorpresa, perché seppure più giovane di lui anche lei non era una ragazzina e non si aspettavano proprio questa situazione. Quando io e Kor siamo andati da lui ci ha praticamente costretti a portare via con noi la piccola.-
Lì Koraq si sentì in dovere d'intervenire. -Non che sia stato un peso... ci siamo innamorati di lei al primo sguardo e dubito che una volta che l'ho presa in braccio l'avrei lasciata per tutto l'oro del mondo.- Disse accarezzando una guanciotta paffuta.
-Quindi...- Esordì il ragazzo con gli occhi verdi. -Kaori è mia zia?-
-Biologicamente. Ma da ora in poi è la figlia mia e di Koraq. Anche perché, Bolin, non hai ancora visto la cosa più bella di questo angioletto.-
L'altro parve curioso. -E sarebbe?-
Mako volse verso il fratello e l'amica la bimba, posandola quasi seduta contro il proprio petto e poi si chinò appena a sussurrarle sotto lo sguardo intenerito di Koraq: -Kaori, amore di papà apri gli occhioni per zio Bolin e zia Asami. Fagli vedere quanto sono belli.-
Come a comprendere magicamente quelle parole la piccola si mosse appena prima di socchiudere le palpebre mostrando due cristalli di una sfumatura fin troppo conosciuta, lasciando senza fiato i due neo zii.
Il sorriso di Koraq si allargò.
-L'amante di Zolt era dell'acqua.- Disse solo mentre gli altri due si perdevano nella consapevolezza che gli occhi della piccola erano della precisa sfumatura di blu di quelli dell'avatar.
-Accidenti.- Mormorò Bolin allibito per poi sorridere apertamente. -Se non mi aveste raccontato tutta la storia, e non sapessi che è impossibile, penserei che è proprio vostra figlia. Vostra vostra, intendo-
-E' perfetta.- Disse solo Koraq mentre la piccolina si stropicciava gli occhioni vinta dalla stanchezza di sentirsi il pancino pieno ed il calore del corpo del padre a cullarla.
-Non riesco a credere che abbiate creduto che avessi ingravidato una donna pur stando con Kor.- Si lamentò Mako ma Kor fu pronto a rispondergli.
-Già amore, chissà cosa li avrà portati mai ha farsi un'idea così assurda.-
Mako lo guardò in viso mentre apriva bocca, ma poi la richiuse, probabilmente comprendendo l'ironia del tono dolce, troppo dolce, di Koraq e decise di non continuare quel discorso, riportando la propria attenzione sulla bimba sotto lo sguardo soddisfatto del compagno.
"Saggia decisione, amore mio." Pensò divertito l'avatar mentre strizzava l'occhio ad Asami che, comprendendo il rimbrotto velato, sorrideva a sua volta.

Mako chiuse la doccia sospirando sentendosi mentalmente stanco ed un po’ a disagio nell'ambiente poco familiare del bagno di casa di Tonraq e Senna. Lui e Koraq erano arrivati quel pomeriggio per annunciare ai genitori dell'avatar il loro rapporto, e la decisione di adottare Kaori, pronti alla battaglia per far valere le loro ragioni sicuri di trovare almeno Tonraq quanto meno perplesso. Invece la reazione alle loro rivelazioni era stata un semplice "Era ora che lo ammetteste... sapevamo che stavate insieme da quando siete andati ad abitare nella stessa casa." Da parte dell'uomo, palesemente rassegnato al fatto, mentre sua moglie annuiva.
Ricordava di come avesse cercato gli occhi blu di Koraq, trovando in essi la stessa perplessità che doveva essere ben viva nel suo sguardo. Ma perché, tranne Asami che sapeva quasi tutto, erano tutti convinti che lui e l'avatar facessero coppia fissa da quando ancora loro due non ci pensavano neanche? Perfino Tenzin aveva biascicato qualcosa sul tipo "era ora che lo annunciaste" mentre Pema sorrideva tranquilla come se la cosa non fosse una novità per lei. Possibile che lui e Kor dessero davvero quell'impressione? A quanto pare doveva essere così viste le reazioni dei loro amici e conoscenti all'annuncio del loro rapporto. Non uno di loro era parso stupito, a parte Bolin, almeno inizialmente. Poi suo fratello si era comportato con un atteggiamento tranquillo a quella relazione. Quando aveva provato a parlarci 'per sapere cosa ne pensasse realmente, Bolin aveva sorriso dicendo semplicemente: -A ben pensarci si vedeva che avevate sempre una premura in più l'uno per l'altro. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono anche sentito tagliato fuori, un po’ geloso della vostra complicità. Adesso, sapendo di voi due, so che una simile intimità era normale e non ero io ad essere stato estromesso dalle vostre confidenze.- Come poteva Mako rivelargli che quella era una situazione molto più recente? Gli avrebbe oltretutto dovuto rivelare un po’ troppe cose sul "piano di cui avevano giurato di non parlare mai più". E così lui e Kor non avevano corretto le assunzioni errate di chi li conosceva, anche se Asami insisteva che un certo feeling tra loro c'era sempre stato, ma lei era proprio una inguaribile romantica e non c'era da dire null'altro sulle sue illazioni.
Scosse il capo mentre si rimetteva la pesante giacca di pelliccia per tornare verso la camera di Koraq, maledetto freddo dei poli!
Si affrettò verso la porta ripensando al primo incontro dei nonni con la piccola Kaori. Tonraq e Senna sembravano felici di avere quella nipotina, dichiarando che anche se non aveva il loro sangue, era pur sempre la figlia di Koraq, ma quando i loro occhi si erano posati per la prima volta sulla bimba si erano bloccati di colpo a fissarla, come trasfigurati. La reazione li aveva quasi spaventati, incerti sul da farsi, fino a che Tonraq non era parso riprendersi e li aveva guardati con amore e con gli occhi umidi di emozione. -Capisco, ragazzi miei, capisco. Non c'è bisogno vi nascondiate dietro alla scusa dell'adozione.- Aveva mormorato commosso lasciandoli ancora più perplessi della sua reazione. -Ma si. Non è facile per un uomo ammettere una cosa del genere e quindi non ne faremo mai parola, tranquilli.- Aveva affermato prendendosi la piccola in braccio con cura. -Di cosa, papà?- Gli aveva chiesto Koraq sempre più titubante e Tonraq aveva sorriso. -Grazie a chiunque dei due abbia fatto questo sacrificio. Questa piccina è perfetta... Anche se mi ha quasi dato fuoco, vero amorino di nonno?- A quel fare la "piccina" aveva ridacchiato beatamente mentre l'uomo si alzava con lei e si avviava verso la porta d'ingresso. -Ed ora, mia piccola Kaori, andiamo a fare una passeggiatina e lasciamo che la gente del Polo Sud ti ammiri.- Aveva detto mentre si assicurava che la piccola fosse ben coperta prima di uscire e lasciare soli il figlio, il suo compagno ed una ridacchiante Senna. Al loro sguardo interrogativo la donna aveva prontamente risposto. -Quando abbiamo capito che stavate insieme Tonraq si è solo dispiaciuto che non avrebbe mai avuto nipotini. Un paio di volte ha commentato sul fatto che sarebbe stato bello se gli spiriti fossero interceduti per l'avatar ed avessero trovato il modo di ... come posso metterla? Beh il suo desiderio sarebbe stato che almeno per una volta uno di voi due avesse sviluppato temporaneamente un utero. Non fate quelle facce, era un desiderio legittimo anche se assurdo... almeno finché non abbiamo visto in viso la piccolina. E’ inutile dirvi che il fatto che sia identica a Mako ma con il preciso colore degli occhi di Koraq non aiuterà a dissuadere mio marito dall'idea che gli spiriti abbiano ascoltato le sue preghiere, vero? Su su, ora raccontatemi la storia della mia nipotina, perché c'è ne è una interessante dietro, vero?- Storditi dalle convinzioni di Tonraq, e segretamente inorriditi che l'uomo si fosse messo in testa quella assurda teoria, i due le avevano rivelato quanto richiesto e lei aveva annuito anche se era parsa turbata da quel racconto, cambiando subito dopo discorso. La cena era poi trascorsa serenamente, con i neo nonni talmente tanto entusiasti della nuova arrivata in famiglia che avevano voluto tenerla con loro quella notte.
Ancora immerso in quei pensieri entrò in camera chiudendosi accuratamente la porta dietro le spalle, per poi soffermarsi a togliersi la giacca e cominciare a togliersi anche gli altri pochi vestiti che indossava dopo la doccia.
La stanza era, fortunatamente, calda e la voce di Koraq gli arrivò da dove sapeva bene essere il letto, proprio dietro le sue spalle.
-Non riesco ancora a credere che papà creda che gli spiriti abbiano dato un utero ad un uomo...-
Mako ridacchiò della voce sconsolata del compagno.
-E' tuo padre.- Gli fece notare con voce divertita per poi sentirlo sospirare, cosa che aumentò il proprio divertimento.
-Io non avrei mai pensato ad una cosa simile.-
Il sorriso di Mako si allargò mentre finiva di togliersi i pantaloni rimanendo solo con i boxer.
-Davvero?- Chiese con la voce che grondava ironia mentre piegava velocemente gli indumenti che si era tolto per posarli sopra la propria borsa.
-Mako...lascia stare i vestiti, dai...vieni a letto.-
Qualcosa nella voce dell'altro gli diede un brivido di aspettativa lungo la schiena e lo spinse a girarsi trovandosi di fronte la visione di Koraq, nudo, a pancia sotto sulle coltri del giaciglio.
L'unica luce della stanza, le fiamme che scoppiettavano allegre nel caminetto, illuminavano in un gioco in movimento di luce ed ombra quel corpo statuario dalla pelle scura in contrasto con le pellicce candide su cui era sdraiato lasciando Mako senza fiato e senza parole.
I suoi occhi percorsero quella pelle elastica tesa sui muscoli possenti, mentre sentiva montare dentro di se il desiderio per il suo compagno, soprattutto quando questo si mosse adagiandosi su di un fianco, la testa sul cuscino con i capelli sparsi intorno come un'aureola scura.
Quegli occhi blu che adorava lo stavano guardando fisso con espressione intensa. -Vieni a letto...amore.-
La voce arrochita del giovane fu come il canto delle sirene per il suo sangue di fuoco, e in un attimo si trovò, senza sapere come, nel letto con il suo ragazzo tra le braccia mentre si baciavano con trasporto.
-Non sai quanto aspettavo questo momento.- Gli sussurrò ancora più roca la voce dell'avatar. -Il momento in cui ti avrei avuto sotto di me nel mio letto...nel ‘mio’ letto, Mako. La mia camera, la mia casa, ma soprattutto il mio letto.- Gli mormorò posando la propria fronte contro quella dell'incendiario, gli occhi affondati in quelli del suo uomo.
Mako sentiva il cuore battergli in petto. Capiva in parte quello che voleva dire. Quello era il letto di Koraq, la sua casa, quello che poteva definire suo, una delle poche cose. Per il ragazzo quell'attimo era importante anche se c'era un urgenza nella sua voce che gli diceva che qualcosa ancora gli sfuggiva.
-Che cosa c'è che non mi stai dicendo Kor?- Gli chiese dolce mentre si sentiva un sorriso affiorare sulle labbra alla tenerezza che vedeva dipinta sul bel viso a pochi millimetri dal proprio.
-E' la prima volta che porto qualcuno in questo letto. Mi sono ripromesso che mi sarei portato in questa casa, in questo letto, solo la persona con cui avrei scelto di passare la mia vita.-
Mako si sentì il cuore in gola per l'emozione che provava e vedeva riflessa negli occhi Blu del suo compagno. Se lo strinse addosso mentre una mano si insinuava in quella ricca massa color cioccolata.
-Koraq...sembra quasi...- La punta di un dito si posò sulle sue labbra a tacitarlo ed il suo possessore gli sorrise.
-Non voglio trattarti da donna ma volevo rispettare la tradizione della mia gente...- Disse solo mentre l'altra mano sfilava da sotto il cuscino qualcosa che si rivelarono due collari di cuoio lavorato, alla cui vista il cuore di Mako cominciò a battere all'impazzata.
Dovevano esserci dei pendenti di qualche tipo, forse delle zanne di focatigre, ad ornarli ma Mako non ci fece caso. La sua attenzione era rivolta a Koraq che lo guardava come in attesa.
Spiriti quanto amava quel bellissimo pasticcione di un avatar...abbastanza da promettergli di passare tutta la vita insieme?
La sua risposta fu di afferrargli entrambi i polsi e bloccarli sul cuscino sopra di lui per poi rotolargli sopra.
-Mako?- Chiese Koraq ansioso tacitato da un bacio imperioso che lo lasciò senza fiato ed incapace di ribellarsi a quel trattamento impetuoso.
-Domani mattina.- Affermò il signore del fulmine. -Domani mattina ti metterò quel collare e lascerò che tu faccia altrettanto con me.- Continuò con lo stesso fare imperioso. -Ma questa notte il mondo fuori da questa stanza non esiste.-
Koraq sorrise, uno di quei sorrisi radiosi capaci di illuminare la più grigia delle giornate e Mako si chinò su di lui, del tutto intenzionato a perdersi in quel sorriso ed in quel corpo. Il sorriso ed il corpo dell'uomo che amava e con cui avrebbe passato la sua vita.

La piccola Kaori poppava il suo latte avidamente mentre Senna la osservava mangiare con tenerezza e non poteva fare altro che ricordare Koraq a quell'età.
Sollevò il viso ad incontrare gli occhi di suo marito che le sorrise mentre finiva la colazione tornando anche lui ad osservare con sguardo dolce la piccola.
La donna ridacchiò sommessamente pensando che in molti avrebbero preso le convinzioni del proprio amore come strane, ma non lei. Senna sapeva che suo marito era semplicemente ormai così devoto agli spiriti da ritenerli capaci di dare la possibilità di dare un figlio a quei due ragazzi, perché, dopotutto, per chi altri si sarebbero mossi se non per l'avatar?
Tonraq aveva sempre sospettato che le intenzioni di Koraq e Mako nell'andare a convivere non fossero "pure" ma del resto sapendo dei gusti del loro ragazzo, era facile arrivare a quella conclusione. L'uomo non ne era stato felice inizialmente, perché in cuor suo aveva sempre sperato che il figlio prima o poi desse loro un nipotino, ma Senna si era rassegnata perfino sapendo, cosa che aveva accuratamente evitato di dire a suo marito, che Koraq era decisamente bisessuale… almeno visti alcuni sguardi che aveva notato tra lui e la signorina Sato durante la crisi di Vaatu. Ma a chi voleva darla a bere Koraq?
Era sua madre, era impossibile per lui mentirle e sapeva bene che quando aveva affermato che non gli piacevano assolutamente le donne stava mentendo. Ma del resto se Tonraq avesse avuto la conferma che suo figlio apprezzava "anche" le donne non avrebbe perso tempo a fidanzarlo ufficialmente con qualche figlia di capitribù, il più velocemente che a pronunciare la parola Avatar. A Senna non erano mai piaciuti i matrimoni combinati, non dopo che uno le aveva rovinato l'infanzia, così aveva taciuto delle proprie realizzazioni ed aveva lasciato libero il suo piccolo di trovarsi da solo qualcuno con cui condividere la vita.
Anche in questo Koraq non l'aveva delusa. Aveva sempre saputo che le persone più vicine all'avatar erano i suoi tre amici e cavalieri, Mako, Bolin ed Asami, ed era fortemente convinta, in passato, che Kor avesse una cotta per il dominatore della terra, ma a quanto pareva, invece, era fissato con i dominatori del fuoco... come il suo primo, altra cosa che aveva taciuto accuratamente al marito.
Suo figlio era un libro aperto per lei, perfino dopo tutto questo tempo lontano da casa. Sapeva interpretare i suoi sguardi e le sue emozioni allora come ora e ciò che vedeva tra lui e Mako gli piaceva. C'erano tenerezza, complicità e desiderio ed anche una buona dose di amorevoli bisticci che non guastavano mai in un rapporto. Una cosa che piaceva molto a Senna era la serenità che vedeva in Kor, indubbiamente dovuta al suo incendiario.
Come si era lamentato Tonraq al pensare al figlio con un dominatore del fuoco, una cosa contro natura, secondo lui, ma Senna gli aveva fatto notare che da quando abitavano insieme il loro ragazzo sembrava effettivamente più felice e questo l'uomo non aveva potuto negarlo. Inoltre era una persona che loro conoscevano e sapevano essere un bravo ragazzo, serio, lavoratore e devoto alla famiglia come aveva dimostrato crescendo il fratellino, cosa non facile per qualcuno che era poco più di un bimbo egli stesso.
"E poi..." Si ricordava di avergli detto con un sorriso "Pensa che non stai perdendo un figlio, ma ne stai guadagnando altri due, solo che uno è del fuoco ed uno della terra." La cosa aveva fatto sorridere Tonraq che da quel momento era parso rasserenarsi... e rassegnarsi. Ora, a distanza di quattro anni, finalmente i due ragazzi si erano dichiarati al mondo come coppia ed avevano addirittura adottato quella meravigliosa piccina che già aveva fatto innamorare al primo sguardo i suoi nonni, e metà del Polo Sud, a dire di Tonraq... naturalmente l'altra metà non l'aveva ancora incontrata.
La porta della stanza di Koraq si aprì a lasciar uscire il giovane che li salutò con un sorriso radioso per poi sedersi accanto a lei e riprendersi in braccio la piccolina.
Senna sorrise divertita nell'osservare il figlio e la sua bimba interagire anche se l'ombra di un lampo di sofferenza le lacerò il cuore. La stessa sofferenza che l'aveva assalita la sera prima quando Koraq e Mako le avevano raccontato la vera storia di Kaori.
Forse un giorno avrebbe narrato a suo figlio di sua zia, la giovane donna del sud, sua sorella maggiore, che se ne era andata dal polo sud a cercare fortuna altrove per evitare un matrimonio combinato dai loro genitori... una sorella di cui non aveva più saputo nulla, almeno finora.
Un giorno avrebbe detto a Koraq che le aveva portato la notizia della morte dell'amatissima sorella e che Kaori non era solo la zia di Mako e Bolin ma anche sua cugina. Un giorno, ma non ora, per non ammantare di tristezza quella gioia che la bambina che faceva i sorrisoni al suo papà aveva portato nelle loro vite.
Senna non dubitava minimamente che la donna di cui avevano parlato fosse lei, perché, come suo marito, aveva una fede incrollabile negli spiriti e gli spiriti non fanno mai nulla per caso, ed hanno il loro modo di chiudere certi circoli della nostra vita, perché si possa andare avanti a testa alta verso il futuro.
Sua sorella era morta. Non avrebbe più potuto parlarle come aveva sognato di fare per tanto tempo, ma almeno l'angoscia di non sapere dove fosse e cosa le fosse accaduto si era chetata... ed in fondo una parte di lei era di nuovo a casa.
La porta che si apriva di nuovo la distolse da quelle considerazioni e si volse a sorridere al proprio figlio acquisito rimanendo perplessa quando lo vide avvicinarsi al tavolo e sedersi con indosso il cappotto.
-Ma voi incendiari non siete in grado di scaldarvi da soli?-
Chiese Tonraq tra il divertito ed il curioso e Mako non se la prese a male perché, dopo un salutino a Kaori che gli tendeva sorridente le manine, disse: -Datemi solo il tempo di riprendere energie e mi scaldo.-
Indicando la colazione che Senna gli stava servendo e della quale la ringraziò caldamente mentre si chinava a baciare sulla fronte la piccina che ridacchiò.
Senna vide il sorriso di Koraq allargarsi malizioso a quell'affermazione e seppe che il figlio stava per spararne una delle sue... povero Mako ma l'aveva servita sul classico piatto d'argento.
-Si, papà. Fagli riprendere energie che stanotte l'ho sfinito.-
"Altro che povero Mako." Pensò Senna osservando le reazioni degli altri due uomini nella stanza a quelle parole. "Povero il mio Tonraq."
Ed effettivamente, mentre Mako si era limitato ad arrossire e continuare a mangiare con fame la sua colazione, il proprio marito era diventato bianco e non sapeva dove guardare. Soprattutto non il tronfio Koraq che cullava Kaori con un ghignetto soddisfatto sulle labbra.

 


 
   
 
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