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Autore: Serenity452    06/06/2017    4 recensioni
Undici anni dopo la Quarta Guerra Mondiale Ninja contro Kaguya, Itachi è sopravvissuto passando più di otto anni in coma, disperso in un villaggio senza nome.
Al suo risveglio decide di rimanere nell'ombra e vivere come cacciatore di taglie, per non portare scompiglio nella nuova e pacifica vita di Sasuke, ristabilitosi a Konoha dopo anni di viaggi in giro per il mondo.
Ma quando Itachi torna in segreto nel proprio villaggio ritrova Luna, la bambina che aveva salvato anni prima sulla strada di casa con Kisame.
Tuttavia Luna ormai diventata una ragazza adulta, bella e apparentemente indipendente.
Una ragazza capace di risvegliare in lui una passione irrefrenabile che farà tremare i loro cuori.
Una lotta interiore tra amore di lei e negazione di lui, fra differenze d'età, fragilità nascoste e amicizia.
Certo, se poi ci si mettono pure Naruto e Boruto, siamo sicuri che la storia d'amore funzionerà, no?
E Sasuke, come la prenderà?
[Revisione di You'll be in my heart!]
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Lemon, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Dopo la serie, Più contesti
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Capitolo VIII: Moonlit.

 

Qualche sera dopo allo Shingen Luna, appena arrivata, con la speranza di rivedere Itachi, che era sparito da giorni, ricevette una meravigliosa sorpresa.

Le divise da lavoro erano cambiate.

Akiko e Seiko avevano lavorato duramente in quella settimana, ovviamente in gran segreto, e tutto per modificare le divise che mantenevano lo stesso striminzito pantaloncino, ma eliminavano il corpetto sostituendolo con un top a giromanica, con uno scollo profondo fino al bordo, che per l'appunto era appena sotto il seno.

Sembrava più un reggiseno sportivo che un top o una canotta.

Era in pelle nera, aderente e con una meravigliosa cerniera posta sul retro, facile da aprire per chiunque avesse voluto.

Le pance piatte delle ragazze dello Shingen erano in bella vista ancor di più delle gambe.

Seiko era fiera di sfoggiare il suo piercing, così come Akiko.

Luna non era entusiasta della nuova divisa lavorativa, ma invidiava le due giovani più gradi perché era uno dei suoi segretissimi sogni avere un piercing sulla pancia, ma era troppo codarda per farsi bucare in quel modo.

Era stata già una tragedia per gli orecchini.

Così quando Akiko le si avvicinò, con un lucente gioiellino, la ragazza andò nel panico.

-Aki, io non ho il buco!-La avvertì.

-Lo so, è finto!-Disse afferrandole la carne attorno all'ombelico e agganciando la clip.

Era una perlina con alcuni fili argentati con al termine delle perline.

Sogno realizzato, accidenti!

Sorrise, abbracciando la donna.

-Hai appena realizzato uno dei miei sogni, Aki!-

E sebbene si sentisse troppo nuda ed esposta, come una vera Geisha di qualità, si sentiva la ragazza più sexy di tutta Konoha, seppur non fosse affatto così.

Se solo avesse saputo che di lì a poche ore avrebbe rimpianto decisamente quella sciocca felicità.

 

Lo Shingen aveva aperto da poche ore e lui, dopo una settimana di viaggio, per portare Asanami nel luogo dove avrebbe dovuto riscuotere la taglia, ora non chiedeva che un bicchiere di Sakè ed una certa ragazza dai capelli arancioni.

Perciò non si sorprese più di tanto quando arrivò al locale e lo trovò già colmo di Nukenin, naturalmente tutti senza coprifronte per non farsi riconoscere, così come lui, che per di più era coperto dal solito cappuccio, con l'aggiunta di una maschera in stile ANBU.

Non voleva farsi assolutamente riconosce, voleva restare il più possibile nell'incognito, bastava Luna ad averlo identificato come Itachi Uchiha di Konoha.

Pensa se lo andava a dire a Sasuke o Naruto, che ero lo stramaledetto Settimo Hokage!

Così era rimasto in ansia per giorni ed adesso, con la scusa di poterle parlare della questione, era tornato per rivederla.

La cosa però che lo allettò di più fu quando udì della festa di compleanno del capo del locale che offriva ai suoi clienti la possibilità di scegliere una delle ragazze del locale e tenerla tutta per se nel privé del locale e gustarsi uno spogliarello, a patto che bevessero come cammelli e se le suonassero di santa ragione fra di loro per la pollastrella scelta o la vincessero all'asta.

Aveva già una mezza idea di chi scegliere, ovviamente per la salvaguardia della ragazza, se non fosse stato per il fatto che le cose non andarono esattamente come aveva previsto lui, perché Luna era davvero capace di infilarsi in situazioni assurde e costringerlo a fare cose altrettanto assurde.

 

-Noi due, insieme, ti costeremo un bel po'...-Disse Seiko, abbracciando Luna che si ritrovò con la faccia nel seno della mora, che era prosperosa almeno quanto lei.

-Interessante! Fatemi un po' vedere come lavorate e poi vedremo!-

Allora Seiko si avvicinò all'uomo seduto sul divanetto e si chinò su di lui.

-Tira fuori le banconote, amore...-Ed il suo corpo ondeggiò sull'uomo, decisamente contento.

Luna in realtà non sapeva nemmeno perché si era improvvisamente ritrovata a far coppia con Seiko, quando doveva solo portare da bere al tipo che era seduto di fronte a loro.

Quindi quando costui la invitò a far compagnia alla danza dell'amica, fu sul punto di svenire.

Ovviamente, non ne ebbe la possibilità, perché Seiko l'afferrò per i fianchi e accostandosi lievemente al suo sedere cominciando a ondeggiare costringendola a fare altrettanto.

Dannazione, era troppo imbarazzante e sopratutto non voleva farlo e basta.

Ma dovette stare al gioco o l'avrebbero licenziata.

Così quando il loro cliente cominciò ad infilare nel pantaloncino di Seiko le banconote, la ragazza suggerì a Luna di imitarla tassativamente e soddisfare l'uomo facendo si che morisse talmente di caldo da volersi scolare tutto il bar.

Fu spinta a cavalcioni sulle cosce dell'uomo che le afferrò le natiche, mentre Seiko, saliva con i suoi vertiginosi tacchi sui braccioli, spingeva giù il suo cliente e Luna, che si ritrovò bella e distesa con la schiena fra le cosce del suddetto.

Maledetta Seiko e maledetto il loro capo.

Sentì le dita fredde dell'uomo sul bordo del suo pantaloncino e la banconota che vi ci infilava.

Seiko continuava a ballare indisturbata in piedi, piegandosi e toccando di tanto in tanto le gambe di Luna e le spalle dell'uomo per dare sensualità alla situazione.

Ma la mora si stancò presto della piega presa da quel giochetto, così decise di capovolgerla del tutto.

Infatti si sedé sull'uomo con un gesto casuale afferrò le braccia di Luna, la tirò su e portò le mani dell'arancione sul suo corpo.

Luna stava per avere una serie di infarti ravvicinati.

Era a cavalcioni su un uomo eccitato, mentre toccava una donna, almeno finchè la cara ed amata Seiko non si alzò, sazia del malloppo.

-È tutto tuo, Mitsu-chan! Fa un buon lavoro, come col tipo della settimana scorsa...-

Ok, Seiko doveva averla vista con Itachi, maledizione, avrebbe decisamente preferito farsi sculacciare da lui, che dal tipo su cui era seduta.

Non l'avesse mai desiderato.

-Mi scusi, non sono brava come la mia compagna!-Disse alzandosi e sperano che il suo amico accettasse l'invito a cercasi qualcun altra.

Ma era tempo sprecato, perché l'uomo l'afferrò per la vita a la tirò a sedere fra le sue gambe.

-Avanti, non fare la ritrosa, ti pagherò bene!-Le disse carezzandole le cosce nude.

Luna provò una sorta di ribrezzo cercò di spostare la mano dell'uomo.

-Sei davvero deliziosa, che pelle liscia...-

-Le ho detto che non sono interessata!-Ripeté più tesa e spaventata.

Dannata Seiko, come aveva potuto trascinarla in una situazione come quella?

Ma se pensava che le cose non sarebbero potute peggiorare si sbagliava perché il suo nuovo amico voglioso, la tirò su e la spinse sul divano.

Ma quando Luna credette che le si sarebbe gettato addosso vide una lama poggiarsi sulla gola del suo cliente.

-Allontanati dalla ragazza, immediatamente!-

Gli intimò il misterioso Shinobi, ma Luna aveva il vago sentore che quella voce bassa e quasi impercettibile, fatta di sfumature adulte e profonde, fosse di qualcuno che conosceva.

Itachi. Era tornato.

L'uomo alzò le mani e si spostò lentamente, dando l'impressione che si fosse arreso, ma inaspettatamente cercò di colpire l'Incappucciato e quest'ultimo lo schivò con un movimento impercettibile e colpì con un pugno nello stomaco l'idiota che aveva provato ad attaccarlo.

Capito il concetto, lo sfortunato annaspò, mentre era piegato in due e cercò di andare il più lontano possibile dall'Incappucciato e la sua Geisha.

Luna si alzò non appena si accorse che l'Incappucciato la stava guardando.

Ma ovviamente non ne era certa che si trattasse di lui, aveva una maschera questa volta e solo il cappotto sembrava lo stesso che indossava Itachi, la settimana prima.

-Ti sei fatta un piercing?-Sibilò l'uomo indicandole la pancia con la punta del kunai.

Aveva un tono molto minaccioso e infastidito, ma era troppo basso perché fosse riconoscibile.

-N-No...Ma...Ma...chi sei?-Domandò sperando di non essersi sbagliata e dover cominciare a darsela a gambe levate, prima che il tipo che l'aveva appena aiutata si rivelasse il prossimo cliente che voleva troppo.

-Secondo te, piccola Geisha?-Chiese a sua volta l'uomo, prendendole sotto il mento con una mano, per tenerla bloccata.

-Itac-!-

-Silenzio, non dire il mio nome ad alta voce, Luna!-

La ragazza annuì mentre lui le teneva delicatamente il mento e sembrava guardarla dritto negli occhi.

-Allora, cos'è quello? Perchè siete vestite così?-Le chiese ancora, con una voce chiaramente irruenta.

Luna arrossì, sentendosi terribilmente esposta e sotto pressione.

Insomma, perchè era così nervoso e si arrabbiava?

-É un piercing finto, comunque sia, il nostro capo compie gli anni e le ragazze hanno deciso di cambiare le divise...-

Il moro non disse nulla ma la lasciò andare, continuando a scrutarla.

Luna non ne era certa, ma Itachi era davvero turbato.

Lo Shinobi non appena l'aveva vista si era reso conto che era felice come un bambino e che non vedeva l'ora di parlarle.

Naturalmente era preparato al fatto che lei fosse poco vestita ma non che l'avrebbe rivista con un piercing e la pancia al vento.

Non lo sopportava. Era così bella.

-Quell'uomo ti stava dando fastidio?-

Stasera Itachi era formidabilmente curioso, pensò Luna.

-Si, il Capo ha concesso a tutti i clienti di trattarci come delle Geisha, purché tutti bevano! É spregevole!-Disse la ragazza, guardando le sue compagne che mentre servivano da bere venivano importunate da chiunque.

Seiko era in un angolo che ballava per un gruppo di uomini.

Akiko aveva abbandonato la sua postazione al bar e serviva i tavoli fra una sculettata e l'altra per guadagnare qualche Yen extra.

-Quindi non sei più una cameriera, sei anche tu una Geisha stasera, no?-Le fece notare lui, col tono di chi voleva deriderla.

Luna non lo trovò divertente e mise le mani sui fianchi per darsi un tono.

-Non per mia volontà Itachi-san, perciò sono parecchio impegnata! Grazie per avermi salvata, ma da adesso provvederò da sola a me stessa, restando una cameriera!-E così, impettita col suo orgoglio, se ne andò, piantandolo in asso.

Quel dannato.

Chi si credeva di essere?

Non aveva fatto altro che aspettarlo per tutta la settimana ed ora tornava per fare ironia su di lei e farle venire gli infarti col solo col potere della voce e delle mani grandi e calde, che le mandavano in tilt quell'ultimo neurone sano che le restava.

Tornò al bancone e cominciò a darsi da fare portando le ordinazioni ai clienti che per lo più erano già in gentile compagnia.

Così non avrebbero chiesto lei, anche se dovette faticare molto per non farsi notare e sopratutto fu difficile declinare in alcune occasioni, quando era stata trattenuta con la forza.

Chiaramente Itachi era lì seduto a bere il suo alcolico scrutandola di tanto intanto, mentre lei fantasticava sul fatto che lo stesse facendo, ignara che era fisiologico per l'Uchiha tenerla d'occhio.

Era lì, pronto a spaccare la faccia al primo che la tratteneva per più di sessanta secondi e lei nemmeno lo sapeva.

Quella ragazza gli faceva uno strano effetto, si era detto invece Itachi.

Una parte di sé desiderava proteggerla, perché in lei rivedeva ancora quella dolce ed ingenua bambina.

Mentre l'altra, quella più istintiva di lui, chiedeva solo di poterla toccare ancora una volta, forse all'infinito.

In realtà chiedeva molto di più, cose che persino i suoi pensieri restavano scandalizzati, ma non era pronto ad ammetterlo a sé stesso.

No, mai.

Ma sta di fatto che quando fu proprio lei a servirgli da bere, l'impulso di trattenerla e sedersela sulle gambe come aveva fatto la settimana prima, quando ancora non l'aveva riconosciuta, fu inevitabile.

La prese per un gomito e la tirò a sé, costringendola ad appoggiare la schiena sul suo torace piatto.

-Rimani con me...-Le disse senza neppure rendersene conto.

Lei protestò divincolandosi ma l'Uchiha non desistette.

-Resta qui, non ti costringerò a fare nulla che tu non voglia, ti proteggerò...-

-Perché dovrei crederti, visto che ti comporti proprio come tutti gli altri uomini!?-Ribatté lei, cercando di ignorare il fremito che la scuoteva ogni volte che le mani di lui le stringevano le braccia.

Non era molto ferrea la presa, ma abbastanza rude e decisa.

Itachi non era uomo da prendere alla leggera, questo era chiaro.

-Perché nonostante tutto, per quanto tu sia un’indicibile tentazione, sono fermamente convinto della tua sincerità, quando affermi di non essere come le donne che chiami Geisha, ed apprezzo il tuo coraggio, ma quello non ti basterà a proteggerti dai guai in cui sai cacciarti! E sì, mi comporto come tutti gli altri uomini, perché sono un uomo e tu sei diventata una bella donna, ma non allungherei le mani su di te... Se avessi avuto quelle intenzioni, la settimana scorsa te la saresti ricordata per tutta la tua vita...-Le sussurrò nell'orecchio, ignaro che ogni parola, ogni fiato le dava la pelle d'oca e le faceva letteralmente arricciare le dita dei piedi per il delicato piacere che provava.

Luna sapeva che Itachi aveva ragione, se voleva farle del male, ne avrebbe approfittato la sera in cui l'aveva riportata a casa quando lei aveva scelto di fidarsi di lui e gli aveva mostrato la sua casa.

Aveva già fatto la sua scelta molto tempo fa, in realtà.

Perchè Itachi, per quanto assurdo fosse, le faceva perdere la testa ancora di più adesso che era un uomo e lei una ragazza.

Da bambina, lo aveva amato con la tipica leggerezza e semplicità infantile e lui era solo un ragazzo, ma ora sapeva che oltre l'amore esisteva qualcos’altro.

La passione ed il desiderio.

Ed Itachi era l'unico uomo a suscitare in lei tutte quelle cose.

-D'accordo, però ho delle condizioni...-

Lui rise, soffiandole sul collo e la lasciò andare immediatamente, così che lei potesse sedersi, invece che stargli distesa addosso.

Le era mancato davvero poco per gemere sotto il brivido datole dal fiato caldo dell’uomo.

-Condizioni? Guarda che se vuoi andare, io non ti tratterrò più, infondo potrei sbagliarmi e tu potresti benissimo ambire al ruolo di Geisha!-

-No, ti sbagli! Io non sono quel genere di ragazza! Se davvero non vuoi farmi del male e mi permetti di restare con te, fingendo di essere la tua Geisha, non dovrai sculacciarmi ne chiedermi di ballare!-Esclamò lei, girandosi un po' per poterlo guardare in faccia, mentre sentiva di arrossire.

Itachi sorrise e le posò una mano sulle ginocchia e l'altra sul tavolino, fasciandole così le spalle.

-L'idea di sculacciarti potrei prenderla in considerazione se tu non farai la brava con il mio fratellino ed i suoi amici, per il resto, sei più che al sicuro...-Le sussurrò lui avvicinandosi al suo orecchio ancora una volta.

Stava impazzendo o Itachi le faceva un po' troppo effetto e ne sembra consapevole?

Accidenti a lui, la sua voce matura e le sue mani grandi ed il fiato caldo.

-I-Io non ti tradirei mai, mi hai salvato la vita! E non è vero che sono una bella donna, bakayaro! Non dovresti prendermi in giro, accidenti!-Protestò lei, arrossendo.

Itachi la guardò sorpreso e le carezzò la testa, scompigliandole un po' i lunghi capelli.

-Non ti prendo in giro, Luna...-E le sorrise, anche se lei non poteva vederlo.

La maschera gli copriva i bei lineamenti.

La maschera da ANBU. Che figo.

-Neh, Itachi-san, potresti prestarmi la tua maschera?-Gli domandò guardando nella direzione opposta al suo viso, mentre lo immaginava senza maschera e con quegli occhi sottili e magnetici.

-La mia maschera?-Ribatté L'Uchiha, confuso dalla strana domanda.

Lei annuì, sempre imbarazzata, riportando la sua attenzione su di lui.

Itachi però decise di accontentarla, tanto era abbastanza coperto, perciò si tolse la maschera e le sorrise, mentre gliela porgeva.

La ragazza l'afferrò con le mani tremanti, come se avesse paura di romperla.

Itachi la guardò divertito con già una vaga idea di quello che lei volesse fare.

Difatti l'indossò.

Lui rise e lei si piegò con le mani sul volto coperto.

-C-così....Così figo!-

-È solo una maschera, Luna!-

-Ti sbagli, questa è una maschera da ANBU, capisci? È il sogno di tutte le ragazze!-Esclamò lei osservandolo stupita che non si rendesse conto dell'ovvietà dei fatti.

-Una maschera sarebbe il sogno di tutte le ragazze della tua età?-

-No, non la maschera! Un' ANBU, non pensi che sia veramente forte essere uno di quegli Shinobi? Le ragazze darebbero qualsiasi cosa pur di conoscerne uno!-

-Anche tu?-Chiese lui con un sorriso malizioso.

Lei era coperta dalla maschera non poteva mostrargli quanto era arrossita.

-Non così esageratamente, non ti ho detto che mi sarebbe piaciuto essere una Kunoichi? Era il mio sogno, ma le cose non sono andate come speravo...frequento l'Accademia dei Civili, sono brava a cucinare! Le mie amiche sognano di incontrare uno Shinobi abbastanza carino da poter sposare e s'impegnano per imparare a preparare piatti che possano sedurli, non è ridicolo?!-Esclamò lei gesticolando mentre spiegava.

-Questa che le ragazze sognassero di cucinare per assassini mi mancava! Ma non saprei dire se è ridicolo, dopotutto ognuno s’impegna per i propri obbiettivi!-

-Sono obiettivi frivoli, Itachi-san! Conquistare un uomo non dovrebbe essere l'obiettivo principale di una donna!-Esclamò lei, con ferma convinzione.

Itachi annuì, trovandosi ben d'accordo con lei.

Dopotutto era cresciuto in una società in cui le donne erano Kunoichi valenti ed indipendenti.

-E tu non hai un obiettivo? Come mai fai la cameriera?-Chiese, adocchiando una delle ragazze che prendevano le ordinazioni e facendole cenno di avvicinarsi.

La ragazza segnò in fretta le due bottiglie di saké e si allontanò.

-Io? Visto che non diventerò mai Hokage, ho ripiegato su un altro sogno nel cassetto!-Esclamò lei, mentre la sua collega posava il vassoio con le ordinazioni sul tavolino e Luna riempiva il bicchiere per Itachi e l'altro per sé.

Lui bevve e lei lo imitò.

-E la cameriera?-

-Un’esperienza in più nella vita.-Mentì la ragazza, sperando che la maschera che portava nascondesse anche le sue bugie.

Ma inaspettatamente Itachi gliela tolse e la guardò dritta negli occhi e le portò via il bicchiere dalle dita, finendone il contenuto.

-Ehi, quello era mio!-Protestò lei.

-E adesso è diventato mio, piccola ubriacona...-La sfotté lui con un sorrisetto divertito.

Lei allora prese il bicchiere dello Shinobi, lo riempì e tracannò veloce.

Il Sakè scivolò giù bruciandole la gola e la sensazione che poco prima le labbra dell'Uchiha erano state su quel bicchiere la fece arrossire ancora di più, mentre lo metteva a fuoco.

Era così seducente quando sorrideva.

-A quanto pare, all'alba di questa notte, saremo entrambi ubriachi!-Esclamò il moro, prendendo la bottiglia ed invitando, con un cenno del capo, la ragazza a prendere l'altra e brindare.

Lei lo guardò esitante e poi sorrise e brindò.

 

Due ore dopo.

-Non ti sei ancora stancato di me, I-ta-chi-san?-Domandò Luna, fra i balbettii.

Itachi rise, ciccando la sigaretta nel posa cenere e carezzandole la nuca mentre lei, appoggiata sulla sua spalla, continuava a bere dalla sua terza bottiglia Sakè.

Era stra-ubriaca.

-Non mi potrei mai stancare di una come te, se fossi più grande ti chiederei di venire a letto con me!-

Lei rise leggiadra e gli batté una mano sul petto come per consolarlo.

-E io ti avrei detto di no, Itachi-san, perchè sono una... vergine e non faccio queeeste cose coi clienti!-E rise di nuovo.

Itachi bevve piano dalla sua bottiglia, per evitare di ritrovarsi come Luna.

Bastava lei ad essere sbronza e lui preferiva restare brillo.

-Certo, ed io sono l'Hokage!-Ribatté l'uomo imitando il gesto consolatorio sulla spalla della ragazza, aspirando il fumo.

-Uhmm...è la verità, Itaaachi-san! Sono una cameriera! Una cameriera…-Borbottò strusciando la guancia verso l'incavao del collo del moro, che poco prima si era addirittura calato il cappuccio.

Le cinque del mattino stavano per passare, presto Luna avrebbe finito il suo turno.

Ma ubriaca com'era Itachi si chiedeva se ce l'avrebbe fatta a tornare a casa incolume.

-Certo, un’adorabile, piccola, cameriera ubriaca...-

-Non sono ubriaca, te lo dimostro!-Così la ragazza si alzò e separò le gambe appena di qualche centimetro e poi scese giù con una spaccata.

-Visto, te lo dicevo, non sono per niente uuuubriaca!-Esclamò cominciando a fare strecching sul pavimento, fra le risate che non riusciva a controllare.

-Sono la cameriera-ginnasta più vergine di tutta Konoha!-Urlò piegandosi in avanti, mentre il suo petto toccava le mattonelle.

 

-Mitsu, non sapevamo fossi così elastica!-

 

Esclamò Akiko apperendo improvvisamente alle spalle di Itachi, sulla quale si appoggiò.

-Sembra che anche tu stasera ci abbia dato dentro, neh?-Fece la ragazza dai capelli corti, guardando Luna che si esibiva in un barcollante ponte, rideno e ripetendo che era solo una cameriera.

-Posso portarla via?-Chiese Itachi, mentre spegnendo la sigaretta si rendeva conto che ormai era giunta l’ora di portar via Luna, prima che combinasse qualche disastro o si facesse male.

-D’accordo, ma domani siamo chiusi, povera Mitsu, l’avranno informata?-Chiese scanzonatamente Akiko, allontanandosi verso gli ultimi gruppetti rimasti.

-Bene, allora, mi piccola Geisha è proprio giunta l’ora di tornare a casa e smettere di bere!-Le disse l’Uchiha, mentre lei si rimetteva in piedi, barcollava e poi si sedeva di nuovo a cavalcioni su di lui.

La Ayanami rise e gli legò anche le braccia al collo.

-...Neh, Itachi-chan, ho deciso! Stanotte sarò la tua Geisha e berremo fino allo sfinimento!-

-Peccato che la notte sia già finita, Luna-chan e per la cronaca...sei stata la mia Geisha, a meno che tu non intenda offrire altri servigi…-La rimbeccò lui si stemandole i capelli dietro entrambe le orecchie, con un sorriso malizioso.

I loro volti si stavano avvicinando un po’ troppo.

Ma Itachi era abbastanza lucido da poter mantenere il controllo.

Per quanto in realtà desiderasse perderlo e magari approfittare di Luna, che da sobria di certo non gli avrebbe concesso una notte a letto a rotolarsi fra le lenzuola.

-Mhm…Chissà quante cose pervertite sai fare, neh I-ta-chi-San… possiamo ubriacarci e scoprirlo!!-Esclamò lei carezzandogli il collo, confare civettuolo, chiaramente ignara di quanto fosse già fosse fatta di Sakè.

Perciò Itachi si alzò di peso e tirò su anche lei, tenendola per le natiche.

-Andiamo a casa, sei abbastanza ubriaca da non renderti conto di cosa blateri, pervertita!-Proferì convinto, mentre si aggirava nel locale con Luna che sbatteva i piedi e le mani per protestare e cercare di afferrare la bottiglia di Saké, protestando con sonori “No”.

Risuscirono ad arrivare all’ingresso e trovare la mantella di Luna ed uscire in strada incolumi e senza bevande alcoliche.

Ma l’impatto con l’aria gelida aveva fatto passare alla testa arancione tutta l’euforia della sbornia ed accentuato i malesseri che ne derivavano.

-Mi scoppia la testa...C’è il terremoto, Itachi-san!-E scoppiò a ridere, piegandosi ridicolamente in due.

Itachi, esasperato, decise di dare un taglio a quella passeggiata davvero lenta, le mise una mano dietro la schiena e con un gesto fluido e veloce la sollevò sotto le ginocchie e la prese in braccio.

-Fa la brava bambina e tieni la boccuccia chiusa per un po’, d’accordo piccina?-Disse sorridendo danvati all’espressione sorpresa di Luna.

Poi saltò da un tetto all’altro agilmente ed in poco avvistò la casa della ragazza.

Era ben nascosta l’entrata, perciò posò Luna sedendola sul pavimento e si piegò sulle ginocchia per parlarle.

-Avanti tesoro, dove sono le chiavi?-Le chiese dolcemente, sperando che lei si riprendesse da quello stato di shock e malessere.

-Sotto il vaso...Sotto...Sotto qui…-Disse mentre, improvvisamente, si guardava fra le gambe e ridacchiava.

Forse l’aveva fatta bere davvero troppo stavolta.

Ma poi che storia era mai quella che nascondeva le chiavi di casa sotto un vaso all’entrata?

Le raccolse in fretta ed aprì la porta, controllando che dentro non ci fosse nessuno.

La casa era deserta, Luna viveva da sola, per fortuna.

La recuperò e anche se lei protestò l’Uchiha riuscì a prenderla di nuovo in braccio e chiudersi la porta alle spalle con un calcio.

Cercò la camera da letto della ragazza e la posò sul materasso matrimoniale.

Lei mugugnò un po’ ma sembrò felice di essere su qualcosa di morbido e confortevole.

Lo Shinobi invece andò ad accendere la luce, poi tornò a sedersi sul letto.

Era una stanza carina, arredata in modo classico, con due comodini ai lati del letto, un armadio di fronte ed un comò sulla destra.

La scrivania era sulla sinistra, verso la porta.

Sopra c’erano un po’ di libri, come “Geografia delle cinque Terre” e “I sapori del Vento e del Fulmine in cucina”.

Studiavano cose veramente assurde all’Accademia Civile.

C’erano anche alcune riviste e manga.

Le pareti erano coperte di poster di Tsunade-sama da giovane, con qualche altro personaggio dei manga.

-Dove abbiamo lasciato il Saké, Itachi-san, come hai potuto dimenticaare il Saké!-Protestò lei cercado di alzarsi.

Ma il moro la bloccò giù.

-Shh....Tranquilla, piccola Geisha, domani avrai tutto il Saké del mondo, adesso che ne dici di dormire neh?-

Lei gli rise in faccia e rotolò sul letto sfuggendo alla presa d’Iitachi, ma quando cadde dal letto il moro la vide rialzarsi dolorante e meno divertita.

Anche se a ridere, adesso, era lui.

-Voglio spogliarmi, tutta nuda...-Disse gattonando vero l’Uchiha, guardandolo dritto negli occhi.

Lui la guardò sbigottito e cercò di allontanatsi, se solo avesse saputo come si faceva a far funzionare le gambe.

Dio, poteva eccitarsi se continuava a guardarlo così.

Poi però lei si fermò, lo scrutò per un attimo e scese lentamente dal letto, andò fuori dalla stanza ed il moro sentì lo sbattere di una porta, probabilmente era il bagno, perchè poco dopo udì lo sciaquone ed il rumore dell’acqua da un rubinetto.

Doveva aver rimesso.

Qualche minuto dopo Luna barcollò verso il letto.

-Mi sento male...-Annunciò, accasciandosi vicino al comò.

Itachi corse a sorreggerla fino al letto e l’aiutò a stendersi.

-Non mi lasciare da sola, per favore...-Supplicò la ragazza, cercando di slacciarsi convulsamente le scarpe.

Itachi l’aiutò prontamente e le sfilò i micidiali stivali di simil pelle neri.

-Va tutto bene, sta tranquilla...-Le disse accarezzandole i capelli mentre le slacciava anche il cappotto.

Luna sentiva la testa scoppiarle, ma improvvisamenta, dopo aver rimesso, le sembrava di aver riacquistato una minima parte di lucidità.

Quando erano usciti dal locale?

Quanto aveva bevuto, accidenti?

E come mai Itachi era con lei e la stava spogliando?

Il primo istinto chiaramente fu quello di fermarlo.

-Tranquilla piccola, voglio aiutarti a togliere il cappotto così potrai metterti sotto le coperte, non vuoi?-

Ma Luna non capiva le intenzione dell’uomo era ancora tutto troppo lontano e confuso.

E non aveva le forze per combatterlo, perciò lo lasciò fare.

Non protestò quando le tolse gentilmente il cappotto e non disse nulla neppure quando gli slacciò i laccetti sul pantaloncino, ignara che il cuore di Itachi stesse battendo almeno il doppio di quello di Luna, che era stordita dall’alcool.

L’Uchiha era sobrio e faticava a resistere alla tentazione di quel corpo giovane e bello.

Ma per lui sarebbe stato troppo, era una ragazzina alla sua prima sbronza, era la bambina che aveva salvato dal fiume e non se la sarebbe portato a letto mentre lei non era neppure sveglia.

Però non ebbe la forza di toglierle il pantaloncino né il top nero che le fasciava il seno.

-Sulla pancia, mi fa male...-Gli disse lei ad un tratto mentre con un braccio si copriva gli occhi e respirava con affanno.

Allora Itachi le staccò delicatamente il Piercing finto e lo ripose sul comodino.

Sospirò, accidenti se era stanco alla fine, era meglio tornare subito a casa, prima che l’alba sorgesse.

-Non andartene...non andartene...-Mormorò Luna, agitandosi non appena si accorse che lui si stata alzando.

Itachi non vi badò e si avviò verso la porta, almeno finchè non si rese conto che lei singhiozzava.

 

-Se andrai via, se andrai via anche tu, ed io resterò sola, questa volta morirò di certo!-

 

Decise ugualmente di non restare.

Non poteva, non poteva dormire a casa di una ragazza così giovane, che conosceva appena. Gli anni addietro non contavano.

Fissò la maniglia con la chiave nella toppa.

Sentiva che stava ancora piangendo, doveva comunque essere un effetto collaterale dell’ubriacatura.

Ma in realtà ciò che fece, invece di uscire, fu chiudere a chiave la porta, sospirare, tornare in camera da Luna, spegnere la luce e riaccendere quella su comodino, mentre si toglieva le scarpe ed il pantalone e poi il cappotto.

S’infilò sotto le coperte e tirò Luna, che gli dava le spalle, accanto a se abbaracciandola.

Lei non protestò e gli strinse la mano, scivolando piano nel sonno e nel tipido abbraccio dell’uomo, rassicurata da una forza che non sentiva da tempo.

Itachi.

-Che cosa ti sarà accaduto, mentre eri lontana da me?-

 

Fine VIII Capitolo.

   
 
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