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Autore: Queen FalseHearth    04/06/2017    2 recensioni
Personaggi presenti in questa one shot scritta con tanto impegno sono:
Courtney, una ragazza ispanica con il desiderio di suonare il violino cresciuta con una madre dolce e un padre incomprensibile, e Duncan, il giovane delinquente che oltre gli animali teneri ha un debole per la musica. In questa ff il loro incontro non è mai avvenuto in un reality ma in un’aula di musica.
🎻 Vi propongo una Duncney, spero che vi piaccia!! 🎻
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Courtney, Duncan, Nuovo Personaggio | Coppie: Duncan/Courtney
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Lezioni di violino


L’associazione musicale di Peaceville è famosa per due motivi: se riesci a entrare è sicuro che diventerai il più grande musicista del quartiere, in poco tempo il ritmo scorrerà nel tuo corpo e non potrai far a meno di mostrare a tutti gli abitanti del mondo il tuo talento; la seconda causa che è riservata a pochi. Courtney aveva l’appoggio della madre e i soldi del padre: era stata ammessa senza problemi. La sedicenne avrebbe trascorso solo due ore alla settimana in quella struttura, non assomigliava per niente a un liceo musicale: il modulo d’iscrizione era il suo più grande sogno del cassetto. A causa degli interessi finanziari del padre l’adolescente doveva seguire una scuola superiore che non le addiceva, per imparare il mestiere del padre. I desideri della ragazza andavano ben oltre a un lavoro noioso; il padre, notando la tristezza della figlia, voleva accontentarla in parte e riuscì a trovare un compromesso; sempre che Courtney riesca a finire tutti i compiti.
L’ispanica aveva chiesto lezioni private con un maestro professionista dello strumento che aveva sempre ammirato, il violino. Da piccola non si perdeva neanche un concerto di strumenti appartenenti alla famiglia degli archi. La custodia dello strumento brillava sotto la luce del sole, all’interno c’era un violino appena uscito dal negozio del migliore liutaio in zona.
La sedicenne aveva lo strumento e l’appuntamento con il maestro, solo una cosa le mancava: la sicurezza. E se il violino non era il suo strumento? In passato si era iscritta a un corso di basso ma dopo la prima lezione se ne è scappata dopo cinque minuti. Se il maestro era uno di quei vecchi senza cuore che vedeva alla tv? E se era troppo grande per imparare a suonare uno strumento complicato? E se il suo abbigliamento era inadeguato? Indossava il suo outfit quotidiano, cioè capelli lunghi sciolti ordinati in una bandana nera, una giacca di pelle con sotto una maglia semplice bianca, i suoi jeans strappati preferiti e le zeppe. Quell’abbigliamento era perfetto, perfetto per la scuola o uscire con gli amici! Avrebbe fatto sicuramente brutta figura ma non voleva tirarsi in dietro, decise di entrare.

Fu accolta da una donna minuta di una cinquantina d’anni travestita come una star di qualche soap opera (Courtney lo dedusse dal rossetto troppo acceso e da abiti giovanili non adatti alla sconosciuta) con uno smagliante sorriso; la sedicenne pensava che stesse aspettando solo lei per fare tale accoglienza. La donna chiese alla sedicenne se era la signorina Barlow (il termine “signorina” fece rabbrividire Courtney per il modo in cui quella donna l’aveva detto) e la giovane annuì timidamente.
-Il maestro la sta aspettando in quella sala infondo al corridoio- la ragazza diede una lesta occhiata alla saletta in questione: era molto lontana –spero che si trovi bene qui- concluse la signora e la guardò più attentamente facendo una smorfia di disappunto. La giacca era troppo trasgressiva? O la colpa era dei jeans?
-Arrivederci- si avviò e notò un ragazzino dai capelli blu che portava una custodia, azzardò a indovinare che si trattava di una chitarra. Aveva anche un capellino arancione raffigurante un teschio. Si sentiva quasi normale in quella struttura, almeno aveva un colore naturale dei capelli. Quel ragazzino avrà subito delle occhiatacce da quella signora? Il giovane chitarrista entrò in una stanza vicino al luogo in cui Courtney avrebbe incontrato il suo nuovo insegnate. Era arrivata in fondo al corridoio senza accorgersene.

Aprì delicatamente la porta e trovò una stanza abbastanza piccola abbellita da libri di musica, vecchi poster di passati concerti e c’era una piccola finestra dalle tende gialle per rallegrare il luogo. C’era anche un piano, molto probabilmente quella stanza non era solo per violinisti. Courtney era ancora nascosta dietro la porta semiaperta per farsi un’idea del maestro ma non riuscì a vederlo, doveva entrare. Fece un respiro e aprì la porta completamente.
Infondo a sinistra alla stanza vide un ragazzo della sua stessa età con delle bacchette da batteria in mano  Non si sentiva più a disagio: quel ragazzo indossava la sua stessa giacca di pelle, un po’ più corta e senza maniche, pantaloni neri, scarpe da ginnastica molto originali e aveva di capelli in parte verdi. Aveva anche dei piercing molto alla moda. Sembrava che il ragazzo stesse suonando una batteria immaginaria. Era abbastanza tranquillo come se stesse vivendo in un mondo tutto suo, era anche carino.
-Scusi?- la ragazza si fece notare. Il punk spalancò gli occhi non appena udita la voce sconosciuta e lanciò le bacchette su un tavolo di vetro che si trovava vicino alla libreria. Alzò la schiena, si sistemò, e osservò l’ispanica che era apparsa dal nulla. Rimase a bocca aperta e sbatté le palpebre più volte.
-Ehm…ehi ciao- disse quasi senza voce. Il ragazzo si sguardò attorno imbarazzato, non era abituato a quel tipo di stato emotivo.
-E’ lei l’insegnate di violino?- chiese la ragazza con molta insicurezza. La qualità della struttura musicale che l’ha colpita è l’originalità: ragazzi dai capelli blu, donne che si vestono stranamente; quindi pensò che quel ragazzo potesse essere un insegnate del strumento che giaceva ancora nella sua custodia in attesa di essere suonato. E poi una sua amica aveva un’insegnate diciasettenne e le disse che era un genio della musica.
-Ehm…si certo sono Duncan Nelson, cioè il maestro Nelson- porse la mano –Courtney, Courtney Barlow- la ragazza sorrise in maniera formale e tese la sua mano. Si guardarono negli occhi molto a lungo.
-Allora prima di iniziare vorrei chiedere se questo violino andasse bene, mio padre l’ha preso sotto consiglio del liutaio ma io non ne sono convinta.- Courtney appoggiò la custodia nera su una sedia e l’aprì delicatamente; si sentiva la ragazza più fortunata e felice del pianeta, poteva diventare una violinista! Duncan le fissò il sedere.
-Va bene?- chiese trattenendo le sue forti emozioni positive ma ogni tanto si lasciò sfuggire qualche sorriso. –Si va benissimo, le sue spalle sono perfette per suonare ogni tipo di violino-
-Grazie per il consiglio…cioè per il complimento- sorrise imbarazzata. Prese l’archetto e il violino in attesa di indicazioni. Era molto emozionata, per poco non saltellò.
-Ok il violino ha quattro corde e si suona con quella specie di stecca chiamata arco. Devi mettere l’arco sopra una corda, ti faccio vedere- si mise dietro la ragazza, quest’ultima poteva sentire il suo fiato sul collo, e il ragazzo le prese la mano destra e l’aiutò a posizionare l’arco su una corda; con l’altra mano teneva la ragazza per un fianco come se la volesse invitare a ballare.
-Così si suona il violino?- chiese con un velo di rossore sul viso.
-Si si tranquilla l’ho visto fare in televisione- Courtney si girò di scatto e senza volerlo sfiorò il viso del sedicenne -Come scusi?- esclamò voltandosi subito dopo imbarazzata.
-Cioè- disse Duncan pensando come giustificarsi –Ho visto molte violiniste sexy in televisione identiche a te- la ragazza ruotò gli occhi e si concentrò. Quel ragazzo stava iniziando a prendere molta confidenza. L’arco iniziò a muoversi diritto lungo le corde: uscì un bel suono. Courtney si sentì fiera del grande risultato al primo tentativo, poi si ricordò di Duncan che la stava aiutando, con la sua docile mano.
-Che fai sabato?- -Le sembra il momento di chiedere? Mi dica come sto andando-
-dammi del tu. Comunque stai andando bene principessa bene…allora sei libera?- Courtney da un lato iniziò a sospettare che lei fosse la sua prima allieva e dall’altro sentì la sensazione di essere corteggiata da quel ragazzo. Fu lusingata.
-Ora lascio la mano e vediamo se riesci a mantenere il suono piccola- nello stesso istante in cui Duncan lasciò l’archetto, il bel suono svanì e al suo posto c’era un assordante rumore stridulo molto sgradevole. Courtney sentì subito la mancanza di quel calore, pare che il suo maestro si sia allontanato. Non riuscì più a domare lo strumento molto apprezzato.
-Tesoro è una questione di pressione, l’arco deve quasi sfiorare quelle corde- il caratteraccio di Courtney non si trattenne, il suo bisogno di sfogarsi se veniva ripresa senza motivo ebbe la meglio.
-Questo, maestro, non me l’aveva detto. Ed è normale che all’inizio sia difficile non occorre che mi parli così! E non mi ha manco detto il nome delle quattro corde! Le sa almeno?-
Courtney le conosceva molto bene, prima di dormire ogni sera si leggeva un libro riguardante il violino, lei voleva verificare se quello che aveva difronte fosse un efficiente maestro o un buffone.
-Qualcuno ha perso le staffe- la ragazza lo inquadrò male -Bene le note sono Sol, Re, La…la….- Duncan balbettò qualche nota e finì per mordersi la lingua.
-Ahi fa male!- finse che il suo dolore fosse il doppio di quello che provava; invece di intenerire l’allevia, come sperava, guadagnò il lieve disprezzo della ragazza.
-Ti sei solo morso la lingua, capita: non occorre fare una tragedia- –Parla quella che si arrabbia per una correzione: sono pagato per quello cara-
-Quanto? Mio padre l’ha pagata in anticipo- avrebbe voluto incrociare le braccia ma lo strumento glielo impediva.
Prima che il ragazzo potesse farfugliare una risposta, un uomo più vecchio di loro ma più giovane della donna di prima si presentò con una custodia molto grande e curata.
-Salve, lei deve essere la signorina Barlow, scusi se l’ho fatta aspettare, io sono il suo maestro di viol….Duncan?- quel pacato signore iniziò a cambiare radicalmente espressione
-Ancora tu! Te lo ripeto non m’interessa se hai la passione non studierai mai qui! Vattene!- il punk fece una cosa che nessuno si sarebbe aspettato: si lanciò dalla finestra. Per poco non si trascinò le tende.
-Oh mio Dio!- la reazione dell’ispanica fu abbastanza opportuna. Courtney non poteva ancora crederci, quel ragazzo carino si era davvero buttato dalla finestra? Stava bene? E come faceva quel signore a rimanere così tranquillo!?
-Mi scuso per la scena di prima, spero che quell’incontro con quel delinquente non sia stato molto sgradevole. Allora hai già preso il violino? Sono qui per insegnarti tutto.- l’ispanica lo seguì a metà, per tutta la lezione fu distratta dal pensiero del ragazzo che aveva appena conosciuto.

Salutò l’insegnante dopo aver preso accordi per una successiva lezione e uscì correndo sperando di trovare dall’esterno la finestra dell’aula di violino: memorizzò un dettaglio, aveva le tende gialle.
Raggiunse la zona in cui il ragazzo, secondo i suoi calcoli, dovrebbe trovarsi. C’erano solo bidoni per l’immondizia, preferì sperare che Duncan sia atterrato su un’altra superficie comoda. Guardò in alto l’edificio che aveva davanti e notò che le finestre non erano poste molto in alto ma la sua preoccupazione non svanì.
-Ehi principessa- riconobbe la voce. All’inizio Courtney lo fissò con un’espressione composta da confusione e rabbia, ma appena vide il ragazzo illeso dalla caduta fu un grande sollievo. Si perse in quegli occhi celesti stupendi, poi ritornò alla realtà.
-Perché ti sei finto un maestro di violino- questa volta poté incrociare le braccia e guardarlo in modo negativo.
-Perché sei carina e…volevo conoscerti.- rispose. Courtney ne aveva conosciuti di ragazzi superficiali che le hanno detto la stessa frase ma Duncan la disse in una maniera che nessuno l’aveva mai detto: con sincerità.
-Potevi inventarti altro modo piuttosto che prendermi in giro!- -Hai ragione, scusa. E poi sei tu quella che ha scambiato un sedicenne per un insegnante-
-Beh scusa se ho pensato che avessi del talento- il secondo di silenzio che seguì fu imbarazzante. La sedicenne non capiva se dovesse parlare o se fosse Duncan a farlo.
-Tu suoni la batteria?- chiese senza pensarci, come se le parole si fossero formate da sole.
-Non proprio. Per diventarlo dovrei prendere lezioni ma non ho niente. Mi piacerebbe imparare, non sembra ma la musica è tutto per me-
La situazione di Duncan le ricordò la sua: lei aveva il privilegio di imparare lo strumento amato ma quella passione sarebbe stata solo secondaria nella sua vita. Ok quello non centrava niente ma aveva bisogno di cambiare argomento: non era brava a consolare le persone.
-Ho notato che t’intendi di violino- disse –E l’ultima corda è il Mi- il punk sorrise
-L’ho visto in tv, te l’ho detto bambola-
-Mi mancavano quei soprannomi-
In tutta la sua vita non aveva mai sorriso così tanto, tutto merito di quella ragazza bellissima. Aveva conosciuto molte ragazze ma solo lei le sembrava diversa; sembra una frase fatta e falsa ma è quello che pensò il punk.
-Un momento e il tuo violino?- solo in quel momento la ragazza si accorse della custodia mancante,  non ci aveva minimamente pensato.
-L’ho lasciato nell’aula….vado e torno!-
-Hai detto che vai e torni? Torni da me?-
-Si…e poi sabato sono libera-
-Vedi non mi basta solo un giorno per conoscerti- il ragazzo si avvicinò all’ispanica, quest’ultima riconobbe la puzza dell’immondizia ma non le diede alcun fastidio.
-Vorrei che ci vedessimo ogni giorno- sembrava finita in una favola.
-Solo se mi prometti che non mi mentirai o ti lanci dalle finestre-
-Promesso-

 

Angolo Autrice
Buonasera concorrenti di reality show, spero che questa storiella vi sia piaciuta! Vi state godendo le vacanze?
Non sono molto brava a scrivere le scene romantiche, ma io devo imparare se voglio diventare una brava scrittrice…fa schifo il momento di Duncan e Courtney vero? Siate sinceri e ditemi i vostri migliori consigli. Non mi offendo, tranquilli.
Grazie chi ha trovato il tempo di leggere questa ff, alla prossima ciaoooooooo!
P.S.: in questa storia ci sono due riferimenti a un cartone americano creato da Todd Kauffman, anche autore di Total Drama (la città Peaceville e il ragazzino dai capelli blu, Corey Riffin). Quel cartone riguarda una band musicale e ho pensato che fosse stato azzeccato inserire qualche riferimento…andateli a cercare su Internet se vi va ;)

   
 
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