Kaito non aveva mai dubitato degli insegnamenti che gli erano stati imposti, perché aveva sempre creduto fossero giusti e inattaccabili. Eppure questi vacillavano quando lui appariva, come un essere etereo nella sua umiltà e semplicità. Addestrato a non fare affidamento al senso della vista, quell'uomo era in grado di mettere in dubbio tutt le sue certezze.
Dal cap. 1
[...] Osservarlo significava negare anni di insegnamenti e sacrifici, significava vanificare tutti i suoi sforzi per abbandonare la vista alle sue spalle e imparare a conoscere il mondo con gli altri sensi, ma con lui tutto aveva qualcosa di diverso. Lui era davvero quell’eccezione che bastava a Kaito per fargli gettare a vento tutte le sue convinzioni, perché, per quello che valeva, quello spettacolo rappresentava molto più di quanto il samurai credesse. [...]
[...] Non era stato cresciuto per amare, non un uomo perlomeno, e sapeva che qualsiasi relazione nata all’interno di quel dojo, poteva solo che risultare “malata” o “sbagliata”. Non avrebbe mai potuto conoscere i due individui che mettevano il suo cuore in confusione, non avrebbe potuto mai associare ad uno una voce e all’altro un volto [...]