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Autore: Violetta_    05/06/2017    4 recensioni
Fanfic su una coppia talmente crak che nemmeno un pacchetto di crackers dimenticati in fondo lo zaino.
L'intera raccolta sarà come una scatola di cioccolattini, ogni capitolo avrà un sapore diverso. Non si sa cosa può capitare. (Alcuni capitoli saranno Flashfic. Il raiting potrebbe salire).
Saranno presenti collegamenti con altre mie raccolte (soprattutto "Secret file Zero" e "Jerez")
***
(Dal capitolo 1)
Alzò un sopracciglio.
Lei era una donna veramente terribile.
Scorbutica, analitica, furba. Bellissima.
Era diventata davvero meravigliosa.
-
Lui era una persona piuttosto complessa.
Aveva un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile, generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
***
(Dal capitolo 8)
Agasa si girò a fissarla ed inclinò la testa.
Ultimamente Shiho era strana.
Chissà come mai.
-
Shinichi corrugò la fronte con aria stranita.
Ultimamente Rei era strano.
Chissà cosa gli passava per la testa.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Incidente






Entrare in casa di Masumi comportava sempre qualche sorpresa: come trovare la ragazza, in intimo, circondata da foto di omicidi o Shukichi intento a mangiare formaggio mentre si allenava a Shogi.
O peggio trovarsi il fratellone in mutande.

Alzò gli occhi al cielo.

No, i gusti di sua sorella non li capiva nemmeno col senno di poi.

<< Ciao principess... >>
<< Sparati >>

Lo superò velocemente e si sedette sul divano.

Shuichi pensò bene di recuperare i pantaloni della tuta ed una maglietta, mettendoseli addosso.

<< Perdonami non sapevo saresti venuta >>
<< Masumi mi ha chiesto di analizzarle delle tracce di sangue, ho pensato di darle i risultati >>

L'uomo fece un sorrisino.

<< Da quando la scientifica fa indagini su ordinazione? >>

Shiho avvertì l'impulso fisico di strangolarlo ma si trattenne.

<< Oh quindi sarei poco professionale perché ho fatto un favore ad un'amica... vuoi davvero giocare a questo gioco? Davvero Shu?
Tre settimane fa chi ha contaminato le prove al parco botanico? >>

Akai spalancò gli occhi trovandosi spiazzato.

<< Come lo sai? >>
<< Ho dovuto fare io i rilevamenti... Maledetto >>

Shiuichi si mise una mano dietro la nuca. Tecnicamente l'FBI non era lì durante quell'attacco terroristico e avevano dovuto lasciare il campo facendo le cose in fretta.

<< Aspetta. In quel caso non era coinvolta la polizia bensì... >>
<< Perché per l'FBI il concetto di “vacanza” è interferire nel lavoro delle altre agenzie governative? >> disse secca interrompendo il suo ragionamento. Un monito per fargli capire che non doveva indagare oltre.

L'Akai stava per risponderle a tono ma in quel momento Masumi aprì la porta del bagno.

<< Mamma devi andare a comprare urgentemente gli assorbent... Oh sei tu. Ciao Shiho >>

La ragazza alzò la mano a mo di saluto.

<< Ti ho portato i risultati >>
<< Fantastico grazie. Mangi con noi? >> chiese con un gran sorriso speranzoso.

Per tutta risposta la ramata fece un sorriso tirato.

<< Magari un'altra volta >>

Le diede la busta coi risultati ed una piccola pochette. Poi uscì velocemente dall'appartamento.

<< Che c'è in quella borsetta? >> chiese Shuichi inclinando la testa.
<< Non sono affari tuoi nii >> rispose seccata la sorella.



*


In realtà il piano era proprio quello di mangiare con Sera quando era andata a casa sua.
Agasa non c'era, lei non aveva avuto il tempo di fare la spesa e come se non bastasse aveva delle lezioni nel pomeriggio.
Stava morendo di fame ma mangiare con quel ragazzo, con quel bugiardo, borioso ed arrogante, era veramente troppo al momento.
Dato che stava passando davanti al Poirot decise di pranzare al volo lì per poi andare all'università.

Non appena aprì la porta la voce cordiale di Azusa la accolse.

<< Irasshaimase >>

Le stava simpatica quella ragazza, cordiale, allegra ma riservata. Se non fosse che avevano davvero poche occasioni di incontrarsi sarebbero potute essere buone amiche.

Si sedette al bancone ed ordinò un sandwich.

<< Shiho che sorpresa >>

Rei, o meglio Tooru era appena rientrato dal retro.
Non si aspettava di vederla lì, non da sola almeno.

<< Sei qui da sola? >>

Lei annuì frettolosamente provando ancora dell'imbarazzo nel vederlo. Ma ormai era passato del tempo, avevano avuto molte altre occasioni di vedersi e si erano comportati con molta naturalezza tutte le volte.

Il ragazzo guardò l'ordinazione, prese gli ingredienti ed accese la vaporiera.

<< Come mai da queste parti? >>
<< Non farti strane idee... mi serviva un posto dove pranzare velocemente. Quindi cerca di non avvelenarmi >>

Il suo tono di voce era apparentemente serio ed il biondo non seppe esattamente come reagire.

<< Farò del mio meglio >> disse infine con un mezzo sorriso.

Finì di comporre il panino e prese il coltello per tagliarlo.
Quel silenzio non gli piaceva, lo metteva a disagio.

<< Hai notizie di quei tre bambini che si divertono ad investigare? Non li vedo da qualche giorno >>

Shiho fece un sorrisino.

<< E da bravo detective tu non hai svolto delle indagini? >>

Il ragazzo stava per risponderle quando la suoneria di un cellulare lo interruppe.
Shiho prese il suo ony non riconoscendo il numero.

<< Moshi moshi? Si … si sono io... >>

La ragazza stava per portarsi il primo boccone del panino alla bocca quando la vide irrigidirsi, sbiancare e poi alzarsi in piedi con uno scatto.

Tooru si allarmò.

<< Shiho? >>

Lei non lo ascoltava, anzi aveva cominciato ad alzare la voce al telefono ed a tremare.

<< Com'è successo? Dov'è ora? NO. Siete voi che mi dovete rispondere! >>

Quando la ragazza chiuse la chiamata era completamente nel pallone, si guardava intorno e tremava.

Rei uscì da dietro il bancone e le mise le mani sulle spalle.


<< Shiho che è successo? >>




*



Il professore aveva avuto un incidente ed ora era in ospedale.
Doveva rimanere ricoverato per accertamenti.

<< Lo sapevo che quel catorcio di macchina non era affidabile. Maledizione perché non ho insistito per farla portare dal meccanico? >>

Shiho camminava avanti ed indietro per il corridoio tenendo in mano un bicchierino vuoto da caffè.

Era molto nervosa e faticava a concentrarsi.

Un'infermiera le aveva detto che non poteva rimanere, che avrebbe potuto fargli visita il giorno dopo ma lei era cocciutamente rimasta pretendendo non solo di vederlo ma anche di visionare la sua cartella clinica.

Rei la osservava preoccupato.
La ragazza era sempre concentrata ed attenta, era veramente difficile farla distrarre nonostante in laboratorio le si presentassero i casi più disparati.
Doveva essere veramente affezionata a quell'uomo per reagire in quel modo.





<< Non puoi guidare in questo stato >>
<< Io... io devo andare da lui... Rei... lasciami... >>




Era così sconvolta che non era riuscita a distinguere il suo vero nome da quello di copertura, per fortuna il locale in quel momento era vuoto ed Azusa era scesa a prendere delle lattine.
Alla fine si era tolto il grembiule e l'aveva accompagnata all'ospedale, il professore si trovava a Tokyo per un convegno quindi dovettero dirigersi sino a lì.

Shiho si sedette su una delle sedie poste in corridoio e si mise una mano sul viso.
Rei le si avvicinò.

<< Dai vieni... ti porto a casa... >>



*




L'aveva portata nel suo appartamento.





<< E' più vicina all'ospedale, e poi non ho intenzione di lasciarti da sola >>





Shiho non aveva replicato oltre, non ne era nelle condizioni.
La casa dell'agente era davvero bella, non molto grande ma arredata decisamente bene.

Dal grande divano posto al centro del salottino vicino l'ingresso riusciva a vedere una bella cucina ad isola con annesso un piano bar, in fondo un tavolo e una porta che doveva portare nelle altre camere.
Di fronte a se c'erano delle tende piuttosto spesse che dovevano coprire un grande balcone.

Una volta dentro l'aveva scortata sino alla camera da letto, l'aveva fatta sedere e le aveva messo una morbida coperta addosso.

<< Direi che per oggi è meglio evitare il caffè... vado a prepararti un the caldo >>

Shiho era rimasta immobile qualche secondo poi si era guardata intorno.
Era una camera piuttosto spartana ma aveva il pregio di avere il bagno in camera ed un piccolo balcone.
Posò gli occhi sul plaid: era morbido e caldo ed aveva il suo profumo.

Chiuse gli occhi avvicinando un lembo della coperta al viso e li riaprì solo quando sentì i passi del ragazzo dirigersi verso la camera.

Rei poggiò il vassoio sul comodino e si voltò a guardarla.
Pose la mano sulla sua guancia accarezzandole lo zigomo col pollice, poi le fece un sorriso rassicurante.

<< Vedrai che non è nulla di serio. Adesso mangia qualcosa e poi riposa un po'... >>

Il suo tono di voce era come un caldo abbraccio e per un momento fu veramente tentata di tirarlo a se e stringerlo.
Ma non fece nulla del genere, rimase immobile limitandosi ad annuire.

<< … buonanotte >>

Non appena il ragazzo chiuse la porta lei guardò il vassoio: oltre al thè c'era un piattino pieno di biscotti e due panini.

Se non fosse stata così triste e preoccupata le sarebbe scappato da ridere.



*



L'indomani Shiho si risvegliò molto presto avvolta comodamente nel plaid blu del ragazzo.
Sbadigliò e si diresse in bagno per darsi una rinfrescata, poi andò in cucina.

Rei era addormentato sul divano con una mano dietro la nuca e l'altra penzolante. La cravatta sul tavolino e la camicia sbottonata.

Shiho si ritrovò ad avvampare in una maniera forse un po' troppo esagerata.

Prese un bigliettino ed una penna dalla sua borsa, poi uscì di casa senza fare rumore.




Ti devo un favore. Grazie per l'ospitalità.

Shiho

   
 
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