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Autore: Sarastar88    05/06/2017    6 recensioni
Uno spin-off della mia fan fiction "Against fate". Alla fine del capitolo 15 troviamo Usagi che regala a Seiya un quaderno dove riporta le pagine del suo diario, dal loro primo incontro fino alla famosa sera sul tetto della scuola, dove lui le chiede "Non vuoi che sia io ad aiutarti?".
Quali erano i pensieri della nostra testolina buffa sul bel rockettaro? Era veramente così indifferente al suo fascino come voleva fargli credere?
Per scoprirlo non vi resta che leggere questa breve storia.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Seiya, Un po' tutti, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi, Seiya/Usagi
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Quinta serie
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Caro diario,
Oggi il mio Mamo Chan è partito per l’America. Come promesso a Luna, ho cercato di essere forte e sono andata a salutarlo all’aeroporto, promettendogli che l’avrei aspettato per sempre. Dove sarei potuta andare poi? Lui era l’unico per me, il mio principe.
Quando mi disse che i primi tempi, per via degli impegni, non avrebbe avuto molto tempo per mettersi in contatto con me, mi è parso di rompermi in mille pezzi. Mi sono sentita completamente fragile e delicata, come lo stelo di un fiore.  
Ho cercato di ricacciare quella debolezza; dopotutto ero Sailor Moon, avevo affrontato dei nemici più temibili della distanza e ne ero sempre uscita vincitrice!
Gli ho risposto che gli avrei scritto una lettera ogni giorno, così sarebbe stato un po’ come se non se ne fosse mai andato. Le lacrime che cercavo di trattenere inutilmente, iniziarono a sgorgare contro il mio volere, rigandomi il viso.
Non ero riuscita a mantenere completamente la mia promessa alla mia gattina; la tristezza di quel momentaneo addio mi fece stare male, come non lo ero mai stata in vita mia.
Mamoru tirò fuori una piccola scatolina rossa, contenente un anello in oro bianco con una pietra rosa a forma di cuore; un piccolo oggetto che simboleggiava il nostro grande amore.
Dopo avermi messo quell’anello, all’anulare della mano sinistra, mi catapultai tra le sue braccia per un ultimo abbraccio, ricco di sentimento e parole d’amore, e un ultimo bacio.
Un lunghissimo bacio a fior di labbra, come era solito darmi, che mi scaldò il cuore, dandomi una nuova sicurezza e cancellando tutte le mie paure.
Stavo accompagnando Mamoru al gate quando un ragazzo ci passò accanto. Era indubbiamente bello, nonostante nascondesse gli occhi con degli occhiali da sole, ma i lineamenti del suo viso sembravano disegnati. I suoi capelli erano dello stesso colore del mio Mamo Chan, solo che i suoi erano lunghissimi, legati in una coda bassa.
Non so dirti il perché, ma quando le nostre braccia si scontrarono sentii come una scossa lungo la schiena, come se io e lui fossimo legati in qualche modo.
Istintivamente mi voltai leggermente per guardarlo, incrociando il suo sguardo ancora nascosto dagli occhiali da sole, sentendo nuovamente quella specie di scarica.
Era piacevole, ma allo stesso tempo ero terrorizzata da quella sensazione mai provata.
Che fosse un nuovo nemico?


 
Caro diario,
Dopo la scuola, come al solito, mi sono ritrovata con le ragazze al Crown e come ogni volta io e Rei iniziammo a battibeccare. Lei mi dava dell’ingenua perché non sapevo il significato dell’indossare un anello all’anulare della mano sinistra e io la imbeccavo a spiegarmi. Fummo interrotte da Minako che annunciava che nel parco stavano girando un film i Three Lights, a quanto pare famosissimi cantanti, insieme ad Alice, un’attrice molto conosciuta. Io non li avevo mai sentiti nominare, eppure da quello che dicevano le mie amiche erano bellissimi e molto popolari. Anche Ami li conosceva ed era affascinata da loro.
Sì, la stessa Ami che provava interesse solo per i problemi algebrici e le formule chimiche.
Le ragazze cercarono di avvicinarsi per assistere alle riprese da una posizione migliore, lasciandomi indietro, così decisi di intrufolarmi in un’area adibita solo agli autorizzati.
Venni beccata, ancora prima di essermi introdotta in quella zona, da un ragazzo molto carino dai capelli neri e gli occhi blu come il mare; era uno degli attori. Indossava un completo arancio, abbinato a una camicia bianca e una cravatta gialla.
Abbinamento piuttosto bizzarro, tu non trovi?
Inizialmente pensai che fosse un marpione come tanti che se n’era uscito con la solita frase “Non ti ricordi che ci siamo già visti? Non sai chi sono?”
C’è davvero chi pensa di fare colpo in questa maniera?
Invece era una persona famosa, abituata a essere riconosciuto e accerchiato da folle urlanti, per questo motivo rimase stupito dal fatto che non lo conoscessi. Divertito dal mio rispondergli per le rime, mi affibbiò il nomignolo di Testolina Buffa, facendomi innervosire e riportando a galla vecchi ricordi. Fortunatamente non avrei più rivisto quel maleducato!


 
Caro diario,
Ti ricordi di quel ragazzo famoso, ma maleducato, conosciuto nel parco e che credevo non avrei più rivisto?
Beh, mi sbagliavo! Proprio oggi mi ci sono imbattuta, scontrandomi e finendo a terra.
Non si è neanche scusato, anzi… Quel cafone mi ha pure risposto che dovrei fare attenzione a dove metto i piedi. Ma se è stato lui a investirmi! Si può essere più arroganti e presuntuosi?
A quanto pare è un cantante idolatrato da tantissime ragazze… ma cosa ci troveranno in quel presuntuoso antipatico? È un bel ragazzo, non si può certo metterlo in dubbio, ma è talmente altezzoso… Sicuramente se le sue fan lo conoscessero meglio cambierebbero idea su di lui.
Anche questa volta mi ha rinominata Testolina Buffa, facendomi innervosire di nuovo.
Da non averlo mai visto a incontrarlo due volte nell’arco di una settimana… speriamo di non avere più questa sfortuna!


 
Caro diario,
È ufficiale. Sono la detentrice ufficiale del “mainagioia”!
Evidentemente io e la sfortuna abbiamo stretto amicizia, altrimenti non mi spiego la disgrazia avvenuta oggi. Ma perché capitano sempre a me? Ora ti racconto:
Giunta a scuola insieme alle mie amiche, Makoto e Ami, trovammo Minako in adorazione nel cortile della scuola, insieme a molte nostre compagne.
Lei che solitamente era ritardataria come me, quella mattina era tra le prime a essere arrivata.
A quanto pare i Three Lights, un gruppo musicale amato da moltissime ragazze, si era iscritto nella nostra scuola e in quel momento tutte erano in attesa di vederli arrivare; anche Rei si era intrufolata nel nostro liceo.
Al loro arrivo le mie amiche si presentarono a due di loro, mostrando la loro tessera del fan club (esiste pure un loro fan club ufficiale, ti rendi conto?).
Erano entrambi particolari, capelli lunghi legati in una coda bassa, occhiali da sole e viso annoiato. Uno era molto alto e aveva i capelli castani, l’altro era poco più alto di me con i capelli argentei. Non si sarebbero chiamati Three Lights se fossero stati solo un duo, quindi indovina chi era il terzo del gruppo?
Il presuntuoso antipatico che mi aveva affidato quel nomignolo. Mi ha pure proposto di diventare sua amica, definendola una possibilità… Ti rendi conto?
Lì, davanti a tutte quelle ragazze che se avessero potuto mi avrebbero sotterrato in una buca profonda almeno dieci metri.
Come se non bastasse che frequentassimo lo stesso liceo, la sfortuna ha voluto che mi capitasse come compagno di classe e che si sedesse proprio dietro di me.
Capisci perché ti dico che il premio come sfigata dell’anno va alla sottoscritta?
Ovviamente ha dovuto infastidirmi fin da subito, chiedendomi i corsi a cui iscriversi. Ma perché doveva chiederli proprio a me? Sicuramente il suo unico interessa era quello di conoscere più ragazze possibili e oziare liberamente. Sull’oziare lo capivo perfettamente, sarei stata la prima a iscrivermi a un corso del genere, ma essere una delle tante galline del suo pollaio non era di certo la mia priorità.
Mi ha pure chiesto di iscriverci agli stessi corsi, con un tono di voce che era palesemente da ammaliatore, ma che a me fece solamente venire l’orticaria.
Ovviamente Minako ascoltò tutta la conversazione, da pettegola qual era, e si avvicinò a noi, promettendo a Seiya (il dongiovanni si chiama così, Seiya Kou) che ci saremmo iscritte a tutti i loro corsi. Ma era impazzita? Lei poteva fare quello che voleva, ma perché doveva tirare in mezzo me? Passare del tempo con quel bellimbusto era proprio l’ultima cosa che volevo!
Per colpa loro mi sono pure beccata il rimprovero del professore, per una volta che non avevo fatto nulla per meritarmela. Quel ragazzo portava solo guai e io gli sarei stata alla larga!
A fine delle lezioni sono stata OBBLIGATA (lo scrivo in maiuscolo perché Minako mi ha portato contro la mia volontà in palestra) ad assistere a una noiosissima partita di basket dove Seiya, ovviamente facendo lo sbruffone come suo solito, sfidava il capitano della squadra della nostra scuola, smarcandolo e volando al canestro senza alcuna difficoltà.
Minako poi se n’era andata con Taiki (un altro dei componenti del gruppo) a iscriversi a dei corsi culturali. Parliamo della stessa Minako che, come me, se la svignava dai pomeriggi di studio a casa di Rei e prendeva brutti voti a scuola. A quella ragazza mancava certamente qualche rotella.
Seiya si mise a urlare, in mezzo alla palestra, quel nomignolo fastidioso che mi aveva affibbiato, chiedendomi poi di portarlo a fare un giro. Ma perché insisteva a starmi addosso? Con tutte le ragazze della scuola che avrebbero accettato di passare del tempo con quel casanova, proprio me doveva assillare? Io che me ne sarei tornata a casa volentieri per mangiare dolci e a leggere i miei adorati fumetti.
Non potevo nemmeno rispondergli a tono perché le mie amiche, da sue fan, lo difendevano, aggredendo me e dicendomi di rispondergli gentilmente, cosa che mi portò a tollerarlo sempre di meno.
Lo portai al campo di football per fargli assistere agli allenamenti della squadra della nostra scuola e nuovamente volle mettersi in mostra, dribblando gli avversari che erano il doppio di lui. Era quasi arrivato a fare touchdown quando il capitano della squadra lo buttò a terra scorrettamente.
Il mio istinto da crocerossina prese il sopravvento, così istintivamente corsi da Seiya e iniziai ad aggredire verbalmente l’uomo armadio. Pensai che mi volesse dare una sberla, invece strinse la mano di Seiya. Prima lo fa ruzzolare slealmente al suolo, poi gli propone di entrare nella squadra… E vogliono farci credere che siamo noi ragazze quelle complicate?
   
 
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